Fecondazione, Associazione Luca Coscioni diffida Regione Campania e chiede incontro a De Luca "13 anni di ritardo su Linee Guida, si metta in regola per garantire pieno accesso PMA" | Associazione Luca Coscioni

Associazione Luca Coscioni


14 Giu 2016



Fecondazione assistita



Dichiarazione di Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, soggetto costituente il Partito radicale
L'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, con le associazioni L'altra cicogna, Hera, Aidagg, Amica Cicogna, Sos infertilità, hanno congiuntamente chiesto un incontro al Presidente della Regione Campania con funzione anche in materia di sanità, Vincenzo De Luca, e inviato un atto di diffida affinché la Regione si adegui agli obblighi previsti dalla legge 40 in materia di fecondazione assistita.
La Campania vede attualmente in vigore linee guida regionali sulla fecondazione assistita emanate nel 2003, mentre la legge 40 prevede all’articolo 10 che le Regioni entro 3 mesi dall'entrata in vigore "definiscano con proprio atto" i criteri tecnici dei centri di PMA "linee guida regionali" in linea con legge 40 e linee guida nazionali previste dalla stessa legge.
Inoltre, sebbene l'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro avesse sottoscritto la delibere della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome del 4 e del 25 settembre 2014 assumendosi l'impegno formale a consentire l'esecuzione delle tecniche di PMA omologa ed eterologa anche mediante meccanismi di mobilità interregionale, non ha mai fatto seguire alcuna delibera regionale di recepimento come è avvenuto nelle altre regioni. In particolare la delibera della Conferenza delle Regioni prevede che “ribadito il principio di considerare la PMA (sia l’omologa che l’eterologa) un LEA, in attesa, come richiesto, del loro inserimento nel DPCM sui livelli essenziali di assistenza”, definendo “per questa fase transitoria una tariffa unica convenzionale che quantifichi i costi per queste attività anche al fine di regolare le eventuali compensazioni relative alla mobilità interregionale”. Tale documento prevede inoltre convenzioni comuni, rimettendo però a ciascuna Regione la questione della compartecipazione alla spesa, pur nella condivisione del principio che essa avrebbe riguardato “la somma dei ticket per le prestazioni previste ed effettuate per questa tecnica di fecondazione nel rispetto dell’attuale normativa in materia di specialistica ambulatoriale.
Si tratta di un inadempimento gravissimo che oramai da troppo tempo lede i diritti dei cittadini campani, tanto è vero che i rimborsi a carico dei Lea regionali sono bloccati e non sono applicate tutte le tecniche di fecondazione medicalmente assistita disponibili nel pubblico dove vi sono lunghe liste di attesa e i pazienti, a causa del blocco dei rimborsi, non possono neppure recarsi in altre regioni dove oltre alle strutture pubbliche sono presenti anche strutture private convenzionate (in Campania non ci sono neppure strutture private convenzionate, come in Toscana e Lombardia).
Siamo consapevoli che tale situazione è pre esistente a questa consiliatura, ma va risolta e pertanto chiediamo al presidente Vincenzo De Luca, di intervenire immediatamente affinché le coppie infertili e sterili campane possano accedere alla fecondazione medicalmente assistita come nelle altre regioni e sia affermato il loro diritto di accesso alle cure.