L'autostrada sarebbe dovuta essere realizzata interamente in finanza di progetto ( “project financing”, quindi con fondi privati) e aveva un costo preventivato di 1 miliardo e 420 milioni di euro, a carico degli ivestitori privati che pianificavano il rientro della cifra investita tramite l'incasso dei pedaggi.
I costi sono però lievitati fino a 2 miliardi e 400 milioni di euro, in gran parte coperti dalla Banca europea degli investimenti (prestito da 700 milioni) e dalla Cassa depositi e prestiti (820 milioni).
A seguito del mancato raggiungimento del livello di utenza previsto il governo italiano, con la legge finanziaria del 27 dicembre 2014, e la Regione Lombardia hanno stanziato complessivamente 360 milioni di euro. Lo Stato centrale ha stanziato, sotto la denominazione di Fondo interconnessione tratte autostradali, 300 milioni erogabili in quindici tranche annuali di 20 milioni dal 2017 al 2031, mentre la Regione ha stanziato 60 milioni.
Il finanziamento pubblico dell’infrastruttura, non previsto, è stato ampiamente criticato da più parti, politiche e civili, come dall’associazione Legambiente. È stata contestata, oltre l'inopportunità di finanziare con denaro pubblico un'opera approvata sotto la condizione che dovesse essere interamente finanziata da privati, l'inutilità dell'autostrada, incapace di finanziarsi con il proprio traffico.
Le previsioni sono state infatti riviste al ribasso, portando i valori teorici stimati per il 2015 dai 40-60mila veicoli ai 22 mila veicoli per raggiungere a regime i 48 mila. «Faremo un bilancio quando le cifre saranno consolidate —aveva risposto alle critiche Franco Bettoni, Presidente di BreBeMI Spa, chiamato in causa per un primo bilancio — per ora dico solo che i volumi di traffico sono in crescita».
A distanza di un anno (agosto 2015) il problema rimane però lo stesso: i volumi di traffico bastano a sostenere un investimento da 2,4 miliardi?
La società Brebemi Spa ha presentato un piano di riequilibrio economico al governo, inizialmente del valore di 497 milioni, chiedendo sgravi fiscali oltre a un allungamento della concessione. Alla domanda “Ma la Brebemi non doveva essere un’autostrada senza un euro di contributo pubblico?” la replica di Franco Bettoni è stata la seguente: «Guardi, si vede che diamo fastidio a molti. Tanti nemici, tanto onore. Noi l’autostrada l’abbiamo fatta per il territorio».
n una seduta del 16 agosto il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato un pacchetto di finanziamenti pubblici destinati alle cosiddette opere strategiche, tra le quali è stata inserita la BreBeMI. Oltre al piano banda larga, al Contratto di programma Anas da 1.153 milioni, il 3° lotto costruttivo del Terzo Valico da 607 milioni, è stato infatti approvato il “piano salva-Brebemi” del valore di 360 milioni.
Lo stanziamento era stato in forse fino alla seduta stessa, ma il Presidente del Consiglio Renzi ha dato la propria approvazione.
La concessionaria BreBeMI si trova infatti a rischio default a causa del basso traffico (dovuto, come spiegato sopra, in parte a previsioni mal calibrate e in parte alla mancata realizzazione della connessione con la A4 Milano-Brescia).
La società (il quale socio di riferimento è Intesa Sanpaolo) ha più volte minacciato ricorsi e rescissione contrattuale se il governo non fosse intervenuto.
Il Cipe ha così approvato lo stanziamento di 40 milioni per la costruzione di una bretella per connettere la A35 con la A4 e concesso un finanziamento da 320 milioni di euro per il riequilibrio del piano finanziario, a valere sul fondo autostrade di cui al comma 299 della legge di Stabilità 2015 (260 milioni) e su fondi della Regione Lombardia (60); e ha poi deliberato una proroga della concessione da 20 a 26 anni, in attesa del consenso della Commissione europea.