190 miliardi annui, naturalmente.

Parlamento Ue: stretta sull'elusione fiscale. Commissione d'inchiesta sui Panama papers

Ecco dove si possono prendere in buona parte le risorse per tagliare le tasse alle nostre imprese e per aumentare il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto famiglie del ceto medio e quelle povere.
Solo in questo modo si aumenta la domanda interna potendo anche ridurre il rapporto debito/PIL e la pressione fiscale. Naturalmente anche i tagli di spesa (sprechi e non tagli sociali) aiuterebbero la riduzione della p.f. e l'aumento della domanda se ben indirizzati.

di RAFFAELE RICCIARDI

08 giugno 2016

Parlamento Ue: stretta sull'elusione fiscale. Commissione d'inchiesta sui Panama papers - Repubblica.it


MILANO - Via libera dal Parlamento europeo di Strasburgo alla proposta della Commissione Ue per introdurre una direttiva comunitaria contro le prassi fiscali aggressive delle multinazionali, che riescono ad agire ai margini della normativa per sottrarre al Fisco continentale fino a 190 miliardi l'anno. Una serie di accorgimenti che dovrebbero far rispettare un semplice principio: le tasse vanno versate laddove si opera e guadagna, non spostate laddove la mano dell'Erario è morbidissima. Gli Europarlamentari hanno chiesto una stretta ulteriore - rispetto alle linee guida della Commissione - per tappare i buchi della normativa sul problema dell'elusione e hanno parallelamente dato il via libera alla costituzione di una commissione d'inchiesta sui Panama Papers, le rivelazioni sulle società offshore e i loro beneficiari. Compito di questo gruppo d'inchiesta sarà di indagare sulle presunte violazioni e sui casi di mancato rispetto, da parte della Commissione o degli Stati membri, delle norme comunitarie in materia di riciclaggio, elusione ed evasione fiscale. L'organismo sarà composto da 65 membri e avrà dodici mesi per presentare la relazione finale.
Quanto al tema della direttiva anti-elusione, gli Europarlamentari chiedono di fare un passo ulteriore in vista delle decisioni che dovranno esser ratificate dal Consiglio, rispetto al pacchetto di sei punti presentato dalla Commissione. Nella proposta elaborata dal belga Hugues Bayet, si chiede una definizione più stringente di "stabile organizzazione" in modo da imbrigliare nel rispetto delle normative fiscali anche i grandi colossi del web, che per loro natura sfuggono a quella casistica.

Si chiede ancora che vengano proibite le "letterbox companies", cioè società che vengono aperte in Paesi a bassa tassazione soltanto per avere un vantaggioso domicilio fiscale con le quali triangolare per riuscire a ridurre la propria base imponibile. Allo stesso modo, si chiede una stretta più forte sulla deducibilità degli interessi nell'ambito dei prestiti infragruppo: le grandi multinazionali si prestano soldi da una filiale in un Paradiso fiscale alla casamadre, che paga un interesse "gonfiato" sul finanziamento. La ragione? Perché questo può esser dedotto dal proprio reddito, e così si possono pagare meno tasse al Fisco del Paese d'origine, mentre il grosso degli utili si trasferisce laddove viene tassato meno. Per questo, il Parlamento chiede che questo tipo di deduzioni sia limato al minimo fisiologico, al massimo a 2 milioni o al 20% dei profitti (mentre la Commissione prevede il 30%).

Nella cassetta degli attrezzi contro l'elusione dovrebbero entrare anche norme più severe sui redditi esteri, con un'aliquota minima d'imposta al 15%. Al centro del dibattito anche una maggiore trasparenza per i fondi fiduciari e le fondazioni, regole comuni sulle agevolazioni fiscali per i sistemi di "patent box", atti a calcolare il reddito derivante dalla proprietà intellettuale, e una lista nera europea dei paradisi fiscali con sanzioni contro le giurisdizioni non collaborative. "È inconcepibile - ha detto il relatore, il socialista belga, Hughes Bayet - chiedere sempre maggiori sforzi da parte dei lavoratori, dei pensionati e delle piccole e medie imprese, mentre allo stesso tempo i ricchi e le multinazionali evadono le tasse. Oggi, la lotta contro l'evasione fiscale è diventata un tema urgente e prioritario. Si tratta di una sfida importante, non solo per riconquistare la fiducia dei nostri cittadini, ma anche per il futuro del progetto europeo".