non so se ho affrontato già il tema qui.
vorrei partire dall'analisi di gramsci secondo cui questo nostro Stato si fonda sull'alleanza tra ceti imprenditoriali del nord e grandi proprietari semi-feudali del sud.
si potrebbe aggiungere la correzione di zitara che vi aggiungeva una lobby cooperativa del centro italia (analisi che oggi ha riscontri pensando ai privilegi accordati dal premier e bella ministra ad alcune banche del centro italia).
io vi aggiungerei ai ceti su citati, tutta la ragnatela di boiardi di Stato, veri e propri vassalli e valvassori, che si infittisce arrivando a roma.
e parallelamente ad essa, la rete massonica e soprattutto para-massonica (rotary, lions): quest'ultima molto più forte, a mio parere, della folkloristica massoneria itagliana
e il potere vaticano ovviamente.

allora, uno dei metodi per spezzare il potere capitalistica in italia è proprio quello di andare a spezzare questa alleanza su cui si fonda l'italia stessa e che vede il ceto finanziario centro-settentrionale unirsi alla burocrazia(statale, "culturale", religiosa)
favorendo lo sviluppo economico del meridione in modo che si crei un ceto imprenditoriale (nel senso buono del termine, di colui che fa impresa, costruisce qualcosa di cui la gente ha bisogno e non campa di aiuti statali, sfruttamento o speculazione) dando così il doppio colpo alla burocrazia parassitaria che perderebbe il suo prestigio in una terra ad alta imprenditorialità e nel contempo bloccando le speculazioni della finanza del nord.
anche le popolazioni del nord, venendo a mancare il flusso di immigrati meridionali (con il carico di introiti da rendita dei residenti come affitti e spese nei negozi...) comincerebbero a mostrare malcontento verso un assetto di potere che, cambiati i partiti di riferimento, pare sempre immutabile.