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Discussione: Cose turche

  1. #11
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    Predefinito Re: Cose turche

    tutto il bacino dei paesi mediorientali e del magreb sta virando verso dittature e regimi di tipo islamista

    ci sarà un perchè ...

  2. #12
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    Predefinito Re: Cose turche

    Basta chiederlo al re del Marocco.
    Ha detto tutto chiarissimamente in un articolo postato a suo tempo.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #13
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #14
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #15
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    Predefinito Re: Cose turche

    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #16
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: Cose turche

    Significa inganno.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  7. #17
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    Predefinito Re: Cose turche

    TOM BOSCO SUL GOLPE IN TURCHIA

    Pubblicato il: 08/08/2016

    In queste ultime settimane, nonostante sia accaduto praticamente di tutto (vedi Francia e Germania), ritengo che l’evento più significativo sia stato il fallito tentativo di colpo di stato in Turchia.
    A tutt’oggi non è ancora del tutto chiaro cosa sia realmente accaduto: secondo una fonte siriana, il putsch contro Erdogan sarebbe fallito per l’intervento del Mossad all’insaputa degli americani (i quali ne sarebbero stati gli istigatori); secondo l’agenzia iraniana Fars, invece, sarebbero stati i russi ad avvertire Erdogan del golpe imminente. Dalla loro base di Khmeimim in Siria, dove hanno installato la loro centrale di sorveglianza elettronica, avrebbero intercettato messaggi dei golpisti e avvisato Erdogan in tempo, consentendogli di scappare dal resort poco prima che i commandos mandati per eliminarlo si calassero dagli elicotteri. Questo però non spiega come mai una coppia di F-16 turchi “golpisti”, pur avendo intercettato e “agganciato” l’aereo con a bordo Erdogan, diretto a Istanbul, abbiano rinunciato ad abbatterlo.
    Alcune fonti vicine al processo attualmente in corso nei confronti dei golpisti, sostengono che uno degli organizzatori dietro il tentativo di colpo di stato sarebbe il generale statunitense John F. Campbell, ex comandante dell’International Security Assistance Force (ISAF) in Afghanistan. Pare che da maggio, sino al giorno del tentativo di golpe, si sia recato segretamente in Turchia almeno un paio di volte (presso la base militare di Erzurum e l’aeroporto di Incirlik) e che tramite una banca nigeriana (una filiale dell’UBA, United Bank of Africa) abbia fatto pervenire al personale militare turco coinvolto oltre due miliardi di dollari nell’arco di sei mesi, utilizzando risorse della CIA. Forse le accuse di Erdogan, secondo il quale la “mente” dietro il golpe sia Fethullah Gülen, predicatore e politologo turco esule in Pennsylvania e appoggiato dall’intelligence, dai militari e da altre istituzioni statunitensi, non sono del tutto campate in aria...
    Sia quel che sia, la vicenda presenta degli aspetti davvero interessanti, in particolar modo per il fatto che la Turchia, con le sue potenti forze armate e la base aerea di Incirlik, costituisce uno dei più importanti bastioni della NATO in funzione dell’accerchiamento di cui è oggetto ormai da alcuni anni la Russia. E proprio il presunto ruolo di quest’ultima nella vicenda, a dispetto del recente abbattimento di un suo Sukhoi 24 in Siria da parte di un F-16 turco, dimostra quanto sia attuale il vecchio detto che recita “i nemici dei miei nemici sono miei amici”. Come saprete (o forse no), la base NATO di Incirlik è stata isolata e fatta oggetto di imponenti manifestazioni popolari che chiedono l’estromissione degli USA dal territorio turco. Difficile dire cosa succederà nei prossimi mesi, certo è che il fianco Sud della cosiddetta Alleanza Atlantica rischia seriamente di sgretolarsi, con conseguenze geopolitiche inimmaginabili. Una cosa è sicura: con questa mossa, degna di un maestro di scacchi, la Russia non solo ha considerevolmente allentato la pressione militare ai suoi confini, ma ha anche spinto Erdogan a mostrare al mondo il suo vero volto, con la sua repressione di qualunque spazio democratico e l’arresto o il licenziamento di migliaia di persone fra le forze armate, l’apparato giudiziario, gli enti statali, i canali mediatici e persino la compagnia di bandiera turca.
    In attesa di scoprire cosa ci riserveranno le prossime settimane, vi lascio alla lettura di questo numero di NEXUS, come al solito ricco di informazioni utili a comprendere e interagire con questo pazzo, pazzo mondo... alla prossima!

    TOM BOSCO SUL GOLPE IN TURCHIA
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #18
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    Predefinito Re: Cose turche

    Turchia, vogliamo ricordare l’occupazione di Cipro?

    17 Aug 2016 · 1 Commento



    di ROMANO BRACALINI – Fu Tremonti – ricordate? – col linguaggio franco della montagna che sarebbe stata una risorsa dare in concessione le spiagge del Sud. E fu Pisanu, il voltoda antico fenicio e la stretta parlata sarda, a farsi interprete dell’indignazione pubblica
    e dell’onore offeso dei cittadini dal Volturno alla Trinacria, dicendo con inusitata carica di ironia che con la messa all’incanto del patrimonio arenile Tremonti avrebbe risolto il problema del Sud, aggiungendo che «gli illustri meridionalisti come Guido Dorso, Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini, Pasquale Saraceno e Antonio Gramsci possono finalmente riposare in pace…».

    Le dotte citazioni fanno sempre impressione e recano lustro e autorevolezza ma talvolta, se non si è accorti, rischiano di darti torto anziché ragione. Pisanu aveva tutto il diritto di lagnarsi per un Sud scambiato per un banco di pegni, ma forse non era questo che si voleva dire, ed è l’accenno a Giustino Fortunato e Gaetano Salvemini che non ci pareva felice, perché tra gli autori citati, Fortunato e Salvemini furono sempre aspri critici del tipo di difesa d’ufficio che fa Pisanu. Non sfuggiva a Fortunato che i peggiori nemici del Sud fossero anzitutto i politici meridionali che nel piagnisteo d’uso non facevano che eternare a loro beneficio una tradizione di
    sudditanze e di clientele; e Salvemini, da Molfetta, preferì scappare a Firenze visto che al Sud avrebbe continuato a pestare
    l’acqua nel mortaio.

    Conosco il Sud, specie la Puglia, in Sicilia ho fatto il servizio militare. Ricordo che ci arrivai dopo due giorni di tradotta. È da quel tempo che cerco di capirlo, anche con l’aiuto dei migliori meridionalisti che ho citato. In Puglia ho percorso la costa adriatica e quella ionica fino a Gallipoli e alla Calabria. Ho visto chilometri di spiagge deserte senza nemmeno una palafitta. Il turismo vi ha attecchito in una forma casuale e provvisoria, con alberghi costruiti sulla spiaggia, nel dispregio delle leggi, che cadono a pezzi. In certi ristoranti il cliente è visto come un pollo da spennare tanto non ritornerà, semmai l’albergo dovesse reggere alle intemperie.
    Per fare il turismo ci vuole olio di gomito. Non è un’offesa pensare di utilizzare con più profitto un patrimonio naturale che giace inerte, ma a quanto pare nessuno ha visto nel turismo l’occasione per rilanciare l’economia che resta basata sul lavoro statale o sul sussidio di disoccupazione. L’Algarve portoghese, l’Andalusia spagnola, la Grecia delle isole ventose, la Turchia dei fichi secchi hanno cambiato faccia e si sono affrancata dall’antica grande miseria.
    Il nostro Sud è rimasto quello sonnacchioso e arcaico di Guido Dorso e Pasquale Saraceno che idee migliori di quelle Tremonti non ne hanno mai partorite. Saraceno, come idea fondamentale, era rimasto alla Cassa del Mezzogiorno e oltre non era andato. Gramsci, parlandone da vivo, predicava la riforma agraria come la panacea di tutti i mali. Fortunato invece non si faceva molte illusione sulla volontà di rinascita del popolo meridionale; anzi vedeva in esso la ripetizione di un antico cliché di rinuncia e di abitudini parassitarie. Raccontava che negli anni Venti un ex ferroviere venne cacciato dal sindacato fascista di Melfi perché faceva viaggiare gratis i compaesani da Foggia a Melfi. Si scoprì che nel Meridione era prassi corrente per chiunque indossasse una divisa fare simili favori a parenti e compari.
    Se fosse servito, senza scandalizzarsene, oltre che le spiagge deserte, e a costo di svuotare il Sud, Fortunato avrebbe venduto anche qualche carrettata di notabili i quali fin dai tempo di re Bomba lasciavano che la terra andasse in malora e trascorrevano il tempo al circolo dei nobili come si addiceva ai “galantuomini” e ai “cappeddi”. Il cappello al Sud era un segno di distinzione e di classe. I “cafoni” portavano il berretto a cencio e le pezze nel didietro.
    Ma nessuno si scandalizzava. Purchè le spiagge restassero a disposizione dei granchi e delle maree. Sulle spiagge libere, frequentate dalla
    plebe, i “signori” non mettevano piede. Stavano sdraiati con le panze gonfie negli stabilimenti balneari esclusivi. La sera le spiagge del demanio si svuotavano e restavano mucchi di bucce di cocomero, rifiuti di abbuffate paurose, mentre i bambini facevano il bagno con il salvagente fatto con le gomme dei camion. Nemmeno l’ombra d’un turista, perfino i tedeschi, che trovi sempre dappertutto in guerra e in pace, stavano alla larga da quel Sud abbandonato e ricco solo di spiagge inutilmente libere.

    Sul lago di Como, mi pare, un piccolo comune anni fa ha venduto la spiaggia all’attore Clooney che ne aveva fatto richiesta per farne una sua Hollywood personale. C’è stata qualche contestazione ma nessuno si è sentito ferito nell’onore. Agli americani potresti vendere anche una soffitta pidocchiosa se gli dici che c’è passato Giulio Cesare. A Milano un portinaio meridionale voleva vendere una cantina dello stabile. S’è scoperto che non era sua. «A quando la vendita del Colosseo?», s’è chiesto un cesellatore della lingua come Antonio Di Pietro, che agli imputati diceva: «Non ho più domande da chiederle». Per conto mio venderei anche la Fontana di Trevi, ma mi accorgo che ci aveva già pensato Totò.

    Turchia, vogliamo ricordare l?occupazione di Cipro? | L'Indipendenza Nuova



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  9. #19
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    Predefinito Re: Cose turche

    i meridionali secondo me son proprio dei agenti della globalizzazione , facendoli emigrare ovunque , le forze mondialiste hanno centrato l'obiettivo di rendere l'europa una grande itaGlia .
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  10. #20
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    Predefinito Re: Cose turche

    Erdogan come la volpe e l'uva: "Non ci volete nella Ue? Abbiamo altre alternative"

    "Non abbiamo ancora chiuso il capitolo Unione europea, ma l'attuale situazione non ci permette di esseri ottimisti"


    di Redazione

    - 29 Novembre 2016 alle 21:16




    Fa come la volpe e l'uva della celebre favola di Esopo, il presidente turco Erdogan. Che, per mascherare il proprio disappunto per il no di Bruxelles all'ingresso di Ankara nell'Unione europea, se ne esce dicendo che "la Turchia non ha rinunciato ad entrare nella Ue", ma ha "molte altre alternative" se il processo di adesione dovesse concludersi con un nulla di fatto. Lo ha detto martedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un discorso tenuto a Istanbul.


    "Non abbiamo ancora chiuso il capitolo Unione europea, ma l'attuale situazione non ci permette di esseri ottimisti", ha poi ribadito; "nessuno dovrebbe dimenticare che la Turchia ha sempre molte altre alternative". Amen.

    Erdogan come la volpe e l'uva: "Non ci volete nella Ue? Abbiamo altre alternative" - Il Populista




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