n che paese viviamo? Nelle ultime settimane abbiamo assistito a qualcosa di inverosimile. Nel momento in cui l'esecutivo vara una manovra di tasse per i ceti mediobassi senza toccare minimamente le classi privilegiate, gli scandali sconvolgono il panorama politico. Un Ministro si dimette perche "inconsapevole" proprietario di una casa. Il coordinatore del maggiore partito di governo è indagato in varie inchieste, un uomo vicino ai due principali partiti della maggioranza viene nominato Ministro di un dicastero creato apposta per lui, qualche giorno dopo cerca di salvarsi da un processo avvalendosi di una norma creata mesi prima dallo stesso governo salvo poi dimettersi vista l'indignazione dell'opinione pubblica (e di parte dei suoi colleghi). Un altro uomo dell'esecutivo, il sottosegretario all'Economia, indagato per collegamenti con la camorra, lascia per evitare la sfiducia in Parlamento. Ogni giorno escono inchieste che coinvolgono uomini del centrodestra, alcuni dei quali sembrano invischiati in associaizoni segrete pronte a tramare contro lo stato aggiustando sentenze della magistratura e oliando qua e là, dove occorre.
P2 e Tangentopoli nello stesso momento. Nel 1982 lo scandalo legato alla P2 provocò le dimissioni del governo. Nel 1992 Tangentopoli affossò una intera classe dirigente.
Oggi cosa accade? Nulla. Il Governo rimane lì, tentennante ma ancora in sella, pronto ad approvare una legge sulle intercettazioni tanto nociva da mettere a rischio inchieste future come quelle che stanno uscendo in questo periodo.
Mai vista una cosa del genere. Neanche nelle repubbliche sudamericane si era vista una tale arroganza e la popolarità del Premier rimane alta, malgrado tutto. Perche?
Forse perche a Sinistra c'è il vuoto pneumatico. Il Partito Democratico invece di puntare alla fine di Berlusconi, cerca il dialogo con il PDL per un possibile "governo di larghe intese". Lo ha detto Letta giorni fa, lo ripete D'Alema oggi.
L'opposizione quindi rinuncia a proporre una alternativa di governo e cerca di scendere a patti con parte della maggioranza dimostrando tutta la sua debolezza ed inconsistenza politica.
Se fossi il leader del PD, in caso di caduta di Berlusconi, mi sentirei di proporre solo una cosa. Un governo tecnico in grado di approvare una nuova legge elettorale che ridia il potere al popolo, eliminando le liste bloccate e togliendo un premio di maggioranza inutile. Opterei per il ritorno al sistema maggioritario ma piuttosto che mantenere una "porcata" come la legge attuale, sarebbe auspicabile anche un sistema proporzionale alla tedesca, l'unico in grado di raccogliere il piu ampio consenso possibile e l'unico, forse, in grado di liberarci definitivamente del giogo Berlusconi-Lega.
Ecco il solo punto fermo su cui mi batterei. Legge elettorale nuova, dopodichè il ritorno alle urne sarebbe la via naturale per consegnare agli elettori, come giusto, il destino del paese.
Governi con il PDL, magari con un esecutivo guidato da Tremonti o Draghi, sarebbero controproducenti e soprattutto non risolverebbero alcun problema!
Il PDL è quello che sta varando tagli drammatici alle regioni, che spingeranno queste ultime ad aumentare le imposte locali (come Irpef e le tasse sulla nettezza urbana) e quelle sui servizi (dai biglietti dell'autobus a ticket autostradali alle tasse per i matrimoni) senza contare la riduzione dei servizi essenziali.
Il PDL è quello che sta varando una riforma delle pensioni tale da costringere i cittadini a lavorare per 40 anni prima di poter ottenere l'assegno di vecchiaia.
Il PDL è quello che non ha mosso un dito sul ricatto fatto dalla FIAT ai danni degli operai, culminato in questi giorni con il licenziamento di alcuni dipendenti colpevoli di essere delagati Fiom.
Come si puo solo pensare di varare un governo di "larghe intese" con un partito di questo genere?
In caso di fallimento di Berlusconi la parola deve passare al popolo, magari correggendo prima la porcata di Calderoli.
Ed invece no, il Pd nicchia, annaspa, tratta, manda segnali ambigui. Come al solito. Anche per questo Berlusconi rimane in sella. Dall'altra parte c'è il vuoto. E con un vuoto di questo genere le elezioni anticipate sono un rischio impossibile da correre, vero Bersani?