Originariamente Scritto da
Tommaso
1. Sto vivendo, questi ultimi tempi, una fase di grande perplessità. Non c'è infatti giorno senza che mi sia dato leggere, nei siti e riviste DR, sentenze definitive sulla rovina dei tempi, la decadenza, la fine della civiltà, ecc. La DR avrebbe ragione su tutto, eppure nessuno gli da ascolto. È sola, poverina, nel deserto della verità, sola di fronte ai cattivi.
2. Poi finisce la lettura DR e passo a quella mainstream. Cosa vedo? Che si parla di attentati, di crisi dei migranti, della criminalità di questi, di islam e islamismo, della crescita dei movimenti DR o para-DR, ecc. Leggo di intellettuali ieri comodamente inseriti nella famiglia Sinistra e oggi nel mezzo di una polemica che segna una durissima crisi dell'identità "di sinistra". Leggo di una contraddizione insolubile tra il politicamente corretto e le rivendicazioni della comunità musulmana, cioè nel cuore del multiculturalismo.
3. Infine c'è, dietro queste battaglie ideologiche, lo sfondo generale di un epoca che vede il capitalismo incapace di superare l'attuale crisi. Dalla Grecia di Tsipras a quella nordista dove ormai i populisti di destra dettano l'ordine del giorno, non c'è luogo dove la disoccupazione strutturale non produce la spinta verso un alternativa anti-europeista e anti-liberale. L'Africa nera, al di fuori di qualche isola felice, è in via di cedimento; il mondo arabo sta implodendo (il botto finale sarà l'Algeria); l'America latina segna il passo; la Cina rallenta; la Russia mostra i muscoli ma potrebbe anche crollare tra due giorni; l'India farà sicuramente tanta strada, ma è tutto relativo dato che parte da un livello molto basso di sviluppo.
4. Insomma nel giro di due decenni, diciamo dai tempi dell'innocenza della ideologia multikulti, dell'antirazzismo come sostituto della lotta di classe, dell'arrivo al potere della generazione politicante del 68, nel giro di soli due decenni sono fallite le illusioni, i sogni di quella middle-class che era chiamata a diventare la classe universale in un mondo post-politico, post-ideologico e post-bellico.
5. La crisi sociale si porterà con sé il partito unico dell'economia, cioè la sinistra e anche la destra. Sul campo resta chi propone un altra società, un progetto rivoluzionario. Ma c'è una condizione ulteriore, dettata dalla presenza sul territorio europeo di una grossa popolazione musulmana, che nella crisi mostra segni di cedimenti verso l'ideologia ultra-reazionaria religiosa: chi resta sul campo è chiamato a risolvere il problema della convivenza con una frazione del proletariato che non vuole, e non vorrà, rientrare nel movimento verso il comunismo (cioè verso la negazione dell'economia come destino).
Qui sta l'ultimo nodo. Superato questo scoglio, si potrà fondare nuovamente la società.