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Come comunicato dal presidente #Maroni, #Roma ha #respinto la richiesta della Lombardia di tenere il “Referendum sull’#Autonomia” in concomitanza con le amministrative. Abbiamo già spiegato come questo Referendum sia sostanzialmente #inutile, senza alcun peso e senza alcun effetto politico tangibile. La cosa che fa sorridere in questo caso non è quindi l’ipotesi di un Referendum consultivo per chiedere ai lombardi se vogliono che la regione chieda maggiori competenze ad un governo che ha pieno potere di rispondere negativamente; ciò che ci fa amaramente sghignazzare è la totale #incompetenza di Maroni finanche nel fingere di essere autonomista. Il "buon" Maroni, come sappiamo, autonomista (o federalista, o indipendentista) non lo è mai stato. Da sempre rappresenta l’ala berlusconiana della Lega Nord, ed il suo progetto era forse quello di creare la versione "nordista italiana" di Forza Italia, piuttosto che avanzare un progetto autonomista lombardo. Ed è difficile improvvisare un ruolo dopo vent'anni di carriera politica. Così il presidente Maroni dapprima annuncia il Referendum per il 29 di maggio (Festa della Lombardia), senza poi convocarlo. Annunci in pompa magna, titoli sui giornali, mai un fatto concreto. E tutto ciò avendo la delega del consiglio regionale per la convocazione. In seguito si cerca di tenerlo in concomitanza con le amministrative. Come sempre, il governo decide di non tenere il Referendum in concomitanza con delle elezioni, esattamente come aveva fatto il governo Berlusconi in altre occasioni. Il gioco delle parti vuole che chi sta all’opposizione gridi all’attentato contro la democrazia, ed il presidente si limita a recitare il ruolo che gli spetta. La cosa più spassosa è che Maroni cerca di far credere di aver avuto davvero intenzione di convocare un Referendum con solo 40 giorni di #tempo per #pubblicizzarlo, in piena campagna elettorale, con un leader politico palesemente più concentrato sulla campagna a Roma piuttosto che su quella a #Milano. Un Referendum consultivo può essere #utile per aumentare il #dibattito politico inerente ad un tema, può aumentare la consapevolezza della popolazione su una proposta, facilitando anche la riflessione sulla possibile #indipendenza della Lombardia. Ma come farlo in queste condizioni? È evidente che nessuno ha mai avuto intenzione di usare il referendum in modo maturo. La volontà di convocarlo, se mai c’è stata, si collega unicamente alla smania di pubblicità e di auto legittimazione della Lega Nord; un partito che vive da 25 anni in un vuoto siderale di idee e progetti, e che si nutre del roboante populismo delle uscite dei suoi leader. Maroni cerca di emulare i suoi compagni di partito, e sembrare un autonomista, ma altro non è che un #dilettante allo sbaraglio. Ora il Referendum , secondo il presidente, si terrà in concomitanza con la prossima consultazione referendaria sulla costituzione italiana. Sarà così? Forse sì, forse no: nel frattempo cogliamo i frutti amari di una Lombardia colonizzata dall'Italia che vede, salvo i proclami dei partiti, una #crisi sempre più profonda a fosche tinte tricolori. Juri Orsi portavoce pro Lombardia Indipendenza