La presenza parlamentare di un soggetto politico rivoluzionario può anche essere utile. Ma la condicio sine qua non per apportare cambiamenti radicali, si concretizza nelle strade, nei posti di lavoro e nelle scuole. Se un simile soggetto politico non sarà radicato tra le masse e non avrà costruito forme di contropotere e/o resistenza , spiace dirlo, tutto sarà destinato a trasformarsi in del semplice e banale riformismo. Parliamoci chiaro: chi ha preso il potere in maniera rivoluzionaria negli ultimi 100 anni? O partiti-avanguardia costituiti da militanti di professione (e pronti alla lotta clandestina) o spezzoni "illuminati" delle forze armate (penso a Nasser, Peròn, Chavez ec...). Sui militari italiani, OVVIAMENTE, non possiamo fare alcun affidamento! Meglio, forse, riattualizzare la forma partito elaborata e ben descritta da Lenin. D'altronde anche non comunisti come Thiriart e Luc Michel hanno riconosciuto valida l'impostazione leninista.
Certo. Programmi chiari, condivisi e autenticamente rivoluzionari. Una struttura politica che funga da avanguardia popolare. Struttura composta, come già scritto, da militanti di "professione" (non che i simpatizzanti vadano demonizzati, anzi!) con l'obiettivo di radicarsi in tutti gli ambiti della società civile. Ma questo, attenzione, non significa vendere il giornaletto di partito o chiedere finanziamenti a ignari cittadini. Le strategie dei maoisti italioti e di Lotta Comunista si sa bene quali risultati hanno portato.Per me la rivoluzione deve essere portata avanti da azioni semplici ma che poggino su una base progettuale e programmatica altrettanto semplice solida, l'esempio più lampante i Forconi, tanta gente di buona volontà ma nessuna idea o poche e confuse, la conclusione l'abbiamo vista tutti...