Originariamente Scritto da
Midìl
A mio parere, per valutare quali paesi potrebbero seguire l'esempio del Regno Unito, occorre dividere tra stati dell'Unione che adottano l'euro e stai che non lo adottano. Perché l'euro è una moneta comune, e non un semplice rapporto fisso di cambi. Nel secondo caso, basterebbe "sbloccare" il cambio, per uscirne. Ma, nel caso dell'euro, è tutto estremamente complesso. Inoltre, occorrerebbe dividere tra stati contribuenti netti, e stati beneficiari. Perché è chiaramente più appetibile scegliere di non dover più versare contributi alla UE, piuttosto che dover rinunciare a riceverli.
Fatte queste precisazioni, vediamo i vari casi:
1) Svezia e Danimarca
Sono due stati contribuenti netti, nessuno dei due adotta l'euro, ed entrambi erano in precedenza membri dell'EFTA, associazione per certi versi nata come "avversaria" della CEE, ma senza le implicazioni politiche (
https://en.wikipedia.org/wiki/Europe...de_Association ). Sono i due casi forse più simili a quello del Regno Unito. Potrebbero seguirne l'esempio.
2) Austria
Ha l'euro. Ma è anche uno stato neutrale (oltre che ex membro dell'EFTA), al punto da fare della data di promulgazione della Dichiarazione di Neutralità, la propria festa nazionale. Inoltre, ha al governo una "grande coalizione semi-permanente", cosa che tende a favorire la crescita di consensi per partiti alternativi. Al tempo stesso, credo abbia legami con la Germania, ed è legata all'Italia dalla questione dell'Alto Adige/Sud Tirolo. Difficile dire cosa potrebbe scegliere l'Austria. Dipende anche da come si concluderà la vicenda delle presidenziali.
https://en.wikipedia.org/wiki/Declaration_of_Neutrality
https://en.wikipedia.org/wiki/Government_of_Austria
3) Paesi Bassi
SI tratta del caso più significativo. La perdita di uno dei sei paesi fondatori, anche se si tratta di quello più euroscettico, sarebbe un colpo abbastanza serio all'Unione Europea. Ma uscire dall'Unione Europea significherebbe uscire dall'euro, e, per un piccolo stato posto in una posizione piuttosto centrale, rischiare l'isolamento. Sarebbe anche interessante valutare, ad esempio, le conseguenze di un'uscita sul porto di Rotterdam. Comunque, a primavera 2017 si voterà nei Paesi Bassi, e vedremo che composizione avrà il parlamento. Ho l'impressione che si rischi una situazione di stallo politico, con conseguente periodo di incertezza.
https://en.wikipedia.org/wiki/Next_D...neral_election
https://en.wikipedia.org/wiki/Port_of_Rotterdam
4) Francia
Secondo me le probabilità di vittoria del Front National nelle elezioni presidenziali del 2017 (che potrebbero anche essere lievemente influenzate da quelle olandesi, di poco precedenti), sono molto basse. E se il Front National non vince, non ci sono particolari rischi di un'uscita della Francia.
5) I paesi dell'est
Spesso non si tratta di paesi noti per un entusiastico europeismo. Però ricevono importanti contributi dall'Unione. Non è facile che vi rinuncino. Ma questo potrebbe anche dipendere da quanti stati occidentali dovessero scegliere di uscire. Perché un0uscita in massa di Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca, comporterebbe una probabile diminuzione degli aiuti verso i apesi dell'est, rendendo la loro partecipazione all'UE meno appetibile.
Ma anche per i paesi dell'est, non tutte le situazioni sono uguali. Richiederebbe però troppo tempo, considerare ogni singolo caso.
Saluti.
Midìl
Interactive chart: EU expenditure and revenue - Budget 2014-2020