Un comunista multicuturalista, sposato infatti con una giapponese ha creato Facebook, un social comune che crea una comunione di persone forzata perché
nella realtà l'80% delle amicizie sono fittizie e spesso antipatiche. Nei fatti ha solo l'utilità di essere informati su eventi ed iniziative, per il resto una comunità dove tutti si fanno i cavoli degli altri con invidie e atteggiamenti di superbia.
L'uniformare tante persone in un solo gregge comunista, meglio invece che ognuno si relazioni solo con chi ci si trova veramente in accordo per evitare di uniformarsi in una mentalità comune.
La cosa peggiore poi è che vuole portare la connessione internet a tutti nei paesi del terzo mondo, invece di portare tranquillità porterà solo invidia quando vedono le società occidentali e la voglia di lasciare il paese per venire qui. Come dice il detto: meglio un povero tra i poveri che un povero tra i ricchi.