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  1. #21
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da sig_rune Visualizza Messaggio
    il punto è che la gente non li vuole i clandestini, perchè quelli sono al 99% clandestini, non profughi. I profughi siriani si accolgono nei paesi limitrofi, non in europa.
    ti darei ragione se i paesi arabi lo facessero, ma non lo fanno
    il clandestino può essere tale anche per motivi climatici e di guerra, perché non si può pretendere che abbia tutto in regola in quanto magari è povero di suo e non ha potuto portare altro con se
    anche il clandestino può scappare perché ha bisogno, non possiamo dire che lo fa perché è criminale a prescindere
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  2. #22
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Mi dispiace ma sbagli due volte.
    Papa Francesco ha mai menzionato il diritto degli Stati a regolamentare i flussi migratori? Non mi risulta. Anzi, si sono sentite vere e proprie assurdità come "respingere gli immigrati è un atto di guerra".
    L'Austria e l'Ungheria stanno facendo ciò che tutti gli Stati cristiani di buon senso farebbero.
    Questi flussi migratori non sono affatto dovuti a problemi climatici o a guerre. Tant'è che dei vari richiedenti asilo alla fine la maggioranza risulta essere semplicemente appartenente alla categoria del "clandestino". Ma questo si fa finta di non vederlo.
    la questione non si presta a facili slogan.
    C'è il dovere immediato del salvare le persone dal naufragio e quello in prospettiva di evitare gli sbarchi.
    Certo il salvataggio può spingere altre persone a imbarcarsi, per questo però non si può incolpare chi nell'immediato fa opera di soccorso, invece si dovrebbe proporre una politica ad ampio raggio che permetta di intervenire nelle zone martoriate.
    La vera responsabilità è di chi ha voluto la guerra in Libia, in Iraq e in Siria, chi non si è battuto per la stabilità, chi ha consapevolmente aiutato i nemici di un "dittatore" che poi si sono visti essere gli stessi che hanno sconvolto con attentati l'Europa.
    Ora il benessere materiale delle nazioni (le risorse economiche in definitiva) rispetto alla vita delle persone credo che siano valori un attimino diversi.
    Non è vero che il Papa non ha mai parlato della regolamentazione dei flussi migratori, anche perchè l'anarchia porterebbe a rendere queste persone bersaglio, anzi ha prospettato addirittura una Governance mondiale nella sua Enciclica, e il fenomeno infatti non si può gestire con i nazionalismi che sono incapaci di incidere su un fenomeno dalla portata globale.
    In realtà la gestione dei rifugiati dimostra l'incapacità di un'Europa senza valori e senza coesione, che impone la perdita dei valori e dei principi sociali nel suo nucleo fondamentale, la famiglia, e che lascia sola la Grecia e l'Italia col fardello della crisi umanitaria, pur imponendogli i tagli sociali.
    In definitiva è il sistema economico e sociale a dover essere cambiato, è vero che l'Italia e la Grecia hanno sofferenze: disoccupazione, tagli alle pensioni stato sociale al collasso; ma non sono certo i rifugiati da additare come colpa.
    IN realtà poi ci sono cittadine in Medioriente che hanno accolto 3 volte la loro popolazione per la presenza di cristiani che scappavano dall'Isis, non credo che l'Europa non potrebbe far fronte, nell'immediato. Il problema semmai è dopo.
    Ho ascoltato persone siriane che dicono che loro non vorrebbero mai scappare, se solo l'Europa si spendesse per il bene di quei paesi invece di fare gli interessi geopolitici di nazioni terze, questo esodo si placherebbe.
    E' ovvio che anche nella gestione ci deve essere una differenziazione tra chi scappa da persecuzioni, guerre, carestie, disastri naturali, e migranti economici, inoltre la gestione si dovrebbe fare capillare, con le Nazioni Unite (sempre una gestione mondiale) che favoriscano corridoi umanitari così da distruggere il traffico di esseri umani.
    Non è facile, io on mi sento di biasimare le parole del Papa di fronte alla tragedia di intere popolazioni.
    ϟ qualis vibrans


  3. #23
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da Haxel Visualizza Messaggio
    ti darei ragione se i paesi arabi lo facessero, ma non lo fanno
    il clandestino può essere tale anche per motivi climatici e di guerra, perché non si può pretendere che abbia tutto in regola in quanto magari è povero di suo e non ha potuto portare altro con se
    anche il clandestino può scappare perché ha bisogno, non possiamo dire che lo fa perché è criminale a prescindere
    Ma che fanno, Quatar e Arabia saudita spendono solo per le moschee
    ϟ qualis vibrans


  4. #24
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    e alimentano il terrorismo
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  5. #25
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    Cosa ne pensate? Non ho ancora ben precisamente letto con profondità i suoi interventi e i commenti, però scommetto che questi sbilanciamenti dai toni oggettivamente politici scuoteranno le coscienze. E' innegabile che si respiri un clima di sentimentalismo smieloso e privo di senso mentre la luce della ragione si offusca in queste tenebre post-moderne, e mi spiace che la Chiesa non prenda una posizione netta contro tutto ciò.
    A meno che il nostro pontefice non stia, come si dice, "cavalcando la tigre" pure lui, tentando di evangelizzare l'Europa dando peso all'unica cosa tra le superstizioni moderne compatibili con il Cristianesimo, che è proprio questa cura verso i disperati e gli ultimi, che tuttavia non può diventare l'autosacrificio di un popolo e soprattutto di una Fede (quella Vera!) perché a questo punto sarebbe un grave peccato.
    L'ultima tua frase è estremamente importante.
    Guarda io di solito leggo direttamente dalla fonte le notizie e ci trovo delle sorprese. Per comodità ti metto due cose che ho trovato per prime.
    https://w2.vatican.va/content/france...-day-2016.html
    In questo momento della storia dell’umanità, fortemente segnato dalle migrazioni, quella dell’identità non è una questione di secondaria importanza. Chi emigra, infatti, è costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglie. Come vivere queste mutazioni, affinché non diventino ostacolo all’autentico sviluppo, ma siano opportunità per un’autentica crescita umana, sociale e spirituale, rispettando e promuovendo quei valori che rendono l’uomo sempre più uomo nel giusto rapporto con Dio, con gli altri e con il creato?Di fatto, la presenza dei migranti e dei rifugiati interpella seriamente le diverse società che li accolgono. Esse devono far fronte a fatti nuovi che possono rivelarsi improvvidi se non sono adeguatamente motivati, gestiti e regolati. Come fare in modo che l’integrazione diventi vicendevole arricchimento, apra positivi percorsi alle comunità e prevenga il rischio della discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia?
    La rivelazione biblica incoraggia l’accoglienza dello straniero, motivandola con la certezza che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto dell’altro si manifestano i tratti di Gesù Cristo. Molte istituzioni, associazioni, movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani, nazionali e internazionali sperimentano lo stupore e la gioia della festa dell’incontro, dello scambio e della solidarietà. Essi hanno riconosciuto la voce di Gesù Cristo: «Ecco, sto alla porta e busso» (Ap 3,20). Eppure non cessano di moltiplicarsi anche i dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillità tradizionale.
    Di fronte a tali questioni, come può agire la Chiesa se non ispirandosi all’esempio e alle parole di Gesù Cristo? La risposta del Vangelo è la misericordia.
    In primo luogo, essa è dono di Dio Padre rivelato nel Figlio: la misericordia ricevuta da Dio, infatti, suscita sentimenti di gioiosa gratitudine per la speranza che ci ha aperto il mistero della redenzione nel sangue di Cristo. Essa, poi, alimenta e irrobustisce la solidarietà verso il prossimo come esigenza di risposta all’amore gratuito di Dio, «che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5). Del resto, ognuno di noi è responsabile del suo vicino: siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano. La cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere.
    In questa prospettiva, è importante guardare ai migranti non soltanto in base alla loro condizione di regolarità o di irregolarità, ma soprattutto come persone che, tutelate nella loro dignità, possono contribuire al benessere e al progresso di tutti, in particolar modo quando assumono responsabilmente dei doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che li ospita, obbedendo alle sue leggi e contribuendo ai suoi oneri. Comunque non si possono ridurre le migrazioni alla dimensione politica e normativa, ai risvolti economici e alla mera compresenza di culture differenti sul medesimo territorio. Questi aspetti sono complementari alla difesa e alla promozione della persona umana, alla cultura dell’incontro dei popoli e dell’unità, dove il Vangelo della misericordia ispira e incoraggia itinerari che rinnovano e trasformano l’intera umanità.
    La Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignità, anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese d’origine. Questo processo dovrebbe includere, nel suo primo livello, la necessità di aiutare i Paesi da cui partono migranti e profughi. Così si conferma che la solidarietà, la cooperazione, l’interdipendenza internazionale e l’equa distribuzione dei beni della terra sono elementi fondamentali per operare in profondità e con incisività soprattutto nelle aree di partenza dei flussi migratori, affinché cessino quegli scompensi che inducono le persone, in forma individuale o collettiva, ad abbandonare il proprio ambiente naturale e culturale. In ogni caso, è necessario scongiurare, possibilmente già sul nascere, le fughe dei profughi e gli esodi dettati dalla povertà, dalla violenza e dalle persecuzioni.
    Su questo è indispensabile che l’opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migranti.
    Nessuno può fingere di non sentirsi interpellato dalle nuove forme di schiavitù gestite da organizzazioni criminali che vendono e comprano uomini, donne e bambini come lavoratori forzati nell’edilizia, nell’agricoltura, nella pesca o in altri ambiti di mercato. Quanti minori sono tutt’oggi costretti ad arruolarsi nelle milizie che li trasformano in bambini soldato! Quante persone sono vittime del traffico d’organi, della mendicità forzata e dello sfruttamento sessuale! Da questi aberranti crimini fuggono i profughi del nostro tempo, che interpellano la Chiesa e la comunità umana affinché anch’essi, nella mano tesa di chi li accoglie, possano vedere il volto del Signore «Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3).
    Cari fratelli e sorelle migranti e rifugiati! Alla radice del Vangelo della misericordia l’incontro e l’accoglienza dell’altro si intrecciano con l’incontro e l’accoglienza di Dio: accogliere l’altro è accogliere Dio in persona! Non lasciatevi rubare la speranza e la gioia di vivere che scaturiscono dall’esperienza della misericordia di Dio, che si manifesta nelle persone che incontrate lungo i vostri sentieri! Vi affido alla Vergine Maria, Madre dei migranti e dei rifugiati, e a san Giuseppe, che hanno vissuto l’amarezza dell’emigrazione in Egitto. Alla loro intercessione affido anche coloro che dedicano energie, tempo e risorse alla cura, sia pastorale che sociale, delle migrazioni. Su tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
    Dal Vaticano, 12 settembre 2015
    Memoria del Santissimo Nome di Maria
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  6. #26
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    Cosa ne pensate? Non ho ancora ben precisamente letto con profondità i suoi interventi e i commenti, però scommetto che questi sbilanciamenti dai toni oggettivamente politici scuoteranno le coscienze. E' innegabile che si respiri un clima di sentimentalismo smieloso e privo di senso mentre la luce della ragione si offusca in queste tenebre post-moderne, e mi spiace che la Chiesa non prenda una posizione netta contro tutto ciò.
    A meno che il nostro pontefice non stia, come si dice, "cavalcando la tigre" pure lui, tentando di evangelizzare l'Europa dando peso all'unica cosa tra le superstizioni moderne compatibili con il Cristianesimo, che è proprio questa cura verso i disperati e gli ultimi, che tuttavia non può diventare l'autosacrificio di un popolo e soprattutto di una Fede (quella Vera!) perché a questo punto sarebbe un grave peccato.
    aggiungo questo (molto simile a quanto detto da Pio XII che, comunque nella parte successiva della lettera citata da Giò parla di un accoglienza sempre più umana):
    Desidero, dunque, ribadire il mio convincimento che l’Europa, aiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, abbia gli strumenti per difendere la centralità della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti
    il tradizionale senso di ospitalità e solidarietà che contraddistingue il popolo italiano non venga affievolito dalle inevitabili difficoltà del momento, ma, alla luce della sua tradizione plurimillenaria, sia capace di accogliere ed integrare il contributo sociale, economico e culturale che i migranti possono offrire
    L’accoglienza può essere dunque un’occasione propizia per una nuova comprensione e apertura di orizzonte, sia per chi è accolto, il quale ha il dovere di rispettare i valori, le tradizioni e le leggi della comunità che lo ospita, sia per quest’ultima, chiamata a valorizzare quanto ogni immigrato può offrire a vantaggio di tutta la comunità.
    Auguri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016)
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  7. #27
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Ah per tutti i nazionalisti italiani, io credo che sia interesse nostro chiedere agli altri paesi di collaborare, loro possono chiudere le frontiere, noi no, siamo una penisola allungata sul mediterraneo.
    ϟ qualis vibrans


  8. #28
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Un musulmano ha commentato così il gesto di Pope Francis di portarsi in Italia le famiglie musulmane: "quindi l'Islam è la vera religione rivelata!"

  9. #29
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da Haxel Visualizza Messaggio
    speriamo perché fino a oggi i fratelli della fede di questi poveracci non si sono minimamente mossi
    ed è questo un grande risultato di questo favoloso papa: ha dato uno smacco a tutti quei terroristi in nome dell'islam, che non aiutano però altri islamici però.
    l

  10. #30
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    Predefinito Re: Papa Francesco a Lesbo

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Un musulmano ha commentato così il gesto di Pope Francis di portarsi in Italia le famiglie musulmane: "quindi l'Islam è la vera religione rivelata!"
    che c'azzecca?
    ϟ qualis vibrans


 

 
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