In che Stato
di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano 07.08.2022
Leggendo le motivazioni della sentenza d’appello sulla trattativa Stato-mafia, si capisce bene perché ci sia voluto quasi un anno: non potendo negare i fatti documentati, bisognava frammentarli, isolarli, selezionare quelli funzionali ad assolvere gli uomini dello Stato (per i boss pluriergastolani qualche anno non cambia nulla) e scartare i più imbarazzanti.
Tipo il furto istituzionale dell’agenda rossa di Borsellino e il depistaggio istituzionale del falso pentito Scarantino: mai citati in 3mila pagine, come se il movente e la tempistica di via d’Amelio potessero prescindere da elementi così cruciali.
Il livello politico-istituzionale della strategia stragista 1992-’94 scompare con i fatti che lo provano: resta il super-ego di Riina, che fa tutto da solo per mania di grandezza.
E la trattativa del Ros di Mori e De Donno con Riina?
Un’iniziativa privata, “improvvida”, ma a fin di bene: l’“interesse dello Stato” di “cessare le stragi”.
Quale Stato l’avesse ordinata, con quali norme o direttive, non si sa. Non certo lo Stato che servivano Falcone, Borsellino e le loro scorte, uccisi perché con Cosa Nostra non trattavano, ma combattevano, purtroppo ignari dell’“interesse” di calare le brache a Riina dopo Capaci e financo “allearsi” con Provenzano dopo le stragi di Firenze, Roma e Milano.
Lo Stato parallelo e fellone che tradisce i suoi servitori e cittadini, perché – disse Lunardi, ministro di B. – “con la mafia si deve convivere”.
Pazienza se già allora tutti sapevano (report Criminalpol e Dia) che le stragi miravano a piegare lo Stato a trattare, dunque cedere non le avrebbe fermate, ma incoraggiate e moltiplicate.
Pazienza se gli artefici dell’“improvvida iniziativa” e di quelle conseguenti (mancata perquisizione del covo di Riina, mancate catture di Provenzano e Santapaola) non furono cacciati con disonore, ma promossi ai vertici dei Servizi, coperti con depistaggi e menzogne di Stato, difesi come eroi da governi e stampa di regime.
Senza che nessuno, nemmeno gli ingenuissimi giudici della sentenza “spezzatino” che rinnega il metodo Falcone (un solo maxiprocesso per centinaia di delitti, per non frammentare le prove e perdere il quadro d’insieme), si domandi perché.
Noi continueremo a domandarlo e a pretendere risposte dai magistrati.
Per ora sappiamo che la trattativa ci fu: fra il Ros e Riina, fra Brusca, Bagarella, Mangano e Dell’Utri.
La sentenza, pur minimalista, conferma quei fatti ripugnanti e non cancella una sola parola che abbiamo speso in questi anni per raccontarli.
Chi parlava di trattativa “presunta” o “inesistente”, calunniando i pochi pm e giornalisti che ne parlavano, dovrebbe vergognarsi e scusarsi, come quei carabinieri e politici. Che non sono “improvvidi”, ma traditori.
Andiamo avanti:
Stato-mafia, la trattativa ci fu: ecco i falsari che la negavano
Stefano Baudino 08 Agosto 2022
Ai quali vanno aggiunti, ovviamente, i cloni-troll-cazzàri-negazionisti del forum.
(li conoscete tutti; inutile citarli)
15 ottobre 2022 termine ultimo per il ricorso in cassazione.
Fonte: https://palermo.repubblica.it/cronac..._da-360597748/
La questione è ancora lunga cari miei.
Evidentemente, anche la "Trattativa" è ANCORA in corso ...
Lega: abolire lo scioglimento dei Comuni per mafia
“Attualmente, quando in un Comune la commissione prefettizia accerta che la collusione con una organizzazione criminale sia di un singolo consigliere e/o funzionario pubblico, quasi sempre viene sciolto il Comune. Proponiamo invece che la decadenza riguardi solo la singola persona collusa. Nel caso di funzionario colluso, allontanamento dello stesso e creazione di un fondo ad hoc per i commissari prefettizi volto all’assunzione di personale esterno e quindi certamente non colluso, che vada a sostituire il funzionario corrotto”.
...
Non ci posso credere.
Cum Feris Ferus
Parafrasando il mantra N°1 di @svicolone:
"Non c'è nessun filo-delinquenti/mafiosi che commenta?" ...