Ottobuono dei Terzi (Morto a Rubiera 1409)
Signore di Parma (1402/1403)
Ottobuono dei Terzi (Morto a Rubiera 1409)
Signore di Parma (1402/1403)
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Insomma, bando alle ciancie e vediamo come si comincia.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Dal libro Storia di Italia e di Lombardia di Alterno Montanelli, Edizioni Mondadori Alterna 1970
Ed ecco che la Vipera aveva in suo potere Firenze, sbaragliata la sua lega e presa Bologna, convinto il Re di Francia e gli Estensi alla pace con Milano. I Gonzaga tentennavano, anche perche' Gian Galeazzo aveva astutamente fatto penzolare loro davanti l'esca di una condotta a peso d'oro per il Capitano del Popolo Francesco, che ambiva a diventare marchese di Mantova dopo che la caduta di Venceslao aveva reso nulla la sua investitura di qualche anno prima.
Quando si sparse la notizia della morte del Duca di Milano a Melegnano per la peste, tutti i nemici dei Visconti e anche qualcuno dei loro servitori ed amici esultarono, cercando di agguantare pezzi del territorio, somme dal tesoro di Milano o di Pavia, prendendo posizione per questo o quello dei membri della famiglia.
Facino Cane e Ottobuono dei Terzi corsero entrambi a Milano per agguantare la reggenza del Ducato, visto che gli eredi erano tutti minorenni.
A Verona Guglielmo della Scala si impadronisce del potere, con il sostegno dei Carraresi, in contrasto con il fratello Brunoro che preferirebbe riavvicinarsi ai Visconti, vista anche la mancanza di notizie.
Infine, dopo un mese, la sorpresa amara per tutti coloro che erano insorti (Pusterla, Rossi, Landi) e che minacciavano i confini dei Visconti, come Conte da Carrara che marciava attorno a Bologna per conto di Bonifacio IX. Da Mantova, dove si era rifugiato per riprendersi dalle febbre temendo di essere avvelenato, stanco e fresco di guarigione, ma determinato e vendicarsi, riemerse Gian Galeazzo alla testa di un esercito.
La Vipera era viva e pronta a mordere.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Dal libro Storia di Italia e di Lombardia di Alterno Montanelli, Edizioni Mondadori Alterna 1970
Ed ecco che la Vipera aveva in suo potere Firenze, sbaragliata la sua lega e presa Bologna, convinto il Re di Francia e gli Estensi alla pace con Milano.
I Gonzaga tentennavano, anche perche' Gian Galeazzo aveva astutamente fatto penzolare loro davanti l'esca di una condotta a peso d'oro per il Capitano del Popolo Francesco, che ambiva a diventare marchese di Mantova dopo che la caduta di Venceslao aveva reso nulla la sua investitura di qualche anno prima.
Quando si sparse la notizia della morte del Duca di Milano a Melegnano per la peste, tutti i nemici dei Visconti e anche qualcuno dei loro servitori ed amici esultarono, cercando di agguantare pezzi del territorio, somme dal tesoro di Milano o di Pavia, prendendo posizione per questo o quello dei membri della famiglia.
Facino Cane e Ottobuono dei Terzi corsero entrambi a Milano per agguantare la reggenza del Ducato, visto che gli eredi erano tutti minorenni.
A Verona Guglielmo della Scala si impadronisce del potere, con il sostegno dei Carraresi, in contrasto con il fratello Brunoro che preferirebbe riavvicinarsi ai Visconti, vista anche la mancanza di notizie.
Infine, dopo un mese, la sorpresa amara per tutti coloro che erano insorti (Pusterla, Rossi, Landi) e che minacciavano i confini dei Visconti, come Conte da Carrara che marciava attorno a Bologna per conto di Bonifacio IX.
Bonifacio IX Papa di Roma
Benedetto XIII Papa Avignonese, riconosciuto come legittimo da Gian Galeazzo dal 1403 al 1406
Per circa un mese nessuno seppe dire dove fosse il cadavere di Gian Galeazzo, nessuno dei famigli del castello, nemmeno dopo essere stati percossi e torturati dagli uomini di Facino Cane, che aveva assunto la reggenza di Milano mentre Terzi quella di Parma e Modena, fece rivelazioni. Anzi pareva che Gian Galeazzo non fosse mai arrivato a Melegnano.
Uno dei castelli Viscontei ) - Melegnano forse aveva un aspetto similare ai tempi di Gian Galeazzo
Da Mantova, ai confini della quale si era rifugiato per riprendersi dalle febbre e dopo aver scoperto l'ennesimo tentativo di assassinio nei suoi confronti e ancora temendo di essere avvelenato, stanco ma fresco di guarigione, furibodo e determinato e vendicarsi, riemerse Gian Galeazzo alla testa di un esercito.
Al suo fianco stavano gli Aliprandi e il suo figliolo naturale Gabriele Maria, oltre che i Da Barbiano, padre e figlio.
Alberico Da Barbiano, Gran Capitano di Milano dal 1402 al 1405
La Vipera era viva e pronta a mordere.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Gian Galeazzo mosse fulmineo su Milano, disperdendo tutti i suoi avversari lungo la strada. In Veneto i fautori dei Visconti riprendono il controllo della situazione, mentre Francesco Novello si chiude in Padova, abbandonando al loro destino gli insorti a Treviso, Vicenza, Verona. Il signore di Verona Guglielmo reagisce con crudelta', mentre i nobili della regione insorgono uno dopo l'altro, abbandonando gli Scaligeri indeboliti e ormai privi del sostegno anche di Venezia, dove gli amici di Gian Galeazzo nel Maggior Consiglio esultano, spingendo la Repubblica a lasciare la regione tutelando i loro interessi nella zona mantenendo buoni rapporti con i Visconti e con i loro avversari.
Brunoro fugge da Verona e trova ricovero nel vescovato di Trento, presso il Santuario di San Remedio, dove la famiglia scaligera aveva uno dei suoi piu' antichi rifugi.
Da Trento Brunoro fa sapere a Gian Galeazzo di essere disposto a sostenerlo, vantando anche i suoi legami con i Sanbonifacio e i nobili della regione trevisana e bellunese, dove i governatori viscontei sembravano i grave affanno.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Il Duca di Milano rientra nella sua citta tre mesi dopo la notizia della sua morte, rivelatasi falsa.
Nel frattempo aveva ripreso il pieno controllo di Brescia, Bergamo, Cremona, Crema, Parma, Piacenza, Treviso, Vicenza e messa sotto assedio Verona ribelle.
Una serie di spietate condanne a morte, piu' di duecento, pone fine alla ribellione degli avversari dei Visconti insorti nei mesi precedenti.
Riorganizzato il suo esercito, Gian Galeazzo riattraversa il PO e cala sui domini dei Landi, dei Cavalcabo', dei Pallavicino.
Lo stato Landi viene posto a ferro e fuoco, e Borgotaro cade alla fine del 1402 nelle mani dei Visconti.
Stemma dei Landi
I Landi fanno atto di sottomissione diretta ai Visconti, che riconsegnano Bardi ma non Borgotaro. Subito dopo cadono i Cavalcabo', che riperdono tutti i loro domini attorno a Cremona.
Stemma dei Cavalcabo'.
Carlo Cavalcabo' viene assassinato da Cabrino Fondulo, al servizio di Gian Galeazzo, che lo nomina governatore di Cremona in premio della sua condotta fedele. A chi protesta, come i Dovara, tocca l'esilio. Se sono fortunati.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Firenze non riesce a cogliere il momento anche perche' Bologna, Siena, Pisa e Lucca non danno segno di voler insorgere.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
La situazione finanziaria Di Roberto Imperatore restava catastrofica e il sostegno dei Princip Elettori al suo regno iniziava a vacillare.
Molti dei suoi sostenitori non lo stimavano certo dopo i suoi fallimenti italiani.
Gian Galeazzo lo sapeva e offri' in segreto all'imperatore il suo sostegno finanziario.
Anche grazie al patto stabilito nel 1403 tra il Duca di Milano e i suoi emissari Roberto riuscì a tenere a bada le pretese di Venceslao di riottenere la corona e raccolse anche qualche successo, tra cui l'alleanza matrimoniale con il regno d' Inghilterra.
Lo stemma di Roberto del Palatinato
Con il denaro milanese, frutto delle confische e delle estorsioni dei Visconti ai danni dei ribelli, l'imperatore riottenne un certo prestigio.
Nel febbraio 1403 Gian Galeazzo fu investito del titolo di Gran Vicario Imperiale di Lombardia e Toscana, con il titolo di Re in Italia.
Firenze riprese immediatamente a macchinare coalizioni ai danni di Milano.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
C. De Gaulle: "l'Italia non è un paese povero. E' un povero paese".