Oggi, a fronte del prezzo del petrolio crollato ancora (ormai siamo a parlare di 20 dollari al barile), c'è chi si chiede se dietro a tutto ciò non ci sia uno sviluppo serio di una qualche forma di produzione di energia a basso costo.
In Russia sono al limite, viene chiesto di prepararsi al peggio (beati loro ai quali almeno viene detta parte della verità!), negli USA stanno chiudendo un sacco di aziende che lavorano nel settore.
In Arabia sono ai debiti e vogliono privatizzare (leggi vendere) il gioiello di famiglia, quella società per la quale Apple sembra un moscerino.
Al di là della domanda d'obbligo, ossia se sia vero o meno quanto quel qualcuno sussurra, prendendosi i fischi e gli sberleffi, mi chiedo soprattutto se una cosa simile sarebbe in questo momento di giovamento o di enorme crisi economico-finanziaria.
Sicuramente, penso, nel lungo periodo sarebbe un beneficio colossale, un cambio epocale nella storia dell'umanità, ma nell'immediato secondo me porterebbe a sconvolgimenti altrettanto epocali, con paesi ricchi la cui economia potrebbe crollare e altri poveri che vivrebbero un pochino meglio. Ma con la globalizzazione la crisi sarebbe comune, o sbaglio?
Un buon paio di mutande di latta, per ascoltare i consigli dei russi, sono da mettere nel cassetto?