Se ho ben capito, l’immagine dell’Ayatollah si trova persino sulla copertina dei libri di catechismo cristiano?
Eid: È così. E forse è un modo per ricordare ai cristiani che sono sotto la protezione del regime e sono considerati dhimmi (protetti) della Sharia islamica. Un modo per bollare i cristiani come sottoposti al regime islamico. Esiste infatti anche la polizia religiosa.
Stavo per chiedere proprio delle pattuglie del buoncostume, che assicurano che le donne siano adeguatamente vestite.
Eid: Certo. Talvolta sono severi, altre volto no. Dipende dal regime. Sotto Khatami, per esempio, erano un po’ più aperti e le donne potevano mostrare qualcosa della propria testa. Con Ahmadinejad sono più severi.
Oggi quindi sono molto severi e pretendono la copertura totale?
Eid: Sì. Solo il viso può essere mostrato. Talvolta le donne si coprono anche il viso e le mani.
I cristiani sono circa 100.000, su una popolazione di 71 milioni. Come sono visti i cristiani in Iran?
Eid: Sono visti come una minoranza etnica, perché i cristiani sono prevalentemente armeni e assiro-caldei. Ci sono 80.000 armeni ortodossi, definiti anche gregoriani o armeni apostolici, 5.000 cattolici armeni e circa 20.000 assiro-caldei, più altre comunità come i latini, i protestanti, che in totale contano tra i 100.000 e i 11.000.
Quindi sono visti come una minoranza etnica e, come tale, non hanno il permesso di celebrare i loro riti in farsi, la lingua ufficiale dell’Iran. Quindi non potendo celebrare la Santa Messa in farsi, lo fanno in armeno o in caldeo.
Per distinguerli in quanto stranieri?
Eid: Non solo, ma anche per evitare che possano attrarre e interessare gli iraniani locali.
Per impedire agli iraniani di essere attratti dalla fede?
Eid: Esatto e per impedirgli di capire ciò che i cristiani dicono. L’unica eccezione si è verificata quando ero a Tehran, qualche giorno dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II e il sacerdote ha letto le Scritture in farsi, alla presenza delle autorità. Ma è stato un caso straordinario.
Eppure, in Parlamento, tre seggi sono riservati alla minoranza cristiana. Quindi, in qualche modo, i cristiani hanno voce in capitolo nell’istituzione parlamentare?
Eid: In effetti, la Repubblica islamica ha mantenuto la Costituzione del 1906 che riserva cinque seggi alle minoranze: tre ai cristiani, uno ai zoroastriani e l’altro agli ebrei. D’altra parte i bahai, per esempio, che sono la minoranza non musulmana più grande, non sono rappresentati perché sono considerati eretici e non persone di una comunità religiosa.
Esiste quindi una divisione tra le comunità islamiche?
Eid: Se i bahai sono considerati islamici... Non so, perché anche loro sono monoteisti, ma l’Islam non accetta altra fede monoteista dopo Maometto, e quindi loro sono considerati eretici e basta.
I diritti dei cristiani sono tutelati dalla Costituzione?
Eid: No, questo non significa che i loro diritti siano garantiti dalla Costituzione.
L’articolo 13 afferma che tutti gli iraniani sono eguali per razza e lingua ma la religione non è citata. Nell’articolo 14, se mi consente di leggerlo: “Tutte queste comunità non musulmane devono astenersi dal partecipare a cospirazioni contro l’Islam e contro la Repubblica islamica dell’Iran”. E l’ultimo, l’articolo 19, dispone: “Tutti gli iraniani, a qualunque gruppo etnico appartengano, godono degli stessi diritti, e il colore, la razza o la lingua non conferiscono privilegi”. Anche in questo caso non vi è alcun riferimento alla religione.
Ma l’articolo 13 della Costituzione non afferma che i cristiani possono esercitare i loro diritti e professare la loro fede?
Eid: A condizione di non partecipare a cospirazioni contro la Repubblica iraniana. Cosa significa? Comprende anche la contestazione del regime? Il problema dell’Iran è che è un regime teocratico. Quindi l’opposizione al regime dal punto di vista politico potrebbe essere interpretata come un’azione contro la repubblica islamica.
Nell’ambito della comunità islamica esistono i progressisti e i conservatori. Nel contestare l’ayatollah Khamenei si contesta il suo aspetto politico o religioso? Quando il regime ha allo stesso tempo un volto politico e uno religioso, un attacco a quello politico può essere considerato come un attacco a quello religioso, essendo un regime teocratico.
Che altro tipo di restrizioni subiscono i cristiani nella loro vita quotidiana?
Eid: Per esempio, nell’amministrazione pubblica è difficile che i cristiani possano trovare lavoro. Persino i direttori delle scuole cristiane sono musulmani, salvo un’unica eccezione: a Isfahan, dove circa tre anni fa il Governo ha nominato un armeno come direttore di una scuola armena. Ma negli altri casi i direttori delle scuole cristiani sono musulmani – quelle poche scuole che sono state restituite ai cristiani dopo le confische del 1979 e 1980.
Un altro esempio è quello delle forze armate. Alcuni anni fa si è scoperto che un ufficiale, il colonnello Hamid Pourmand, si era convertito al Cristianesimo. È stato processato e sottoposto alla Corte marziale, ma a causa delle pressioni internazionali è riuscito a lasciare l’Iran. Soprattutto è difficile per i cristiani arrivare alle più alte posizioni in Iran.