Elezioni Spagna: il Psoe sarà l’ago della bilanciaCompromiso. Una parola che i leader delle principali formazioni politiche sembrano aver dimenticato durante questa campagna elettorale. Una parola che saranno costretti a usare, se i risultati degli ultimi sondaggi venissero confermati dai cittadini. Si preannuncia, infatti, una situazione da paralisi politica con ben tre pretendenti alla poltrona da*premier e ben poca voglia di cedere.
Elezioni Spagna: il Psoe sarà l’ago della bilancia
C’è però un dato importante. Secondo l’istituto di statistica Metroscopia, nelle intenzioni di voto*Unidos Podemos sarebbe la seconda forza politica del *Paese, con il 26% delle preferenze. Nonostante le dimissioni del ministro dell’Industria José Manuel Soria a causa delle carte dei Panama Papers e di Esperanza Aguirre –*segretario del Pp madrileno ‹‹colpevole›› di non aver vigilato a sufficienza per frenare la corruzione nel suo partito – il*Pp*rimane il primo partito.*Il partito di Mariano Rajoy si ferma al 29% , un risultato praticamente identico a quello ottenuto durante le elezioni del 20 dicembre scorso (28,7%). *Il Pseo si ferma al 20,5%, perdendo un punto e mezzo rispetto al risultato elettorale, mentre Cidadanos recupera terreno, ma si ferma solo al 14,5. *Il blocco di centrosinistra (Unidos Podemos – Pseo) si troverebbe così ad avere una maggioranza assoluta, ma non è così semplice.‹‹Nessuno può governare solo››. *A dirlo è il leader del partito socialista (Psoe) Perdo Sánchez che, in un’intervista a El País, mette in chiaro la sua posizione. ‹‹E’ inutile votare per Rajoy. Ed è inutile votare per Iglesias perché ha dimostrato la sua incapacità nel negoziare. Per questo credo che il Psoe possa garantire il cambio››. E attacca duramente il leder con il codino per la sua incoerenza.Ma i sondaggi non sono certo favorevoli a Sánchez. Secondo Metroscopia, infatti, *il Pp otterrebbe 114 voti, Unidos Podemos 93, Psoe 82 e C’s 39. Sommando le forze di*centrosinistra si avrebbero 175 deputati, uno in meno della maggioranza assoluta; una coalizione tra Psoe e C’s (situazione già concretizzatasi durante la fallita investitura di Sánchez), invece, non porterebbe a nessun risultato. Intanto, con un documento inviato ai socialisti, Podemos ha fatto sapere che è disposto a cedere (in parte) sul referendum per l’indipendenza della Catalogna, invitando ad aprire un tavolo di negoziazione direttamente con En Comú Podem (Podemos in Catalogna) e il PSC, il resto delle forze politiche catalane. Insomma, la strada si preannuncia tutta in salita. Molto probabilmente – per formare un nuovo governo – il Psoe sarà l’ago della bilancia e dovrà decidere se votare per Iglesias o per Rajoy. Sánchez è così l’unico a poter sbloccare la situazione ed evitare un’altra situazione di stallo. Ma è anche l’unico a rischiare di perdere la faccia.
Scritto da: Beniamino Valeriano
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