Cose turche

[Eridano]

Attentato in Turchia: morto l'ambasciatore russo (VIDEO)

Andrei Karlov è stato colpito a morte ad Ankara da un uomo armato in occasione di una mostra d'arte



Un uomo armato ha fatto irruzione in un centro culturale di Ankara - la capitale della Turchia - colpendo a morte, l'ambasciatore Andrei Karlov. Il diplomatico russo stava partecipando all'esposizione fotografica «La Russia attraverso gli occhi dei turchi». Le prime testimonianze riferiscono che vi sono stati vari colpi di arma da fuoco e che l'attentatore abbia parlato di una vendetta per Aleppo.

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Secondo informazioni della Tv turca vi sarebbero anche tre feriti

L'Antidiplomatico

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-attentato_in_turchia_morto_lambasciatore_russo_vid eo/82_18306/

[Eridano]

Ricevo da ventunsettembre.

Il tutto mentre l'ambasciatore turco era in volo verso Mosca per un vertice con Russia e Iran per una linea comune.
Indovinate un po' a chi questo avrebbe dato fastidio.

[Eridano]

Ricevo da ventunsettembre.

Tanto c'è sempre Guthem. Buono per tutte le stagioni.

[ventunsettembre]

Alberto Negri - La notte in cui Erdogan ha completato il suo contro-golpeAlberto Negri - La notte in cui Erdogan ha completato il suo contro-golpe
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di Alberto Negri* - Il Sole 24 Ore

Nel giro di una notte Erdogan ha completato qualche settimana fa il suo contro-golpe mettendo sotto diretto controllo le maggiori società pubbliche della Turchia, dalle linee aeree alle telecomunicazioni, alle banche. Tutto questo avveniva mentre incarceravano altri giornalisti: dal fallito colpo di Stato del 15 luglio in 120 sono finiti dietro le sbarre. L’ultimo caso, accompagnato dalle dimissioni del direttore di Hurriyet - altro collega inviso a Erdogan - è quello di Deniz Yucel, il corrispondente di Die Welt in carcere: la tensione tra Ankara e Berlino sta salendo mentre ieri le autorità tedesche convocavano l’ambasciatore turco. La Germania con Erdogan paga una sorta di ipocrisia bilaterale: gli europei hanno lasciato correre la repressione del leader turco in cambio dell’accordo per frenare i migranti.

La scalata di Erdogan agli “asset” della Turchia è così avvenuta nel silenzio, coperta dal clamore di arresti eccellenti, dalle cronache delle battaglie dell’esercito in Siria e dalla campagna elettorale per un referendum costituzionale che il 16 aprile dovrebbe consegnare al presidente pieni poteri. Se verrà approvato, sarà quasi impossibile per il Parlamento ribaltare i decreti presidenziali. Erdogan potrà manovrare i bilanci, nominare i giudici e distribuire a suo piacimento cariche di governo. Questo già avviene da tempo ma sarà scritto nero su bianco: forse neppure Ataturk, il fondatore della repubblica sulle rovine dell’Impero Ottomano, aveva avuto poteri cosi estesi e incontrastati.
Erdogan tra il 5 e 6 febbraio scorso ha messo le mani sul “tesoro” della Turchia. Con una mossa a sorpresa ha trasferito le quote di controllo della compagnia aerea Turkish Airlines, della Halkbank, della società petrolifera Tpao e della Turkish Telekom nel Fondo sovrano Swf (Sovereign wealth fund). Il Fondo era stato istituito nell’agosto scorso con una modesta dotazione di 13 milioni di dollari e adesso controlla partecipazioni per miliardi.

È diventato una sorta di “banca” di Erdogan. Il presidente ha indicato i cinque membri del consiglio d’amministrazione, ovviamente tutti dei fedelissimi, e a capo dell’istituzione ha proiettato Yigit Bulut, un personaggio eccentrico salito alla ribalta durante la rivolta di piazza Taksim quando affermò convinto che stavano tentando di uccidere Erdogan con la telecinesi.

Messo per qualche tempo in seconda fila, Bulut è tornato alla ribalta con le purghe seguite al 15 luglio e la caccia ai gulenisti. Non solo sono stati fatti fuori migliaia di funzionari, militari, insegnanti e giornalisti ma le autorità hanno sequestrato beni e aziende di presunti golpisti o simpatizzanti per un valore di 10 miliardi di dollari.

L’obiettivo di Erdogan è controllare l’economia che subisce contraccolpi pesanti dovuti al terrorismo, alla fuga dei capitali stranieri e nazionali, alla perdita di valore della moneta. In un anno la lira turca è sprofondata del 17% sui mercati. Il boom si sta afflosciando e sono in pericolo i grandi progetti con cui Erdogan ha coltivato la sua immagine di modernizzatore. Lavori pubblici anche spettacolari, come il terzo ponte sul Bosforo, costruito dall’Astaldi, o l’alta velocita ferroviaria, sono il fiore all’occhiello del partito islamico Akp e del presidente: oggi in Turchia sono aperti cantieri per un valore di 40 miliardi di dollari ma molti rischiano di chiudere se non saranno finanziati.
Il Fondo sovrano di Erdogan serve a questo: costituire un polo finanziario che genera ricchezza e credito per le grandi opere ma anche un alto livello di occupazione per gli strati popolari che votano l’Akp, il partito islamico vincitore di tutte le elezioni dal 2002 a oggi.

La mossa di Erdogan ha ragioni politiche profonde. Anche da presidente si è sempre sentito all’opposizione, ostacolato da un establishment secolarista che ha sempre percepito come ostile. C’è voluto un decennio perché riuscisse a togliere il divieto del velo nella pubblica amministrazione e ora pure nelle forze armate. Adesso ha in mano tutte le leve, anche quelle finanziarie, per spazzare l’opposizione. Impugna la carota e il bastone in un sistema che è sempre più lontano dall’Europa e fa oscillare la Turchia come un pendolo tra la Nato e Putin.

Alberto Negri - La notte in cui Erdogan ha completato il suo contro-golpe - World Affairs - L'Antidiplomatico

[Eridano]

Qualcuno in Europa incomincia ad accorgersi del pericolo della turchia e dei turchi.

[Freezer]

Qualcuno in Europa incomincia ad accorgersi del pericolo della turchia e dei turchi.

E si che dovrebbe bastare un minuto per questo , ma si sa , l'antirazzismo rende ciechi .

[Eridano]

Il mandante

"Nessun europeo, nessun occidentale potrà più camminare in pace per strada in nessun luogo al mondo"






di Alessandro Morelli
- 23 Marzo 2017 alle 20:11


"Nessun europeo, nessun occidentale potrà più camminare in pace per strada in nessun luogo al mondo" parola di Sultano. Non è l'imam barbuto a parlare ma il presidente dell'unico paese islamico della Nato, quello che sta praticando nel silenzio del mondo la più grande epurazione del secolo, colui che con la minaccia dell'invasione clandestina mette a rischio la stabilità europea. 

Sono solo di qualche giorno fa le parole del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan che ha avvisato: i cittadini del Vecchio Continente non potranno più sentirsi sicuri quando camminano per strada e ieri il solito farabutto barbuto ha agito proprio ad un anno dalla strage di Bruxelles.
"Mi rivolgo agli europei", ha detto il leader di Ankara; "la Turchia non è un Paese da prendere in giro. Non è un Paese che permette si giochi con il suo onore, che i suoi ministri siano sbattuti fuori e i connazionali spintonati per le strade".


Le parole del presidente turco pesano come un macigno nel difficile rapporto tra Paesi europei e Ankara in un difficile gioco delle parti che sta avvantaggiando le contrapposizioni in chiave elettorale che ha palesemente premiato il premier olandese uscente (e rientrante) Rutte, che verrà utilizzato in vista delle urne nelle campagne elettorali francese e tedesca ma che favorisce anche lo stesso Erdogan alla luce del referendum che cambierà la Costituzione turca rendendola una dittatura 2.0.

La tensione nelle comunità che fanno riferimento al Sultano è altissima da tempo, tanto da passare dall'assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia compiuto da un agente di polizia assicurato proprio dalla sicurezza della mezza luna. Le parole di Erdogan scaldano il sangue di milioni di persone in Europa che lo riconoscono in quanto leader culturale e religioso e ne fanno un faro che si contrappone ad una società che non riconoscono come propria e, in linea con le direttive lanciate da Ankara, agiscono ogni giorno. Magari anche a Londra.

Il mandante - Il Populista

[Eridano]

Lercio assassino islamico.

[Freezer]

Lercio assassino islamico.

Va tutto bene . Solo essere a difesa della razza bianca è un crimine a questo mondo .

[Eridano]

Germania: 20 cittadini turchi sono sotto inchiesta per "attività di spionaggio"

Gli uomini, legati ai servizi segreti di Ankara, avrebbero controllato gli appartenenti al movimento di Fethullah Gulen, imam in esilio negli Stati Uniti

di Redazione- 6 Aprile 2017 alle 20:29Germania: 20 cittadini turchi sono sotto inchiesta per "attività di spionaggio"


Foto ANSA

Le autorità tedesche hanno messo sotto inchiesta 20 cittadini turchi, sospettati di "attività di spionaggio" in Germania. Lo ha reso noto giovedì il quotidiano Die Welt, citando la risposta ufficiale data dal governo di Berlino ad un'interpellanza di Sevim Dagdelen, un deputato di Die Linke, formazione della sinistra. Il mese scorso era stato annunciato che era stata avviata un'inchiesta sulla possibilità di attività di spionaggio turche in Germania e i media avevano rivelato che l'indagine si era concentrata sulle attività di agenti dei servizi segreti di Ankara, impegnati a controllare appartenenti al movimento di Fethullah Gulen, l'imam in esilio che vive negli Stati Uniti e che Erdogan ha indicato come il regista del fallito colpo di stato dello scorso luglio.

"Al momento noi stiamo indagando un totale di 20 persone sospettate di portare avanti attività di spionaggio nell'interesse del governo turco", si legge nella risposta all'interpellanza. Lo scorso febbraio la polizia tedesca ha condotto una perquisizione negli appartamenti di quattro imam sospettati di spiare i seguaci di Gulen. A dicembre dello scorso anno le autorità tedesche avevano già individuato tra i membri dell'associazione islamica Ditib alcuni sospetti di spionaggio per conto della Presidenza per gli affari religiosi turca (Diyanet). Lo scorso anno le autorità federali avevano espulso 345 predicatori islamici radicali e il ministro dell'interno Thomas de Maiziére aveva commentato: "L'attività di spionaggio su suolo tedesco è punibile dalla legge e non sarà tollerata".

Germania: 20 cittadini turchi sono sotto inchiesta per "attività di spionaggio" - Il Populista