Nel marzo del 2009, durante una breve convalescenza, ho avuto modo di leggere il libro di Giuseppe Fiori, “Il cavaliere dei Rossomori”, dedicato alla vita di Emilio Lussu, pubblicato da Einaudi nel 1984.
Una lettura necessaria per conoscere meglio uno dei carismatici fondatori del sardismo politicamente organizzato del novecento, anche per trovare conferme e riflessioni su quella che dovrebbe essere la naturale collocazione nell’area “progressista”.
Nel libro non sono mancate significative sorprese, che rendono giustizia anche di qualche accusa gratuita rivolta a Lussu da ambienti indipendentisti e tuttora circolante.
Occorre infatti chiarire l’episodio della presunta “italianizzazione” di una firma di Lussu in Lusso, che per taluni rappresenterebbe l’abiura alla “sardità”, nel tentativo di denigrare la sua statura politica. Tentativo dettato in realtà dall’accusa per la concezione di “nazione fallita” riguardo la Sardegna e la contrarietà alla causa indipendentista.

Scrive Giuseppe Fiori a pag. 19/20:

…“Ha vent'anni.
Due parole a proposito del diploma di maturità. È intestato a Emilio Lusso, la o finale in luogo della u. Svista dell'ufficio di segreteria? Sappiamo solo questo: è esistito in Sardegna, sul finire del secolo XVI, un pittore di scuola valenzano-catalana (con spunti di iconografia raffaellesca innestati sul tronco di questa tradizione), Andrea Lusso. Un maestro. Ed Emilio ha la vanità d'accreditarsi suo lontano discendente...
9. Firma la domanda (autografa) d'immatricolazione all'Università di Cagliari (facoltà di giurisprudenza), il 30 novembre 1910, Emilio Lusso, la o finale. Ha preso casa in città, ma non è che frequenti molto. Lunghi periodi li passa ad Armungia, in campagna.”…


Dunque, non avendo modo di dubitare sul contenuto della citazione, il ventenne Emilio Lussu si concede la “vanità” di evocare, in una firma, la lontana discendenza dal pittore Andrea Lusso.
Ma chi era Andrea Lusso?
Seppure le informazioni in rete siano piuttosto scarne, è possibile trovare dati sufficienti per sciogliere la “querelle”.

Andrea Lusso è stato il più noto pittore manierista sardo, ogliastrino, nato ad Ilbono e residente a Lotzorai, attivo nella Sardegna centrale e nel Sassarese dal tardo Cinquecento sino alla morte nel 1627.
Nel testo “Pittura e scultura del '600 e del '700” di Maria Grazia Scano, Ilisso, 1991, se ne parla dalla pag. 31 alla 35. Riporto questo breve passaggio:

…”Egli sottolinea nei suoi quadri, accanto alla firma, la propria nazionalità sarda, forse anche a distinguersi dai pittori forestieri,”…

Nel sito tematico sardegnadigitallibrary.it, oltre alle immagini di alcune sue opere, si possono scaricare due testi in cui il Pittore viene citato e adeguatamente valorizzato.
Il primo è Storia dei pittori sardi e catalogo descrittivo della privata pinacoteca del Can. Giovanni Spano, del 1870.

Sardegna DigitalLibrary - Testi - Storia dei pittori sardi e catalogo descrittivo della privata pinaoteca del Can. Giovanni Spano

Da questo libro estrapolo la parte dove si evidenzia, in corsivo, quanto Andrea Lusso tenesse a specificare l’appartenenza alla Nazione sarda (Pag. 18 e 19):

“Ma il pittore più rinomato di quest’epoca fu Andrea Lusso di Ollasta della cessata diocesi di Suelli. Le sue opere si trovano Nel Capo Settentrionale dell’isola, tra le quali primeggia il gran quadro dell’altar maggiore della chiesa Parrocchiale di Martis, rappresentante San Pantaleone che guarisce un paralitico in mezzo ad una folla di popolo. Sotto quel dipinto vi è scritto in un tassello Andreas Lusso sardus opidi Oleastry diocesi Suellensis inventor an Dni 1593.
Allo stesso Lusso appartiene l’altra gran tela di tre metri circa esistente nel coro della Parrocchia di Calangianos, rappresentante la Vergine Assunta circondata d’Angeli, due dei quali per parte suonano alcuni strumenti. Ai piedi vi sono i 12 Apostoli in diverse movenze colla santa titolare della Chiesa, Santa Giusta, che ha in mano la palma del martirio. In cima vi sono due sante colle mani giunte, che sono Giustina ed Enedina, compagne di Santa Giusta. Sotto poi vi è il nome dell’autore Andreas Lusso natione Sardus diocesis Suellensis dipinxit…manca l’anno perché la pittura ha sofferto in qualche parte, mentre nel 1834 da un ignorante divoto venne pulita con aceto.
Il Lusso viveva fino al primo decennio del secolo seguente, perché nella parrocchia di Posada, nell’altare entrando a sinistra, vi è una tavola rappresentante i misteri della Vergine, ed in un tassellino vi è scritto Andreas Lussi de Oleasto ano D.ni 1610, e nella Sacristia una tavoletta della Crocifissione, ben distribuita nelle figure che vi ha introdotto, secondo lo stile di quei tempi. Così pure nella Parrocchia di Sedini un quadro della Trasfigurazione fatto eseguire dal Vescovo Giovanni Sanna, ch’era un gran protettore delle arti, e dello stesso Lusso, come abbiamo accennato nel Bullet. Cit. an. V. pag. 92.”


Altro testo scaricabile gratuitamente è “Pittura sarda del Quattro-Cinquecento” di Georgiana Goddard King, Ilisso Edizioni (2000), a cura di Roberto Coroneo e traduzione: Stefania Lucamante.
Titolo originale:
Sardinian Painting, I, The Painters of the Gold Backgrounds, Bryn Mawr, Pennsylvania, Bryn Mawr College, e London-New York-Bombay-Calcutta-Madras, Green Longmans and Co., 1923.
Leggendo da pag 207, dove inizia a descrive l’opera di Andrea Lusso, fino alla pag 211, si può essere orgogliosi di quanto questa docente americana di Storia dell’Arte all'Università di Bryn Mawr, nel 1923, abbia colto alcuni tratti caratteristici della cultura e della società sarda.
Per chi volesse approfondire la conoscenza del nostro Pittore, può andare a vedersi altre due pubblicazioni:
Angelino Usai, Andrea Lusso pittore ogliastrino del seicento (Estr. da: L'Ogliastra, n.1, gen.1964);
Flavio Cocco, Quadri del pittore manierista sardo Andrea Lusso, nato ad Ilbono ... 1595-1627 - Editrice sarda Fossataro, (1975).
Ma anche Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Lusso

Pertanto, alla luce (ma anche al buio ) dei documenti richiamati, che senso può avere continuare a cavalcare il dubbio e risibile episodio del cognome “italianizzato”?
Per non dire delle variazioni riscontrate nella stessa firma di Andrea Lusso in Andreas Lussi…
O vogliamo aggiungere gli “errori” di registrazione operati da zelanti funzionari statali che (più o meno consapevolmente) nel corso della storia hanno “italianizzato” molti cognomi inequivocabilmente sardi?
Ciò, naturalmente, con tutto il rispetto per la Semiologia.