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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.


  2. #22
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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Un grande paese la Corea del Nord, davvero.
    Si, un grande paese di merda.

  3. #23
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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Ecco un esempio di un modello a me concettualmente vicino.

    https://r.search.yahoo.com/_ylt=AwrJ...6FX.Yh_UEDwqs-

    Benvenuti a Luoshui: il “Regno delle donne” Mosuo
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    SOCIETÀ /
    Federico Giuliani
    4 AGOSTO 2020


    La temperatura annuale media oscilla intorno ai 15 gradi. La vegetazione è fitta. Le montagne dominano il paesaggio incontaminato. A quasi 3mila chilometri di distanza da Pechino, cuore della superpotenza cinese, sorge la provincia dello Yunnan. Siamo nell’estremo sud-ovest della Cina, in un’area che collega la Repubblica Popolare a Birmania, Laos e Vietnam.

    In una superficie che si estende per circa 394mila chilometri quadrati, ovvero un’area maggiore dell’Italia, vivono 50 milioni di abitanti e ben 25 minoranze etniche, molte delle quali suddivise in comunità tribali. Dimenticatevi i palazzoni scintillanti di Shanghai, le Mercedes che sfrecciano attorno agli anelli che circondano la Città Proibita e le esclusive boutique di Calvin Klein e Dior.

    La patria dei Mosuo
    Lo Yunnan è considerato uno degli ultimi baluardi della Cina rurale, la “vera Cina“, il volto del Paese ancorato alle vecchie tradizioni millenarie, e che vive a contatto con la natura. Da un punto di vista turistico la zona è ricca di attrazioni. Dai campi di riso terrazzati costruiti 1300 anni fa dalla minoranza etnica degli Hani, nella contea Yuanyiang, alla particolare architettura di Lijiang, una città-prefettura abitata dai Naxi, altra minoranza etnica locale. E ancora: le pagode di Dali, la foresta di pietra Shilin, il Monte del Drago di Giada, il capoluogo della provincia Kumming e tanti altri villaggi remoti.

    Eppure, sperduta tra queste valli, vive ancora oggi un’etnia unica nel suo genere. A Luoshui, proprio di fronte al Lugu Lake, un lago di montagna tra i più grandi di tutta l’Asia, vivono i Mosuo, una minoranza formata da circa 40mila persone. La loro storia è avvolta nel mistero, tra leggende e racconti tramandati di generazione in generazione in forma orale.

    Gli antropologi hanno il loro bel da fare. Secondo il governo cinese i Mosuo sono una ramificazione dell’etnia tibetana Naxi, anche se lingua (un dialetto locale), credenze (per lo più buddismo) e cultura (struttura familiare sui generis) mettono in discussione quanto sostenuto da Pechino.

    Il matrimonio ambulante
    In ogni caso la più grande particolarità sociale dei Mosuo è quella di basarsi su strutture matriarcali che non prevedono il matrimonio o analoghe forme di unione. Molti viaggiatori hanno raccontato nei loro scritti di essersi ritrovati davanti a una comunità semi tribale che parla al femminile. Dove la responsabilità della stabilità familiare spetta alle donne, l’eredità si trasferisce di madre in figlia e gli uomini hanno ben poca voce in capitolo, anche in ambito economico.

    Non solo: il matrimonio tradizionale, cioè il rapporto di convivenza tra uomini e donne, è sostituito dal cosiddetto walking marriage, traducibile in italiano con il termine di matrimonio ambulante (in cinese zouhun). Alcuni parlano di libero amore, altri di relazioni senza impegno, rigorosamente portate avanti dal gentil sesso. In realtà tale pratica sociale è molto più complessa di quanto non si possa pensare.

    Uomini e donne si incontrano di notte, senza diventare “mariti” o “mogli”. I figli, di fatto, crescono senza padre. Quindi, così come il concetto di matrimonio è inconcepibile, anche la figura paterna è sostanzialmente inutile. Choo Waihong, autrice del libro The Kingdom of Women, ha sottolineato un aspetto fondamentale della cultura Mosuo. “Per loro – ha dichiarato – il matrimonio è un concetto inconcepibile e un bambino è senza padre semplicemente perché la società non presta attenzione alla paternità. La famiglia nucleare per come la comprendiamo esiste, solo in una forma diversa”.

    Il ruolo della donna
    Il motivo è semplice: la società dei Mosuo non presta attenzione al padre. Il Guardian ha usato queste parole per illustrare uno scenario inedito al mondo: “I Mosuo non hanno adottato né il matrimonio né la monogamia. Le donne sono libere di scegliere gli amanti, e i bambini che ne risultano sono allevati nelle case di famiglia guidate dalla donna più anziana. Inclusi nella famiglia troviamo i suoi fratelli, le sue figlie e i loro figli. Non ci sono i padri dei bambini, che vivono con le proprie madri”. E ancora: “Le donne sono trattate in modo uguale, se non superiore, agli uomini. Entrambi hanno il maggior numero di partner sessuali che desiderano, liberi da qualsiasi giudizio. Le famiglie allargate allevano i bambini e si prendono cura degli anziani”.

    Tutto il peso familiare, come detto, è spostato sulla donna, alla quale spettano i compiti più importanti. Le coppie, se così possono essere definite, non vivono mai insieme. Si riuniscono soltanto per il piacere di una reciproca compagnia. Scendendo nel dettaglio, in un matrimonio ambulante entrambi i partner vivono sotto il tetto della loro famiglia allargata durante il giorno; di notte, invece, l’uomo visita e soggiorna fino all’alba presso la casa delle donne. Certo, questo può avvenire soltanto nel caso in cui riceva il permesso di farlo.

    L’antropologo Chuan Kang Shih ha spiegato che quando una donna Mosuo (o un uomo) esprime interesse per un potenziale partner, “è la donna che può dare l’uomo il permesso di farle visita”. Qualora dovesse nascere un bambino, il padre non ha alcun obbligo morale, culturale o giuridico di prendersene cura. Il pargolo sarà invece allevato dalla famiglia allargata della donna.

    L’ultimo matriarcato?
    Come può essere definita una società del genere? Difficile dirlo con certezza. Il tema è tutt’ora dibattuto. A differenza di un matriarcato, ovvero un’organizzazione in cui l’autorità è detenuta da una matriarca, nella comunità Mosuo il potere politico è in effetti nelle mani degli uomini. I maschi, pur ricoprendo un ruolo di contorno, si occupano inoltre di pesca, allevamento del bestiame e costruiscono case. È per questo che certi studiosi preferiscono definire quella dei Mosuo una “cultura matrilineare”.

    Di tutt’altro spessore, invece, la carica ricoperta dalle donne, che gestiscono l’economia familiare. Non sappiamo quale sia l’origine di un simile stile di vita, anche se viene narrato che nella notte dei tempi, migliaia e migliaia di anni fa, una aristocrazia patriarcale scelse di imporre alla popolazione locale il matriarcato con l’obiettivo di mantenere la propria discendenza pura da ogni possibile contaminazione esterna. Questa pratica ha resistito a secoli di cambiamenti. Benvenuti, dunque, nella comunità cui regna il gentil sesso, il matrimonio è solo un lontano retaggio occidentale e tutto ruota attorno alla linea di sangue materna. Benvenuti nel Regno delle donne.



    CINAASIA

    Autore
    FEDERICO GIULIANI
    @Fede0fede

    PS: Le parti in grassetto le ho messe volutamente io
    Ci facciamo un viaggetto? Ahahah.

  4. #24
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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.

    @Avanguardia Comunque, per quanto concerne me, circa le relazioni uomo/donna ed il matrimonio, la penso quanto segue:
    1) divisione assoluta durante l'infanzia (scuole elementare e media). Quando si inizia a sviluppare l'area sessuale, dall'adolescenza o dalla prima età adulta (non tutti viaggiano di pari passo) dovrebbero iniziare delle 'socializzazioni' attinenti la sfera del sessualità, programmate dallo Stato (ovviamente non uno come codesto), le quali possono essere sia di 'piacere' sia con l'onere di 'figliare'. I pargoli debbono essere allevati, sin dalla loro venuta al mondo, dalla Comunità Popolare (alias Stato) per evitare che si possano infettare con bacilli 'borghesi' o 'clericali'.
    2) Abolizione totale del matrimonio, "civile" o "religioso" che sia, in quanto 'sovrastruttura' di un'epoca che fu, ma fortunatamente superata.
    Attendo un tuo parere, e magari pure quello de @IlWehrwolf.

  5. #25
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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.

    Io guardo con interesse ai modelli matrilineari tradizionali.
    Il matrimonio per me si può togliere, se due persone vogliono stare assieme ci stanno e basta. L' unica utilità può essere di tipo burocratico ma altri motivi per tenerlo non ne vedo.
    Se le classe miste vadano bene, ci possono essere dei pro e dei contro. In una classe di sole femmine o di soli maschi si impara meglio a sviluppare la propria identità sessuale naturale però bisogna conoscere anche la controparte. Un motivo per cui terrei le classi miste è il seguente: tra i maschi c'è molto bullismo, la presenza femminile può fare da contenimento; è una cosa che ho visto per esperienza, se alle medie per esempio fossimo stati solo maschi per chi si trovava in svantaggio sarebbe stato un incubo, già talvolta lo era con la presenza femminile, figuriamoci senza.
    Lo Stato nazionalsocialista o fascista può indirizzare gli incontri sessuali riproduttivi ai fini del miglioramento della specie, può anche fornire supporto per le persone che per varie ragioni hanno difficoltà a conoscere, socializzare. L' intervento dello Stato non deve essere esagerato, sennò si toglie il gusto a queste cose, per chi in queste cose ha qualche marcia in più sarebbe un' umiliazione.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  6. #26
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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Io guardo con interesse ai modelli matrilineari tradizionali.
    Il matrimonio per me si può togliere, se due persone vogliono stare assieme ci stanno e basta. L' unica utilità può essere di tipo burocratico ma altri motivi per tenerlo non ne vedo.
    Se le classe miste vadano bene, ci possono essere dei pro e dei contro. In una classe di sole femmine o di soli maschi si impara meglio a sviluppare la propria identità sessuale naturale però bisogna conoscere anche la controparte. Un motivo per cui terrei le classi miste è il seguente: tra i maschi c'è molto bullismo, la presenza femminile può fare da contenimento; è una cosa che ho visto per esperienza, se alle medie per esempio fossimo stati solo maschi per chi si trovava in svantaggio sarebbe stato un incubo, già talvolta lo era con la presenza femminile, figuriamoci senza.
    Lo Stato nazionalsocialista o fascista può indirizzare gli incontri sessuali riproduttivi ai fini del miglioramento della specie, può anche fornire supporto per le persone che per varie ragioni hanno difficoltà a conoscere, socializzare. L' intervento dello Stato non deve essere esagerato, sennò si toglie il gusto a queste cose, per chi in queste cose ha qualche marcia in più sarebbe un' umiliazione.
    In uno Stato che fosse modellato secondo i miei 'dettami', venendo meno le "esigenze burocratiche" il matrimonio sarebbe abolito. Incoraggerei, a partire dall'adolescenza, una sessualità abbastanza libera (senza suggestioni moralistiche) ma 'guidata' dalle esigenze del Popolo, organizzato dallo e nello Stato.
    Per quel che concerne le classi, ovviamente il "bullismo" non dovrebbe sussistere, ma non si dovrebbe, per par condicio, negare certa 'aggressività' nei maschi. Per costoro difatti, azzufarsi ed ingiuriarsi, per poi stringersi la mano, è normale. Ovvio che non si dovrebbe sfociare in prepotenze sommarie, e soprattutto si dovrebbe evitare l'aggressione di un gruppo su un singolo.
    Nelle classi che frequentai furono frequenti casi di bullismo e casino, abbastanza spinti, e, soprattutto circa quest'ultimo, ne fui spesso protagonista.
    Domanda personale: sei/fosti donnaiolo? Io, benché di bella presenza, per distacco aristocratico non sono mai riuscito ad intrattenere relazioni alcune, ma d'altronde neanche le cerco. Francamente vorrei soltanto 'copulare', in quanto esigenza naturale.

  7. #27
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    Predefinito Re: Difesa della famiglia? Leggere Evola per non morire bigotti.

    "Storia di uomini e donne irretiti dai pregiudizi, stretti nella morsa delle convenienze e inconvenienze sociali, dalle private frustrazioni, dalle stimmate d’infelicità che albergano in ciascuno di essi, Piccoli borghesi funziona come una macchina teatrale in cui i personaggi, confinati entro un più angusto recinto di solitudine, giocano una violenta partita a scacchi con se stessi, agendo la famiglia borghese come il luogo della somma infelicità, per la fedeltà estrema a quei valori bacati qui violentemente contestati da Drieu: il matrimonio, il denaro, la reputazione… e che sovente troviamo stigmatizzate, con sulfurea ironia, dal graffio fulmineo della penna, con cui lo scrittore riesce a stenografare un carattere, una fisionomia, un clima sociale. Si legga un passaggio come questo: «La piccola borghesia benpensante non ama veder uscire i propri parenti dalla mediocre regolarità, da quel tempio dell’onestà di cui si considera la depositaria e la garante nella società». O ancora, a proposito dell’assurdo valore sociale del matrimonio: «le donne come Agnès vogliono tutto, l’amore e il matrimonio: è per questo che non riusciranno mai a conoscere la vita». E si potrebbe continuare."

 

 
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