Nuova scissione in Scelta Civica, gli ex montiani pronti al matrimonio con Verdini
Il segretario e viceministro Enrico Zanetti lascia il gruppo di Sc a Montecitorio portandosi dietro simbolo e nome. Pronto a fondare un polo liberale insieme ad Ala
di ALBERTO D'ARGENIO
14 luglio 2016
Enrico Zanetti ROMA - Prosegue l'epopea politica di Scelta Civica, nel nome di litigi e scissioni. E questa volta anche di Denis Verdini. Il partito fondato e abbandonato dall'ex premier Mario Monti, vive un'altro passaggio traumatico. Il suo segretario, il viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, ha lasciato il gruppo a Montecitorio insieme a tre fedelissimi, Mariano Rabino, Giulio Cesare Sottanelli e Angelo Antonio D'agostino, per approdare al Misto. Ma per poco, visto che Zanetti si è portato dietro simbolo e nome del partito civico e si appresta a fondare un nuovo gruppo: Scelta Civica - Cittadini per l'Italia. Un passo per traghettare il partito (che alle politiche prese il 10% ma che poi ha perso pezzi) verso la meta indicata da Zanetti: trasformarlo nella sezione italiana dell'Alde, i liberali Ue, terza forza politica all'Europarlamento di Strasburgo. A breve Zanetti dovrebbe annunciare la nascita della nuova formazione alla Camera, alla quale però aderiranno anche Denis Verdini e i suoi compagna di Ala. Che naturalmente resterà saldamente all'interno della maggioranza che sostiene il governo di Matteo Renzi.
Proprio l'inclusione dell'ex ras berlusconiano nel progetto politico lanciato da Zanetti ha provocato la frattura interna al partito. Zanetti e i suoi hanno infatti deciso di uscire dal gruppo dopo il voto dell'assemblea dei deputati che ha eletto un direttivo contrario alla linea dell'intesa con Ala. Il segretario accusa i parlamentari che si oppogono alla sua linea politica di trasformazione di Sc nel polo liberale italiano di abusivismo: in pratica colleghi che hanno lasciato il partito ma non il gruppo o che da tempo non pagano la loro quota e ciononostante provano a dettar legge. I suoi oppositori invece stigmatizzano l'intesa con Verdini, personaggio politico certo agli antipodi del fondatore, Mario Monti. Ora Zanetti conta già su una quindicina di deputati, tra fedelissimi civici, verdiniani e parlamentari provenienti da altri gruppi, pronti a formare la nuova compagine a Montecitorio e scommette di allargare la squadra in tempi brevi.
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