Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    Infatti Draghi e l Bce devono fare quanto conviene all'Eurozona rispettando il mandato BCE.
    Non devono fare quanto accaduto in passato negli interessi della Germania fregandosene del mandato BCE.

    Ed, a mio avviso, anche la Commissione UE dovrebbe agire allo stesso modo.
    Infatti senza le iniziative della UE sulla crescita, fregandosene degli interessi particolari per la Germania, la Bce non può nulla.

    Ad esempio la Germania non rispetta la regola sull'avanzo corrente: fa 8% contro un massimo previsto del 6%. E ciò danneggia l'economia ed anche i conti pubblici (debito/PIL e deficit/PIL) dell'Eurozona. Junker non può più far finta di nulla.

    http://www.repubblica.it/economia/20...06/?ref=HREA-1



  2. #2
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    .

  3. #3
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.


  4. #4
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    La droga dopo un po' non fa più effetto. Si deve aumentare la dose, ma ugualmente poi tutto finisce

    E arriva il down
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  5. #5
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    Citazione Originariamente Scritto da Iannis Visualizza Messaggio
    La droga dopo un po' non fa più effetto. Si deve aumentare la dose, ma ugualmente poi tutto finisce

    E arriva il down
    Infatti dopo che, con ritardo, la BCE ha cominciato a tentare di rispettare il suo mandato e le regole (inflazione al 2%) adesso toccherebbe alla UE ed ai vari paesi.

    C'è una regola che prevede un avanzo corrente non oltre il 6% e la Germania (con l'Olanda) sono intorno all'8% da anni ed anni.
    Quindi la Germania (e l'Olanda) non possono che aumentare la domanda aggregata in modo adeguato per ridurre questo surplus; e lo possono benissimo fare con un po' di deficit pubblico visto che (almeno la Germania) è in surplus anche nei conti pubblici.

    Dal punto di vista della domanda aggregata dobbiamo dire grazie al milione di migranti che ha invaso la Germania. Ciò ha costretto la Germania a spendere 15 miliardi da fine 2015 in poi.
    Per costruzioni di nuovi alloggi ed altro.
    Una manna per l'Eurozona e la stessa Germania, visto che la domanda dei paesi emergenti langue.
    Ma ci sarebbe bisogno di molto altro a mio avviso per aumentare la domanda interna soprattutto della Germania.
    Ormai la Germania, per questo suo ottuso comportamento, si sta facendo nemici in tutto il mondo. Ed è sempre più isolata anche in Europa.

  6. #6
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    La Germania era prima per aumento della spesa pubblica in Europa già molto prima dei profughi.
    Oltre che per aumento dei salari
    Può anche raddoppiarla, ma non cambierebbe molto per l'Italia. Sono fantasie salvifiche.

    L'unica cosa che ci potrebbe salvare è uno stato unico europeo con un unico welfare, investimenti, e spesa, ma gli Stati dovrebbero cedere sovranità, i singoli premier non avrebbero più il potere di fare riforme delle pensioni o fiscali. Solo un governo centrale eletto potrebbe. Questa l'unica condizione per avere una spesa pubblica maggiore per i Paesi in cui negli ultimi anni non è salita.
    Io firmerei anche domani.
    Ma ogni altra illusione da botte piena e moglie ubriaca non esiste
    Against all odds

  7. #7
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    Padoan: "Ecofin contrario a tetto sui titoli di Stato"

    Secondo il ministro dell'Economia la pensa così "la maggioranza dei Paesi" che sarebbe contrario a porre limiti al debito sovrano detenuto dalle banche. I ministri europei hanno discusso anche la lettera inviata dall'Italia nella quale si chiede la revisione del Patto di Stabilità

    23 aprile 2016


    Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (ansa)MILANO - No al tetto sui titoli di Stato e via libera alla valutazione sul futuro del Patto di stabilità. La riunione dei ministri finanziari dell'Unione europea è ruotata intorno a una "discussione informale" sullo stato del Patto di stabilità evidenziando una generale "condivisione che il Patto sia complicato, poco trasparente e flessibile e si adatti male all'economia che cambia". Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan parlando al termine dell'Ecofin spiegando che è stata discussa la lettera degli otto Paesi, tra cui l'Italia, sulla necessità di fare un "miglioramento marginale sulla modalità di calcolo della crescita potenziale", che uniformerebbe il calcolo a livello internazionale. I Paesi europei riconoscono all'unanimità che il Patto così com'è è "difficile da gestire e da comunicare e quindi da giustificare da parte dell'opinione pubblica".

    Titoli di Stato. Sul fronte di titoli di Stato, poi, Padoan ha spiegato che "la maggioranza dei Paesi si è dichiarata contraria" a porre limiti al debito sovrano detenuto dalle banche. Il ministro ha spiegato che sono stati avanzati molti dubbi, anche da parte italiana, che una simile iniziativa possa ridurre il rischio, invece "potrebbe addirittura aumentarli, e la posizione italiana è condivisa da molti". Per il ministro "ci sono due esigenze, ridurre e condividere il rischio. Molto già è stato fatto sulla riduzione, dalla Brrd (bail in) ai coefficienti di capitale per le banche, e molto meno nella condivisione del rischio che sarebbe tenuta in conto da meccanismi come il sistema di garanzia dei depositi". Per quanto riguarda il futuro dell'Unione bancaria l'Italia "ha ribadito che deve coinvolgere vari aspetti, in primis la costituzione dello schema di garanzia dei depositi, poi il 'backstop' fiscale al fondo di risoluzione su cui l'Italia ha presentato un documento comune citato da molti e poi i limiti all'esposizione del debito delle banche". Per l'Italia, quindi, l'opzione preferibile è status quo, che non significa che non succeda niente, perché "già nello status quo è previsto un miglioramento dei coefficienti, senza alterare l'allocazione dei portafogli di titoli".

    Patto di Stabilità. L'obiettivo della riunione era proprio quello di fare un primo giro di tavolo per parlare delle regole utilizzate dalla Commissione europea per valutare il rispetto del Patto di stabilità da parte degli Stati membri: nel dettaglio, quindi, si è parlato del Pil potenziale, dell'output gap e del saldo strutturale di bilancio, indicatori che servono a valutare le correzioni di bilancio se i Paesi si allontanano dagli obiettivi stabiliti da Bruxelles per assicurare l'equilibrio strutturale. Secondo l'Italia e gli altri partner, la modalità di calcolo sarebbe troppo penalizzante richiedendo sforzi eccessivi per centrare gli obiettivi.
    La battaglia di Padoan sui conteggi Ue

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    Lo sforzo richiesto dall'Ue all'Italia è "deformato da considerazioni statistiche" e "queste regole, imponendo all'Italia aggiustamenti dolorosi, le recano maggior danno che ad altri Paesi, e questo non mi va bene". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in una intervista a Le Figaro nella quale conferma che "l'Italia rispetterà lo sforzo di aggiustamento che le è richiesto". Anche la Commissione europea, spiega Padoan, "ammette che questo metodo di calcolo potrebbe essere differente, ma non si cambiano le regole durante il gioco".
    Propro ieri il Centro studi di Confindustria metteva in evidenza che ci sono diverse metodologie per il calcolo del Pil potenziale e quindi dell'aggiustamento strutturale dei conti. Penalizzati i Paesi che hanno registrato un aumento della disoccupazione: "In Italia tra il 2013 e il 2017 i saldi strutturali sono in deficit e mai inferiori allo 0,9% del Pil, addirittura pari all'1,5% nel 2016. Ma per l'Fmi il saldo strutturale sarebbe invece in diminuzione dal 2014 e raggiungerebbe il pareggio nel 2017; per l'Ocse era già in pareggio nel 2014, rimanendoci, di fatto, per tutto l'arco temporale considerato"
    Lo sforzo richiesto dall'Ue all'Italia è "deformato da considerazioni statistiche" e "queste regole, imponendo all'Italia aggiustamenti dolorosi, le recano maggior danno che ad altri Paesi, e questo non mi va bene". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in una intervista a Le Figaro nella quale conferma che "l'Italia rispetterà lo sforzo di aggiustamento che le è richiesto". Anche la Commissione europea, spiega Padoan, "ammette che questo metodo di calcolo potrebbe essere differente, ma non si cambiano le regole durante il gioco".
    Propro ieri il Centro studi di Confindustria metteva in evidenza che ci sono diverse metodologie per il calcolo del Pil potenziale e quindi dell'aggiustamento strutturale dei conti. Penalizzati i Paesi che hanno registrato un aumento della disoccupazione: "In Italia tra il 2013 e il 2017 i saldi strutturali sono in deficit e mai inferiori allo 0,9% del Pil, addirittura pari all'1,5% nel 2016. Ma per l'Fmi il saldo strutturale sarebbe invece in diminuzione dal 2014 e raggiungerebbe il pareggio nel 2017; per l'Ocse era già in pareggio nel 2014, rimanendoci, di fatto, per tutto l'arco temporale considerato"



    Il cuore del problema è - infatti - nella definizione del Pil potenziale, cioè il Prodotto che il Paese sarebe in grado di generare nelle migliori condizioni; un parametro dal quale deriva l'output gap, che rappresenta la differenza tra il Pil realizzato (magari in una situazione di crisi) e quello possibile. Una volta fissato questo output gap, si può definire quale sia la componente della performance economica del Paese legata alla congiuntura negativa. Sulla base di questa componente l'Europa può calcolare qual è il bilancio "strutturale" del Paese in questione, chiedendo le correzioni necessarie a centrare gli obiettivi prefissati.

    Nella lettera gli otto Stati chiedono di "eliminare la discrepanza" tra l'orizzonte temporale con cui la Ue stima l'output gap (2 anni) e quello utilizzato di prassi dai singoli Paesi (4 anni) o, quanto meno, di approfondire la questione del calcolo dell'output gap, con il suggerimento di valutare se affiancarlo ad altri indicatori.

    Flessibilità. Sul fronte prettamente italiano, invece, Padoan spiega che il governo italiano "fino ad ora non ha avuto segnali contrari" da parte della Commissione europea in merito alle richieste di flessibilità: "Continuiamo a dialogare in modo costruttivo con la Commissione da cui ci aspettiamo una decisione. Non abbiamo modificato le nostre richieste di flessibilità, dando i numeri sul 2016 e il 2017 e questo è scritto chiaro nel Def. Il profilo di rientro della finanza pubblica italiana assume che le richieste siano soddisfatte. Non ho nessuna ragione per ritenere che la flessibilità richiesta non sia concessa".

  8. #8
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    Vedo che Padoan è perfettamente allineato. D'altronde, non mi aspettavo niente di diverso.

    PS il governo di sta muovendo contro la Germania solo per mantenere il potere, del bene dell'Italia interessa relativamente.
    Il senso della vita è la pizza

  9. #9
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    Citazione Originariamente Scritto da Hynkel Visualizza Messaggio
    Vedo che Padoan è perfettamente allineato. D'altronde, non mi aspettavo niente di diverso.

    PS il governo di sta muovendo contro la Germania solo per mantenere il potere, del bene dell'Italia interessa relativamente.
    Allineato a cosa?

    L'Italia ha preso l'iniziativa in Europa per cambiare il fiscal compact anche con un nuovo metodo di calcolo del PIL potenziale, per la migration compact ed anche per una politica Europea più votata agli investimenti ed alla crescita. Ed ha detto No alla richiesta tedesca di fissare un tetto di titoli pubblici per le banche (cosa che sarebbe gravissima per l'Italia e che non avviene in nessuna parte del mondo).

    Le proposte di Renzi e Padoan alla Ue: Eurobond per i migranti, più flessibilità, superministro delle Finanze (DOCUMENTO)

    Padoan e altri 7 ministri: "La Ue cambi regole" - la Repubblica.it

  10. #10
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    Predefinito Re: Grande Draghi: lavoriamo per l'Eurozona e non per la Germania.

    Mi pare allineato alle idee che vanno per la maggiore
    Il senso della vita è la pizza

 

 

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