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Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito 18 motivi per votare no al referendum Costituzionale pro regime

    . I risparmi del nuovo Senato dimagrito e non più retribuito sono irrisori (una quarantina di milioni all’anno, senza contare i rimborsi spese per sindaci e consiglieri regionali provenienti da ogni parte d’Italia). Comunque non giustificano minimamente la riscrittura di 47 articoli su 139 della Carta. Per risparmiare la stessa cifra, sarebbe bastato decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori… 2. Il nuovo Parlamento sarà formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini, ma nominati dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capilista bloccati; e tutti i senatori scelti dai Consigli regionali e dal capo dello Stato).
    3. Alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Anche se rappresenta il 25% dei votanti, si accaparra il 54% dei seggi. Premio non di maggioranza, ma di minoranza…
    4. Alla Camera ogni capolista bloccato potrà candidarsi in 10 circoscrizioni come specchietto per le allodole, ben sapendo che verrà eletto automaticamente in tutte e 10 senza prendere un voto… Poi sceglierà una circoscrizione per sé e ingannerà gli elettori delle altre 9, dove al suo posto uscirà il candidato più votato della lista. Così sarà lui, col gioco delle rinunce, a decidere chi far eleggere e chi sacrificare, a seconda del livello di fedeltà al capo partito.
    5. Il premier avrà uno strapotere incontrastato e incontrastabile: come “capo” del primo partito, sarà di fatto eletto dal popolo (all’insaputa del popolo). E diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai. E cambiare la Costituzione a suo piacimento ogni volta che vorrà. Un premierato assoluto…
    6. Nel nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente…
    l nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente… 7. La “riforma” regala l’immunità parlamentare a 100 fra sindaci (21), consiglieri regionali (74) e rappresentanti del Quirinale (5) che, non essendo stati eletti per fare i senatori o non essendo proprio stati eletti tout court, non hanno diritto a un simile privilegio… Il che fa prevedere che si candideranno a Palazzo Madama i primi cittadini e i consiglieri con la coscienza sporca oppure già inquisiti che rischiano arresti, intercettazioni e perquisizioni e aspirano allo scudo per mettersi al riparo.
    8. Mentre nasce il cosiddetto “Senato delle Autonomie e dei Territori”, le autonomie territoriali scompaiono. Nel rapporto Stato-Regioni si prevede la “clausola di supremazia” dello Stato centrale, attivabile dal governo onnipotente… Si ripristina il famigerato “interesse nazionale” che, prima della riforma del 2001, veniva usato discrezionalmente da Roma per vampirizzare le autonomie. Le Regioni ordinarie conteranno molto meno, mentre le 5 a statuto speciale (spesso folli centri di spesa e spreco) saranno più forti di prima.
    9. Avremo Regioni piccole e poco popolose con più senatori rispetto ad altre molto più grandi. Il Trentino Alto Adige avrà due sindaci-senatori contro uno solo della Lombardia, dieci volte più popolosa. Con tanti saluti ai principi costituzionali di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità del voto.
    10. La “riforma” non abolisce il bicameralismo: continueremo ad avere una Camera e un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale… Sono ben 22 le categorie di norme che restano bicamerali, con procedure di approvazione diverse a seconda della materia che trattano. E con i prevedibili ricorsi, conflitti e dubbi interpretativi, visto che moltissime leggi riguardano più materie differenti fra loro…
    11. Non si accorciano i tempi, in media molto brevi, dell’iter legislativo, che al contrario si complica e allunga.
    12. I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto 2 (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura 10.
    13. I senatori part-time dividono il loro lavoro settimanale tra alcuni giorni dedicati alle funzioni legislative e altri riservati agli impegni nei rispettivi Comuni o Regioni. Così svolgeranno male entrambi i compiti.
    14. Il Senato diventa un albergo a ore con porte girevoli, in cui entrano ed escono sindaci e consiglieri eletti e scaduti in tempi diversi… Alla faccia della “stabilità”.
    15. Il Senato, sedicente rappresentante delle autonomie regionali, è escluso da gran parte delle deliberazioni in materia regionale.
    16. Il presidente della Repubblica sarà quasi sempre eletto dalla settima votazione in poi, quando il quorum iniziale si abbassa. E lì saranno sufficienti i 3/5 dei partecipanti al voto. Cioè: anche soltanto 220 elettori su 366 (quorum minimo). E così il rappresentante dell’unità nazionale potrà essere eletto con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento!
    17. Oggi per presentare una legge di iniziativa popolare bastano 50 mila firme; in futuro ne occorreranno 150 mila (il triplo). Idem per i referendum abrogativi: in cambio di un modesto abbassamento del quorum (dal 50% più uno degli aventi diritto alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni per la Camera), le firme da raccogliere salgono da 500 mila a 800 mila.
    18. Matteo Renzi ha annunciato: “Se vince il No, vado a casa”. E Maria Elena Boschi a ruota: “Anch’io, se vince il No, lascio la politica”. Quasi quasi…

  2. #2
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    Predefinito Re: 18 motivi per votare no al referendum Costituzionale pro regime

    Approvo tutt i punt-

  3. #3
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    Predefinito Re: 18 motivi per votare no al referendum Costituzionale pro regime

    nn sono per l'abolizione delle provincie , Cosa ne sa FIRENZE del mio paesino di montagna?

  4. #4
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    Predefinito Re: 18 motivi per votare no al referendum Costituzionale pro regime

    3 - saranno gli elettori che assegneranno il premio di maggioranza... il premio di maggioranza verrà assegnato automaticamente solo se la lista vincente sorpasserà il 40%
    4 - ti sei mai domandato perchè berlusconi era presente in tutte le liste in tutte le votazioni come capolista? perchè si fa gia... il che vuol dire che anche se voti no il punto 4 non cambia perchè è la legge vigente che permette gia la cosa
    6 - il presidente della repubblica sara eleggibile solo con il 60% dei voti... per cui chi vince non puo eleggere da solo il PDR...

    sai una cosa ne ho guardati solo 3 di punti... ma se iniziamo così mi verrebbe da pensare che a guardarli tutti questi 18 punti ci sarebbe da puntualizzare su ognuno di essi...
    Matsudaira Izu no Kami disse al Maestro Mizuno Kenmotsu: "Voi siete un uomo di grande valore, peccato siate così basso".

    Kenmotsu gli rispose: "E' vero. A volte in questo mondo non tutto va come si desidera. Ora, se io vi tagliassi la testa e l'attaccassi sotto i miei piedi, sarei più alto. Ma è qualcosa che non si potrebbe fare".

  5. #5
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    Predefinito Re: 18 motivi per votare no al referendum Costituzionale pro regime

    Citazione Originariamente Scritto da LA SINISTRA MI HA DELUSO Visualizza Messaggio
    . I risparmi del nuovo Senato dimagrito e non più retribuito sono irrisori (una quarantina di milioni all’anno, senza contare i rimborsi spese per sindaci e consiglieri regionali provenienti da ogni parte d’Italia). Comunque non giustificano minimamente la riscrittura di 47 articoli su 139 della Carta. Per risparmiare la stessa cifra, sarebbe bastato decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori… 2. Il nuovo Parlamento sarà formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini, ma nominati dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capilista bloccati; e tutti i senatori scelti dai Consigli regionali e dal capo dello Stato).
    3. Alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Anche se rappresenta il 25% dei votanti, si accaparra il 54% dei seggi. Premio non di maggioranza, ma di minoranza…
    4. Alla Camera ogni capolista bloccato potrà candidarsi in 10 circoscrizioni come specchietto per le allodole, ben sapendo che verrà eletto automaticamente in tutte e 10 senza prendere un voto… Poi sceglierà una circoscrizione per sé e ingannerà gli elettori delle altre 9, dove al suo posto uscirà il candidato più votato della lista. Così sarà lui, col gioco delle rinunce, a decidere chi far eleggere e chi sacrificare, a seconda del livello di fedeltà al capo partito.
    5. Il premier avrà uno strapotere incontrastato e incontrastabile: come “capo” del primo partito, sarà di fatto eletto dal popolo (all’insaputa del popolo). E diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai. E cambiare la Costituzione a suo piacimento ogni volta che vorrà. Un premierato assoluto…
    6. Nel nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente…
    l nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente… 7. La “riforma” regala l’immunità parlamentare a 100 fra sindaci (21), consiglieri regionali (74) e rappresentanti del Quirinale (5) che, non essendo stati eletti per fare i senatori o non essendo proprio stati eletti tout court, non hanno diritto a un simile privilegio… Il che fa prevedere che si candideranno a Palazzo Madama i primi cittadini e i consiglieri con la coscienza sporca oppure già inquisiti che rischiano arresti, intercettazioni e perquisizioni e aspirano allo scudo per mettersi al riparo.
    8. Mentre nasce il cosiddetto “Senato delle Autonomie e dei Territori”, le autonomie territoriali scompaiono. Nel rapporto Stato-Regioni si prevede la “clausola di supremazia” dello Stato centrale, attivabile dal governo onnipotente… Si ripristina il famigerato “interesse nazionale” che, prima della riforma del 2001, veniva usato discrezionalmente da Roma per vampirizzare le autonomie. Le Regioni ordinarie conteranno molto meno, mentre le 5 a statuto speciale (spesso folli centri di spesa e spreco) saranno più forti di prima.
    9. Avremo Regioni piccole e poco popolose con più senatori rispetto ad altre molto più grandi. Il Trentino Alto Adige avrà due sindaci-senatori contro uno solo della Lombardia, dieci volte più popolosa. Con tanti saluti ai principi costituzionali di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità del voto.
    10. La “riforma” non abolisce il bicameralismo: continueremo ad avere una Camera e un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale… Sono ben 22 le categorie di norme che restano bicamerali, con procedure di approvazione diverse a seconda della materia che trattano. E con i prevedibili ricorsi, conflitti e dubbi interpretativi, visto che moltissime leggi riguardano più materie differenti fra loro…
    11. Non si accorciano i tempi, in media molto brevi, dell’iter legislativo, che al contrario si complica e allunga.
    12. I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto 2 (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura 10.
    13. I senatori part-time dividono il loro lavoro settimanale tra alcuni giorni dedicati alle funzioni legislative e altri riservati agli impegni nei rispettivi Comuni o Regioni. Così svolgeranno male entrambi i compiti.
    14. Il Senato diventa un albergo a ore con porte girevoli, in cui entrano ed escono sindaci e consiglieri eletti e scaduti in tempi diversi… Alla faccia della “stabilità”.
    15. Il Senato, sedicente rappresentante delle autonomie regionali, è escluso da gran parte delle deliberazioni in materia regionale.
    16. Il presidente della Repubblica sarà quasi sempre eletto dalla settima votazione in poi, quando il quorum iniziale si abbassa. E lì saranno sufficienti i 3/5 dei partecipanti al voto. Cioè: anche soltanto 220 elettori su 366 (quorum minimo). E così il rappresentante dell’unità nazionale potrà essere eletto con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento!
    17. Oggi per presentare una legge di iniziativa popolare bastano 50 mila firme; in futuro ne occorreranno 150 mila (il triplo). Idem per i referendum abrogativi: in cambio di un modesto abbassamento del quorum (dal 50% più uno degli aventi diritto alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni per la Camera), le firme da raccogliere salgono da 500 mila a 800 mila.
    18. Matteo Renzi ha annunciato: “Se vince il No, vado a casa”. E Maria Elena Boschi a ruota: “Anch’io, se vince il No, lascio la politica”. Quasi quasi…
    1) i fantasmagorici tagli alla politica promessi dai 5stelle e grazie ai quali riescono a prendere un buon 12-13% dell'elettorato (con solo questa promessa) sarebbero e sono sempre stati assolutamente irrisori e totalmente irrilevanti per l'economia italiana (e probabilmente, non abolendo il senato l'eventualmente diminuzione dei costi della politica sarebbe inferiore a quella del referendum
    2) tutti i parlamentari sono eletti dai cittadini, sia in forma diretta per la camera che in forma indiretta per il Senato
    3) c'è il secondo turno apposta ma la legge elettorale non fa parte del referendum (prima o poi qualcuno lo capirà)
    4) i capilista e le preferenze sono state modifiche rischieste a gran voce da chi adesso le critica (vedi sopra)
    5) i poteri del capo del governo rimangono gli stessi e l'elezione del capo dello stato subisce pochissimi cambiamenti
    6) il potere delle varie opposizioni rimarrà lo stesso e l'efficiacia di una buona opposizione non dipende dal governo
    7) assolutamente no, non potranno utilizzare questo potere
    8) la decentralizzazione del potere ha solo portati a squilibri nelle varie amministrazioni ed è il difetto politico più grande riscontrabile fin'ora nelle regioni (oltre a quello della non-regolamentazione dei rimborsi)
    9) assolutamento no, Trento avrà 2 senatori, Bolzano 2 e la Lombardia 14
    10) il mantenimento del bicameralismo è fondamentale perchè altrimenti sarebbe da riscrivere l'intera costituzione, passiamo da un bicameralismo perfetto ad uno imperfetto, andando a ricreare gli equilibri politici di quasi tutte le repubbliche parlamentari che esistono al mondo
    11) i tempi non saranno accorciati, ma semplicemente verranno messi dei limiti massimi di tempo, che adesso non esistono
    12) assolutamente no
    13) questo non dipende dalla riforma, ma dalle persone, dai cittadini eletti.
    14) assolutamente no
    15) è vero il contrario invece
    16) più o meno come è sempre avvenuto
    17) più firme significa quorum più basso, meno firma significa quorum più alto, nulla di strano, anzi qualcosa che gli italiani chiedono da sempre
    18) non credo che lascierà e Mattarella comunque non scioglierà le camere

    ---
    scritto da elettore di centro-destra (visto che altrimenti i grillini pensano che sono tutti del PD)
    voterò SI e di Renzi me ne frega assolutamente zero, voto per l'Italia, non certo per lui

  6. #6
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    Predefinito Re: 18 motivi per votare no al referendum Costituzionale pro regime

    Purtroppo anche l'italicum servirà a preservare gli interessi di alcune categorie a scapito di altre.
    Perchè l'idea di dare più potere decisionale al Premier e al partito che vince le elezioni è giusta nei termini. vista la confusione di potere oggi presente, ma in italia questa cosa puzza purtroppo.

    Chi vincerà userà il potere per tagliare le unghie ai ladroni di stato, l'userà per dare più sicurezza e ordine al sistema?

    No non credo.

    E poi con l'europa che incombe e decide su tutto che potere avrà se non da fare lo zerbino a Bruxelles a sua volta schiavo della finanza internazionale?

    Ma va la , va!
    DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO

    L'Italia è una razza, una storia, un orgoglio, una passione, l'Italia è una grandezza del passato.

 

 

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