La rivoluzione digitale
Tivù venete, pressing bipartisan sull’Authority
Il caso in parlamento, Di Pietro chiede spiegazioni a Berlusconi. Mozione Pdl. «Emittenti locali escluse dal piano frequenze». Pioggia di interrogazioni
VENEZIA — Una pioggia di interrogazioni, mozioni, incontri, richieste di spiegazioni. Non si può certo dire che i parlamentari siano rimasti indifferenti all’allarme lanciato dalle 27 televisioni locali del Veneto in merito al nuovo Pnaf, il Piano nazionale per l’assegnazione delle frequenze appena pubblicato dall’Agcom (l’Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni), che di fatto le esclude dal digitale terrestre. Tutte le 27 frequenze riservate alla nostra regione sono infatti state assegnate alle reti nazionali, benchè la legge 249 del 31 luglio 1997 imponga una riserva di un terzo a beneficio delle emittenti locali. Le quali, per non «spegnersi», dovrebbero trasmettere sulle frequenze di Croazia e Slovenia, commettendo però un illecito e subendo continue interferenze.
Il primo a muoversi è stato il leader dell’Italia dei valori, Antonio di Pietro, che ha presentato un’interrogazione al premier Silvio Berlusconi (ad interim ha pure la delega allo Sviluppo economico, comprensiva delle competenze sulle comunicazioni), per chiedergli se sappia perchè l’Agcom abbia pianificato 25 reti nazionali quando nel Nord Est potevano essere al massimo 18, così da garantire nove frequenze all’emittenza locale. E poi come il governo intenda intervenire per risolvere una situazione che privilegia le tivù nazionali e quali misure pensi di adottare nei confronti di Slovenia e Croazia al fine di coordinare ulteriori 13 frequenze nel Nord Est, da destinare appunto alle televisioni escluse. Spiega Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera: «Il panorama televisivo veneto vanta una qualità nettamente superiore a quello del resto d’Italia, in termini di produzione giornalistica, investimenti, innovazione e tecnologia, grazie al coraggio degli editori. E’ un patrimonio che va tutelato». Restando sui banchi dell’opposizione, presenterà un’interrogazione anche l’onorevole Antonio De Poli (Udc): «Purtroppo con la presidenza leghista e il governo alleato non facciamo che portare a casa sconfitte, ma stavolta chiedo a Berlusconi di rivedere il Pnaf, che penalizza una regione d’eccellenza». Sul piede di guerra Simonetta Rubinato, senatrice del Pd: «Consulterò subito l’ex ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, e lo coinvolgerò in un’interrogazione o in una mozione. Il digitale avrebbe dovuto garantire il pluralismo dell’informazione, anche nell’ottica di un federalismo che ormai ci esce dalle orecchie a parole ma che nei fatti non si vede. Non c’è mai stato un periodo così centralista, si potrebbe rispolverare il podestà. Tutti quelli che in questo Paese fanno bene il loro lavoro prendono solo mazzate».
Stavolta però la preoccupazione è bipartisan. Il senatore del Pdl responsabile di comunicazioni ed emittenza locale, Alessio Butti, martedì ha incontrato il viceministro Paolo Romani e il giorno dopo diversi editori e i rappresentanti sindacali di Frt e Aeranti Corallo, per capire come muoversi. La prossima settimana Butti presenterà una mozione per costringere l’Agcom a rivedere il Pnaf, sottolineando la necessità di assegnare le frequenze per il passaggio al digitale terrestre solo alle reti locali, tra le 600 in Italia, che vi hanno investito. Nell’elenco, assicurano dal Pdl, rientrano tutte le tivù venete. Il secondo obiettivo, da centrare tra ottobre e novembre, è portare il governo a vendere le frequenze dal 61 al 69 del «mobile». Lo Stato incasserebbe 2,5 miliardi di euro, 400 milioni dei quali da destinare alle emittenti locali che meritano. «Nella democrazia pluralista orientata al federalismo è improprio e grave spegnere la voce dell’informazione sul territorio — avverte Maurizio Castro, senatore del Pdl — l’Agcom, benchè agenzia indipendente, non potrà ignorare un richiamo parlamentare, soprattutto se bipartisan ». «Per noi è vitale la sopravvivenza delle tivù locali — aggiunge Gianpaolo Vallardi, senatore della Lega—sono indispensabili alla salvaguardia dell’identità e alla promozione del territorio. Non le abbandoneremo, scriveremo al garante per le comunicazioni e studieremo una strategia per risolvere il problema».
Michela Nicolussi Moro
02 luglio 2010
Tivù venete, pressing bipartisan sull’Authority - Corriere del Veneto