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Discussione: La chiaroveggenza

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    Predefinito La chiaroveggenza

    LA CHIAROVEGGENZA POSITIVA

    La parola "clairvoyance" significa Chiaroveggenza, capacità di vedere nei mondi invisibili.

    E' una facoltà latente, che sarà posseduta da ogni essere umano durante il corso della sua evoluzione spirituale. Acquisendo tale vista spirituale, è possibile indagare per se stessi argomenti quali lo stato dello Spirito umano prima della nascita, dopo la morte, e la vita nei mondi invisibili.

    Anche se ognuno di noi possiede questa facoltà innata, è richiesto uno sforzo costante per svilupparla in modo positivo; ciò sembra essere una grande difficoltà. Se fosse possibile comprarla, tanta gente pagherebbe un prezzo molto alto per averla. Solo pochi, comunque sembrano desiderosi di vivere la vita necessaria per destarla. Tale risveglio avviene solo con lo sforzo paziente e costante.

    Esso non può essere acquistato: non esistono strade facili che portino al suo raggiungimento.

    Ci sono due tipi di chiaroveggenza. Una è quella positiva o volontaria, con la quale l'individuo è capace di indagare e vedere nei mondi nascosti con la piena padronanza di se stesso e di ciò che sta facendo. Questo tipo di chiaroveggenza viene sviluppato attraverso una vita pura e utile; l'individuo deve essere coscientemente allenato al suo uso, in modo che possa essere completamente utilizzata per il servizio all'umanità.

    La chiaroveggenza negativa o involontaria si riscontra invece quando la vista dei mondi interiori si presenta a un individuo indipendentemente dalla sua volontà; egli vede ciò che gli è dato di vedere e non può, in nessun caso, controllare il fenomeno.

    Questo tipo di chiaroveggenza è pericoloso perché lascia l'individuo indifeso di fronte all'eventualità di possesso a opera di entità disincarnate; la sua vita, in questo mondo e nel prossimo, potà non essere perfettamente sotto il suo controllo.

    Nel cervello umano ci sono due piccoli organi chiamati corpo ipofisario e ghiandola pineale.

    La scienza medica conosce poco al riguardo e chiama la ghiandola pineale "il terzo occhio atrofizzato", sebbene né quest'ultima né il corpo ipofisario si stiano atrofizzando. Ciò dà molto da pensare agli scienziati, poiché la Natura non lascia nulla di superfluo.

    In tutto il corpo troviamo degli organi che si stanno atrofizzando o sviluppando.

    Il corpo ipofisario e la ghiandola pineale appartengono però a un'altra classe di organi che, attualmente, non stanno né evolvendosi né degradandosi, ma sono addormentati. In passato, quando l'uomo era in contatto con i Mondi Superiori, questi organi erano il mezzo che egli usava per contattarli e lo saranno ancora in un prossimo futuro.

    Erano in connessione con il sistema nervoso simpatico o involontario. Nei tempi primitivi (durante il Periodo della Luna, l'ultima parte dell'Epoca dei Lemuroidi e la prima epoca di Atlantide) l'uomo vedeva i mondi interiori; le visioni si presentavano abbastanza indipendentemente dalla sua volontà. Ì centri sensori del suo corpo del desiderio giravano vorticosamente in senso antiorario (seguendo in negativo il moto della Terra, che gira sui suoi assi in quella direzione) così come i centri sensori dei "medium" di oggi.

    Nella maggior parte della gente questi centri sensori sono inattivi, ma un giusto sviluppo li porterà a muoversi in senso orario. E questa la difficoltà nello sviluppo della chiaroveggenza positiva.

    Lo sviluppo della chiaroveggenza negativa, quella dei medium, è molto più semplice, perché essa è puramente una rinascita della funzione di riflesso, simile a quella di uno specchio, posseduta dall'uomo in passato, con la quale i Mondi Interni erano involontariamente riflessi in lui. Tale funzione fu in seguito serbata con l'accoppiamento tra consanguinei. Con i medium di oggi questo potere è divenuto intermittente, il che rende chiaro il fatto che essi possono talvolta vedere e altre volte non vedere. Nel chiaroveggente volontario, appositamente preparato, le correnti nel corpo del desiderio si muovono in senso orario, brillando di notevole splendore, superando di molto la brillante luminosità del corpo del desiderio ordinario.

    I centri sensori nel corpo del desiderio, attorno al quale tali correnti turbinano, forniscono al chiaroveggente volontario i mezzi di percezione delle cose nel Mondo del Desiderio che egli vede e indaga a volontà. La persona i cui centri si muovono in senso antiorario è come uno specchio che riflette solamente ciò che passa di fronte a esso. Un tale individuo è incapace di raggiungere risultati concreti.

    Questa è una delle fondamentali differenze tra un medium e un chiaroveggente preparato. Per i più è impossibile distinguerli, esiste però una prova infallibile che può essere applicata da qualsiasi persona: nessun veggente sviluppatosi in modo genuino eserciterà mai per denaro o per un qualsiasi compenso; e tantomeno lo farà per soddisfare la sua curiosità, ma solo per il bene del genere umano.

    Il grosso pericolo per l'umanità, che risulterebbe dall'uso indiscriminato del potere della chiaroveggenza volontaria da parte di un individuo indegno, può essere facilmente compreso. Egli potrebbe essere in grado di leggere il pensiero più profondo e segreto. Per questo, l'aspirante alla vera vista spirituale e alla vera capacità di penetrazione, deve prima dar prova di mancanza di egoismo. L'Iniziato è tenuto, attraverso il voto più solenne, a non servirsi mai di questo potere per i suoi interessi individuali, siano pur essi di minima entità.

    La chiaroveggenza acquisita è il mezzo usato per indagare i fatti occulti ed è l'unica che raggiunge il suo obiettivo.

    Per questo motivo l'aspirante non deve sentire un desiderio di gratificare una inutile curiosità, bensì una santa e disinteressata aspirazione di aiutare gli uomini. Fino a quando esiste un desiderio egoistico, non può essere fatto alcun progresso nel raggiungimento della chiaroveggenza positiva.

    Per riconquistare i contatti con i Mondi Interiori è necessario stabilire una connessione tra la ghiandola pineale, il corpo ipofisario e il sistema nervoso cerebrospinale; risvegliando, così, il corpo ipofisario e la ghiandola pineale.

    Quando tutto ciò sarà completato, l'uomo possiederà ancora la facoltà di percezione nei mondi più "alti"; ma a un livello superiore che in passato, perché sarà in connessione con il sistema nervoso volontario e sotto il controllo della SUA volontà.

    Attraverso questa facoltà interiore di percezione, ogni via alla conoscenza gli sarà aperta ed egli avrà al suo servizio un mezzo di acquisizione e di informazione di fronte al quale ogni altro metodo di indagine non è che un gioco infantile.

    Il risveglio di questi organi viene raggiunto con un allenamento esoterico. Nella maggioranza delle persone, gran parte della carica sessuale, che potrebbe legittimamente essere usata attraverso gli organi creativi, è spesa per la gratificazione dei sensi.

    Quando l'aspirante alla vita più "alta" comincia a tenere a freno questi eccessi e a rivolgere la sua attenzione a pensieri e sforzi spirituali, l'inutilizzata carica sessuale comincia ad ascendere.

    Essa aumenta ed aumenta, attraversando il cuore e la laringe, oppure il midollo spinale e la laringe, o entrambi, e poi passa direttamente tra il corpo ipofisario e la ghiandola pineale fino al punto della radice del naso dove risiede lo Spirito.

    Questa corrente, comunque, non importa quanto grande, deve essere coltivata fino ad un certo grado prima che il vero allenamento esoterico possa cominciare. Non si tratta solo di una conseguenza necessaria, ma anche di un pre-requisito al lavoro autocosciente nei Mondi Interiori. Una vita morale dedicata al pensiero spirituale deve essere vissuta dall'aspirante per un certo periodo di tempo prima che sia possibile cominciare il lavoro che gli darà la conoscenza dei regni superfisici e che lo renderà in grado di divenire, nel senso più vero, una persona di aiuto all'umanità.

    Quando il candidato ha vissuto una simile vita per un periodo sufficiente a stabilire la corrente di forza spirituale, e si è mostrato degno e qualificato per ricevere un'istruzione esoterica, gli sono insegnati alcuni esercizi per mettere in vibrazione il corpo ipofisario.

    Tale vibrazione fa in modo che il corpo ipofisario urti e devii leggermente la linea di forza più vicina che, a sua volta, urta contro la linea vicina ad essa, e così il processo continua fino a quando la forza della vibrazione si attenuerà spegnendosi del tutto.


    R. Magritte, Chiaroveggenza (1936)
    Immagine tratta dal sito USC

    Quando queste linee di forza sono state deviate sufficientemente per raggiungere la ghiandola pineale, l'obiettivo è stato raggiunto: nel vuoto tra i due organi viene messo un ponte. Si tratta del ponte tra il Mondo Sensibile e il Mondo del Desiderio.

    Nel momento in cui è costruito il ponte, si diviene chiaroveggenti e capaci di dirigere il proprio sguardo dove si vuole. Gli oggetti solidi sono visti sia dentro che fuori. Spazio e solidità, come ostacoli all'osservazione, cessano di esistere.

    Le persone che sono arrivate a questo punto non sono ancora esperti chiaroveggenti, però sono chiaroveggenti volontari. Si tratta di una facoltà molto diversa da quella posseduta da un medium.

    La persona nella quale viene costruito il ponte è sempre in sicuro contatto con i Mondi Interiori, essendo la connessione stabilita o interrotta secondo la sua volontà.

    Per gradi, l'osservatore impara a controllare la vibrazione del corpo ipofisario in modo da permettergli di entrare in contatto con tutte le zone dei Mondi Interiori che egli desidera visitare. La facoltà è completamente sotto il controllo della sua volontà. Non è necessario che egli entri in "trance", o che egli faccia qualcosa di anormale per raggiungere la sua consapevolezza nel Mondo del Desiderio. Egli vuole semplicemente vedere, ed egli vede.

    Dopo aver raggiunto tale facoltà, il neofita deve comunque imparare a comprendere ciò che vede nel Mondo del Desiderio. Molte persone pensano che, una volta chiaroveggenti, tutte le verità siano svelate e che quando un chiaroveggente può "vedere", egli conosca tutto ciò che riguarda i Mondi Superiori. Questo è un grosso sbaglio. Sappiamo bene come coloro che hanno investigato le cose che ci riguardano, nel Mondo Fisico, siano lontani dall'avere una conoscenza universale di esse. Occorrono molti studi e molta applicazione per conoscere persino l'infinitesima parte delle cose fisiche che maneggiamo ogni giorno.

    Nel Mondo Fisico gli oggetti sono densi, solidi, e non cambiano in modo repentino. Nel Mondo del Desiderio essi cambiano nei modi più imprevedibili. Ciò è fonte di confusione senza fine per il chiaroveggente negativo e involontario, e persino per il neofita che entra sotto la guida di un maestro. L'insegnamento ricevuto da un neofita, comunque, lo porta ben presto a un punto in cui egli può percepire la Vita che causa il cambiamento nella Forma e conoscerla per quella che è, a dispetto di ogni possibile ed enigmatico cambiamento.

    Perciò i chiaroveggenti devono, innanzitutto, essere addestrati prima che le loro osservazioni acquistino qualsiasi valore. Più abili essi divengono, più modesti essi sono dicendo ciò che vedono... e più accondiscendono alle versioni degli altri, sapendo quanto ci sia da imparare e capendo quanto poco il singolo indagatore può fare affidamento su tutti i dettagli relativi alle sue indagini.

    Per questo esistono varie versioni dei Mondi Superiori che sono, per la gente superficiale, un argomento contro l'esistenza di questi stessi mondi. Essi affermano che, se questi mondi esistessero, gli indagatori dovrebbero riportarne le stesse descrizioni; ma, come nel Mondo Fisico, se venti persone fossero tenute a descrivere una città ne risulterebbero venti diverse versioni, così accade pure nel caso degli investigatori dei Mondi Superiori. Ognuno ha il suo particolare modo di guardare le cose e può descriverle solo dal suo peculiare punto di vista. La versione che ne dà può differire da quella degli altri, ma tutto potrebbe essere veritiero da ogni singolo punto di vista.

    Esiste un'altra e ben più importante distinzione che deve essere fatta. Il potere di percepire gli oggetti in un mondo non è lo stesso che poter entrare in quel mondo e riportarne le giuste visioni. Il chiaroveggente volontario, sebbene possa aver ricevuto la necessaria istruzione e possa essere in grado di distinguere il vero dal falso nel Mondo del Desiderio, si trova praticamente nella stessa situazione di un detenuto dietro la finestra sbarrata al mondo esterno. Egli può vedere, ma non agire in quel mondo. Per questo motivo, a tempo debito, gli saranno dati ulteriori esercizi per fornirlo di un mezzo attraverso il quale egli possa essere attivo, in modo perfettamente autocosciente, nei mondi interiori.

    La facoltà di chiaroveggenza indica una connessione vaga tra il corpo vitale e il corpo denso. Nelle epoche remote della storia della nostra Terra, durante le quali ogni uomo era involontariamente chiaroveggente, era la vaghezza di questa connessione che li rendeva tali.

    Da allora il corpo vitale è venuto molto più fermamente a interpenetrare il corpo denso nella maggior parte della gente, mentre nei sensitivi lo è molto meno. Tale caratteristica costituisce la differenza tra lo "psichico" e la persona ordinaria che è cosciente soltanto delle vibrazioni percepite per mezzo dei cinque sensi. Ogni essere umano deve attraversare questo periodo di stretta connessione dei mezzi e sperimentare la conseguente limitazione di coscienza.

    Inoltre, ci sono due classi di sensitivi: coloro che non sono divenuti fermamente irretiti nella materialità e quelli che sono all'avanguardia nella evoluzione.

    Questi ultimi stanno emergendo della materialità e sono ulteriormente divisibili in due gruppi: volontari e involontari.

    Quando la connessione tra il corpo vitale e il corpo denso di un uomo è abbastanza debole, l'individuo è sensibile a vibrazioni spirituali e, se positivo, sviluppa le sue facoltà spirituali con la Sua Volontà; vive una vita spirituale e riceve per tempo l'insegnamento necessario a diventare un chiaroveggente addestrato e padrone della sua facoltà in qualsiasi momento, libero di esercitare oppure no, come più gli piace.

    Se una persona ha questa vago legame tra il corpo vitale e il corpo denso e, inoltre, ha un temperamento negativo, diventerà probabilmente preda di Spiriti disincarnati, come nel caso di un medium.

    Quando la connessione tra i due corpi è molto debole, cosicché la si può ritirare, e la persona ha un temperamento positivo, quest'ultima potrebbe divenire un aiutatore Invisibile, capace di staccare i due più alti eteri dal suo corpo denso e di utilizzarli come mezzo per la percezione sensibile e per la memoria. Potrebbe così agire consciamente nel Mondo Spirituale e ricostruire mentalmente ciò che vi ha fatto. Egli potrebbe, ad esempio, vivere in modo cosciente, quando la notte lascia il suo corpo, così come noi facciamo nel momento in cui ci svegliamo la mattina ed eseguiamo i nostri doveri in questo mondo.

    Quando una persona ha questa debole connessione tra il corpo vitale e il corpo denso e ha un temperamento negativo, le Entità che sono vicine alla terra, e cercano di manifestarsi, possono prelevare parte del suo corpo vitale e usare temporaneamente l'etere del quale esso è composto per materializzare forme ectoplasmniche ridando l'etere al medium a seduta finita.

    Siccome il corpo vitale è il mezzo attraverso il quale le correnti solari ci danno vitalità, il corpo del medium, durante la materializzazione, talvolta rimpicciolisce di quasi la metà, perché è stato privato del principio vitale.

    La sua carne inoltre diventa flaccida e la scintilla della vita arde debolmente in lui. Quando la seduta è finita. il medium viene risvegliato alla normale coscienza e sperimenta una sensazione simile a quella indotta dalla più terribile spossatezza.

    Il pericolo della medianità è stato affrontato dettagliatamente in altre letterature rosacrociane. Per il momento basti dire che è estremamente doloroso per qualsiasi individuo permettere a se stesso di divenire tanto negativo che i suoi "mezzi" e le sue facoltà possano essere controllate da un'Entità disincarnata, cosa che succede quando un medium sta "lavorando". L'entità può esercitare il suo controllo sull'individuo fino al punto in cui esso non può più scegliere in alcun modo, ma deve vivere solo come l'Entità desidera. Tale controllo può continuare fino a dopo la morte, quando i corpi sottili verranno presi dall'Entità. È estremamente difficile liberarsi, una volta che ciò è accaduto.

    Parlando dei vari tipi di chiaroveggenti è giusto sottolineare che ogni bambino è chiaroveggente, almeno durante il primo anno di vita. Per quanto tempo il bimbo possa rimanere tale dipende dalla sua spiritualità e anche dall'ambiente, perché la maggior parte dei bambini comunicano tutto ciò che vedono ai genitori e la facoltà di chiaroveggenza viene letteralmente cancellata dal loro atteggiamento. Spesso i bambini sono ridicolizzati a causa di affermazioni che, secondo gli adulti, possono essere solo frutto della loro "immaginazione"; ed è così che essi imparano presto a eliminare ciò che li ridicolizza o, quanto meno, a tenerlo per sé.

    Perciò, secondo noi, sebbene esistano chiaroveggenze negative e chiaroveggenze positive, è solo attraverso quella positiva che l'individuo può accuratamente vedere e indagare i Mondi Interiori e progredire nel sentiero evolutivo. La chiaroveggenza negativa non può essere considerata un affidabile mezzo di indagine, essa rischia di portare all'indesiderabile situazione del controllo da parte di fonti esterne e può, almeno per quanto riguarda le popolazioni del mondo occidentale, causare una regressione evolutiva dell'individuo interessato.

    Dal sito The Rosicrucian Fellowship
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 25-02-10 alle 21:45
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  2. #2
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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    La percezione extrasensoriale (ESP)
    di Bruno Severi

    La percezione extrasensoriale comprende quei fenomeni che portano all'acquisizione di informazioni per via anomale o sconosciute. Per tale ragione, questi fenomeni vengono anche definiti psi-cognitivi. L'ESP viene comunemente suddivisa in tre categorie, anche se non si è certi che questa divisione rappresenti la vera realtà delle cose. In ogni modo, manteniamo questa impostazione che ci permetterà una più facile comprensione dei fenomeni in esame.

    - La Telepatia (lettura del pensiero, suggestione mentale, trasmissione del pensiero) è quel processo mediante il quale una persona viene a conoscenza di uno o più contenuti mentali di un'altra persona, senza l'ausilio dei cinque sensi e di alcun altro mezzo di comunicazione noto.
    - La Chiaroveggenza (telestesia, paragnosia e metagnomia) è quel processo mediante il quale una persona viene a conoscenza di una realtà oggettiva al di là della portata dei cinque sensi e delle possibilità convenzionali di apprendimento e potendo escludere la Telepatia.
    - La Precognizione è la conoscenza di eventi futuri assolutamente non prevedibili e che non possono essere favoriti in nessun modo da chi fa la predizione.


    ESP spontanea

    Da un altro punto di vista, i fenomeni paranormali si possono ulteriormente suddividere in spontanei e in sperimentali. I primi avvengono per lo più spontaneamente, appunto, senza che noi possiamo prevederli, accadono in modo inatteso, imprevedibili nei modi e nei tempi della loro manifestazione, quando cioè meno ce lo aspettiamo. E sono proprio questi i fenomeni di tipo più sconvolgente, perché sono portatori di notizie o intuizioni spesso importanti, talora tragiche, meno spesso invece del tutto banali. A chi di noi non è accaduto, se non proprio per esperienza diretta almeno per sentito dire, di conoscere inspiegabilmente cose che umanamente non avrebbe potuto apprendere e che gli sono state utili per evitare fatti spiacevoli, o scongiurare pericoli imminenti? Queste esperienze conoscitive si manifestano di solito sotto forma di sensazione, di idea improvvisa, di sogno, alcune volte di visione o di allucinazione. Per poter meglio inquadrare questi fenomeni di volta in volta così diversi, il fisiologo russo Leonid Vassiliev ha suddiviso la telepatia (ma il discorso potrebbe valere anche per la chiaroveggenza e la precognizione) in cinque classi, comprendendo la prima classe sensazioni molto vaghe di qualche messaggio, senza che il percipiente sappia riconoscere chiaramente il contenuto e l'eventuale fonte. A posteriori impara che un fatto è successo ed ha tutti i requisiti per collegarsi a quella strana sensazione. Nella seconda classe, il messaggio percepito è legato ad una persona precisa, ma il contenuto di quel messaggio è ancora assai vago. Nella terza classe, il percipiente conosce anche i dettagli di ciò che è successo alla persona (o alla situazione) a cui corre il suo pensiero, però, molto spesso, i dettagli assumono una forma simbolica. Quindi, nella quarta classe, il percipiente vive allucinatoriamente l'esperienza telepatica, ossia proietta all'esterno immagini fornitegli dall'inconscio ritenendole del tutto reali. Infine, la quinta classe comprende un tipo di fenomeno piuttosto strano, ma non per questo meno frequente. Si tratta dell'O.B.E. ("out of the body experiences"), in italiano letteralmente: esperienze fuori dal corpo. Il sensitivo si sente come uscito dal proprio corpo e con la mente (?) può visitare altri luoghi, anche distanti, e riferirne al ritorno. Sarebbe, dunque, una forma di chiaroveggenza viaggiante.

    Facciamo ora un esempio di un caso che potrebbe rientrare nel primo gruppo della classificazione di Vassiliev, non importa per ora stabilire di quale tipo di fenomeno Psi cognitivo si tratti. Una persona è solita prendere un certo treno ed un giorno, senza sapersi spiegare il motivo, decide di prendere il treno successivo. Lascia partire il suo solito treno indeciso se considerarsi uno sciocco od un superstizioso. Ma c'è qualcosa di strano oggi nei suoi pensieri, c'è una strana sensazione, forse un presentimento che non lo lascia tranquillo. O, forse, è solo sotto l'influenza di brutti sogni avuti nella notte. Nel dubbio è meglio stare nel sicuro, quel treno oggi ha per lui un'aria un po' sinistra, non lo vede con la stessa indifferenza delle altre volte . E lo lascia partire attendendo il successivo. A questo punto le possibilità, naturalmente, sono due: la prima è che non accadrà nulla di particolare, il treno arriverà normalmente a destinazione. La seconda possibilità è facilmente intuibile: qualcosa di brutto o di spiacevole si verificherà su quel treno. E quell'uomo ha fatto bene a seguire quel presentimento, a lasciarsi guidare da quella strana sensazione: queste cose saranno anche superstizioni, ma non si sa mai. E lasciamo finire la storia su questa seconda possibilità, cioè che quell'uomo ha veramente evitato un pericolo perché qualcosa di spiacevole succederà su quel treno (1). Ammessa questa conclusione, che cosa ciascuno di voi si sentirebbe autorizzato a credere? Forse che è stato un caso, quella persona ha dormito male, non era nel suo centro, vedeva le cose storte quel giorno e fortuitamente, ed anche fortunatamente, è arrivato alla decisione di rimandare la partenza. È stata una semplice coincidenza.

    Vi è mai capitato di trovarvi con una persona e state per dire una parola e proprio nello stesso momento l'altro pronuncia la stessa parola? Oppure di stare per intonare il motivo di una canzonetta e chi vi sta accanto vi precede di una frazione di secondo nel canticchiare la stessa canzone? O, ancora, state pensando ad una persona, magari di cui non avete notizie da tanto tempo e proprio in quell'istante sentite suonare il telefono o alla porta... ed è proprio lei? Anche questi fatterelli che vi ho raccontato si possono spiegare benissimo con le coincidenze: succedono tante cose nella vita di tutti i giorni, qualche coincidenza del genere può benissimo capitare. Eppure, quando questi fatti succedono, molti rimangono perplessi e non riescono a cacciare il dubbio che possa essere stato qualcosa di diverso dal caso. Specialmente se a qualcuno questi fatti strani capitano con una certa frequenza o se questi fatti possiedono dei risvolti di una considerevole importanza, a volte anche decisiva nella vita di chi li sperimenta (ad esempio, la conoscenza della morte di un familiare o di una disgrazia di altro genere). Ma se supponiamo che alcune volte questi fatti possono non dipendere dal caso, allora da cosa derivano? Ricordiamo che queste conoscenze, in base ad ogni canone logico-scientifico, non dovrebbero esistere. Infatti, che cosa ci autorizza a credere di potere alcune volte conoscere eventi futuri, o fatti che avvengono al di là della portata dei nostri sensi, o di percepire il pensiero altrui? Sono questi alcuni dei problemi che si è posta la parapsicologia e che cerca di studiare e di capire.


    ESP sperimentale

    Ma ancora non abbiamo potuto scartare l'ipotesi che sia proprio il caso a consentire queste situazioni e che, anziché di fatti paranormali, non si tratti invece di coincidenze. A questa domanda, che viene spontanea davanti a tanti fatti aneddotici, ha cercato di fornire una risposta il secondo aspetto della ricerca paranormale, ossia quella sperimentale. Si dice fenomenologia sperimentale o quantitativa quella che si cerca di produrre o favorire in laboratorio, che è condotta da persone altamente qualificate con i metodi ed i mezzi che la scienza attuale ci fornisce.

    Perché una ricerca nel campo della fenomenologia ESP possa dirsi condotta in modo veramente sperimentale, occorre che:

    1) il fenomeno sia provocato, o condizionato, dallo sperimentatore;
    2) esista un " bersaglio" ben definito, anche se complesso;
    3) ci sia un responso formulato dal percipiente e controllato da almeno due sperimentatori;
    4) che le condizioni sperimentali escludano, in modo categorico, ogni trucco e fuga sensoriale;
    5) che il responso escluda ogni processo deduttivo-logico.

    Fatto questo, lo sperimentatore formulerà un giudizio di valore per ogni responso e cercherà di tradurre i risultati in termini quantitativi.

    La maggior parte dei parapsicologi moderni assume come punto di riferimento, per l'impostazione metodologica del proprio lavoro, l'opera di J. Banks Rhine, ricercatore americano ritenuto un po' il padre della parapsicologia moderna. La sua opera rappresenta un momento fondamentale nella storia della parapsicologia di questi ultimi decenni. Egli comprese che, per un solido riconoscimento da parte della scienza ufficiale della fenomenologia paranormale, occorreva superare la fase aneddotica riguardante un complesso di fatti straordinari variamente documentati (in genere poco o nulla). Per superare quella fase di stallo in cui si veniva a trovare la parapsicologia, egli riteneva che si dovessero progettare degli esperimenti che fossero in grado di fornire risultati ripetitivi e che consentissero di misurare, quanto più dettagliatamente possibile, le misteriose forze in gioco e le variabili che influenzano e favoriscono tali fenomeni. Il tutto in condizioni controllate di laboratorio e con una metodologia ineccepibile. La sua impostazione metodologica generale, ispirata principalmente a quella delle scienze fisiche-matematiche e psicologiche, è divenuta un riferimento standard per i ricercatori di tutto il mondo. Il primo obiettivo della sua ricerca nel campo dell'ESP fu di rispondere, mediante una indiscutibile evidenza matematica, alla questione dell'esistenza e della frequenza di questi fenomeni. Le sue tecniche sperimentali sono estremamente semplici. Se, ad esempio, si vuole provare la chiaroveggenza, basta prendere un mazzo di carte, mischiarle accuratamente e nasconderle dalla vista del soggetto che deve indovinare quale sia la sequenza casuale delle carte stesse. Anche lo sperimentatore non deve conoscere l'ordine delle carte. Il soggetto deve pertanto "vedere" attraverso il mazzo e cercare di riconoscere il maggior numero possibile di carte nella sequenza in cui si trovano nel mazzo. Statisticamente si può calcolare quale sia la probabilità che un soggetto indovini un certo numero di carte per caso. Ad esempio, con un mazzo di 52 carte c'è una probabilità di 1 su 52 di indovinare una carta estratta a caso dal mazzo, di 1 su 2.704 di indovinarne due , una di seguito all'altra, di 1 su 140.608 di indovinarne tre e di 1 su 7.311.616 di indovinarne quattro di seguito. La differenza tra i successi ottenuti (il numero di carte indovinate) e la media casuale è detta deviazione. È intuitivo che in un esperimento tanto più la deviazione è grande, cioè tanto più i risultati si discostano dalla media probabilistica, tanto maggiore significatività acquisterà il risultato dell'esperimento. Oltre un certo valore della deviazione, è chiaro che è da escludersi in modo pressoché assoluto che l'indovinamento possa essere accaduto casualmente. Bisogna allora vagliare altre spiegazioni: possiamo pensare, per esempio, che il soggetto sperimentato conoscesse già da prima la sequenza delle carte, oppure che egli sia riuscito a sbirciare la distribuzione delle carte nel mazzo durante l'esperimento. Possiamo così ipotizzare una causa normale. Ma se queste cause possono essere ragionevolmente escluse, allora si deve pensare che l'indovinamento sia avvenuto per altre ragioni.

    Inizialmente, furono usate dal prof. Rhine carte i cui simboli erano numeri da 1 a 10. In seguito, il Dr. Karl Zener, dello staff dell'Istituto di Rhine, creò delle carte particolari che presero il suo nome: carte Zener, dette anche carte ESP. Si tratta di un mazzo di 25 carte, con 5 simboli ripetuti 5 volte: il cerchio, la croce, il quadrato, la stella e le onde. I simboli erano schematici e facili da ricordare. Questo tipo di carte furono quasi universalmente adottate dai parapsicologi. Furono compiuti da Rhine e dal suo staff esperimenti su base statistica per lo studio della chiaroveggenza e della telepatia. I soggetti venivano selezionati in base a test esplorativi, poi si passava agli esperimenti veri e propri.


    Immagine tratta dal sito Truth is Stranger than Fiction

    Essendo 25 le carte Zener ed ogni simbolo essendo rappresentato 5 volte, la probabilità di indovinare una carta è uguale ad un quinto, ossia nel tentativo di indovinare tutte le 25 carte del mazzo, l'attesa media casuale dei successi è uguale a 5. Ogni serie di 25 prove, cioè quelle fatte su un mazzo intero, costituisce un esperimento. Usando le carte Zener, Rhine provò numerosi soggetti non selezionati nella Duke University a Durham, nel Nord Carolina. Nei primi tre anni di sperimentazione, riuscì a trovare 8 validi soggetti. Nel totale di 85.724 prove che condusse con essi, questi ottennero 24.364 successi, cioè 7.219 in più di quelli attesi per caso. Questo risultato ha una probabilità di avvenire per caso di 1 diviso 10 alla ventitreesima potenza ed è tale, è chiaro, da far ritenere che ci sia stato un fattore extracasuale che ha determinato un punteggio del genere. Cosa poteva mai essere questo fattore che non era la casualità a fare indovinare ai soggetti sperimentati da Rhine al di sopra della media probabilistica? La ESP cominciava finalmente ad affermare, a piccoli passi, la sua esistenza.

    Il metodo sperimentale di Rhine su base statistica con le carte Zener è applicabile sia alla telepatia, sia alla chiaroveggenza, e sia alla precognizione. Esso è importante perché riesce ad evidenziare doti di ESP in persone non selezionate, prese a caso, sfruttando la legge dei grandi numeri. Infatti, Rhine non si aspettava che il soggetto indovinasse tutte le carte ma, facendo migliaia e migliaia di prove con soggetti anche non particolarmente dotati, un minimo di ESP può venire evidenziato e può assumere un valore di significatività elevato. In altre parole, ogni deviazione dalla media, anche se piccola, se si mantiene per un numero molto grande di prove, acquisterà una significatività elevatissima. Ad esempio, se su 25 prove con le carte Zener ottengo un risultato di 6 invece che di 5 (che è il valore medio casuale), il peso di questo risultato è minimo per affermare che possa essere stato ottenuto grazie ad un fattore extracasuale. Ma se il valore medio di 6 lo ottengo su diverse migliaia di prove, esso comincerà ad avere un interesse notevolissimo. E per un numero ancora più elevato di prove, anche un risultato medio di poco superiore a 5 (ad esempio 5,2 o 5,3), verrà ad assumere un grande rilievo. E poiché i soggetti studiati da Rhine sembravano percepire senza l'ausilio dei sensi, fu coniato il termine di "percezione extrasensoriale" (extrasensory perception), abbreviato più semplicemente con la sigla "ESP".


    Modalità di esecuzione delle prove

    Utilizziamo le carte ESP o Zener che sono state usate più frequentemente. Viene mescolato il mazzo così da produrre un assetto casuale. Ciò può essere fatto ancor meglio ricorrendo ad un sistema meccanico di mescolamento. Lo sperimentatore, preparato il mazzo, guarda una carta alla volta con cadenza costante. Il percipiente, o soggetto, disposto in maniera da non potere vedere le carte, cercherà di indovinarne il simbolo. Vi sono molte maniere per dare la risposta che dipendono anche dal tipo di esperimento che si vuole fare e dallo scopo specifico da raggiungere (evidenziare la chiaroveggenza, la precognizione o la telepatia).

    1) Risposta a voce, in cui il soggetto cerca di indovinare le carte man mano che vengono estratte dal mazzo; oppure, il soggetto si limita a chiamare l'una dopo l'altra le carte cominciando dalla prima in alto nel mazzo rovesciato, senza mai toccare le carte stesse.
    2) Nella tecnica detta di accoppiamento aperto (open matching), il soggetto ha di fronte a sé, oltre al mazzo coperto, 5 carte scoperte, una per ogni simbolo, dette carte chiave. Senza parlare, toglie le carte coperte dal mazzo una alla volta ponendole accanto alla carta chiave a cui egli crede corrisponda. Alla fine si farà il confronto e si calcolerà il punteggio.
    3) La tecnica di accoppiamento alla cieca (blind matching) è una variante della precedente, in cui le carte chiave sono coperte e naturalmente il loro ordine e simbolo non è conosciuto.
    4) La tecnica di accoppiamento a contatto schermato. Il soggetto ha dinnanzi uno schermo opaco, aperto in basso e le 5 carte chiave. La modalità di esecuzione delle prove è simile a quelle delle tecniche precedenti. Lo schermo serve ad impedire al soggetto la vista dello sperimentatore e del mazzo di carte da indovinare; ciò è utile per evitare fughe sensoriali o che lo sperimentatore influenzi, anche inconsciamente, il soggetto. In tutti i casi è indispensabile stabilire anticipatamente il numero delle prove di ciascun esperimento, per cautelarsi contro l'eventuale critica di "arresto arbitrario ", che consiste nel terminare l'esperimento in una fase favorevole delle prove.

    Nelle prove di telepatia sperimentale, oltre che le carte Zener, si può cercare di trasmettere dei disegni a vario grado di complessità. In questo caso c'è da tenere presente che il contenuto del messaggio telepatico non viene espresso dal percipiente con immagini o parole così chiare da fare drasticamente sentenziare: "Sì, ci ha preso", oppure " No, non ci ha preso". Il contenuto del messaggio filtra, come ogni altro prodotto dell'inconscio, attraverso gli strati della psiche, specialmente la censura, che ne alterano, talora profondamente, il contenuto che deve essere pertanto riconosciuto ed interpretato.

    Queste prove, ed ancor più quelle con le carte Zener, sempre uguali e ripetute centinaia o migliaia di volte, finiscono in genere per fiaccare la resistenza sia dei soggetti, sia degli sperimentatori. Per destare un maggiore coinvolgimento emotivo, si sono provate nuove vie di sperimentazione che stanno a metà tra una ricerca qualitativa ed una ricerca quantitativa. Una di queste è la "Remote Viewing", o visione a distanza. Un agente si reca in un luogo scelto a caso e si ferma ad osservarlo con attenzione. Nello stesso momento il soggetto cerca di riconoscere il luogo e di descriverlo. Fatti vari esperimenti, i responsi vengono affidati a dei giudici esterni, così come la lista dei luoghi visitati. I giudici dovranno, in base alle corrispondenze che vi troveranno, accoppiare i responsi con i luoghi elencati. Lo sperimentatore verificherà l'esattezza degli accoppiamenti e stilerà un giudizio finale ed un punteggio.

    Un altro tipo di esperimento, che come il precedente ha lo scopo di produrre e di evidenziare processi telepatici e chiaroveggenti, è stato progettato e provato anni fa dal C.S.P. di Bologna, con risultati più che lusinghieri. Si formano due gruppi, uno di trasmittenti ed uno di riceventi. I riceventi, ad un'ora prestabilita ed in casa loro, si pongono in "ascolto", cercando di capire che cosa i trasmittenti stiano facendo. Questi ultimi sono infatti coinvolti in una "scena vissuta", cioè stanno facendo qualcosa che li impegna o li diverte, come giocare a carte, far finta di gestire una farmacia, rompere con gusto dei vetri, ecc.. Dei giudici faranno poi un confronto tra i responsi dei percipienti e le scene bersaglio, come descritto per la "Remote viewing". I risultati, le indicazioni e le correlazioni che sono state tratte da questo particolare, e per certi aspetti, divertente tipo di sperimentazione, sono stati assai promettenti. Si auspica, pertanto, che questi esperimenti con "scene vissute" vengano ripetuti ed approfonditi da altri gruppi di ricercatori.

    Occorre, tuttavia, ricordare come, in questo tipo di sperimentazione, in genere il soggetto difficilmente indovini il bersaglio nella sua interezza, ma ne coglie delle parti, dei particolari più o meno rilevanti. Può cogliere la sola forma, il colore, l'idea, un particolare secondario e sfuggente o più di questi elementi contemporaneamente. Spesso, ed il C.S.P. di Bologna al riguardo se n'è fatta una notevole esperienza, si colgono invece delle idee parassite. Ovvero, quando una stessa immagine è stata trasmessa telepaticamente a più individui, un buon numero di questi riferisce idee o immagini tra loro coincidenti, ma che non hanno nulla a che fare direttamente con il bersaglio, ma possono invece avere con esso delle attinenze logiche. Quando, infatti, per fare un esempio, nel corso di un esperimento di telepatia fatto per radio dal dott. P. Cassoli e consorte, è stata trasmessa l'immagine di un pagliaccio, molti radiospettatori hanno ricevuto l'idea di una strada, molto probabilmente per associazione con il film "La strada" di F. Fellini.

    Molti esperimenti sulla Psi richiedono una presentazione del tutto aleatoria, e pertanto non prevedibile dal soggetto, dei bersagli da cogliere. Molte critiche, spesso estremamente pesanti, ma talora giustificate, sono state fatte proprio sui criteri di aleatorietà utilizzati dai parapsicologi nelle loro prove. Per superare queste obiezioni, un numero sempre crescente di sperimentatori si è affidato ai sofisticati mezzi tecnici che la scienza poteva in quel momento provvedere. Ha iniziato lo stesso Rhine con un mescolatore meccanico delle carte in sostituzione del mescolamento manuale e con vari tipi di strumenti per il lancio automatico dei dadi; altri si sono affidati a circuiti oscillanti ad alta frequenza in grado di fornire successioni di numeri umanamente non prevedibili, o si sono rivolti a dispositivi elettronici con la stessa funzione, alcuni dei quali basati sul decadimento di particolari sostanze radioattive.

    (continua)
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 25-02-10 alle 19:17
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Valutazione statistica

    Per sapere se una serie di esperimenti ha fornito risultati interessanti, ossia se hanno varcato la cosiddetta soglia di significatività, si ricorre all'applicazione di alcune semplici formule statistiche. Normalmente, la media dei risultati non coinciderà necessariamente con l'attesa casuale media, ma osserveremo una deviazione, o scarto, più o meno marcata rispetto al valore medio casuale. Tale deviazione è chiamata dispersione. Si può stimare un valore medio della dispersione, la cosiddetta "deviazione standard" (DS), che risulta essere uguale alla radice quadrata di npq, dove n è il numero delle prove che costituiscono un esperimento, p è la probabilità di successo casuale, e q è la probabilità contraria ( 1-p). Entro i limiti della deviazione standard si verrà a trovare la maggior parte di tutti i risultati delle prove nell'ipotesi che si verifichi un andamento casuale. Nel caso delle carte Zener, se il numero delle prove n è uguale a 2.500, la probabilità p è 1/5, mentre la probabilità contraria è 1-p=4/5 e DS sarà pertanto uguale alla radice quadrata di 2.500*1/5*4/5=20. Il che significa che la maggior parte dei risultati oscillerà attorno alla media casuale ( 500) di un valore massimo di 20. Per avere un indice di significatività più preciso, si calcola la "Ragione critica" ( CR) che è: CR=x-np/DS, ossia il rapporto tra l'eccedenza dei successi (x) rispetto alla attesa casuale e la deviazione standard. Ad ogni valore della Ragion critica corrisponde una precisa probabilità che il risultato sia extracasuale. Questa probabilità si ricava consultando le usuali tavole statistiche. La significatività minima considerata ancora valida nella sperimentazione parapsicologica è di 2,5 volte la deviazione standard, vale a dire RC= 2,5. Questo valore corrisponde ad una probabilità di 1 su 100 che il risultato sia dovuto al caso. Per RC= 3, sempre dalle tavole statistiche, otteniamo una probabilità su 370 che il risultato sia casuale. Con RC= 5, la probabilità del caso sale vertiginosamente a 1 su 754.000, il che significa che il nostro esperimento deve essere interpretato certamente con l'intervento di un fattore extracasuale. Quando otteniamo, invece, CR=0, tutti i risultati favorevoli registrati debbono essere considerati casuali. Altri criteri di valutazione statistica per semplici esperimenti di ESP sono il chi quadrato, l'analisi della varianza, ecc..

    Uno dei maggiori vantaggi dell'applicazione del metodo statistico alla ricerca Psi è che essa consente di ovviare, in parte, alla mancanza di ripetibilità dei singoli fenomeni. E ciò grazie alla sua capacità di mettere in evidenza effetti Psi minimi, altrimenti non individuabili. L'aspetto negativo risiede nel fatto che non è possibile analizzare singoli fenomeni Psi nella loro dinamica particolare, ma coglie invece il loro comportamento d'insieme, riducendo di conseguenza picchi elevati ad anonime colline di scarso effetto.


    Effetto di posizione (effetto declino e curva ad "U")

    Nell'analisi statistica dei risultati delle prove ESP sono emerse delle regolarità o, comunque, delle caratteristiche nella distribuzione dei risultati, che presentano notevole interesse, sia perché costituiscono delle anomalie inspiegabili con le leggi del caso, e quindi avvaloranti la realtà dell'ESP, sia perché rivelano delle modalità, in alcuni casi abbastanza ripetitive, con cui l'ESP tende a manifestarsi. La più frequente è l'effetto declino che consiste nella tendenza a diminuire i risultati positivi nel corso dell'esperimento. Questo effetto sembra mostrare una relazione tra capacità Psi ed i processi psicologici ordinari, come la memoria e l'attenzione. Risulta, infatti, che in taluni casi il soggetto si comporti come se si stancasse durante lo svolgimento delle prove.

    Di particolare interesse sono le cosiddette curve ad "U", consistenti nel fatto che un soggetto diminuisce il rendimento nel corso delle prove con una leggera risalita finale, ottenendo così i risultati migliori all'inizio ed alla fine della serie. La risalita finale si ha quando i soggetti sanno che l'esperimento sta per terminare. Anche nei fenomeni psicologici ordinari avviene che al principio ed alla fine dello svolgimento di una qualsiasi attività in cui è coinvolta una facoltà tipicamente psicologica, come l'attenzione, le prestazioni o i risultati sono migliori. Così, se si trascrive graficamente su un diagramma l'andamento del fenomeno, esso si distribuisce secondo una curva ad U. Serva in proposito qualche esempio. Il bambino che impara a memoria una poesia ricorda più il principio e la fine che la parte centrale. L'attenzione durante una conferenza è buona in principio, minima al centro, si rialza verso la fine.

    Ebbene, anche negli esperimenti di ESP il fenomeno ha, in una data serie di prove, un simile andamento. Tale fatto è uno di quelli che ha maggiormente scosso la resistenza di molti ricercatori quando lo hanno riscontrato nel corso dei loro esperimenti. La sua importanza risiede nel fatto che dimostra inequivocabilmente la presenza, in un esperimento di ESP, di un fattore psichico. Se i risultati fossero semplicemente casuali o accidentali, questo effetto della curva ad "U" non potrebbe prodursi. Avremmo pertanto una distribuzione essenzialmente casuale dei risultati.
    Il biofeedback

    Quello stato psicofisiologico, caratterizzato all'elettroencefalogramma dalla prevalenza di onde alfa, è ritenuto molto interessante dai parapsicologi perché, in qualche caso, ha permesso ad alcuni soggetti di esprimere in modo assai convincente le loro potenzialità Psi. È uno stato di rilassamento psicomotorio, di calma, in cui una persona lascia fluire liberamente i pensieri e le fantasie che si presentano alla mente. Negli anni '60, a San Francisco, Joe Kamiya, nel corso di uno studio sul funzionamento del cervello, scoprì una semplice tecnica che insegnò ai soggetti da lui sperimentati, per autoindursi uno stato mentale ricco di onde alfa. Quando, con l'ausilio di un elettroencefalografo, Kamiya riscontrava il comparire di queste onde, avvertiva il soggetto con un segnale convenzionale. Ciò permetteva a quest'ultimo di riconoscere il proprio ingresso nello stato alfa e, dopo un certo allenamento, di potere provocare, potenziare e gestire autonomamente questa condizione. Nacque, in questo modo, una nuova branca della neurofisiologia chiamata "biofeedback", termine difficilmente traducibile in italiano. Alcuni lo rendono con "alimentazione a ritorno" o "processo con retroazione", ecc.. Per chiarire meglio il suo significato, in cibernetica feedback indica un dispositivo, una struttura elettronica abbastanza complessa ed articolata, capace di regolare o modificare per proprio conto il suo funzionamento. Nei suoi sviluppi successivi, il biofeedback ha consentito di esercitare un certo controllo su alcuni processi interni come la generazione di particolari onde cerebrali, la variazione della propria pressione arteriosa, ecc..

    Sulla scia di queste scoperte, lo psicologo americano C.T. Tart cercò di rimediare al calo delle "performances" Psi dovute all'effetto declino. Infatti, durante le prove di ESP, il soggetto non viene normalmente a conoscenza dei risultati ottenuti se non alla fine della seduta sperimentale. Ciò può risultare, alla lunga, psicologicamente frustrante, inoltre non gli permette di riconoscere la facoltà di percezione extrasensoriale nel momento stesso in cui si sta manifestando. Tart provò, con un lusinghiero successo, ad applicare le tecniche di biofeedback di Kamiya alla sperimentazione Psi. Man mano che i soggetti fornivano una risposta, venivano immediatamente informati da un segnale luminoso quando la risposta era esatta. Così facendo, sembrava verosimile che essi imparassero a riconoscere l'insorgere del fenomeno paranormale e che lo potessero gestire al meglio, evitando di dare risposte sbagliate. Il suo principale esperimento con la tecnica del biofeedback ha visto 722 indovinamenti su 5.000 prove, significativamente al di sopra dell'attesa casuale di 500 risposte esatte (essendo la probabilità di 1:10), Al momento attuale, la tecnica del biofeedback è divenuta un'applicazione quasi costante nello studio sperimentale dell'ESP e della psicocinesi.


    Effetto "pecore-capre"

    È stato rilevato che i soggetti che non sono convinti nell'esistenza dell'ESP (stranamente indicati come "capre") hanno in genere una media di punteggi più bassa dei soggetti che invece credono nell'ESP (indicati come "pecore"). Molti di quelli che non credono nei fenomeni paranormali possono manifestare punteggi che sono quasi costantemente al di sotto della media casuale. Si è portati a credere che costoro, per ottenere i loro risultati negativi, debbano conoscere per via extrasensoriale i risultati positivi, per poi convertirli in risultati negativi, come se volessero dimostrare in questo modo il loro atteggiamento scettico nei riguardi dell'ESP.
    Conclusione

    I fenomeni paranormali di tipo Psi-cognitivo, sembra ormai chiaro, non si realizzano tramite gli organi di senso noti, ma sembrano rifarsi ad un canale di cui praticamente non si conosce nulla: né l'energia che li sostiene, né come questa supposta energia venga modulata alla fonte per codificare l'informazione, né l'organo attraverso il quale questa energia-informazione viene raccolta dal ricevente. Né, infine, sono noti i processi e le vie che fanno affiorare alla coscienza queste informazioni una volta che, in qualche modo, siano state decodificate dal ricevente. Ed ancora, tra le caratteristiche maggiormente tipizzanti questi fenomeni, forse le più sconcertanti sono quelle date dall'imprevedibilità e dall'ambiguità del loro modo di manifestarsi. Nessuno di noi può, a meno forse di casi veramente eccezionali, essere padrone al cento per cento delle proprie eventuali facoltà Psi. Anche quando queste esistono e compaiono con una certa frequenza, il loro riconoscimento è difficile, o perché singoli fatti vengono fatti rientrare nel comodo campo delle coincidenze, o perché si manifestano in forma complessa e non ne possiamo riconoscere pertanto la loro origine particolare.

    Questo stato di cose ha fatto fiorire attorno al paranormale varie interpretazioni e vari atteggiamenti. In particolare la scienza non si è dichiarata soddisfatta dei risultati sin qui raggiunti. Vengono fatte critiche di carattere generale, critiche ai metodi e critiche all'eterogeneità della figura professionale dei parapsicologi. Tale figura non appare per niente ben definita: non si sa esattamente chi possa proclamarsi parapsicologo, quali titoli di studio debba esibire, a quali società di Parapsicologia debba appartenere, e perché tra i parapsicologi ci siano tante difformità di pensiero su questioni basilari e di principio sull'essenza stessa della Parapsicologia.

    Da non trascurare, peraltro, il pesante dubbio che ancora grava su gran parte della sperimentazione Psi, concernente il sospetto di frode da parte dei sensitivi e, talora, anche da parte degli sperimentatori. Dubbio anche sui metodi sperimentali e sui criteri di valutazione dei risultati che appaiono spesso non uniformi e non sufficientemente rigorosi, se non errati.

    La scienza, nel frattempo, si pone in uno stato di attesa. Essa si aspetta che i parapsicologi forniscano, con tutte le dovute garanzie, degli esperimenti in cui la fenomenologia Psi si presenti con i caratteri della misurabilità delle eventuali forze in gioco e della riproducibilità. Inoltre, se non è possibile dimostrare i fenomeni sperimentalmente e renderli riproducibili, i parapsicologi dovrebbero almeno sviluppare una teoria plausibile sul loro modo di operare e sulla loro natura. Forse, come ha suggerito il prof. Ferdinando Bersani, i tempi non sono ancora maturi, occorre aspettare che altre scoperte in altre branche della scienza diano nuovi strumenti e nuova luce per rischiarare anche i bui meandri in cui sembrano operare i fenomeni paranormali. A questo riguardo, un particolare interesse ed una speranza sono rivolti a certi aspetti della ricerca cosiddetta di frontiera, sia della fisica, sia delle neuroscienze e della psicologia.

    L'impressione generale che oggigiorno si può ricavare è che la distanza tra la fenomenologia paranormale e quella di altre discipline vada gradualmente diminuendo. La natura stessa del mondo materiale viene discussa e riveduta, i principi finora imperanti nella scienza sembrano in buona parte inadeguati a comprendere quanto di nuovo traspare all'orizzonte. Da un fermo ed inossidabile meccanicismo, specie nelle scienze fisiche, si sta passando ad una visione intima della realtà sempre più rarefatta e sfuggente. La materia perde consistenza per trasformarsi in qualcosa di quasi impalpabile, astratto, retto a sua volta da regole che sembrano scaturire più dalla mente di un filosofo o di un iniziato che da quella di uno scienziato. E non è escluso che in questo magma sempre più informe, rappresentato da una scienza in vertiginosa trasformazione, possano inserirsi anche i fenomeni paranormali, conquistandosi una nicchia che, seppure piccola, appare ai nostri occhi preziosa.


    Note

    (nota 1) W.E. Cox, a questo proposito, ha condotto un'attenta ricerca ed ha verificato che negli Stati Uniti il numero dei passeggeri presenti sui treni coinvolti in disastri ferroviari era, in genere, mediamente inferiore a quello dei passeggeri presenti sugli stessi treni nei 10 giorni precedenti la sciagura.

    La percezione extrasensoriale (ESP)

    Dal sito http://cspbo.altervista.org/
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 25-02-10 alle 19:19
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #4
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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Il corpo ipofisario e la ghiandola pineale appartengono però a un'altra classe di organi che, attualmente, non stanno né evolvendosi né degradandosi, ma sono addormentati. In passato, quando l'uomo era in contatto con i Mondi Superiori, questi organi erano il mezzo che egli usava per contattarli e lo saranno ancora in un prossimo futuro.
    Forse sono in stand-by, in attesa di quelle che sono le loro "condizioni naturali".
    Ovvero... è stata dimostrata un'inversione del campo magnetico terrestre con ciclicità ricorrente, presumibilmente indotta dal ciclo delle macchie solari. Per questa ragione, nei tempi andati, la svastica era disegnata indicando un senso di rotazione opposto all'attuale.
    Chissà... forse con l'inversione del campo magnetico (l'ultimo mi pare sia stato coincidente col Grande Diluvio * Il prossimo si dice capiterà il 21-12-2012, con un diluvio di fuoco dal momento che acqua e fuoco si alternano * Tocchiamoci... sono d'accordo)... dicevo... con l'inversione del campo magnetico tutti ritorneremo a essere chiaroveggenti di tipo negativo... con buona pace di coloro i quali sono, con grande impegno, diventati positivi e con un aumento esponenziale delle proprie capacità per coloro i quali chiaroveggenti negativi lo sono tutt'oggi, sia pure limitatamente a "quello che gli passa davanti".
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 25-02-10 alle 19:22

  5. #5
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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Chiaroveggenza

    È la capacità di vedere cose o persone nascoste o scomparse: oggetti nascosti in scatole o buste opache, persone o eventi lontani o non accessibili alla vista, scritte celate allo sguardo. La chiaroveggenza è un fenomeno noto ñn dall`antichità e uno dei primi su cui sono stati compiuti studi già alcuni secoli or sono: nel Settecento Franz Mesmer poneva in stato di trance ipnotica i suoi pazienti. i quali in questa condizione leggevano a occhi bendati. descrivevano fatti lontani o oggetti che si trovavano in altre stanze.

    A partire dal 1930 il Prof. J. B. Rhine diede inizio presso la Duke University di Durham (USA) ai suoi esperimenti con le carte e i dadi sulla percezione extrasensoriale e dedicò molta attenzione anche alla chiaroveggenza, alla quale applicò il metodo statistico quantitativo. Sono riconducibili alla chiaroveggenza anche i fenomeni della lettura con la pelle e della lettura in libri chiusi. Ed è con ogni probabilità da interpretarsi come un fenomeno chiaroveggente I'uso del pendolo e della bacchetta del rabdomante, dove pendolo e bacchetta fungono da appoggi di cui il sensitivo si serve per mettere a fuoco le proprie capacità. Lo stesso vale per le mantiche e per la diagnosi paranormale. Come si può constatare, sono riconducibili alla chiaroveggenza molti dei fenomeni studiati dalla parapsicologia.


    Immagine tratta dal sito Jeanne Kent

    Tra i casi famosi di chiaroveggenza va citato quello vissuto dal mistico svedese Emanuel Swedenborg, che nel 1759 a Göteborg «vide» l'incendio che stava distruggendo Stoccolma, a 500 km. di distanza. In questo caso si era trattato di una visualizzazione spontanea: altre volte la visione chiaroveggente viene indotta con oggetti, per esempio quelli appartenuti alla persona che si sta cercando. Di numerosi casi di questo tipo fu protagonista il grande veggente olandese Gerard Croiset, che in molte occasioni fu in grado di aiutare la polizia a ritrovare persona scomparse, specie bambini annegati nei canali olandesi. Croiset era particolarmente sensibile a questi fatti in quanto da bambino era stato sul punto di annegare in un canale; nel suo caso, come del resto anche in molti altri, era la spinta emotiva, il bisogno di aiutare, a mettere in moto il meccanismo della chiaroveggenza. Al pari della telepatia e della precognizione, la chiaroveggenza non conosce limiti spaziali: l'episodio di Swedenborg ne è un esempio ben preciso. Nel 1984 sono stati compiuti esperimenti di chiaroveggenza Mosca-San Francisco, perfettamente riusciti nonostante le migliaia di chilometri di distanza.

    È infine inquadrabile nella chiaroveggenza anche la cosiddetta «seconda vista» che certi sensitivi affermano di possedere; la capacità, cioè, di vedere entità di trapassati, anche di persone mai conosciute in vita. La casistica paranormale ha documentato parecchi casi simili. Come gli altri fenomeni di percezione extrasensoriale, la chiaroveggenza parla a favore della sostanziale unità di tutto ciò che esiste e della possibilità di mettersi, in certe circostanze, in contatto con tutto e con tutti, indipendentemente dalle barriere spaziali.

    Da Dizionario del mistero di P. Giovetti, Roma 1995, 34-35
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 25-02-10 alle 23:36
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  6. #6
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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio

    Tra i casi famosi di chiaroveggenza va citato quello vissuto dal mistico svedese Emanuel Swedenborg, che nel 1759 a Göteborg «vide» l'incendio che stava distruggendo Stoccolma, a 500 km. di distanza.
    Nel 1759 Swedenborg si trovava a Göteborg, ospite di un amico. Alle sei di sera, il mistico, che era uscito in giardino, rientrò in casa molto agitato e disse che, proprio in quel momento, a Stoccolma infuriava un incendio che si stava diffondendo velocemente in direzione della sua casa. Era turbato oltre misura e uscì più volte. Disse che l'abitazione di un suo amico, di cui fece il nome, era ridotta in cenere. Alle otto, dopo essere uscito di nuovo, esclamò sollevato: "Grazie a Dio, l'incendio si è fermato tre porte prima della mia!"
    La sera stessa ne fu informato il governatore, che chiamò Swedenborg per interrogarlo a tal proposito. Il veggente gli descrisse dettagliatamente l'incendio, il suo inizio, la sua durata, la sua fine. La sera dopo arrivò a Göteborg una staffetta da Stoccolma: nella lettera che portava, la catastrofe era descritta in ogni dettaglio esattamente come Swedenborg l'aveva preannunciata.
    Ultima modifica di Silvia; 26-02-10 alle 01:25

  7. #7
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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Argomenti interessanti. Stampo e leggo, grazie.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 26-02-10 alle 16:33

  8. #8
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    Massimo Centini

    LA CHIAROVEGGENZA

    Con chiaroveggenza si intende quella capacità paranormale che consente di "prevedere il futuro": detto così sembrerebbe una sorta di visione profetica ottenuta attraverso canali diversi dai cinque sensi. In realtà la definizione non è corretta e già i primi studiosi suggerirono un'ulteriore suddivisione del fenomeno in:

    • precognizione: percezione extrasensoriale di eventi futuri;
    • retrocognizione: percezione extrasensoriale di eventi passati, non noti al sensitivo.

    Anche se alcuni tendono a indicare indifferentemente la percezione di eventi futuri con i termini precognizione e premonizione, quest'ultima appare più difficile da definire con esattezza, soprattutto per l'interferenza della tradizione popolare e della superstizione (dai sogni alle credenze sull'approssimarsi di sventure annunciate da eventi come la rottura di uno specchio). Va aggiunto che episodi premonitivi si possono verificare anche tra i non veggenti.

    A differenza del medium, il veggente "vede" extrasensorialmente fatti e persone in tempi e luoghi lontani senza la necessità di particolari condizioni ambientali. Il suo stato mentale può essere confuso con stati di allucinazione: ma se non vanno escluse origini di carattere psicotico, la chiaroveggenza resta un fenomeno paranormale a cui la scienza, fatti i dovuti distinguo, non riesce ad assegnare una precisa fisionomia. In antichità il veggente ha goduto di molto credito e la sua straordinaria capacità profetica ha occupato un ruolo importante nelle religioni.
    Oggi i parapsicologi distinguono, per la chiaroveggenza, tre ambiti:

    1. chiaroveggenza nel tempo (precognizione/retrocognizione);
    2. chiaroveggenza nello spazio;
    3. chiaroveggenza nei corpi (visione all'interno di luoghi chiusi).

    Tra i fenomeni che rientrano nel terzo punto si possono in parte annoverare pratiche come l'autoscopia (osservazione all'interno del proprio corpo), l'eteroscopia (osservazione all'interno di corpi altrui) e la psicoscopia, la capacità extrasensoriale di conoscere la storia di un oggetto e le sue relazioni con cose e persone toccandolo o percependone la presenza.


    René Magritte, Il Falso specchio


    La chiaroveggenza rappresenta la facoltà paranormale maggiormente diffusa e nota anche al di fuori degli ambiti che sono dominio degli specialisti. Ciò è dovuto in parte al fatto che la veggenza è forse il fenomeno paranormale dotato di maggiore consistenza storica: infatti è documentata dal più lontano passato e costituisce il tratto distintivo di una figura problematica e fondamentale nella storia delle religioni come quella del profeta. Prophétes in greco significa "colui che annuncia": si tratta in pratica di una figura incaricata di proclamare pubblicamente verità apprese in modo soprannaturale e molto spesso giunte dalla divinità. Il profeta risulta quindi una sorta di anello di congiunzione, una voce privilegiata attraverso il quale "Dio parla". Il profetismo presupponeva l'esistenza di un contatto diretto con la divinità e la conseguente formulazione di un messaggio oracolare, ricevuto attraverso la visione di Dio. È una pratica che ha un'origine molto antica. Occupava una posizione importantissima nelle religioni del passato ed ebbe un ruolo notevole nell'ebraismo, dove il profeta (chiamato navi) diventa qualcosa di più di un intermediario, si trasforma in un "essere chiamato", una sorta di figura superumana.

    Ritornando alle caratteristiche peculiari della veggenza, possiamo osservare che molti critici spesso sostengono l'inesistenza di questo fenomeno, perché se esistesse contribuirebbe all'evoluzione delle scienze, svelandone la sorte. Questa argomentazione può essere capovolta: che cosa sarebbe un grande scienziato se non desse prova di grande intuizione? Einstein diceva che talvolta impiegava mesi a formulare scientificamente un'intuizione in grado di durare solo una frazione di secondo. Nohr afferma di aver scoperto il modello atomico durante un sogno, mentre da mesi era impegnato in inutili ricerche. Si racconta la stessa cosa a proposito di Kékulé, a cui si deve la scoperta della struttura spaziale del benzene" (P. Wallon, Il paranormale, Milano 2000, p. 31). Non mancano, in definitiva, casi sperimentali che sembrerebbero dimostrare I'osservabilità della veggenza nelle sue molteplici espressioni.

    Naturalmente queste immagini non possono essere equiparate a una "fotografia del futuro", ma a un insieme di visioni simboliche la cui origine è da ricercare nell'inconscio. Infatti nella maggior parte dei casi le visioni si manifestano nel veggente in particolari condizioni psichiche (come, per esempio, la trance) in cui la barriera della coscienza viene superata e l'inconscio è libero di dare una forma percepibile alle sue immagini.

    Massimo Centini – Lo straordinario mondo del paranormale
    (De Vecchi editore, pag. 105 e seg.)
    Ultima modifica di Silvia; 26-02-10 alle 22:37

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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Robert M. Schoch

    E' POSSIBILE PREVEDERE IL FUTURO?
    LA REALTÀ DELLA PRECOGNIZIONE


    Per migliaia di anni, fin dai tempi dei profeti biblici e degli oracoli classici dell'antichità (e forse molto prima), si è creduto all'esistenza di persone che riescono ad avere apparizioni riguardanti il futuro. I Greci consultavano regolarmente gli oracoli, come quello di Apollo a Delfi, e tutte le culture sembrano avere i propri metodi di divinazione. La domanda fondamentale è: tutte le forme di precognizione sono autentiche? Sono convinto che ci sia una seria evidenza del fatto che alcuni di noi siano in grado di ricevere informazioni dal futuro, e questo ha profonde implicazioni filosofiche e pratiche.

    Osserviamo un preciso esempio ben documentato. La mattina del 21 ottobre 1966, una enorme massa di scorie e detriti, sospesa pericolosamente lungo il fianco di una montagna e destabilizzata da acqua e piogge sotterranee, finì per abbattersi sulla città gallese di Aberfan. Dopo la tragedia, si calcolò una perdita totale di 144 vite umane, la maggior parte delle quali erano bambini della Pantglas Junior School sui quali si riversò la parte principale della valanga di soffocante melma nera. J. C. Barker, uno psichiatra associato allo Shelton Hospital a Shrewsbury, arrivò sul posto il giorno successivo la tragedia per aiutare nell'immediato. Barker era anche interessato alla ricerca psichica e, data la natura violenta e scioccante del disastro di Aberfan, pensò che forse qualcuno aveva avuto una premonizione dell'evento. Fece un appello attraverso i media alla ricerca di qualsiasi informazione del genere, ricevendo decine di risposte. Barker selezionò attentamente le migliori attraverso colloqui, alla ricerca di testimonianze che avvalorassero la sua tesi, e trovò quasi due decine di presunte esperienze precognitive che potevano essere confermate separatamente da testimoni che le collocavano nel periodo precedente al disastro di Aberfan.



    Il disastro di Aberfan in una foto d'epoca


    Un esempio di simili testimoni, con una apparente conoscenza precognitiva dell'evento, è quello di Constance Miller che "vide" il disastro quasi un giorno prima che accadesse. Sette testimoni dichiararono che la Miller aveva riferito loro la sua premonizione prima dell'evento. Secondo le sue parole (citate da Archie Roy in A Sense of Something Strange, 1990, p. 129). «Prima "vidi" un vecchio edificio scolastico nascosto in una valle, poi un minatore gallese, poi una valanga di carbone precipitarsi giù lungo il fianco di una montagna. Sotto la montagna di carbone c'era un bambino con una lunga frangia, completamente atterrito di fronte alla morte. Poi, per un attimo, "vidi" effettuare delle operazioni di salvataggio. Ebbi l'impressione che il bambino venisse tirato via e salvato. Sembrava così afflitto. Non lo dimenticherò mai, e con lui c'era anche uno dei soccorritori con indosso con uno strano cappello a punta». Constance non era di Aberfan, e l'ipotesi che avesse un interesse personale, e preoccupazioni inconsce per la massa di detriti che rappresentavano una potenziale minaccia, non ha fondamento. E' importante notare che la Miller riferì che, dopo l'evento, in un programma televisivo sul disastro di Aberfan, riconobbe il bambino e il soccorritore che aveva "visto" così nitidamente nella premonizione.

    Trovo che l'evidenza ben documentata delle premonizioni del disastro di Aberfan sia abbastanza avvincente. Molte di queste premonizioni appaiono come "sogni", sia nella condizione di sonno profondo, durante lo stato ipnagogico (tra la veglia e il sonno), che come sogni a occhi aperti. Un primo ricercatore di tali fenomeni, l'ingegnere aeronautico J. W. Dunne (1875-1949) per anni registrò sistematicamente i suoi sogni, scoprendo che tra questi erano rintracciabili numerose precognizioni evidenti di eventi futuri. Un classico esempio di un "fenomeno di Dunne", secondo le sue stesse parole (An Experiment with Time), si può riassumere così: nel 1902, mentre era soldato in Sud Africa, Dunne sognò un'isola minacciata da un'eruzione vulcanica. Nel sogno Dunne si trovava su un'altra isola tentando di convincere inutilmente le autorità, che si da il caso fossero francesi, a inviare delle imbarcazioni sull'isola minacciata ed evacuare gli abitanti, altrimenti migliaia di persone sarebbero rimaste uccise. La corrispondenza che fu recapitata al suo ufficio postale in Sud Africa in seguito al sogno comprendeva un quotidiano con titoli e descrizioni dell'eruzione vulcanica di Mount Pelée sulla Martinica francese. La città di St. Pierre fu distrutta, 40.000 persone rimasero uccise. Dunne e molti altri hanno registrato sogni di questo tipo, dove il sogno sembra riflettere qualcosa di sperimentato nella vita reale del sognatore poco dopo averlo fatto




    Mi sembra che in molti casi di precognizione, la persona attinga in qualche modo alle emozioni che sperimenterà in futuro. Questo significa che le precognizioni riguardanti il futuro lontano non possono verificarsi affatto? Non proprio. Un'idea è che la durata temporale tra la precognizione e l'evento può dipendere dalla "forza emotiva" dell'evento, almeno per quanto riguarda il precognitore. Così, un evento estremamente drammatico e carico di implicazioni emotive può essere "previsto" molto prima (a parità di condizioni, ma è una condizione rara) di un evento con un carico emotivo minore. Inoltre, c'è il problema della "sensibilità" del precognitore. Forse una persona più sensibile può "cogliere" più cose, e prima di altri. Un altro problema è se una persona possa prevedere eventi diversi da quelli che "sperimenterà" realmente a un certo livello (anche se quella esperienza è ricevuta indirettamente attraverso l'apprendimento, forse anche telepatico, dell'evento). Nostradamus o S. Giovanni potevano prevedere realmente gli eventi che si sono verificati dopo la loro esistenza? Una persona può ricevere informazioni dal futuro telepaticamente sia da se stessa che da altri? Forse per la maggior parte delle persone è più "facile" ricevere da sé stesse le informazioni dal futuro, ma questo non impedisce di riceverle dagli altri.

    Robert M. Schoch - da Hera n° 123 (aprile 2010)

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    Predefinito Rif: La chiaroveggenza

    Interessantissimo thread. Ora non che me ne sia occupata mai personalmente però direi che la chiaroveggenza è un dono e assieme la possibilità che viene data a qualcuno di leggere nei sogni e nelle immagini.

    Potremmo definirla come una qualità innata di persone speciali. Oppure come una condizione di cui sono provviste le persone che in un qualche modo sono superiori alla massa.

 

 
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