Le mani dei Casalesi su appalti ed elezioni - Repubblica.it

CAMORRA
Le mani dei Casalesi
su appalti ed elezioni
Setola a Luigi Ferraro: "Digli a tuo fratello di non preoccuparsi perché tra due giorni gli facciamo un bel regalo". Nicola Schiavone alla fidanzata: "Te lo devi prendere tu il lavoro..."
di ROBERTO SAVIANO

Le mani dei Casalesi su appalti ed elezioni Nicola Ferraro

"Digli a tuo fratello di non preoccuparsi perché tra due giorni gli facciamo un bel regalo". È la frase che il killer del clan dei Casalesi Giuseppe Setola dice a Luigi Ferraro fratello di Nicola Ferraro dirigente dell'Udeur e all'epoca dei fatti, presidente della Commissione permanente della Regione Campania, l'organismo che controlla la trasparenza degli affari istituzionali regionali.


Il regalo a cui fa riferimento Setola è tappare la bocca a un imprenditore che sta raccontando tutti i rapporti tra camorra e politica, tutti gli affari. Tappargliela per sempre. Ammazzarlo. E così la camorra fa il regalo a Nicola Ferraro uccidendo con 18 colpi Michele Orsi, 17 al corpo l'ultimo in faccia. Lo ammazzano nel giugno del 2008 impedendo così che Orsi imprenditore che la camorra aveva reso potente potesse - come aveva iniziato a fare - raccontare come funziona la politica italiana, come funzionano gli appalti, come la banche decidano di dare credito in base alle volontà dei loro maggiori clienti: i boss. Come i voti siano soltanto pacchi da spostare su un nome piuttosto che un altro e prescindano da qualsiasi programma politico.

Eppure di questa inchiesta della Dda di Napoli realizzata da Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio coordinati dal Pm Cafiero De Raho e le cui indagini per anni sono state fatte dai Ros di Napoli non se n'è parlato. I media l'hanno ignorata. Un cenno al telegiornale come soliti ed ennesimi arresti di criminali. Mentre invece queste indagini sono la dimostrazione oggettiva che la democrazia italiana sia completamente avvelenata dai capitali criminali che migliaia di persone per garantirsi uno stipendio vendono il proprio voto a ras politici che si spostano da una parte o dall'altra a seconda di quanta disponibilità agli affari abbia lo schieramento politico di turno. Una inchiesta che mostra i meccanismi, le logiche, i poteri veri. Attraverso la gestione delle provincie i clan arrivano a mettere le mani su bottini milionari e a governare l'intero paese.

La Campania fu regione fondamentale assieme alla Calabria sia alle elezioni che videro vincere il centrosinistra sia alle ultime che hanno visto l'egemonia del centrodestra. Di chi furono i voti fondamentali? Chi li ha dati? Dov'è caduto il governo di centrosinistra? A Caserta. Il sottosegretario allo sviluppo che secondo le accuse della Dda di Napoli è un uomo del clan dei casalesi Nicola Cosentino è casertano. Attraverso la ferita di questa provincia passano gli affari più grossi e marci che se si percorrono sino infondo portano direttamente a Roma, a Milano, ai grandi affari nazionali e europei. Questa inchiesta è una delle più sconvolgenti dimostrazioni di come la camorra comanda su impresa e politica riuscendo letteralmente a determinare equilibri elettorali e gestione dei posti di lavoro. Il meccanismo è rodato e immutabile.

Il clan gestisce gli appalti attraverso la potenza economica delle proprie imprese e coordinandosi con politici. che loro stessi creano. L'assegnazione degli appalti in gran parte della Campania viene decisa dal clan a tavolino con un meccanismo che si chiama "rotazione". Ossia assicurata alle varie imprese compiacenti, per cui di volta in volta si sceglie chi vincerà. Un meccanismo che non permette il monopolio: una azienda che vuole vincere gli appalti può farlo se decide di entrare in rotazione, paga una serie di quote al clan, assume persone, sceglie materiali del clan e a qual punto può partecupare alla rotazione, entra nel sistema. Il clan con la complicità dei pubblici funzionari si fa indicare le imprese che hanno "preso visione"del bando: se ci sono imprese non del sistema, vengono avvicinate e allontanate.

L'Udeur di Clemente Mastella è lo strumento non solo attraverso cui le organizzazioni criminali cercano di entrare direttamente nella disputa politica ma l'interfaccia attraverso cui poter incontrare anche politici Nicola Ferraro infatti tratta anche con esponenti del Pd come racconta il pentito Di Caterino:
"Nicola Ferraro, infatti, era molto legato al sindaco di Villa Literno, Enrico Fabozzi (ora consigliere regionale Pd) e quindi era in grado, per quanto a nostra conoscenza, di incidere nella aggiudicazione di questo appalto del valore di circa un milione di euro. La trattativa ha visto, poi, successivi incontri nei quali Luigi Ferraro ha dato la disponibilità per far vincere questo appalto alla persona da noi indicata. Ci ha detto, quindi, di recapitargli la busta con l'indicazione del nominativo della ditta rassicurandoci che non ci sarebbero stati problemi. Ho saputo, successivamente, che effettivamente l'appalto era stato aggiudicato alla persona da noi indicata e che i lavori poi sono stati effettivamente svolti".

Le intercettazioni di questa inchiesta che - se passasse la legge bavaglio questo giornale non potrebbe mostrarvele - sono davvero esplicative più di qualsiasi analisi o descrizione. Questa di seguito è l'intercettazione avvenuta nella Mercedes di Nicola Schiavone cugino dell'omonimo Nicola Schiavone figlio di Sandokan, parla con la sua fidanzata Raffaella.

NICOLA = no lunedì devo andare su un Comune là?
RAFFAELA = eh...
NICOLA = perché... dovremmo incominciare a lavorare noi, dovrei lavorare io... tutto sta a conoscere questo Sindaco qua, e vedere un po' come funziona no? poi quando ci sta qualche cosa... dato che ci sta uno di Casale, che ha l'amicizia con il Sindaco, questo di Casale dice, è un politico no? dice qua, questo ehhh ti presento a mio nipote, questo e quello là che deve lavorare, dato che è la stessa corrente politica inc.. questo di Casale è assai più forte del Sindaco, hai capito? Allora è grosso capito? Nicola, Nicola Ferraro. Come non sta nella politica, alla faccia del cazzo..... insieme a Mastella... sta

La fidanzata non capisce chi è questo politico che presenta Schiavone ai sindaci dei paesi e gli fa vincere gli appalti e allora Schiavone gli cita il soprannome Focone, ogni persona in provincia è nota per il soprannome non per il nome.

La camorra sa benissimo su chi puntare. E quindi sceglie tra i politici quelli più scaltri, ambiziosi, furbi, capaci di saper intrattenere relazioni e di voler crescere. Di Lugi Ferraro, Nicola ha una pessima considerazione lo considera un animale incapace. Ma poi continua. Qui li giovane figlio del boss spiega esattamente il modo di costruire un politico

NICOLA = bravissima, mo' cosa succede, succede che quando tu diventi Sindaco no? la politica è come una carriera... giusto? tu incominci a candidarti come consigliere, poi ti candidi come Sindaco, poi ti candidi alla provincia, poi ti candidi alla Regione e poi ti candidi al Governo, o no... è una scaletta...
RAFFAELA = è una scala dai...
NICOLA = mo' il Sindaco... il Sindaco ha, sta nello stesso partito di Focone, mo' Focone sta candidato alla Regione, ha vinto, hai capito o no?
NICOLA = eh, che lavorano per lui, perché Nicola Focone ha l'immondizia a tutte le parti, il camion che viene a prendere l'immondizia a Casapesenna..
RAFFAELA = tutti di Focone sono...
NICOLA = sono tutti di Focone vengono tutti da Casale
RAFFAELA = inc..
NICOLA = sempre... ma non li ha solo qua, lo ha presente a 30-40 comuni...

Tutte le gare sono corrette formalmente ma gli appaltatori sanno già quanto devono offrire per vincere. Tutte le imprese hanno il certificato antimafia, tutto formalmente in regola. Tutto gestito dai clan. Le elezioni del 2003, 2004 e 2005 in terra di camorra sono state gestite dal clan Schiavone ed anzi direttamente da Nicola Schiavone il figlio di Sandokan. L'inchiesta dimostra questo. Il fallimento della democrazia in territorio campano. Il personaggio chiave di tutto continua ad essere Nicola Ferraro tratto in arresto dai carabinieri ieri.
La campagna elettorale di una parte del centrosinistra (e poi del centrodestra alle ultime elezioni) la gestisce direttamente la camorra. Essere un politico del clan ha i suoi vantaggi e Nicola Schiavone lo spiega sempre mentre non sa di essere intercettato.

NICOLA = Focone(Nicola Ferraro) può mai essere che se ci può fare un piacere non ce lo fa a noi?!...
RAFFAELA = eh... certo...
NICOLA = il fratello si è sposato la cugina di mio padre, gli siamo compagni, lo facciamo venire a casa, sa che lo votiamo, sa che gli facciamo gli altri voti...
RAFFAELA = inc..
NICOLA =per la faccia di Sandokan, la che.... Sandokan lo ha fatto arricchire...

Quando il clan riesce a far vincere Ferraro si incontrano a festeggiare. Tutti i camorristi si confrontano, ognuno aveva il suo candidato, ma ha vinto quello della famiglia Schiavone. Il giorno precedente alla citata festa elettorale, Nicola Schiavone commentava con la propria fidanzata l'organizzazione approntata per omaggiare il candidato e gli esatti motivi per i quali il convivio era stato organizzato col consenso della famiglia del capo clan Sandokan. I ros pedinano Nicola Ferraro e scoprono che si incontra con il clan Schiavone. Notano persino che il clan quando lui arriva a Casal di Principe gli fornisce dei guardiaspalle.

Tutto passa per i casalesi. Anche l'ospedale. Decidere gli infermieri, i medici, i macchinari, la mensa. Tutto passa per le loro decisioni. E la borghesia cittadina casertana che da anni finge di non avere a che fare con i casalesi si rivolge a loro. Il 7 febbraio 2006, alle ore 18.56, veniva registrata una telefonata tra Ferraro e Federico Simoncelli, ex assessore all'ambiente della Regione Campania: Simoncelli chiedeva a Ferraro di potersi interessare per dare seguito ad una richiesta dell'avvocato Franco Schiavo, di Caserta, il quale aveva un'esigenza connessa al futuro professionale del proprio figlio medico. Tale soggetto - a dire del Simoncelli - aveva una raccomandazione personale dell'onorevole Mastella.

L'avvocato Schiavo aveva un figlio medico, provvisoriamente assunto presso l'Azienda Ospedaliera San Sebastiano di Caserta, quale dirigente del reparto di Urologia. Nel mese di marzo 2006 il contratto di lavoro sarebbe scaduto e l'avvocato Schiavo chiedeva a Ferraro di interessarsi affinché il proprio congiunto fosse assunto a tempo indeterminato tramite il già preannunciato e non ancora determinato concorso pubblico. Ferraro se ne occupa, chiama il direttore dell'ospedale di Caserta e come se fosse un suo dipendente gli impone il nome di Maurizio Schiavo come urologo dell'ospedale di Caserta. La camorra decide anche le carriere sanitarie. Ferraro alza ancora il tiro e non teme ostilità da Annunziata il direttore dell'ospedale di Caserta che gli aveva detto di essere stato contattato da diversi soggetti, alcuni dei quali definiti testualmente: "massoni.. delinquenti.. mascalzoni.. cornuti e ricchioni". Ferraro e quindi i casalesi vogliono gestire direttamente l'Azienda Ospedaliera di Caserta. Tenta di imporre alla direzione sanitaria un altro medico di propria fiducia: Carmine Iovine già direttore medico di presidio dal 2003 è il cugino del boss latitante Antonio Iovine e fratello di Riccardo Iovine arrestato per aver dato ospitalità al killer in latitanza Giuseppe Setola.

Ferraro contattava il Direttore Generale Annunziata per concordare un appuntamento e promuovere la candidatura del cugino del boss. Annunziata assicurava la propria collaborazione e sottolineava la propria volontà a non contrastare l'orientamento dei vertici del partito. Ma arrivano i guai, sta per nascere il conflitto tra la moglie di Mastella e Annunziata che porterà alla caduta del governo di centrosinistra. Carmine Iovine non viene più messo al suo posto, resterà a lungo capo del personale. Troppa luce nazionale, troppa attenzione. E quindi si ferma il progetto.

Ma la domanda che viene da tutto questo è: com'è possibile che tutto questo lasci indifferente un paese? Com'è possibile davvero che si blateri che raccontare queste storie sia un modo per diffamare il territorio? Quando gli affari, la corruzione estrema ha ormai eliminato la possibilità di sviluppare una politica sana. Una impresa libera dai clan. Quando non sembra esserci altra alternativa che o corrompersi o emigrare. Non sembra altra soluzione che pensare alla possibilità che le istituzioni politiche campane siano tutte commissariate, dalla provincia alla regione sino a quando non riusciranno a garantire un minimo sufficiente di legalità. I casalesi hanno un'espressione per giustificare la loro ossessione di comandare "il mondo è di chi se lo merita" sarebbe bellissimo se il merito smettesse di essere questa dannata capacità di corruzione e violenza. E merito potrebbe essere interrompere questi meccanismi. Ma per interromperli bisogna conoscerli e continuare a raccontarli e contrastarli rompendo questa gigantesca omertà che si declina tra chi ha paura di raccontare e chi non vuol sapere. Solo così rimane accesa una speranza di cambiamento.

(13 luglio 2010)