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    ___La Causa del Popolo___
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    Predefinito I dirittumanisti ad orologeria che dimenticano Odessa

    I dirittumanisti ad orologeria che dimenticano Odessa 2 maggio 2016 Alessandro Catto Esteri
    Il 2 maggio 2014 un manipolo di nazifascisti supportati dai soldi e dall’appoggio morale dell’Occidente è entrato nella Casa del Sindacato di Odessa facendo una carneficina: una quarantina di vittime tra uomini squartati vivi, impalati, donne bruciate vive e strangolate con cavi elettrici dopo essere state stuprate.
    Immagini scioccanti che rimangono indelebili nella memoria e che ci hanno fatto fare un balzo indietro negli anni ’70, quando in America Latina gli squadroni della morte, sostenuti dall’onnipotente dollaro americano, facevano pulizia di oppositori politici con la tortura sistematica e le sparizioni. Non si può credere che crimini così orribili potessero accadere alle porte dell'”Europa dei diritti”, eppure è successo, nel silenzio quasi generale dei media di regime, che si sono guardati bene dal mettere in luce la matrice a stelle e strisce di quell’orrendo eccidio.
    Dov’era l’ANPI in quelle ore terribili? Dove le femministe con gli striscioni arcobaleno mentre le donne intrappolate nella Casa del Sindacato, alcune di loro incinte, venivano violentate e poi bruciate vive dallo squadrone della morte ucronazista? Dov’erano i sostenitori dei diritti umani che oggi si stracciano le vesti per i profughi dell’isola di Lesbo?
    Forse erano distratti, forse il loro umanitarismo a corrente alternata era in stand by, fatto sta che nessuna voce di sdegno, da parte di chi dice di essere dalla parte dei deboli e degli oppressi, si è levata per denunciare il crimine di Odessa e la guerra in Ucraina, fomentata da chi voleva mettere in disparte la Russia nello scenario internazionale.
    Nessuno, a parte voci isolate e per lo più inascoltate, ha denunciato le connivenze dell’Europa nel generare la crisi che ha avuto come sbocco la strage di Odessa. Ma c’è chi non dimenticata, e siamo fieri di essere tra i pochi che non lo fanno. Odessa è nel nostro cuore come lo sono Bassora, come Aleppo, come Tripoli, come Belgrado, come tutti quei posti che l’Occidente ha fatto diventare, grazie alla sua ignavia, non luoghi abitati da non persone.
    Quei luoghi e quelle persone che hanno vissuto sulla loro pelle la vigliaccheria e la prepotenza sono sempre vivi nella mente e nel cuore di chi ricorda il loro martirio.

    I dirittumanisti ad orologeria che dimenticano OdessaAzione Culturale
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

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    Predefinito Re: I dirittumanisti ad orologeria che dimenticano Odessa

    La strage di Odessa, due anni dopo 2 maggio 2016 Alessandro Catto Esteri
    Oggi, 2 maggio, ricorre l’eccidio di Odessa. Cinquanta persone uccise e più di duecento feriti. Il governo golpista ucraino è colpevole per la strage. Ha coperto i sicari ed ha arrestato le vittime, miracolosamente scampate al pogrom, per farle tacere.La polizia non ha mosso un dito contro gli assassini ed ha continuato a perseguitare i superstiti, testimoni scomodi degli eventi. Il sottoscritto ha già trattato quest’argomento, ma è utile tornarci almeno per una ragione. Come tanti altri fatti tragici della storia anche questo sarà oggetto di revisionismo da parte di chi lo ha progettato e causato, mentre i parenti delle vittime reclameranno inutilmente giustizia e verità.Forse, qualche esecutore materiale pagherà ma i mandanti la passeranno liscia. Questo crimine contro l’umanità, perpetrato su base etnica oltre che politica, rientra tra quelli del recente disegno di legge del nostro Parlamento, a cui il Senato ha già dato l’ok, che vorrebbe introdurre il reato di negazionismo con pene pesanti, compresa la detenzione fino a tre anni.Nel testo si parla di: “contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale”.La sinistra ed il quotidiano La Repubblica hanno cavalcato il caso culturale pretendendo l’approvazione della norma in nome della libertà e dei diritti umani. Ma proprio costoro, sulla guerra in Ucraina, hanno mostrato molta ipocrisia ed una tendenza alla mistificazione degli avvenimenti senza precedenti.La mattanza di Odessa è stata negata, minimizzata, ribaltata nelle responsabilità dai politici dem che hanno appoggiato il putsch di Majdan e il nuovo-vecchio corso oligarchico di Kiev, passata sotto l’ala protettiva dell’Occidente.I pennivendoli di sistema, in barba a qualsiasi deontologia, sono giunti a scrivere che i filorussi di Odessa si erano praticamente eliminati fra loro, colpiti “da russi e uomini provenienti della vicina Transnistria” (R. Zunini, sul Fatto Quotidiano) oppure a parlare di diatriba finita sfortunatamente nel sangue, senza additare i rei (lo ha scritto più volte la Zafesova su La Stampa).Tutto ciò per sostenere che certe leggi sono solo un pretesto per colpire gli avversari politici o chi ha opinioni difformi da quelle ufficiali, quelle diramate dalle organizzazioni internazionali o dal circuito dei media occidentali mainstream.Ci vorranno molti decenni prima che gli odessiti riescano ad ottenere un riconoscimento ufficiale e dovrà innanzitutto cambiare il clima internazionale, attualmente non molto favorevole al loro caso. Purtroppo, ai tempi nostri, bastonare i russofoni non è reato, come all’epoca del III Reich non lo era perseguitare gli ebrei e dopo la sconfitta di Hitler vendicarsi sui tedeschi, e così via.

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