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    Anticapitalista!
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    Predefinito Il primo mese al rallentatore della sindaca di Roma Virginia Raggi

    Che tanto, secondo me, il modello futuro dei 5 Stelle è quello torinese, moderato e amico dei poteri forti......

    Il primo mese tra liti, veleni e sospetti La sindaca Raggi e la paralisi di RomaDopo i trionfi del 19 giugno e la giunta a 5 Stelle partita al rallentatore, finora nessun cambiamento su traffico e rifiuti e il tempo non è a favore della nuova giunta

    Virginia Raggi, a un mese dalla sua proclamazione a sindaco di Roma, non può più prendersela molto comoda. Ora sull’Unità è scritto che Paola Taverna avrebbe detto di lei: «Prima se ne va e meglio è». Ecco, il tempo è tutto. Rimandare, rallentare, zigzagare, temporeggiare sarà pure in linea con l’indole romana, specie con il caldo che fa. Ma ogni giorno che passa senza che si percepisca la benché minima differenza con il giorno prima è un giorno in cui la cupa profezia della Taverna, impegnata a difendere la presenza di un suo congiunto nel Direttorio romano, potrebbe avverarsi. Mentre i topi ballano nei cassonetti. Mentre il trasporto pubblico è orribile come prima. Mentre divampa la polemica sui centurioni che ritornano davanti al Colosseo. Ieri è stata la giornata delle indicazioni programmatiche. Ancora sul generico delle indicazioni programmatiche? Almeno la collega Appendino a Torino, pur perduta tra diete vegane, wi-fi inquinanti e proteste No Tav, un po’ di delibere le ha fatte approvare. E a Roma? A Roma si dice «stiamo ancora a carissimo amico» e la Raggi dovrebbe conoscere questo detto. Ecco, nella Roma della sindaca Raggi, dopo trenta giorni trenta, siamo ancora, mestamente, a «carissimo amico». Le difficoltà nella composizione della squadra

    Si potrebbe studiare al rallentatore questo inizio al rallentatore dopo i trionfi del 19 giugno, il Pd umiliato, le periferie che hanno plebiscitato i Cinque Stelle. La festa non era ancora iniziata che subito si è avuta la prima frenata sulla composizione della giunta. Intanto il tempo di levare Lo Cicero dallo Sport, che pure era stato indicato prima delle elezioni. Poi, per una questione complessa di incompatibilità di cui era stato chiesto persino il parere, tardivo, degli uffici di Raffaele Cantone, si è trattato di frenare su Daniele Frongia, poi diventato vicesindaco, e poi su Raffaele Marra, accusato dal Direttorio di aver lavorato prima con il sindaco Gianni Alemanno e poi con il sindaco Ignazio Marino: la rivoluzione messa in crisi. Il quale Direttorio ha cominciato a muoversi con una certa disordinata frenesia. Tutte le città in cui si era votato a giugno avevano già messo a punto le rispettive Giunte, tranne Roma, che avrebbe dovuto essere il cuore del grande rinnovamento. Ma per giorni è sembrato che le beghe paralizzassero tutto. Poi è arrivata finalmente, il 7 luglio, la giornata della festa: l’Aula pacificamente invasa dai Cinque Stelle festanti, il grido di battaglia «Onestà, onestà», il figlio della sindaca Raggi che scherzava sullo scranno della madre primo cittadino (prima cittadina?) di Roma. Sembrava che il treno si fosse messo in moto. Macché. Il Direttorio premeva perché Daniela Morgante fosse lei il capo di gabinetto. Spingeva moltissimo Roberta Lombardi, che voleva anche candidato sindaco Di Vito, ora presidente del Consiglio comunale. La Raggi ha resistito, sono passati alcuni giorni. Poi è arrivato Beppe Grillo, poi la Lombardi si è dimessa dal Direttorio e poi è stata nominata Carla Raineri. Intanto un po’ di giorni sono volati via per beghe interne, cordate, gruppi di potere.


    La città invasa dalla spazzatura va in Rete
    Poca cosa, se non fosse che nel frattempo ogni gorno che passa è un altro pezzo di disastro romano che si aggrava. Quando il Corriere della Sera ha pubblicato il video dei bambini di Tor Bella Monaca con i topi che correvano allegri, Virginia Raggi si è precipitata per mettere un argine. Poi però Roma Nord è invasa dai rifiuti, i cassonetti rigurgitano di immondizia, il fetore è spaventoso e l’unica cosa di cui si parla è l’incontro segreto che si sarebbe tenuto per smaltire i rifiuti a Malagrotta (ma la discarica non era stata chiusa?). E i giorni passano ma ogni cittadino dotato di smartphone, cioè quasi tutti, appena vede sacchetti di rifiuti maleodoranti per strada, immediatamente lo diffonde in Rete. Se la sindaca Raggi non si sbriga, i trionfi di un mese fa rischiano di rovesciarsi come un boomerang. E poi i trasporti? Non è che nel frattempo gli autobus romani siano più veloci, meno puzzolenti, mezzi rotti, senza aria condizionata a 40 gradi rispetto a prima. Uno dei simboli del fallimento delle giunte precedenti è l’immagine dei treni della Roma-Lido paralizzati, con i passeggeri a vagare sui binari. Ora quelle scene si rivedono ancora. Virginia Raggi lo sa? Oppure l’organigramma, la definizione dei punti programmatici, la due diligence sui conti romani, la sistemazione delle beghe dentro i Cinque Stelle le hanno distolto l’attenzione sulla Roma-Lido? E le Olimpiadi di Roma, dove l’assessore all’Urbanistica e il vicesindaco dicono due cose diverse? E il rispetto della legalità con i centurioni che tornano e si deve mettere a punto un’ordinanza di emergenza? Il tempo scorre, lento ma inesorabile. Il tempo gioca a sfavore di Virginia Raggi. Domani è un altro giorno, e sarà peggio, se non si daranno, come si dice a Roma, una bella mossa.

    Il primo mese tra liti, veleni e sospetti La sindaca Raggi e la paralisi di Roma - Corriere.it
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  2. #2
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    Predefinito Re: Il primo mese al rallentatore della sindaca di Roma Virginia Raggi

    La vittoria della Raggi non è che sia stata propriamente una sorpresa... prepararsi qualcosina no? La situazione di Roma è quella che è, non era nemmeno immaginabile un clamoroso "coup de théâtre", ma insomma, una qualche iniziativa all'insegna della buona volontà, un provvedimento inaugurale, una campagna di derattizzazione... qualcosa insomma che almeno giustificasse la mitica luna di miele dei primi centro giorni! Spero per i romani che in questo caso il buongiorno non si veda dal mattino!

 

 

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