Il politically correct è la distruzione del pensiero mediante la distruzione dei suoi archetipi.
L'uomo-eroe, la donna piena di grazia, Dio, il bello.
Vieta il disprezzo del male per impedire il bene.
Rende l'uomo falso, obliquo, codardo.
Il politically correct è la distruzione del pensiero mediante la distruzione dei suoi archetipi.
L'uomo-eroe, la donna piena di grazia, Dio, il bello.
Vieta il disprezzo del male per impedire il bene.
Rende l'uomo falso, obliquo, codardo.
Il politically correct è la distruzione del pensiero mediante la distruzione dei suoi archetipi.
L'uomo-eroe, la donna piena di grazia, Dio, il bello.
Vieta il disprezzo del male per impedire il bene.
Rende l'uomo falso, obliquo, codardo.
Onore al negro Amin
Sudicismo di Potenza!
se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...
Certo adesso sappiamo che non esiste una cultura superiore a un'altra, mentre esiste una civiltà superiore a un'altra e una tecnologia superiore a un'altra (*). Aggiungi che determinate culture non sono compatibili con le civiltà superiori e le tecnologie superiori e tutto torna a quadrare
(*) si parla di capacità realizzative, anche a un babbuino puoi insegnare a usare il cellulare
Far ragionare un idiota non é impossibile, é inutile
Dipende secondo quali parametri misuri la superiorità.
A una popolazione perfettamente integrata con la natura non può fregar di meno di saper costruire il ponte di Brooklyn o le petronas towers o di saper usare un cellulare (hai ragione anche un babbuino lo può imparare), però gliene frega di riconoscere un'erba velenosa da una commestibile o accendere il fuoco senza accendino, cose che il 99% di quelli che si ritengono "superiori" non saprebbe fare.
«The world is less explainable than we would like to admit» Jeff Jarvis
«Io non capisco come si possa passare davanti a un albero e non essere felici di vederlo» - Fëdor Dostoevskij
«The world is less explainable than we would like to admit» Jeff Jarvis
«Io non capisco come si possa passare davanti a un albero e non essere felici di vederlo» - Fëdor Dostoevskij