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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
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    Predefinito Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    La Stampa

    A marzo del 2015 Alessandro Di Battista, uno dei membri del direttorio M5S, disse non solo che bisognava lasciare l’euro, ma l’Europa; usò parole forti, «bisogna lasciare il nazismo centrale nordeuropeo che produrrà sempre più schiavi a danno dei paesi del sud Europa». Oggi dice che «l’Europa è un’opportunità importantissima che è stata rovinata da burocrati e banche». Al netto della giravolta,
    il Movimento ha sempre giocato sull’ambiguità tra euro ed Europa, dicendo tutto e il contrario di tutto, ma proviamo a prendere per buona la posizione ufficiale di questo momento: no all’uscita dall’Europa, sì alla richiesta di un referendum sull’euro (Luigi Di Maio ha detto che voterebbe a favore dell’uscita dall’euro). Ammesso e non concesso che un referendum di tale natura sia concepibile giuridicamente (la Costituzione italiana non prevede che i trattati internazionali possano esser sottoposti a consultazione popolare), mentre un referendum solo consultivo sarebbe politicamente non vincolante, quale sarebbe il piano una volta usciti dall’euro?

    Perché un piano, bisogna ricordarlo, esiste da un po’, anche se sta ad ammuffire negli archivi del Senato. Per quanto strampalato, prevede in sostanza la creazione di una seconda moneta parallela - un euro B, che qualche volta nelle riunioni ristrette viene chiamato «euro del sud» - che vedrebbe l’Italia capeggiare, non si sa bene come, un plotoncino di paesi tra i quali la Grecia e la Spagna, della sponda meridionale europea. Il disegno di legge di iniziativa popolare fu presentato l’8 luglio 2015 da Vito Crimi in Senato, accompagnato da una raccolta di duecentomila firme, con la richiesta (bocciata) di procedura d’urgenza. La domenica precedente, il 5 luglio, la Grecia aveva respinto con un referendum il piano di aiuti anti-crisi dei creditori. Solo la Lega appoggiò quella richiesta del M5S, il testo prese poi la via ordinaria e finì presto impantanato tra la tante stramberie che affollano le nostre camere.

    Il quesito referendario immaginato dal ddl recita: «Ritenete voi che si debba adottare una nuova moneta nell’ordinamento nazionale in sostituzione dell’euro, rimanendo nell’Unione europea come Paese membro “con deroga” ai sensi dell’articolo 139 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea?». Ritenete che «a tale scopo si debba delegare il governo ad adottare le disposizioni e le misure necessarie per l’introduzione della nuova moneta nell’ordinamento nazionale, assumendo le iniziative necessarie per la determinazione del tasso di cambio al quale la nuova moneta subentrerà all’euro e la relativa data di decorrenza, e disponendo l’abrogazione delle norme incompatibili?». Sul sito di Beppe Grillo - senza nessun riferimento sul carattere del tutto ipotetico di questa iniziativa, e sulle sue difficoltà giuridico costituzionali - si scrisse, in modo assertivo: «Il referendum si terrà probabilmente in un periodo compreso tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016».

    Luigi Di Maio, a Ballarò di recente, ha aumentato la confusione dicendo che all’euro «dobbiamo preferire l’euro 2 o monete alternative». La strada delle monete alternative non è chiara; quella delle monete “complementari” meno che mai. A marzo il Corriere riferì, non smentito, che Di Maio - a 28 diplomatici dei paesi Ue nell’incontro organizzato nella residenza dell’ambasciatore olandese a Roma - disse nientemeno (suscitando sconcerto): «Proporrei due euro, due monete diverse: una per i paesi del nord e l’altra per il sud dell’Europa». Non è mai stato chiaro come si articolerebbe, Italia a parte, questo «euro del sud», con quali paesi, quali iniziative geopolitiche e diplomatiche, ma dopo la finanza creativa di Tremonti, si profila adesso, all’orizzonte della sfinita Italia, la moneta creativa.

  2. #2
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    Predefinito Re: Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    adesso rosicate pure piddini <cut>

    è INEVITABILE che qualcosa del genere accada

    e come al solito non sarete voi i promotori di questo futuro accadimento

    perché? perché i piddini sono politicamente <cut>
    Ultima modifica di Marximiliano; 28-06-16 alle 14:28

  3. #3
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    Predefinito Re: Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    Cosa che il m5s dice da sempre, i poveri piddini ormai quando attaccano il m5s gli fanno guadagnare voti.

  4. #4
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    Predefinito Re: Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    L'Euro del Sud sarebbe equivalente a ritornare alla Lira, si svaluterebbe di almeno il 25/30% rispetto all'Euro del Nord massacrando ulteriormente il potere d'acquisto degli italioti. L'Italia essendo un paese trasformatore compra e poi rivende quindi comprerebbe a prezzi più alti e per rimanere competitiva dovrebbe abbassare i costi di produzione, ovvero il costo del lavoro, abbassando così ulteriormente i salari.
    Un lavoratore che oggi fa fatica con 1.500€ che diverrebbero 1.500£ (equivalenti a 1.000/1.100€) vedrebbe diminuire ulteriormente il suo salario e quindi il suo potere d'acquisto in quanto un bene venduto sia in Germania che in Italia costerebbe la stessa cifra (sempre quella più alta): esempio una maglietta di marca da 80€ rimarrebbe a 80€ per i tedeschi mentre passerebbe a 100/110£ per noi con l'ulteriore aggravio della diminuizione del potere d'acquisto e dello stipendio dell'italiano.
    La storia è maestra di vita ma non ha allievi. (A. Gramsci)

  5. #5
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    Predefinito Re: Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    Citazione Originariamente Scritto da Mauam Visualizza Messaggio
    L'Euro del Sud sarebbe equivalente a ritornare alla Lira, si svaluterebbe di almeno il 25/30% rispetto all'Euro del Nord massacrando ulteriormente il potere d'acquisto degli italioti. L'Italia essendo un paese trasformatore compra e poi rivende quindi comprerebbe a prezzi più alti e per rimanere competitiva dovrebbe abbassare i costi di produzione, ovvero il costo del lavoro, abbassando così ulteriormente i salari.
    Un lavoratore che oggi fa fatica con 1.500€ che diverrebbero 1.500£ (equivalenti a 1.000/1.100€) vedrebbe diminuire ulteriormente il suo salario e quindi il suo potere d'acquisto in quanto un bene venduto sia in Germania che in Italia costerebbe la stessa cifra (sempre quella più alta): esempio una maglietta di marca da 80€ rimarrebbe a 80€ per i tedeschi mentre passerebbe a 100/110£ per noi con l'ulteriore aggravio della diminuizione del potere d'acquisto e dello stipendio dell'italiano.
    Peccato che la produzione industriale italiani ripartirebbe alla grande, ormai non siete più credibili tanto gli italian il potere d'acquisto non lo hanno più.

  6. #6
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    Predefinito Re: Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    Citazione Originariamente Scritto da Metabo Visualizza Messaggio
    Peccato che la produzione industriale italiani ripartirebbe alla grande, ormai non siete più credibili tanto gli italian il potere d'acquisto non lo hanno più.
    Ma quando e come? Non potresti competere con il costo di produzione dei paesi tipo Cina, Vietnam, Bangladesh ecc. ecc. se non portando lo stipendio a 100€ del sud (pardon 70€ del nord) mensili condannando alla fame la tua popolazione.
    Quello che facevamo noi negli anni 70/80 del secolo scorso era in via embrionale quello che i paesi emergenti fanno da quando è entrato in vigore il WTO.
    La colpa non è dell'Euro o della Pizza di fango è della globalizzazione al ribasso che sta uccidendo la classe media e renderà di nuovo schiavi tutti i lavoratori.
    Infine ricorda che i tassi dei BTP con l'Euro del sud non rimarrebbero all'1% come adesso ma tornerebbero come 20/30 anni fa al 14/15% con conseguente bancarotta dello stato italiano.
    La storia è maestra di vita ma non ha allievi. (A. Gramsci)

  7. #7
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    Predefinito Re: Piano M5S targato Di Maio: un Euro del sud

    Citazione Originariamente Scritto da Rotwang Visualizza Messaggio
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    A marzo del 2015 Alessandro Di Battista, uno dei membri del direttorio M5S, disse non solo che bisognava lasciare l’euro, ma l’Europa; usò parole forti, «bisogna lasciare il nazismo centrale nordeuropeo che produrrà sempre più schiavi a danno dei paesi del sud Europa». Oggi dice che «l’Europa è un’opportunità importantissima che è stata rovinata da burocrati e banche». Al netto della giravolta,
    il Movimento ha sempre giocato sull’ambiguità tra euro ed Europa, dicendo tutto e il contrario di tutto, ma proviamo a prendere per buona la posizione ufficiale di questo momento: no all’uscita dall’Europa, sì alla richiesta di un referendum sull’euro (Luigi Di Maio ha detto che voterebbe a favore dell’uscita dall’euro). Ammesso e non concesso che un referendum di tale natura sia concepibile giuridicamente (la Costituzione italiana non prevede che i trattati internazionali possano esser sottoposti a consultazione popolare), mentre un referendum solo consultivo sarebbe politicamente non vincolante, quale sarebbe il piano una volta usciti dall’euro?

    Perché un piano, bisogna ricordarlo, esiste da un po’, anche se sta ad ammuffire negli archivi del Senato. Per quanto strampalato, prevede in sostanza la creazione di una seconda moneta parallela - un euro B, che qualche volta nelle riunioni ristrette viene chiamato «euro del sud» - che vedrebbe l’Italia capeggiare, non si sa bene come, un plotoncino di paesi tra i quali la Grecia e la Spagna, della sponda meridionale europea. Il disegno di legge di iniziativa popolare fu presentato l’8 luglio 2015 da Vito Crimi in Senato, accompagnato da una raccolta di duecentomila firme, con la richiesta (bocciata) di procedura d’urgenza. La domenica precedente, il 5 luglio, la Grecia aveva respinto con un referendum il piano di aiuti anti-crisi dei creditori. Solo la Lega appoggiò quella richiesta del M5S, il testo prese poi la via ordinaria e finì presto impantanato tra la tante stramberie che affollano le nostre camere.

    Il quesito referendario immaginato dal ddl recita: «Ritenete voi che si debba adottare una nuova moneta nell’ordinamento nazionale in sostituzione dell’euro, rimanendo nell’Unione europea come Paese membro “con deroga” ai sensi dell’articolo 139 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea?». Ritenete che «a tale scopo si debba delegare il governo ad adottare le disposizioni e le misure necessarie per l’introduzione della nuova moneta nell’ordinamento nazionale, assumendo le iniziative necessarie per la determinazione del tasso di cambio al quale la nuova moneta subentrerà all’euro e la relativa data di decorrenza, e disponendo l’abrogazione delle norme incompatibili?». Sul sito di Beppe Grillo - senza nessun riferimento sul carattere del tutto ipotetico di questa iniziativa, e sulle sue difficoltà giuridico costituzionali - si scrisse, in modo assertivo: «Il referendum si terrà probabilmente in un periodo compreso tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016».

    Luigi Di Maio, a Ballarò di recente, ha aumentato la confusione dicendo che all’euro «dobbiamo preferire l’euro 2 o monete alternative». La strada delle monete alternative non è chiara; quella delle monete “complementari” meno che mai. A marzo il Corriere riferì, non smentito, che Di Maio - a 28 diplomatici dei paesi Ue nell’incontro organizzato nella residenza dell’ambasciatore olandese a Roma - disse nientemeno (suscitando sconcerto): «Proporrei due euro, due monete diverse: una per i paesi del nord e l’altra per il sud dell’Europa». Non è mai stato chiaro come si articolerebbe, Italia a parte, questo «euro del sud», con quali paesi, quali iniziative geopolitiche e diplomatiche, ma dopo la finanza creativa di Tremonti, si profila adesso, all’orizzonte della sfinita Italia, la moneta creativa.
    Senti troll cazzaro a pagamento del Pd che cazzo c'entra questo argomento qui?
    Il tuo padrone RenziE non ti ha spiegato come usare il forum?
    IL LEVIATHAN, OSSIA IL NUOVO NAZISMO SQUADRISTA ANTI-EUROPEO!!

 

 

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