Buongiorno a tutti, già da tempo, mi ero soffermato a riflettere sul problema della droga, al di là di posizioni ideologiche o etiche contrastanti, non si può ignorarne il pericolo e l'effetto di degrado che questo riversa nelle comunità e nella Nazione in senso più ampio.
Propongo una discussione intelligente, senza farsi condizionare dal proprio vissuto o dal proprio bagaglio culturale: analizziamo oggettivamente un problema che va, in ogni caso, rimediato.
Quali saranno i punti su cui si soffermerà la mia analisi: da una parte, sicuramente, affronterà il tema sociale, dall'altra l'aspetto economico.
La premessa è che ,non a caso, ho inteso nel titolo le droghe tutte, non solo quelle cosidette "leggere", di cui si sente spesso parlare.
-Aspetto sociale: Il problema più rilevante, a mio avviso, nella dipendenza da sostanze stupefacenti, è che, la Nazione(nella sua interezza: Stato e cittadini) preferisce nascondere i propri "drogati", piuttosto che dar loro una mano, questo per evitare di ammettere un degrado che è vivo nel tessuto del Paese. È vero qualcuno può obbiettare dicendo che esistono centri di recupero appositi, ma sappiamo che sono spesso poco efficaci e che comunque il recupero non è affatto garantito terminato il percorso. La mia azione, o come dovrebbe essere, si propone invece più incisiva, forse potrebbe apparire controversa, ma parte dall'idea di fondo che siano entrambe le parti a dover accettare di avere un problema: la Nazione e il tossicodipendente. Da questo scaturisce inevitabilmente un'assunzione di responsabilità bilaterale a volerlo rimediare.
L'idea è che lo Stato si faccia carico della questione e incentivi, nella figura del Servizio Sanitario Nazionale, la creazione sul territorio di cliniche private apposite, quindi senza gravare sulla collettività, almeno in parte, vediamo perchè. In queste cliniche, chiaramente il privato si sobbarca degli oneri relativi alla costruzione della struttura, dell'acquisto delle macchine e del materiale utile, dell'assunzione del personale, a seguito di ciò, si rifornisce presso il SSN delle sostanze stupefacenti che pagherà ad un prezzo "al dì sotto della media di mercato", giacché il SSN, ente pubblico, può agire in inefficenza. Qui starebbe la parte di costo coperta dai contribuenti, tuttavia, come spiegherò trattando dell'aspetto economico, questa dovrebbe essere indirettamente coperta ed esistono valide ragioni per credere che la bilancia diventi addirittura positiva.
Quali sono i vantaggi sociali:
Anzitutto il tossicodipendente sarebbe più incentivato a recarsi in queste apposite strutture perchè:
1- I prezzi sarebbero più a buon mercato
2- Il consumo sarebbe in sicurezza: la dose viene somministrata da medici, che possono monitorare, mediante attrezzatura, lo stato del paziente, evitando spiacevoli infarti. La somministrazione avviene attraverso mezzi sterilizzati(tanto per capirci, l'eroinomane, non usa siringhe infette).
3- La droga è più sicura: chiaramente il fornitore del SSN non può essere la criminalità organizzata, quindi, anziché di chimici improvvisati, come fa il sottomondo, lo Stato può avvalersi di chimici esperti, con laboratori appositi, che realizzano un prodotto più sicuro. Quando mi capita di parlare del tema con dei chimici, questi mi dicono che non è tanto la droga in sè a far male, quanto come viene trattata.
4- Un percorso per uscirne: se si affianca al tossicodipendente, una figura specializzata: psicologi, psichiatri, questi inizierebbero un percorso di guarigione, diverso da quello che avverrebbe nei quartieri malfamati, dove lo spacciatore non ha alcun interesse al dissuaderti, bensì a farti acquistare di più.
5- Il drogato è una persona, che ha sbagliato, ma come tale va aiutata a riabilitarsi. Penso che molte famiglie non colpevoli delle scelte dei loro figli, più che tenerli nascosti, perchè un figlio è pur sempre un figlio, si sentirebbero più sicuri a saperli in certe strutture, che non in mezzo ad una strada.
Sui vantaggi sociali che trarrebbe la comunità, per quanto detto fin'ora, la conseguenza è chiara:
1- Quartieri rivalutati: Senza drogati, senza siringhe è possibile ripristinare la legalità, sottraendo i quartieri dal giogo delle mafie.
2- Maggiore sicurezza per i cittadini: chiaramente, sotto l'effetto di certe sostanze, la percezione della realtà è quella che è, quindi si evitano persone che prendono la macchina sotto effetto di droghe, si evitano aggressioni ai passanti ignari e chi più ne ha, più ne metta.
-Aspetto economico: in parte affrontato sopra, si sottrarrebbe alle mafie un giro di affari che vale 23 miliardi(Droghe, giro d?affari vicino ai 23 miliardi. La repressione costa 2,5 miliardi. Ma i consumi aumentano | Sanità24 - Il Sole 24 Ore), che, in realtà sono soldi sporchi, quindi tecnicamente, non rientrano nel conteggio del PIL, ma il problema è che vengono reinvestiti dalle mafie in attività lecite e quindi, permettono la fusione con il tessuto economico del paese. Il rientro, di cui parlavo prima, sta proprio qui: se è possibile attaccare il sommerso, sarà possibile anche indebolire fortemente la criminalità organizzata(Quanto ci costa la mafia), molto più che arrestare "il capo dei capi".
Questo è un esempio di spesa efficiente, a mio avviso, che anche un liberale può pacificamente accettare.
Esiste in realtà un'altra obiezione che mi si potrebbe opporre, ossia:"Così però s'incentiva il consumo, vista la legalità della cosa". Ad una prima analisi, sembrerebbe così, ma analizzando i fatti:
Il consumo, nonostante la repressione, già sta salendo, quindi per adesso abbiamo un solo dato certo, ossia come si comporta il consumo di sostanze stupefacenti nell'illegalità. Resta da osservare, cosa succederebbe nella legalità. Abbiamo un dato che potrebbe aiutarci almeno ad immaginare gli effetti, quelli sull'unica droga legale in Italia: il tabacco. Ho fatto un giretto su Google e in effetti, i risultati sono contrastanti: c'è chi dice che è aumentato il consumo negli anni, chi dice il contrario. Più o meno son tutti d'accordo però, che in Italia, abbiamo il primato in Europa.
Nonostante tutto, penso che l'approccio alla sigaretta sia cambiato negli anni, anche da noi. Inizialmente non si era consapevoli dei rischi o quanto meno l'attenzione era minore. Oggi, fra correlazioni con tumori di vario genere, in primis quelli ai polmoni, il consumatore se non è disincetivato, quanto meno non è incentivato. I tempi di Via col vento, dove fumare era figo, sono un po' passati. C'è un attenzione maggiore sulla salute, indubbiamente verso quello che mangiamo, ma anche sul fumo ci sono state e continuano ad esserci campagne di sensibilizzazione che un qualche impatto lo hanno avuto.
Almeno da quel che vedo in giro, anche in un paese piccolo come il mio, le nuove generazioni sono più restie a provare: non mi sono semplicemente limitato a guardarmi intorno, ho proprio conosciuto molti di loro e in effetti mi dicevano che non erano interessati. Poi va beh, faccio parte di una piccola realtà, quindi la mia esperienza se lo fa, fa poco testo, però, considerando che nella mia compagnia, al liceo, su 20 persone, fumavano in 20, è un bel risultato.
Penso serva più informazione, da liberale, sul mercato, è l'unica arma possibile per evitare un acquisto disastroso, quindi, più che nella direzione della repressione, punterei sulla sensibilizzazione e sull'educazione nelle famiglie e nelle scuole.
Cosa ne pensate? Chiaramente siamo qui per discutere, quindi, ogni spunto di riflessione è ben accetto. A voi la parola!