da Nord a Sud….
Di JLS , il 13 gennaio 2017
Qualche giorno fa sono transitato per una stazione ferroviaria ed ho fatto scalo in un aeroporto del Sud Italia. Sono rimasto ad osservare l’umanità che popolava quei due luoghi di viaggio e di transito.
Chi atterra da queste parti sa che le palme sono la decorazione d’ordinanza di questi luoghi. Oggi ondeggiano paurosamente, sbattute dalla forza del vento gelido che sibila sulla pista.
Non sono rimasto colpito dai pochi passeggeri in circolazione, tutti infreddoliti me compreso. Il mare a pochi chilometri da qui è bellissimo, ma richiama tanti turisti non adesso che è pieno inverno.
Sono rimasto colpito invece, dal numero di addetti in divisa presenti nell’aerostazione, con una superficie stimata di 900 – 1.000 mq, negozietti e box office compresi. Presenti tutte le tre armi: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Non mancava anche qualche vigile del fuoco e della Protezione Civile. Circa 30 in tutto, esclusi i colleghi eventualmente accomodati in ufficio.
A parte uno della GdF che all’uscita arrivi faceva annusare al cane lupo i bagagli a mano, i restanti colleghi “gironzolavano” per l’angusto luogo. Seduto con la visuale dell’intera hall aeroportuale, mi sono “gustato” questa mattutina scena d’ordinaria follia pubblica italiana.
A gruppetti di quattro o cinque omogenei per arma di appartenenza tutti intenti a chiacchierare, ridere compiaciuti di argomenti che non riesco neppure a immaginare. Essendo mattino, tutti sono transitati sempre in gruppo per il caffè e il cornetto caldo. L’ho fatto anch’io avvicinandomi a questa umanità che non frequento e non conosco.
Facendo finta di niente e attardandomi ad arte oltre i miei canonici 60 secondi per mangiare un cornetto e bere un caffè, ho origliato lo ammetto, i “ragionamenti” di questi eroi in divisa. Premesso che non ho pregiudizio per nessuno in genere, quindi neppure se porta la divisa, salvo constatare o sospettare che si tratti di fannulloni, parassiti o mangia pane a tradimento. La qual cosa mi produce un corto circuito, cui si aggiunge amarezza e rassegnazione se si tratta di dipendenti pubblici.
Origliando dunque, ho appurato che gli argomenti di conversazione spaziavano dalle diatribe calcistiche a quelle sulla carenza di mezzi per il servizio, dalle notizie sull’ultimo politico in odore di malaffare inquisito, a quelle relative al freddo e al gelo.
Ieri mi trovavo in Piemonte in un’azienda che nel 2000 contava 1.800 dipendenti contro i 275 attuali. Ho dovuto necessariamente fare qualche paragone tra quella fabbrica e questo aeroporto e questa stazione. Risparmio a tutti i lettori i miei amareggiati pensieri. So per certo che chiunque lavora nel mercato privato come me, comprende. Chi lavora nel pubblico e prende un salario proveniente dalla predazione fiscale, pensi quello che gli pare evitando tuttavia con commenti a sproposito di costringermi a replicare con una raffica di arma da guerra.
Ammetto di essere stato tentato di fissare cautamente con qualche fotogramma i gruppetti in uniforme, per inviarli ai corrierones italioti. Ho desistito rassegnato. Di sfacelo nazionale, spesa pubblica, corruzione, tasse e morte economica, parassitisimo di ogni genere, i giornali scrivono dal dopo guerra, i risultati sono tutti intorno a noi.
Tuttavia una domanda me la pongo e ve la pongo:
30 addetti in servizio in un aeroporto minore e desolato d’inverno, a me sembrano decisamente sproporzianti. Per circa due ore non ho visto effettuare controlli, attività di sicurezza o assistenza, e mi chiedo: chi è il responsabile (anch’egli in divisa fino ad arrivare all’attuale pelato degli interni nato a Reggio Calabria, cioè al sud) di questo dislocamento massiccio di addetti a far nulla? quanti cittadini stamattina avrebbero avuto bisogno davvero di un controllo, di un’assistenza o protezione da malfattori e bulli in circolazione? Un addetto alle pulizie al quale mi sono rivolto “senta, ma come mai tutte queste forze dell’ordine?” mi ha risposto scuotendo la testa: “cosa vuole, tutti gli imboscati amano i luoghi al chiuso”
Arrivato in stazione, prima di prendere il treno mi è toccato di osservare persino uno in divisa con un distintivo dorato “SERVIZIO ANTIEVASIONE”. Buon viaggio itaGlia.
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