Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

[C@scista]

Ma questo, purtroppo, al di là del discorso leader e colonnelli, é il nocciolo fondamentale della questione: Silvio racchiudeva le due anime con il suo carisma,ma al momento il lato popolare-liberale-atlantista é antitetico al lato nazional-sociale

Nessuno dei due gruppi voterebbe per l'altro, a prescindere dai leader e a prescindere dalla mancanza di una classe dirigente smontata e cancellata ad opera di berlusconi (maledetto lui e tutta la sua stirpe)

Tutto vero, ma separati non si possono vincere le elezioni ed insieme é impossibile coesistere

Si nel ventennio berlusconiano riuscivano a mettere insieme forze politiche totalmente contrastanti tra loro (vedi ad esempio la Lega Nord di Bossi federalista e para secessionista e Alleanza nazionale nazionalista e centralista e i democrstiani del UDC meridionalisti e clientelisti e la stessa Forza Italia che si basava su condoni edilizi e sanatorie fiscali e amnistie detestate da Lega e AN) grazie al solo fatto di avere in comune la laedership di Berlusconi (in realtà era anche allora una base comune fragilissima anche se nessuno nel centrodestra se ne preoccupava )
Oggi quella fragile base comune unicamente personale legata ad una persona ormai ottantenne (Berlusca) che ha esaurito il suo ciclo storico e la sua stessa credibilità non esiste infatti piu (inutile spiegare il perchè)
Non c'è quindi piu nessun minimo comune denominatore che faccia da ponte tra le differenze fortissime interne al centrodestra e la frase "separati non si possono vincere le elezioni (vedi le comunali a Roma) ed insieme é impossibile coesistere" (vedi le comunali a Milano dove anche mettendo insieme Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia due piu due non fa quattro ma tre o addirittura 2,9) descrive perfettamente la situazione. Oggi è questo il vero e proprio rebus non risolto del centrodestra italiano degli ultimi 4 anni che lo ha portato alle sconfitte pesantissime delle europee del 2014 e delle comunali di giugno 2016

[Perseo]

A questo punto bisogna chiedersi come faccia il PD, che è nelle stesse condizioni.

[Eric Draven]

A questo punto bisogna chiedersi come faccia il PD, che è nelle stesse condizioni.

i piddini votano per fede. fino a che dura la fede ed il supporto del mondo delle coop rosse, staranno assieme.

[FrancoAntonio]

Parisi per Parisi, preferisco questa Parisi

[Qassim]

i piddini votano per fede. fino a che dura la fede ed il supporto del mondo delle coop rosse, staranno assieme.

Queste sono le balle raccontate da Silvio per 20 anni, forse valeva per i comunisti ma il partito ha chiuso i battenti nel 1989. C'è un maggiore sentimento d'appartenenza questo sì ma perché il PD a oggi è l'unico partito vero rimasto. Gli altri sono partiti personali e leaderistici che senza il "capo" esploderebbero. Forse la Lega si avvicina più a un partito ma gli altri no, FI non esiste senza Silvio, il M5S non esiste senza Grillo, i gruppuscoli centristi sono solo consorterie clientelari.

[FrancoAntonio]

secondo me Renzi e Parisi sono fatti per intendersi, dopo il referendum si incontreranno per definire un alleanza Pd-FI-NCD che faccia fuori la sinistra PD e la Lega

[baldo]

Iannis ha giustamente messo in luce la differenza fra due concetti di destra che solo in Italia sono riusciti a coesistere grazie a Silvio.
Il problema di fondo del centrodestra attuale è che si identifica in Berlusconi ed attualmente vale il 10%, schiacciato com'è fra due proposte politiche più accattivanti, cioè Renzi e Salvini.
E questo, in ottica di partito, è terrificante: se vai con Renzi devi fare quello che dice Renzi e rischi di fare la fine di Alfano; se vai con Salvini devi fare quello che dice Salvini e ti allontani sempre di più dal centro, cioè dove hai la possibilità di raccogliere più voti; se rimani da solo continui a valere il 10% e prima o poi dovrai andare con uno degli altri due.

Io auguro tutto il meglio a Parisi, ma sono abbastanza scettico.
Il PD ha ritrovato slancio con l'emergere di un candidato come Renzi (cioè notevole, nel bene o nel male), ma Parisi mi sembra una specie di Veltroni.

[Eric Draven]

Queste sono le balle raccontate da Silvio per 20 anni, forse valeva per i comunisti ma il partito ha chiuso i battenti nel 1989. C'è un maggiore sentimento d'appartenenza questo sì ma perché il PD a oggi è l'unico partito vero rimasto. Gli altri sono partiti personali e leaderistici che senza il "capo" esploderebbero. Forse la Lega si avvicina più a un partito ma gli altri no, FI non esiste senza Silvio, il M5S non esiste senza Grillo, i gruppuscoli centristi sono solo consorterie clientelari.

tu non vivi in una città dove il PD governa da sempre, immagino.

[Sardus Pater]

Iannis ha giustamente messo in luce la differenza fra due concetti di destra che solo in Italia sono riusciti a coesistere grazie a Silvio.
Il problema di fondo del centrodestra attuale è che si identifica in Berlusconi ed attualmente vale il 10%, schiacciato com'è fra due proposte politiche più accattivanti, cioè Renzi e Salvini.
E questo, in ottica di partito, è terrificante: se vai con Renzi devi fare quello che dice Renzi e rischi di fare la fine di Alfano; se vai con Salvini devi fare quello che dice Salvini e ti allontani sempre di più dal centro, cioè dove hai la possibilità di raccogliere più voti; se rimani da solo continui a valere il 10% e prima o poi dovrai andare con uno degli altri due.

Io auguro tutto il meglio a Parisi, ma sono abbastanza scettico.
Il PD ha ritrovato slancio con l'emergere di un candidato come Renzi (cioè notevole, nel bene o nel male), ma Parisi mi sembra una specie di Veltroni.

Non vedo l'ora che si voti per le politiche e misurare la consistenza elettorale di questo centro a trazione alfaniana.
Spero che si ripeta quanto è accaduto a Roma con 4 proposte politiche, cattosinistri (PD e NCD), Destra (Salvini e la Meloni), M5S e c.d Centro moderato (FI e frattaglie varie).
Non so se Salvini e la Meloni ce la fanno a entrare al ballottaggio, ma sono sicuro che ci libereremo definitivamente di FI e di Berlusconi.

[FrancoAntonio]

Berlusconi sembra togliere l'appoggio a Parisi

ROMA - Quelli tra Stefano Parisi e Matteo Salvini sono solo "scontri personali", non rotture definitive. Silvio Berlusconi in un'intervista a Radio anch'io però ribadisce che il centrodestra deve rimanere unito: "Parisi sta sta cercando di avere un ruolo all'interno del centrodestra ma avendo questa situazione di contrasto con Salvini credo che questo ruolo non possa averlo". E infatti il leader leghista a una domanda su un possibile accordo con l'ex candidato sindaco a Milano replica secco: "No. Con gli amici di Alfano, Verdini, Cicchitto non si costruisce il futuro del Paese".

Nonostante ciò per il leader di Forza Italia, "il centrodestra è compatto, aldilà di quello che appare negli ultimi giorni". Sabato scorso, infatti, Padova e Firenze sono diventate nelle stesse ore le due anime del centrodestra, con le manifestazioni organizzate dal segretario della Lega Matteo Salvini e dal coordinatore di Forza Italia Stefano Parisi, che dalla città veneta ha lanciato un messaggio netto: "È arrivato il momento. Ora dobbiamo candidarci alla guida del Paese". E ha aggiunto: "Noi non siamo quella roba che è a Firenze oggi", prendendo le distanze dal segretario del Carroccio.

Nell'intervista radiofonica Berlusconi sottolinea che "tutti i partiti che fanno parte della coalizione sanno che, se la rompono, si condannano all'irrilevanza. Stiamo lavorando a un programma condiviso, il resto appartiene al teatrino delle schermaglie e delle ambizioni personali. La nostra è un'alternativa liberale alla politica di sinistra e al populismo di Grillo". E rilancia il No al referendum costituzionale: "È una riforma pericolosa e con la nuova legge elettorale c'è il rischio di una deriva autoritaria. È triste dirlo ma negli ultimi cinque anni abbiamo avuto cinque colpi di Stato, con governi mai legittimati dal voto popolare. Renzi vuole una legittimazione che non ha mai avuto, ma è ora che vada a casa". Per l'ex cavaliere se vince il Sì "c'è il rischio di una deriva autoritaria". Mentre se vince il No "non cambierà nulla, il Paese andrà avanti come adesso".

Il Patto del Nazareno sulla riforma elettorale ormai è solo un lontano ricordo: "L'accordo fatto con Renzi è stato smentito da lui - aggiunge Berlusconi - Al principio avevamo provato se fosse stato possibile approvare una riforma condivisa, anche accettando compromessi, ma poi ci siamo chiamati fuori quando abbiamo capito che Renzi voleva cucirsi un abito su misura per sé e per il suo partitio".

Berlusconi a Parisi: "Nessuna leadership se restano contrasti con Salvini" - Repubblica.it