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    Predefinito Abolire l'Euro è un dovere morale !

    02 aprile 2014 - 18:12
    Abolire l’euro è un dovere morale

    Abolire l’euro è un dovere morale(di Danilo Quinto) Se gli “spiriti” avessero incontrato Romano Prodi negli ultimi anni del secolo scorso – come fecero, per sua ammissione, nel ‘78, durante i giorni del sequestro Moro – di certo non sarebbero stati in grado di profetizzare il disastro dell’adesione alla moneta comune europea, per la quale tanto si adoperò.

    Non avrebbero potuto prevedere – gli “spiriti” – che l’euro avrebbe raso al suolo qualsiasi possibilità di crescita economica dell’Europa, dove decine di milioni di persone sono costrette ad una disoccupazione che non si frena, superiore al 12% e ad una povertà dilagante: la Spagna ha tre milioni di persone che sopravvivono con redditi mensili inferiori a 307 euro; le cifre ufficiali del Portogallo collocano il 18% della popolazione sotto la soglia della povertà; in Italia, il numero di poveri si è duplicato tra il 2007 e il 2012.

    L’Europa dei mercanti e dei banchieri, degli speculatori internazionali, delle lobby finanziarie e burocratiche, difende all’”arma bianca” una moneta artificiale – tre anni fa, Berlusconi la definì, in un sussulto di verità, che però lasciò immediatamente posto alla smentita, «l’unica moneta al mondo senza uno Stato» – che costringe gli Stati a rinunciare ad una parte fondamentale della loro sovranità, quella di emettere la propria moneta.

    L’unità europea sarebbe garantita, a parere di quasi tutti, proprio dall’euro. Chi prova a dissentire, viene fatto oggetto di paragoni imbarazzanti per chi li fa. In un’intervista apparsa su “Avvenire” lo scorso 25 marzo, intitolata «Fermiamo in tempo i dirottatori dell’Europa», il viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli, ha dichiarato: «Se l’exploit nazionalista francese dovesse essere confermato dalle Europee, per la prima volta potrebbero entrare con numeri importanti nell’Aula di Strasburgo partiti che vogliono far deragliare il progetto. Sono come dirottatori su un aereo: non vogliono portare l’Unione europea verso un’altra destinazione, vogliono semplicemente farla schiantare a terra».

    Perfino il Presidente della Repubblica ha fatto sentire la sua voce per arginare l’eco della vittoria alle elezioni francesi del Fronte Nazionale di Marine Le Pen – fortemente anti-euro ‒ che ha dilagato ed è risultato primo in numerose città, confermando le previsioni che circolano per le elezioni europee, in base alle quali diventerebbe il primo partito. In occasione delle celebrazioni per i 70 anni dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, Napolitano ha dichiarato: «Bisogna sempre saper ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato e per quel che riguarda il nostro e gli altri paesi europei è una conquista dovuta a quella unità europea, a quel progetto europeo che oggi da varie parti si cerca di screditare». Ha aggiunto: «Dobbiamo ricordare quello che abbiamo vissuto in Italia ed in Europa e che non si può giocare con queste posizioni che tendono a screditare il nostro patrimonio di lotta per la libertà».

    Con buona pace del Presidente della Repubblica, è certo che il “progetto europeo” – politico, evidentemente – equivale ad un grande carrozzone burocratico che costa quasi 2 miliardi di euro all’anno, per il funzionamento delle sedi di Bruxelles e di Strasburgo e per gli stipendi dei suoi 6mila dipendenti – e fino a 10 miliardi di euro (sempre all’anno) per l’intera struttura amministrativa dell’Unione. Un’istituzione che entra a gamba tesa per indottrinare gli Stati su temi governati dai principi del diritto naturale, che nessuna legge può ledere e che rimane in piedi solo grazie al simulacro della moneta comune. Da spazzare via. Non solo per tornare al disegno originario dell’Europa federale, ma soprattutto per far rivivere un’idea di Europa fondata sui principi, che precedono le logiche economiche e le loro brutali conseguenze. (Danilo Quinto)

    http://splashurl.com/olgyrob

  2. #2
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Clima europeo: Cicloni e nebbie fitte


    Il ciclone provocato dai positivi risultati di Merine Le Pen alle elezioni amministrative francesi non è passato inosservato e si è già scatenata furiosa la controffensiva degli europeisti (a costo della vita…) suddivisi in euro-sognatori e euro-tecnocrati. Il “nostro” presidente della repubblica non ha perso – anche in questo caso – l’occasione di fare una figura rispettabile e rispettosa tacendo; preso dalla rabbia per il suo bel giocattolo scheggiato ha dovuto dar voce al sua dissenso. Non pago d’aver smentito mille volte la sua funzione super partes nel nostro Paese, facendo spudorata politica di parte fin dall’inizio del suo primo mandato, ieri si lasciato andare in commenti vergognosi contro la democratica scelta operata dal popolo francese: "Attenzione a chi attacca la Ue", questa la minaccia!
    Una pagina che non avremmo voluto vedere e che denota ormai il terrore cieco di questi oscuri figuri all’approssimarsi della fine, non solo della moneta unica, l’euro, ma grazie a di Dio della stessa Unione Europea, voluta e attuata da un’elite di burocrati e bamboccioni viziati, abituati a servire le lobby finanziarie al di sopra della volontà popolare.




    Purtroppo costoro, che da mesi ormai subodoravano questo campanello d’allarme, ostacolo al loro criminale proposito di euro-impoverimento del vecchio continente, in Italia hanno già avviato il piano d’emergenza. Gettato Enrico Letta come un calzino usato ad inizio anno, dopo avergli fatto fare per nove mesi la marionetta, e promosso “sul campo” Matteo Renzi senza neppure avere avuto il buongusto di farlo transitare dalle urne o come fatto per Mario Monti, avergli fornito una qualche legittimazione con la nomina a Senatore a vita, si propone ormai da settimane e in ogni occasione possibile, radio, tivvù, carta stampata e online la sua figura, un mantra capace di ogni miracolo.
    l’uomo nuovo del cambiamento, colui che ha in atto una serie di riforme e di cambiamenti epocali.


    La serie degli interventi naturalmente prevede tutti i punti sensibili del comune sentire della gente …ma questo non è populismo, giammai.
    Lo scopo è chiaro, confondere ancora una volta le acque, creare la nebbia a colpi di auto blu, enti inutili, super stipendi manageriali, privilegi del sindacato, della confindustria, la riduzione degli sprechi, dei costi della politica per terminare con la chimera degli ottanta euro in busta paga ai lavoratori. Una nebbia artificiale fittissima che ha il solo scopo di attirare su di Renzi l’attenzione e i voti “europei” di chi avendo ormai compreso cosa rappresenta l’Europa, si troverà ad operare una scelta tra “l’uomo del fare”, l’ennesimo agnello sacrificale e il “salto nel buio” di chi dice basta all’aborto europeista! .
    Il pericolo per noi euro-contrari è serissimo, perché al contrario, senza la presenza di Renzi, il voto di protesta anti europeo sarebbe stato univoco, trasversale ed eclatante.


    La “toppa” Renzi quindi potrebbe ancora mitigare per qualche tempo l’ondata della protesta popolare, non populista, perché come abbiamo visto il populismo, quello vero, risiede altrove!
    E al populismo più becero appartiene anche la tragicommedia del terrorismo mediatico divulgato per descrivere appunto il “salto nel buio” di chi dice basta all’euro: vengono previste le piaghe d’Egitto …cavallette, l’acqua che si trasforma in sangue, la morte dei primogeniti e avanti di questo passo, passando per le cariole cariche di biglietti di banca inflazionati come successo nella Repubblica di Waimar. Questo non è populismo?


    Mai come in queste settimane si sta giocando sul nostro avvenire e su quello dei nostri figli. Noi abbiamo la responsabilità di non farci ingannare. L’obiettivo deve essere uno, fuori dall’euro prima possibile! Tutto il resto può attendere, perché tutte le riforme nazionali possibili non servono nulla se non torniamo a possedere per interno la nostra sovranità monetaria e la nostra libertà. Raggiungere questo obiettivo, non è una politica o un obiettivo di destra o di sinistra, è un obiettivo trasversale di tutti coloro che vogliono bene al proprio Paese e all’Europa come continente da sempre faro della civiltà. Un fronte comune quindi, che Grillo e Casaleggio del Movimento 5 Stelle non hanno compreso e non intendono attuare, come non hanno compreso e attuato molte cose in questi primi 12 mesi di permanenza in Parlamento. Incapaci di darsi un obiettivo che non sia la protesta fine a stessa..
    Da parte mia, se sarà necessario, come Patriota, sono pronto a votare anche Lega Nord o Rifondazione Comunista! Viva l’Italia sempre!


    Alberto Conterio – 25.03.2014
    http://splashurl.com/nhbmhr7

  3. #3
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Bentornato egregio....il forum ha bisogno della tua presenza

  4. #4
    Monarchico da sempre !
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Grillo: "Dobbiamo riprenderci la lira". Ma non farà patti con gli anti euro

    Il comico a Napoli per la seconda tappa del tour: "O vinciamo o vado a casa". Ma glissa su alleanze e programmi. Come farà a imporsi a Bruxelles?





    Gio, 03/04/2014 - 11:45









    "Su una cosa non ho dubbi: o vinciamo, o stavolta davvero me ne vado a casa. E non scherzo". All'indomani della prima tappa del tour Te la do io l'Europa, Beppe Grillo assicura che si farà da parte se il Movimento Cinque Stelle non vincerà le Europee.





    La prima dello spettacolo l’ha lasciato soddisfatto. Non si lascia infastidire dalla critiche di chi dice che si è trattato di un comizio a pagamento: "Dicono che è una forma di finanziamento? E perché no?". D’altra parte non ha mai nascosto che servono soldi per finanziare il partito. E sottolinea: "Gli spettacoli che facevo prima erano comizi politici. Comizi sulle auto a idrogeno, sulle energie rinnovabili, ma comizi".
    Questa sera Grillo sarà al PalaPartenope di Napoli. Ieri si è confrontato con alcuni cittadini al Borgo Marinari. Per oltre un'ora hanno parlato di caro assicurazioni, rifiuti, ticket sanitari e lira. "Dobbiamo riprenderci la lira, con un referendum - spiega - poi svalutare la lira per far diventare i nostri prodotti concorrenziali all’estero". L'obiettivo è espugnare il parlamento europeo. L'avversario da battere è Matteo Renzi, anche se Grillo nega che il premier sia il suo antagonista: "Lui si rivolge a me che replico a lui. Ma non è così. Non sono io il suo antagonista. I suoi avversari sono la democrazia, l’onestà e l’intelligenza". Scuote le spalle a chi gli chiede di rispondere al "Grillo sta a rosicà" pronunciato proprio da Renzi dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del ddl costituzionale che riforma il Senato.


    "Pensi alla democrazia - risponde - stanno uccidendo la democrazia e voi pensate ai grillini?". Poi l’affondo: "Se non siete intelligenti, onesti e democratici votate lui. È molto comodo in questo Paese essere disonesti".
    Per Grillo, Renzi è uno che promette molto ma non mantiene la parola data. "Lui dice le cose ma non le fa - chiosa - dice che cancella il Senato ma invece resta e costa pure di più. Vuole farne un Senato di nominati, mettendoci i sindaci e i governatori che sono quasi tutti di Pd e Pdl". L’obiettivo è chiaro: far diventare il M5S primo partito alle urne di fine maggio, raccogliere 25-26 europarlamentari e mettere in crisi l'esecutivo. Anzi, proprio per questo invia un avvertimento ai suoi: "Bisogna fare squadra ed evitare polemiche che scoprono il fianco agli attacchi degli altri". In primis, le polemiche sulle primarie per i candidati alle Europee che rischiano di diventare un autogol. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti si è fatto portavoce proprio di questo malcontento. "Anche lui era uno sconosciuto prima...", fa notare il comico genovese prima di lasciare l'albergo che lo ospitava a Catania. "Chi è scontento è già fuori dal Movimento - sbotta - devi darti da fare con o senza poltrona. Questo è lo spirito del Movimento".
    Quando si tratta di fare sul serio, Grillo arretra. Di alleanze e programmi, infatti, non vuole parlare. Tergiversa, prende tempo, svia. "Non sappiamo chi c’è nel parlamento europeo - spiega - magari ci sono gruppi tedeschi, finlandesi o piccoli gruppi. Andiamo a conoscerli. Se poi ci sono persone che condividono il nostro programma, parleremo. Vedremo con chi avere colloqui ma lo decideremo insieme a tutti gli iscritti". Di sicuro non siglerà un'intesa col Front National di Marine Le Pen. "Ha una estrazione diversa dalla nostra - cconclude - lei faccia la sua strada, noi faremo la nostra".




    http://splashurl.com/p62hyqf


    l'M5S non ha capito un cazzo.... 12 mesi in Parlamento e non hanno capito che da SOLI, non si arriva a nulla, figuriamoci in Europra!
    Ultima modifica di Conterio; 03-04-14 alle 21:52

  5. #5
    pervicaci plebicola
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Prima di postare il solito pamphlèt popolusista fai tre considerazioni:

    1. La lira non è la sterlina, e soprattutto l'Italia non è la Gran Bretagna;
    2. Non so che età hai tu, ma io ho l'età per ricordarmi gli Andreotti e i De Benedetti, fine anni 80 e anni 90 del secolo scorso, che comparivano in tv - dopo la svalutazione imposta dai mercati del 8-9% della liretta - con mimica facciale di circostanza a dirci che "adesso siamo tutti più poveri", noi.
    3. Se allora dovemmo svalutare del 9% per adeguarci al marco tedesco e al mercato nord-europeo, adesso dovremmo svalutare del 60% per adeguarci al mercato asiatico. Fai tu.

    Un'ultima considerazione: non siamo sovrani, siamo controllati dal Fondo Monetario Internazionale. E' la nuova leva del colonialismo. Fattene una ragione.
    Amico inimicoque bonum semper praebe consilium, quia amicus accepit, inimicus spernit
    All'amico e al nemico dà sempre buoni consigli, perchè l'amico li accetta il nemico li rifiuta

  6. #6
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    assolutamente no, sbagli ...e di grosso!

    intanto ho l'età giusta per ricordarmi che potevo fare le ferie di un mese all'estero, anche se partivo da casa con in tasca le lirette come dicono gli eurosognatori. Ma la nostra lira era una moneta, oggi l'Euro è un metodo di governo, non una moneta!

    La svalutazione che dovremmo affrontare uscendo dall'area Euro (Dio lo voglia....) sarebbe di circa il 25 - 30 % sull'Euro appunto, cioè la metà circa di quanto abbiamo perso in questi 12 anni del nostro potere d'acquisto reale nazionale. Ciò vuol dire che da domani potremmo tornare a LAVORARE, perchè saremmo tornati competitivi sui nostri avversari di sempre, i tedeschi!
    Gli euroimbambolati stanno facendo terrorismo mediatico per spaventare gli ignoranti, ma per fortuna la gente non è tutta scema, e il 25 maggio la musica potrebbe cambiare.

    Del mercato asiatico non mi preoccupo minimamente , perchè possiamo fare tutte le monete uniche di questo pianeta, ma il tiro alla fune con la cina non lo vinciamo comunque se pensiamo di "giocare" sul loro terreno, a meno di non trasformarci tutti in cinesi che lavorano 14 ore al giorno 6 giorni la settimana più 6 ore della domenica. Noi italiani sovrani della nostra moneta e padroni delle nostre scelte in campo economico invece, soprattutto DA SOLI, possiamo ritagliarci una bella nicchia fatta di creatività e qualità invidiata ancora oggi in tutto il mondo, cina compresa. Assieme al resto d'Europa siamo solo delle rape da spremere per far comodo al nord europa! Fuori dall'Euro SUBITO!!!!!!

  7. #7
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Riforma del mercato del lavoro, crisi economica e povertà
    La medicina sbagliata a un ammalato grave!


    Mentre in queste ore si votano in Parlamento provvedimenti in «favore del lavoro», o meglio, in favore della flessibilità del lavoro, quale tentativo disperato di rilanciare l’occupazione, non posso che guardare con curiosità i risultati di un recente studio dell’Ocse, proprio sugli indici della flessibilità del lavoro nei paesi dell’Unione Europea. Ho una sorpresa!
    Siamo abituati a pensare al mondo del lavoro italiano come ad un pachiderma ingessato in rigidità assurde per colpa di mille ragioni, invece dai dati Ocse ci si rende conto che l’Italia possiède già il mercato del lavoro più flessibile d’Europa. Molto più rigidi di noi i soliti tedeschi che pretendo di insegnarci come si fa!
    Del resto basta riflettere un attimo… dove lo troviamo un Paese in cui un lavoratore precario (a tempo, a progetto ecc. ecc.) guadagna mensilmente meno di un lavoratore sotto regolare contratto a tempo indeterminato. Siatene certi, non succede da nessuna altr’altra parte in Europa.
    Informarsi per credere. Cerco inoltre di spiegarmi il comportamento incomprensibile del sindacato italiano: che siano solo ignoranti oppure sono in malafede?





    Ma allora la flessibilità ancora invocata a cosa serve? Non certo a creare occupazione come cercano di dimostrare battaglioni di lacchè al soldo delle multinazionali, perché la flessibilità (che sia in entrata o che sia in uscita) non crea il lavoro che non c’è, ma serve soltanto a creare ulteriore insicurezza tra i lavoratori favorendo ulteriori occasioni per calmierare ancora salari e stipendi.
    Altra cosa su cui occorre riflettere, è che la tanto invocata flessibilità del mercato del lavoro è nemica della produttività e della qualità della produzione. Personale demotivato da salari da fame, dall’insicurezza sulla continuità del rapporto di lavoro e dalla palese discriminazione nei confronti di lavoratori tutelati da alte forme di contrattazione, non avrà mai lo stimolo necessario a perseguire una produttività elevata, e meno che mai avrà lo stimolo a fare del suo lavoro un lavoro di qualità.
    Ma allora perché si desidera perseguire questa strada?
    Perché la grande industria, le grandi multinazionali e coloro che credono di poterle imitarle per salvarsi dall’annientamento (certo), grazie alla estrema parcellizzazione del ciclo produttivo, non hanno bisogno di lavoratori con una esperienza provata, motivati e fedeli. Per queste realtà, le scimmie sono più che sufficienti, e chiunque può essere sostituito all’istante con un soggetto meno pagato o meno tutelato! Al contrario, nelle piccole e medie imprese, dove il valore aggiunto di personale addestrato è fondamentale per ottenere alta produttività e qualità della produzione, la flessibilità non è richiesta. In Italia, dove il nostro tessuto industriale è formato appunto da medie, piccole e piccolissime imprese la flessibilità interna esiste già e la riforma del mercato del lavoro così voluta non serve a nulla, anzi risulta dannosa.
    Se potessimo avere il lavoro che ci è stato tolto da un cambio fisso imposto (moneta unica) dai Paesi del nord Europa, in cui a farla da padrone sono le grosse multinazionali o le grandi e grandissime industrie, nessuno in Italia penserebbe mai, o sentirebbe mai la necessità di una «nuova» riforma del lavoro.


    Nel frattempo, continua lo stillicidio di queste imprese, che chiudono i battenti al ritmo di 1000 al giorno circa andando ad aumentare il tasso di disoccupazione nazionale. Grazie a ciò, sono oltre 4 milioni le persone che in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10 per cento sull'anno precedente. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del «Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013» realizzato dall'agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), in riferimento ai dati Istat sulle famiglie senza redditi da lavoro.


    Per effetto di questa «crisi economica», sono in aumento esponenziale gli italiani senza risorse sufficienti a sfamarsi adeguatamente: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012.
    Questo andamento negativo, in tutto similare al processo di distruzione economica e sociale registrato in Grecia, Portogallo e Cipro, causato dalle politiche imposte dalla Troika di Bruxelles, ha già raggiunto livelli drammatici e rappresenta la punta dell’iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa.
    Il taglio della spesa alimentare, ha portato i consumi italiani indietro di trent'anni, e anche la tradizionale festa religiosa della recente Pasqua, ha confermato questi sensibili cali nei nostri consumi alimentari.
    Secondo l'Istat, il 16,6 per cento degli italiani non può più permettersi una pasto con un contenuto proteico adeguato una volta ogni due giorni. L'effetto più eclatante della riduzione del potere di acquisto degli italiani é visibile proprio nel taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro appunto di oltre 30 anni, ai livelli del 1981.
    Imboniti a suon di slogan, ad aderire senza se e senza ma alla religione alla moneta unica, con la promessa di un futuro migliore ci ritroviamo dopo dieci anni circa a chiede l’elemosina agli angoli delle strade. Siamo certi che il Prof. Mario Monti applaudirà all’enorme successo dell’euro e della stabilità portata in dote dalla moneta unica come ebbe già modo di dichiarare incredibilmente nel 2011, commentando la situazione Greca!
    In Italia il lavoro non ha mai fatto paura a nessuno, il 25 maggio possiamo riappropriarci della nostra sovranità e quindi del nostro lavoro con un semplice gesto.
    Il messaggio all’Europa della finanza e al nostro governo di euro-sognatori deve essere chiaro: Fuori dall’Euro SUBITO!!!


    Alberto Conterio - 23.04.2014
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  8. #8
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  9. #9
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Mi pare evidente che l'euro ha svantaggi e vantaggi rispetto alla lira e secondo me i secondi superano abbastanza i primi anche adesso, e sarebbero vantaggi sensibili se si abbandonasse quella che per semplicità chiamiamo politica del rigore.
    Ipotizzando di tornare alla lira noi tutti sappiamo, o dovremmo saperlo, che la svalutazione, prima di tornare al vecchio 8/10%, sarebbe, nei primi mesi, intorno al 100% o poco meno, (perchè la sovranità monetaria la si vuole per poter stampare vagonate di moneta quando servono) questo significa che se al momento del ritorno alla lira ho 60.000 euro in banca con cui posso comprare un paio di auto, dopo la conversione ho circa 120.000.000 mil. con cui dopo pochi mesi di auto ne compro solo una.
    Questo lo sanno tutti e tutti, credo, andremmo in banca a ritirare quei 60.000€ e metterli in cassetta di sicurezza al riparo dall'inflazione, io almeno lo farei.
    Se li avessi.
    Nel giro di due giorni le banche saltano, tutte, nessuna esclusa.
    Quindi una prima domanda è: come tornare alla lire evitando la catastrofe di cui sopra?
    Tenete presente che non è possibile abbandonare l'euro in due giorni e nemmeno in una settimana, tutti i sistemi informatici andrebbero riprogrammati, almeno due mesi ed impossibilità di mantenere il segreto.
    Ultima modifica di simmaco; 08-05-14 alle 12:22

  10. #10
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    Predefinito Re: Abolire l'Euro è un dovere morale !

    Citazione Originariamente Scritto da Conterio Visualizza Messaggio
    intanto ho l'età giusta per ricordarmi che potevo fare le ferie di un mese all'estero, anche se partivo da casa con in tasca le lirette come dicono gli eurosognatori.
    Mio padre, operaio semplice, poteva comunque permettersi un mese di villeggiatura, ovviamente non all'estero.
    Oggi un mese di villeggiatura è improponibile anche per un colletto bianco.
    Trollhunter delle 2 Sicilie.

 

 
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