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    Predefinito Incendio nella notte, a Napoli distrutto il tempio buddista più grande d'Europa

    Incendio nella notte, a Napoli distrutto il tempio buddista più grande d'Europa - Repubblica.it



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    CI sono voluti 18 anni per costruirlo e una sola notte per distruggerlo. Dopo solo sei mesi di vita va a fuoco il centro buddista in via Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a pochi metri dalla stazione della metropolitana Frullone. Era il "vihara" più grande d'Europa. Un terribile incidente l'altra notte lo ha ridotto in cenere. E ora la comunità buddista lancia un appello al Comune: "Aiutateci a ricostruire la nostra casa".

    Non c'è dolo e non è uno scontro tra religioni, ma - nella tragedia - è una storia di accoglienza, povertà, disagio, in cui le religioni si aiutano a vicenda. Sì, perché l'incendio è partito dalla baracca di un ragazzo musulmano, che i monaci aiutavano.A Napoli distrutto da un incendio il tempio buddista più grande d'Europa

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    Alle 23 e 11 della notte tra giovedì e venerdì arriva una telefonata al 115: "Una baracca va fuoco in via Giuseppe Tomasi di Lampedusa 79-91".
    Parte un'autobotte dei pompieri. Ma l'incendio è vasto. È esplosa una piccola bombola di gas e le fiamme si sono propagate velocemente al capannone adiacente, dove da fine novembre c'è il tempio. I monaci sentono l'odore di bruciato e danno l'allarme. Per fortuna i loro appartamenti sono dall'altra parte del cortile.

    Nella baracca vive un ragazzo africano non vedente. I primi soccorsi sono per lui, per salvargli la vita. Intanto le fiamme avanzano. Demoliscono la struttura del tetto e scendono nella grande sala di culto. Bruciano tendaggi, suppellettili, tanti libri.

    I monaci sono spaventati. Arrivano ben 14 autobotti dei vigili del fuoco, che lavorano fino all'alba. Per tutta la notte una colonna di fumo e fiamme illumina il cielo della periferia Nord di Napoli. A mattina l'incendio è spento: rimane la sala centrale, quella delle cerimonie, sventrata dal fuoco. Il tetto non esiste più. Sul pavimento c'è un lago d'acqua. I monaci in ciabatte arancioni cercano di salvare libri e statuine: "Sono donazioni - spiegano - molti oggetti vengono dallo Sri Lanka, è il tesoro della nostra comunità".

    Il centro è frequentato con assiduità da una comunità di circa mille persone di origine cingalese.Per anni i cingalesi hanno praticato il loro culto in una stanzetta di via Santa Teresa degli Scalzi e poi in un appartamento di Marianella.

    "Il tempio era la nostra casa, abbiamo aspettato tanto per costruirlo e ognuno ha dato quello che aveva", sussurrano ora smarriti i tanti cingalesi che sono accorsi durante la giornata al "tempio bruciato", per dare una mano a ripulite il capannone .

    I monaci raccontano: "Conosciamo quel ragazzo, lo accogliamo spesso qui, gli diamo da mangiare o qualche vestito, perché non ha modo di guadagnarsi a vivere. Sì, crediamo sia musulmano, ma questo


    non c'entra. Non glielo abbiamo mai chiesto. Era un ragazzo in difficoltà. Sappiamo che ha una piccola stufetta, con una bombola a gas di quelle portatili, deve essere successo qualcosa ed è esplosa. Ora lo hanno portato in ospedale, ma non è in pericolo di vita. Non è colpa sua, solo che ora noi siamo davvero disperati, abbiamo investito tanto in questo luogo. Sì, sarebbe davvero bello se il Comune e la città ci aiutassero a ricostruirlo".


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    CI sono voluti 18 anni per costruirlo e una sola notte per distruggerlo. Dopo solo sei mesi di vita va a fuoco il centro buddista in via Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a pochi metri dalla stazione della metropolitana Frullone. Era il "vihara" più grande d'Europa. Un terribile incidente l'altra notte lo ha ridotto in cenere. E ora la comunità buddista lancia un appello al Comune: "Aiutateci a ricostruire la nostra casa".

    Non c'è dolo e non è uno scontro tra religioni, ma - nella tragedia - è una storia di accoglienza, povertà, disagio, in cui le religioni si aiutano a vicenda. Sì, perché l'incendio è partito dalla baracca di un ragazzo musulmano, che i monaci aiutavano.A Napoli distrutto da un incendio il tempio buddista più grande d'Europa

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    Alle 23 e 11 della notte tra giovedì e venerdì arriva una telefonata al 115: "Una baracca va fuoco in via Giuseppe Tomasi di Lampedusa 79-91".
    Parte un'autobotte dei pompieri. Ma l'incendio è vasto. È esplosa una piccola bombola di gas e le fiamme si sono propagate velocemente al capannone adiacente, dove da fine novembre c'è il tempio. I monaci sentono l'odore di bruciato e danno l'allarme. Per fortuna i loro appartamenti sono dall'altra parte del cortile.

    Nella baracca vive un ragazzo africano non vedente. I primi soccorsi sono per lui, per salvargli la vita. Intanto le fiamme avanzano. Demoliscono la struttura del tetto e scendono nella grande sala di culto. Bruciano tendaggi, suppellettili, tanti libri.

    I monaci sono spaventati. Arrivano ben 14 autobotti dei vigili del fuoco, che lavorano fino all'alba. Per tutta la notte una colonna di fumo e fiamme illumina il cielo della periferia Nord di Napoli. A mattina l'incendio è spento: rimane la sala centrale, quella delle cerimonie, sventrata dal fuoco. Il tetto non esiste più. Sul pavimento c'è un lago d'acqua. I monaci in ciabatte arancioni cercano di salvare libri e statuine: "Sono donazioni - spiegano - molti oggetti vengono dallo Sri Lanka, è il tesoro della nostra comunità".

    Il centro è frequentato con assiduità da una comunità di circa mille persone di origine cingalese.Per anni i cingalesi hanno praticato il loro culto in una stanzetta di via Santa Teresa degli Scalzi e poi in un appartamento di Marianella.

    "Il tempio era la nostra casa, abbiamo aspettato tanto per costruirlo e ognuno ha dato quello che aveva", sussurrano ora smarriti i tanti cingalesi che sono accorsi durante la giornata al "tempio bruciato", per dare una mano a ripulite il capannone .

    I monaci raccontano: "Conosciamo quel ragazzo, lo accogliamo spesso qui, gli diamo da mangiare o qualche vestito, perché non ha modo di guadagnarsi a vivere. Sì, crediamo sia musulmano, ma questo


    non c'entra. Non glielo abbiamo mai chiesto. Era un ragazzo in difficoltà. Sappiamo che ha una piccola stufetta, con una bombola a gas di quelle portatili, deve essere successo qualcosa ed è esplosa. Ora lo hanno portato in ospedale, ma non è in pericolo di vita. Non è colpa sua, solo che ora noi siamo davvero disperati, abbiamo investito tanto in questo luogo. Sì, sarebbe davvero bello se il Comune e la città ci aiutassero a ricostruirlo".

  2. #2
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    Predefinito Re: Incendio nella notte, a Napoli distrutto il tempio buddista più grande d'Europa


  3. #3
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    Predefinito Re: Incendio nella notte, a Napoli distrutto il tempio buddista più grande d'Europa

    per donazioni al fine di ricostruire il tempio, qui il conto:
    https://www.facebook.com/napolibuddh...71271459567938

  4. #4
    Barbaro
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    Predefinito Re: Incendio nella notte, a Napoli distrutto il tempio buddista più grande d'Europa

    per colpa di un musulmano...
    cribbio poi uno dice che non esistono i segni...
    PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!

  5. #5
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    Predefinito Re: Incendio nella notte, a Napoli distrutto il tempio buddista più grande d'Europa

    Citazione Originariamente Scritto da MaIn Visualizza Messaggio
    per donazioni al fine di ricostruire il tempio, qui il conto:
    https://www.facebook.com/napolibuddh...71271459567938

    up.
    non si sa mai qualcuno si trovasse generoso in questi giorni

 

 

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