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  1. #11
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Parisi rappresenta forse se stesso, Brunetta e pochi altri.
    Giusto il ragionamento su Renzi di Perseo.
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  2. #12
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

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    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  3. #13
    Non dire gatto se...
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Motivi liberali per dire Forza Parisi Il manager sostenuto da Berlusconi sta tentando di rianimare il centrodestra su due direttrici: difesa della libertà individuale dallo Stato pervasivo, e ritorno al federalismo e all'autogoverno dei territori. È il meglio dell'eredità (spesso tradita) di Forza Italia e Lega, e l'unico modo di uscire dall'alternativa Renzi-Grillo...


    di Carlo Lottieri




    Ormai da anni la politica italiana deve fare i conti con un centro-destra alla deriva: sospeso tra un’area moderata (Forza Italia) che ha smarrito ogni riferimento alle tesi liberiste e una Lega sempre più estranea alle proprie radici e lontana dall’insegnamento di Gianfranco Miglio, scomparso ormai 15 anni fa. I ripetuti errori e gli innumerevoli opportunismi della leadership del centro-destra ci hanno condotto entro un quadro politico del tutto peculiare: perché la sinistra è stata progressivamente catturata da una vecchia volpe di tradizione democristiana, Matteo Renzi, mentre il ruolo proprio dell’opposizione (svolto per decenni in Italia dal vecchio Pci) è ora interpretato dal movimento inventato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Da tempo in Italia facciamo i conti con un nuovo bipolarismo, che contrappone una sinistra di governo (il Pd di Renzi) e una sinistra a suo modo rivoluzionaria (i Cinquestelle degli Alessandro Di Battista e dei Luigi Di Maio). E sono in molti a immaginare che, in occasione delle prossime elezioni politiche, si assisterà a un ballottaggio che potrebbe far vincere il candidato pentastellato proprio grazie a un elettorato di destra pronto a tutto pur di sconfiggere l’attuale premier: un elettorato costretto insomma a puntare sui “nemici dei nemici”, perché incapace di contare sulle proprie forze.

    È in questo quadro che s’inserisce il tentativo di Stefano Parisi, reduce da una campagna elettorale a Milano che l’ha visto sconfitto, ma che ha comunque fatto di lui un protagonista del mondo politico ormai post-berlusconiano. Nelle elezioni amministrative milanesi Parisi ha dato prova di saper muoversi con energia, sfuggendo all’abbraccio mortale di partiti e partitanti delegittimati e tentando di vincere grazie a idee e proposte. Il Cav l’ha quindi investito come erede al trono (ma quanti aveva già indicato per tale ruolo in passato?) e quindi ora Parisi si trova a tentare un’operazione complicata e in qualche modo necessaria. Su che basi? Dalle prime mosse sembra si possa dire che l’ex amministratore delegato di Fastweb intenda dare una connotazione ideale piuttosto netta al suo progetto, nella convinzione che senza una base culturale non si possa fare nulla. La formula – già adottata nella campagna elettorale milanese – è quella del “liberalismo popolare”: ossia di una difesa delle libertà elementari che permetta a chiunque di riconoscersi in una tradizione di pensiero che, in Italia, è stata spesso associata esclusivamente all’alta borghesia. Liberalismo, quindi, come diritto fondamentale di intraprendere e contrattare, ristrutturare la propria casa, tenere il frutto del proprio lavoro, rigettare politiche intrusive e invadenti. In un’Italia oppressa da regole e imposte di ogni tipo, muoversi in questa direzione può essere elettoralmente pagante, specie se si considera che c’è un vasto mondo di partite Iva, in particolare, che non si sente rappresentato e quindi anche per questo è spesso attratto da Renzi e perfino dai Cinquestelle. Pare che Parisi voglia riesumare la retorica liberale che fu utilizzata un quarto di secolo fa da Berlusconi, certo con la consapevolezza che stavolta si dovrà passare dalle parole ai fatti. La delusione fu allora cocente e lo scetticismo di tanti, a questo modo punto, è ben più che giustificato.

    Oltre a ciò, Parisi ha riesumato un tema che era stato da tempo messo in un angolo: quello del federalismo e della necessità che ogni territorio possa governarsi da sé. Anche sulla base di questo egli ha puntato sul “no” nel prossimo referendum, suggerendo pure di avviare un processo costituente che permetta di lasciarsi alle spalle i troppi tratti illiberali della prima parte della Carta del 1947. La mossa di chiedere un’assemblea costituente ha una sua efficacia politica di breve periodo (per giustificare la bocciatura della riformetta renziana ai voti in autunno), ma soprattutto può indicare una prospettiva di lungo periodo. Qualora Parisi individuasse il cuore della propria strategia nella difesa della proprietà e della libertà individuale, da un lato, e del diritto dei territori a decidere in merito al loro futuro, dall’altro, il suo contributo al dibattito politico attuale potrebbe essere importante: specialmente se questo servirà a lasciarci alle spalle una Costituzione tanto illiberale. Sulla strada della costruzione di un centro-destra che crede nella libertà individuale e nell’autogoverno le trappole saranno molte e le resistenze fortissime, anche perché parassitismo e nazionalismo sono antichi vizi da cui non è facile affrancarsi. C’è da augurarsi che anche questa occasione non vada perduta.

    Motivi liberali per dire Forza Parisi - L'intraprendente | L'intraprendente
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  4. #14
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    Arrow Centrodestra: duello tra Parisi e Salvini per la leadership


    Il centrodestra è alla ricerca di un nuovo leader, ed in questo momento i due maggiori candidati sembrano essere Matteo Salvini e Stefano Parisi. Tra i due è iniziata una sorta di sfida a distanza: il segretario del Carroccio ha dato appuntamento per i giorni 16, 17 e 18 settembre in provincia di Bergamo, per il consueto raduno della Lega. Negli stessi giorni, Parisi ha annunciato la “Leopolda della destra moderata” a Milano.
    Appuntamenti politici negli stessi giorni che sanno molto di una richiesta di scelta di campo: o da una parte o dall’altra. Due modelli di centrodestra distanti tra di loro: da un lato la Lega di lotta e protesta contro il governo e dall’altro la Milano moderata che guarda più al centro che alla destra, strizzando l’occhio al governatore della Lombardia Roberto Maroni.
    Centrodestra: il duello tra Parisi e Salvini per la leadership

    Intanto, il progetto Parisi, rischia di dividere Forza Italia, lo stesso Renato Brunetta in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Parisi è una persona seria. L’esperienza della sua candidatura a Sindaco di Milano è stata bellissima, ma il centrodestra non aspetta il Papa straniero”. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, il leader resta sempre Silvio Berlusconi. Della stessa opinione è Paolo Romani, capogruppo in Senato di Forza Italia, secondo cui: “il tempo dell’uomo solo al comando è finito”.
    Parere negativo alla futura leadership di Parisi anche da parte di Altero Matteoli, esponente della vecchia guardia del partito: “a me pare che finora tutte le dichiarazioni fatte da lui non abbiano consentito di ricompattare il centrodestra e di trovare una linea comune dentro Forza Italia”.
    Chi invece dà credito all’operato di Parisi è Roberto Maroni, il governatore della regione Lombardia, ha fatto però sapere che non sarà presente alla sua convention poiché in quei giorni c’è lo storico appuntamento della Lega. Certo è, che anche all’interno della Lega, ci sono alcune divisioni, tra lo stesso Maroni e Salvini.
    Ad esempio, Maroni al contrario di Salvini, guarda con grande interesse a possibili alleanze con i centristi, Angelino Alfano e Maurizio Lupi in primis. Ma i due hanno pensieri discordanti anche su altri fronti: basti pensare alle reazioni al discorso del Presidente della Repubblica Mattarella sulla vicenda degli immigrati. Da un lato Maroni lo ha definito “condivisibile” e dall’altro Salvini ha attaccato duramente il Capo dello Stato accusandolo di essere “complice degli scafisti”.
    La discriminante per le future alleanze nel centrodestra sembra essere il voto al referendum costituzionale, come ha confermato in un’intervista a La Stampa Paolo Romani: “non ha senso intraprendere questo percorso con chi vota Si alla riforma e da fiducia al governo Renzi”.


    Scritto da: Giacomo Tortoriello
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  5. #15
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Parisi è l'unico che abbia il centrodestra per non sparire, perché col cazzo che Salvini col suo razzismo può guidare qualcosa.

  6. #16
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Parisi è l'unico che abbia il centrodestra per non sparire, perché col cazzo che Salvini col suo razzismo può guidare qualcosa.
    Sono sicuro che tu non abbia mai votato un partito di centodestra. Al massimo puoi aver votato politici del livello (infimo) di un Gianfranco Fini.
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  7. #17
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Parisi è l'unico che abbia il centrodestra per non sparire, perché col cazzo che Salvini col suo razzismo può guidare qualcosa.
    Trascuri (come del resto anche gran parte degli stessi commentatori della politica italiana) un punto della questione che va al di là della stessa persona di Parisi : si tratta comunque di un politico che farebbe capo a Forza Italia ovvero ad un partito che ha perso credibilità nel elettorato di centrodestra. Secondo me (parere puramente personale ovviamente) nelle prossime elezioni politiche il centrodestra non puo' piu permettersi di presentare un candidato presidente del Consiglio che faccia capo o sia comunque riconducibile a Forza Italia perche quel partito viene ormai associato mentalmente da almeno un terzo (o come minimo comunque un venti per cento) di quello che una volta era lo stesso generico elettorato di centrodestra ad un non felice passato (e infatti in un primo tempo durante la campagna elttorale per il comune di Milano si era , forse non a caso, cercato di far passare Parisi come un candidato leader proveniente dalla società civile ed estraneo a Forza Italia mentre dopo le comunali si è ormai "dichiarato" come candidato, sia pure nuovo, di Forza Italia)

  8. #18
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Citazione Originariamente Scritto da Sardus Pater Visualizza Messaggio
    Sono sicuro che tu non abbia mai votato un partito di centodestra. Al massimo puoi aver votato politici del livello (infimo) di un Gianfranco Fini.
    Ma io veramente ho sempre votato partiti diversi, perché sono un uomo libero e senza ideologia, Fini politicamente contava poco ma era uno dei pochi presentabili a livello di immagine che avevate.

  9. #19
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Se l'immagine deve essere quella di Fini preferirei cambiare area politica proprio, o abbandonare del tutto.
    Religione, Patria, Famiglia e Autogestione dei Mezzi di Produzione.

  10. #20
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    Predefinito Re: Parisi alla stampa: mi candido a leader del centrodestra

    Purtroppo il CDX è privo di leader.
    Se il CDX avesse un leader (con l'aria che tira oggi) potrebbe persino tornare a vincere.

    Parisi, dopo la sconfitta a Milano, non può essere il leader di nessuno.
    E Salvini, purtroppo, lo vedo ancora soltanto come il leader dell'opposizione.

 

 
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