Innanzitutto io credo che a lungo termine da una parte che si debba spostare unpó, per quanto possibile, la tassazion (sempre in modo progressivo) e da chi produce beni e servizi reali e quindi ricchezza (quindi a imprese a lavoratori, soprattutto se si tratta di lavoro dipendente e autonomo e di piccola e media impresa) a chi vive di rendita (rendita di tutti i tipi, ma soprattutto a chi vive di rendita finanziaria), agli ereditieri, al patrimonio (soprattutto i grandi patrimoni), agli immobili (soprattutto quelli di valore) e infine alle transazioni finanziarie e a chi inquina l'ambiente attraverso tasse ambientali e in generale a chi ha tanti soldi e investe nella finanza invece di investire nell'economia reale e dall'altra parte parallelamente spostare maggiormente la tassazione dai redditi bassi, medio-bassi e anche successivamente dalla classe media, ai redditi individuali medio-alti e ai redditi individuali dei più ricchi e ai profitti delle grandi multinazionali e una terza linea sulla quale si dovrebbe muovere la riforma fiscale dovrebbe essere quella di incentivare gli investimenti in economia reale locale rispetto a chi vuole investire all'estero.
E questo è un ragionamento che andrebbe applicato in tutto il mondo, non solo in Italia.
Questo favorirebbe gli investimenti privati nell'economia reale creando occupazione e sviluppo a scapito di chi vuole vivere di rendita e speculazione finanziaria che verrebbe invece disincentivata, creerebbe più equità fiscale e sociale e andrebbe anche ad incrementare le entrate fiscali favorendo in generale chi produce a scapito di chi vive di rendita...