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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    Citazione Originariamente Scritto da Ada De Santis Visualizza Messaggio
    Hai ragione Kaouthia , ma se si facessero le case con il sistema antisismico e non con la sabbia e un pň di cemento ci sarebbero sicuramente meno danni sia per l'arte che per la popolazione, insomma dovrebbero finire di rubare e costruire come si deve, hanno fatto vedere case costruite bene che hanno avuto pochi danni .
    e le chiese in vetroresina...

  2. #12
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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    Dopo il terremoto in Centro Italia

    Opere d'arte recuperate nelle chiese di Accumoli


    Prosegue il lavoro di recupero del patrimonio culturale delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto in Centro Italia. Ad Accumoli sono state recuperate le opere d'arte presenti nella chiesa di Santa Maria della Misericordia e da quella della Madonna delle Coste, entrambe gravemente lesionate dal sisma.

    "Un altro importante risultato conseguito dai tecnici e funzionari del Mibact - ha dichiarato il ministro dei beni e delle attivitŕ culturali e del turismo, Dario Franceschini - che stanno operando con grande professionalitŕ, passione e spirito di sacrificio per salvare il patrimonio culturale colpite dal sisma".

    Da Santa Maria della Misericordia sono state prelevate due pale d'altare dell'Immacolata Concezione (dipinto a olio su tela, sec. XVI) e della Madonna della Misericordia, e i santi Anna, Giacomo Maggiore e Francesco (dipinto a olio su tela, databile tra il 1635 e il 1649, opera di Alessandro Turchi detto l'Orbetto), compresa la cimasa dell'altare con la Trinitŕ (60x60, dello stesso pittore).

    Sono state inoltre messe in salvo la tela con S. Nicola (ambito romano, XVII sec.), due tele con Sacro Cuore di Gesů e Addolorata, sec. XVIII-XIX). Recuperati anche reliquiari del XVIII secolo e quattro candelieri d'altare in lamina di argento sbalzata e cesellata (sec. XVIII); tra gli arredi la statua lignea del Cristo Deposto, recuperata all'interno della teca alla base dell'altare centrale (sec. XVII, policroma con tracce di doratura e rivestimento del perizoma in argento) e due statue lignee policrome raffiguranti un santo e una martire coronata. Inoltre, paramenti liturgici del XVII secolo.

    Dalla chiesa delle Madonna delle Coste č stata estratta una croce processionale in lamina d'argento sbalzata e cesellata (XVI sec.). Tra i materiali anche alcuni ex-voto.

    L'operazione č stata portata a termine dagli storici e dai restauratori della squadra rilevamento danni del Mibact, assistiti dai tecnici dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, con l'assistenza di Vigili del Fuoco, Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, Protezione Civile e volontari. Tutte le opere sono ora nella Caserma della Scuola della Guardia Forestale di Cittaducale.

    Opere d'arte recuperate nelle chiese di Accumoli  | Cronaca | www.avvenire.it - © riproduzione riservata
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  3. #13
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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    I Monuments Men di Amatrice: “Cosě salviamo le opere d’arte”

    Prima missione dei Caschi blu Unesco nei territori colpiti dal terremoto. Il generale: la gente ha perso tutto come in guerra, tuteliamo i loro ricordi.


    Amatrice, nella frazione di Retrosi, sono state recuperate 125 opere tra cui una pala d’altare di Luigi Cherubini

    Letizia Tortello

    La prima missione dei Caschi blu della cultura č tra le macerie dei paesi colpiti dal terremoto. Si sono addestrati per salvare i tesori dell’arte nelle aree di guerra, pronti a partire in qualsiasi momento, per recuperare capolavori, come i «monuments men» del celebre film di George Clooney.

    Ma il primo compito affidato alla task force U4H (Unite for Heritage) dell’Unesco, nata per combattere la distruzione dei patrimoni dell'umanitŕ minacciati dai conflitti, non č in Siria, non č tra quel che č rimasto di Palmira. Č in casa nostra, nei paesi del sisma: nello scrigno zeppo di tesori che č Amatrice, poi ad Accumuli. E nelle loro minuscole frazioni, ricche di chiese e ricche di storia artistica, anche antica, rimasta in molti casi il simbolo di una comunitŕ ferita, ma unita.

    Dal 24 agosto, i nostri monuments men con il caschetto blu sono partiti per i Comuni del Rietino, per mettere in salvo l’arte di musei, cappelle e santuari. Il gruppo di esperti č formato da 60 uomini, metŕ carabinieri scelti dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, metŕ personale del Mibact (architetti, archeologi, restauratori, conservatori e storici dell’arte). I Caschi blu della cultura sono stati creati a febbraio, grazie a un protocollo siglato dal governo con l’Unesco. L’Italia č la prima al mondo ad aver inaugurato questo nucleo, che si ispira ai monuments men della II Guerra Mondiale, gli uomini che misero in salvo inestimabili opere prese dai nazisti.

    In tutto, ad Amatrice e dintorni, hanno recuperato 900 pezzi assicurati ai depositi del ministero. Beni trasportati poi «nella Scuola del corpo forestale dello Stato di Cittaducale, Rieti, dove verranno restaurati, in attesa di tornare a casa», spiega il generale Fabrizio Parrulli, comandante del reparto Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma. Fino a 10 giorni fa, la task force era presente, giorno e notte, nelle zone devastate dal sisma. Ora, l'emergenza č finita, «facciamo su e giů da Roma». Tra loro, in passato, c’č chi č stato in Afghanistan, chi in Nepal, a caccia di beni antichissimi. Oggi, sarebbero pronti per partire «in qualunque momento» alla volta di una missione internazionale, laddove l’Unesco lo riterrŕ necessario. «L’Italia ha fatto da apripista - precisa Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente d’Italia all’agenzia Onu di Parigi -. Altri Paesi, dalla Germania alla Russia, ad Austria, Ungheria, Spagna e Francia, hanno intenzione di aderire alla task force».


    I tesori messi in salvo

    Ma cosa hanno recuperato i monuments men? Oggetti preziosi e statue recenti: in frazione Retrosi di Amatrice, tra i 125 beni salvati, c’č una pala d’altare di Luigi Cherubini, firmata e datata 1889, raffigurante una Madonna con san Clemente e sant’Antonio da Padova, un quadro del 1700 con San Giuseppe da Leonessa, nato a Leonessa e morto ad Amatrice, un bambinello di un presepe di fine ’800 e molti arredi liturgici, tra cui patene del ’700 di grande valore, rimosse dagli armadi della sagrestia pericolante. E poi, reliquiari rari, un tabernacolo della fine del XIX secolo in argento dorato, un’intera stazione della Via Crucis in terracotta e legno, una Madonna lignea dietro a cui il paese si riuniva in processione. Molte opere, piccole e grandi, anche nelle frazioni di Torrita, Cossito e Collegentilesco di Amatrice.

    Ma cosa c’entra la missione nei luoghi del terremoto ad esempio con Palmira, la Siria, la guerra all’Isis? Il generale Parrulli spiega il link: «I miei uomini sono addestrati per tutte le situazioni di crisi. La gente che giŕ ha perso tutto, anche in un terremoto, non si deve sentire spogliata dei propri ricordi, che spesso restano l’unico elemento identificativo di una comunitŕ». Quella speranza, anche votiva, della ricostruzione.

    I Monuments Men di Amatrice: “Cosě salviamo le opere d’arte” - La Stampa
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  4. #14
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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    Terremoto, a Camerino il campanile crolla su un palazzo


    A Camerino dopo la scossa delle 21:18 il campanile della chiesa di Santa Maria in Via, giŕ danneggiata dal sisma del 24 agosto, č crollato su una palazzina. Lě si sta concentrando il lavoro dei vigili del fuoco, anche se non si pensa che ci fossero dentro delle persone. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del Comune. Molte persone erano comunque fuori casa dopo la scossa precedente delle 19:11. Molti i crolli nel centro e nelle frazioni

    Terremoto, a Camerino il campanile crolla su un palazzo - ilmessaggero.it - © RIPRODUZIONE RISERVATA
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  5. #15
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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    Il centro storico di Camerino "visto" da un drone.

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  8. #18
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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    Terremoto, il vescovo di Spoleto: «Patrimonio artistico gravemente ferito»


    «Il patrimonio artistico religioso, fulcro da secoli della fede delle popolazioni della Valle Castoriana, č seriamente compromesso: si č letteralmente sbriciolata la bellissima chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia. Il rosone e parte della facciata dell'Abbazia di Sant' Eutizio a Preci sono crollati e danni seri sono stati provocati anche alla facciata della chiesa della Madonna delle Grazie a Norcia»: č l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, a fare un primo bilancio dei danni causati dalle scosse di questa sera a chiese e monumenti del territorio. Il presule spoletino parla di «gravissima ferita al patrimonio di arte e di fede» della sua arcidiocesi, e conclude rinnovando «la collaborazione della Chiesa con gli enti competenti affinché la gente cosě duramente provata possa riprendere presto la vita normale».

    Terremoto, il vescovo di Spoleto: «Patrimonio artistico gravemente ferito» - ilmessaggero.it - © RIPRODUZIONE RISERVATA
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  10. #20
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    Predefinito Re: Il sisma e l'arte devastata

    “Ecco perché non siamo riusciti a salvare la basilica di Norcia”

    Parla Antonia Pasqua Recchia, segretario del ministero dei Beni culturali che guida la task force tra Lazio, Marche e Umbria: «Venerdě eravamo lě, la cupola era giŕ lesionata. Ma era impossibile mettere in sicurezza l’edificio».


    Flavia Amabile

    «La Basilica di San Benedetto a Norcia? Eravamo lě venerdě, subito dopo il terremoto del 26 ottobre per tentare di capire come intervenire e metterla in sicurezza». Si sta preparando a partire di nuovo per i luoghi del terremoto Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del Ministero dei Beni Culturali, insieme con una task force costituita da circa duecento persone tra Lazio, Marche e Umbria, dopo la scossa di magnitudo 6.5 che ha fatto crollare anche la basilica di Norcia.

    Si poteva fare qualcosa per salvarla?

    «Non era possibile fare di piů Venerdě abbiamo fatto un sopralluogo non appena i vigili del Fuoco ci hanno fatto entrare. Avevamo giŕ fatto rimuovere i pinnacoli e il crocefisso dall’esterno per evitare che in caso di crolli potessero creare danni».


    E oggi č crollata la copertura

    «Abbiamo visto che la cupola era piena di lesioni e che era necessario intervenire sul tetto. Volevamo rimuovere le pale dell’altare e avevamo ipotizzato di portarle via ma ci siamo anche resi conto che saremmo dovuti restare dentro troppo a lungo, avremmo corso dei rischi troppo grandi».


    Che cosa avete deciso?

    «Alla fine abbiamo deciso di lasciare le pale all’interno e di fare un intervento di messa in sicurezza dall’esterno sul tetto. Ci eravamo messi d’accordo per vederci lunedě mattina. Purtroppo la scossa di stamattina ha fatto crollare, tutto ma sarebbe stato impossibile fare piů in fretta».


    Č proprio cosě?

    «Parliamo di un sopralluogo avvenuto ventiquattro ore dopo la scossa del 26 e di un intervento organizzato dopo quattro giorni. In casi del genere la messa in sicurezza non č semplice e dobbiamo sempre tenere presente che ci sono delle persone a intervenire. Se la scossa di stamattina fosse arrivata venerdě o lunedě avrebbe messo in serio pericolo chi era al lavoro. Ci stiamo provando con tutte le nostre forze e l’amore per i beni culturali ma bisogna essere razionali e capire che non ci troviamo di fronte a una scossa ma a un terremoto continuo e in molti casi i Vigili del Fuoco non ci permettono nemmeno di entrare nei luoghi».

    “Ecco perché non siamo riusciti a salvare la basilica di Norcia” - La Stampa
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