cazzate.
La ridicola tesi sarebbe che Scalfaro avrebbe nominato Mancino su ordine di Riina.
Quanto alle condotte degli uomini dello Stato imputati di concorso
nella minaccia al Governo (SUBRANNI, MORI, DE DONNO, MANNINO
e DELL’UTRI), sono tutti accusati di aver fornito un consapevole
contribuito alla realizzazione della minaccia, con condotte atipiche di
sostegno alle condotte tipiche che si sono risolte nell'avere svolto il ruolo di
consapevoli mediatori fra i mafiosi e la parte sottoposta a minaccia, quasi
fossero gli intermediari di un’estorsione. Con l'aggravante, nel caso di
specie, che il soggetto “estorto“ è lo Stato e l'oggetto dell'estorsione è
costituito dal condizionamento dell'esercizio dei pubblici poteri, così sviati
dalla loro finalità istituzionale e dal bene pubblico.
Per completezza, si segnala, infine, il ruolo di concorrenti nel
medesimo reato assunto da altri uomini delle istituzioni oggi deceduti. Ci si
riferisce all'allora Capo della Polizia Vincenzo PARISI ed al vice direttore
del DAP Francesco DI MAGGIO, che, agendo entrambi in stretto rapporto
operativo con l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi SCALFARO,
contribuirono al deprecabile cedimento sul tema del 41 bis.