Alla ricerca di specie animali in via d'estinzione

[Klauss Von Grebur Paiton]

Tratto dal libro di Douglas Adams e Mark Carwardine, fotografie di National Geographic


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"Il mondo è qualcosa di una complessità del tutto disordinata e di una ricchezza e stranezza sbalorditive.
Voglio dire che l'idea di una tale complessità origini non solo da qualcosa di semplice, ma probabilmente dal nulla assoluto, è l'idea più favolosa e straordinaria. E quando si percepisce un barlume di come questo possa essere accaduto... è meraviglioso. E... la possibilità di passare 70 o 80 anni della vita in un tale universo, per quanto mi riguarda, è tempo ben speso."

"Le pale del mulino che macinano la selezione naturale si muovono molto lentamente; potete vedere con i vostri occhi quanto poco impieghino costruzioni così accurate, innalzate dal processo evolutivo, a essere distrutte e gettate dell'oblio"

[Klauss Von Grebur Paiton]

"L'Aye-aye vive soltanto in Madascar. Le sue origini risalgono a un periodo della storia della Terra in cui il Madascar faceva parte del continente africano. A quei tempi gli antenati dei lemuri malgasci erano i primati più diffusi al mondo.
Poi il Madascar si staccò dal continente africano e scivolò nell'oceano Indiano, di conseguenza non venne coinvolto in tutti quei cambiamenti evolutivi che ebbero luogo nel resto del pianeta.
La principale variazione evolutiva da cui il Madagascar rimase escluso è l'arrivo delle scimmie. Mentre i lemuri si accontentavano di stare sugli alberi a spassarsela, le scimmie erano più ambiziose e s'interessavano di tutto, specialmente dei ramoscelli, che capirono di poter utilizzare per fare quelle cose che da sole non riuscivano a fare, come scavare, frugare in profondità, colpire.
L'Aye-Aye è il relitto vivente di un altro tempo, un piccolo, fragile, pianeta a sè."

"Fu una cosa straordinaria, avevamo davvero trovato la benedetta creatura... Dall'alto, ci guardava attraverso la pioggia con una tranquilla inconsapevolezza: che razza di cose eravamo? Era difficile in quel momento non sentirsi completamente stupefatti. Perchè?
Perchè, come capii più tardi, in quel momento io ero una scimmia che guardava un lemure. Avevamo volato da New York e Parigi fino ad Antanarivo con un Boeing 747, poi fino ad Antsiranana con un vecchio aereo a elica; di lì avevamo viaggiato su un camion ancora più vecchio verso il porto di Maroantsetra e compiuto la traversata a Nosy Mangabe in una barca talmente malridotta che non si distingueva da un relitto trascinato dalla corrente. Infine, camminando di notte nell'antica foresta pluviale, avevamo quasi compiuto un viaggio nel tempo fino all'era dei primi esperimenti con la tecnologia del ramoscello, e ci eravamo accomodati nello stesso ambiente da cui, un tempo avevamo cacciato i lemuri. E qui ci viveva uno degli ultimi esemplari, che adesso mi guardava, per l'appunto, con tranquilla inconsapevolezza

[Klauss Von Grebur Paiton]

"Nessuno volle ammettere di averla portata. Non riuscivamo a capire cosa ci facesse lì. Chiamai il servizio in camera, ordinammo della birra e chiedemmo che si portassero via la mazza, ma nessuno la voleva. Il ragazzo del servizio ci disse che , se avevamo veramente intenzione di scovare delle lucertole antropofaghe, una mazza da cricket ci avrebbe fatto Comodo...
Per secoli i cinesi hanno raccontato di storie di grandi mostri squamosi con l'alito di fuoco, che si nutrivano di carne umana; ma si pensava fossero solo leggende, frutto di una fantasia troppo fervida...
Perciò erano i Draghi di Comodo all'origine dei miti cinesi? Be', nessuno può dirlo con certezza; certamente il Varano ha il peggior alito di tutte le creature viventi conosciute.
Oltre ai draghi Comodo è piena di serpenti velenosi, ci sono più serpenti velenosi per metro quadrato a Comodo che in ogni altro posto sulla faccia della terra. A Melbourne c'era un uomo che la sapeva più lunga di tutti sui serpenti velenosi, era il Dottor Struan Sutherland; diceva sempre: <<Non fatevi mordere!
Nella classifica dei quindici serpenti più mortali al mondo, il cobra indiano è al quindicesimo posto e gli altri 14 sono tutti in Australia, senza contare i ragni: in media dai ragni vengono morse 500 persone all'anno. Molte morivano, prima che sviluppassi un antidoto; del resto non ne potevo più di essere seccato da tutta questa gente!>> diceva sempre.

[Klauss Von Grebur Paiton]

<<La risposta immediata di una persona a un morso è quella di agire d'impulso e massacrare di botte il povero serpente. Il che non aiuta per niente ad identificarlo...>> diceva sempre
<<Se non sai esattamente che tipo di serpente è, non puoi affrontare il morso come si deve>>
"In tal caso" domandai "Potremmo magari portare a Comodo un kit per l'identificazione?"
<<Certo! Prendetene quanti ne volete. Ma non vi serviranno a un accidente di niente perché funzionano solo con i serpenti australiani.>>
"E allora cosa facciamo se ci morde un serpente mortale?" Chiesi.
Il dottore mi guardò come se fossi stupido.
<<Be', che cosa volete fare?? Morite. Proprio per questo si chiama mortale.>>
<<NON FATEVI MORDERE!>>


Non guardare se sei impressionabile




Eravamo tutti e tre terrei in viso come se avessimo assistito a un assassinio folle e crudele. Tuttavia, se così fosse stato, il colpevole non ci avrebbe guardato impassibile. Forse ci aveva disturbato una sensazione di fredda e risoluta arroganza. Ma qualunque sentimento di crudeltà noi cercassimo di attribuire al drago, sapevamo benissimo che non si trattava della sua, ma della nostra emotività. La lucertola si stava comportando semplicemente da lucertola, in modo diretto e naturale. Non sapeva niente dell'orrore, della colpa, della vergogna e della cattiveria che noi, unici animali dotati del senso del pudore e del peccato, cercavamo di attribuirle. Questo pensiero ci apparve chiaro e comprensibile come se l'avessimo visto riflesso nello specchio di quell'unico, imperterrito e disinteressato occhio di drago

[Klauss Von Grebur Paiton]

[Klauss Von Grebur Paiton]

"Il Megapodio ha messo a punto uno stupendo sistema per risparmiarsi fatica. Scoprimmo il suo strumento per risparmiare tempo, anche perchè è una cosa difficile da non notare: era un cumulo conico di terra e vegetali in decomposizione, ben compressi, alto circa due metri e largo altrettanto alla base. Di fatto era molto più alto di quanto appariva, perché era stato costruito in una depressione del terreno profonda un metro.
Ho appena passato un allegra giornata del mio tempo a scrivere sul mio computer un programma attraente, con tanto di pop-up e tutte quelle cose lì, che mi dirà istantaneamente qual'è il volume del nido di Megapodio; il vantaggio è che, in futuro, quando avrò bisogno di calcolare il volume di nido di Megapodio, date le principali dimensioni, il computer fornirà la risposta in meno di un secondo: il che è un meraviglioso risparmio di tempo; Per contro, in futuro, non credo che avrò molte occasioni per farlo. Comunque il volume del cono è di circa 7 metri cubi.
Quel cono è una specie di incubatrice automatica. Il calore generato dalle reazioni chimiche dei vegetali che marciscono mantiene calde le uova sepolte nel mezzo. Non solo le mantiene calde, ma aggiungendo o sottraendo materiale, il Megapodio è in grado di ottenere la temperatura esatta di cui l'uovo ha bisogno per essere adeguatamente "covato".
Perciò. tutto quello che il Megapodio deve fare per covare le uova è scavare un paio di metri cubi di terra, riempire il buco con un egual volume di vegetazione prossima a marcire, ammucchiare altri 5 metri cubi di materia vegetale che racolgie nei dintorni e infine sorvegliare continuamente la temperatura correndo qua e là per aggiungere e togliere vegetazione. E così facendo si risparmia la scocciatura di star seduto sulle uova ogni tanto."

[Klauss Von Grebur Paiton]

PERIOFTALMO, il pesce che ha imparato a camminare



"Oh Guarda, hanno scovato un modo per arrampicarsi sull'albero! Non pensavo che ne sarebbero stati capaci. Bene, ma vediamoli adesso all'opera mentre cercano di aprire questo aggeggio. Bene bene, e così hanno scoperto anche come temprare il ferro, giusto? Ed ecco che costruiscono la prima città, e poi la bomba nucleare. D'accordo, però adesso basta con i giochetti. La prossima volta che salgono su quell'albero gli piazzo un bel varano che li aspetta sotto...

C'erano dei pesci che saltavano sulla spiaggia e si dirigevano verso l'albero. Mi sembrava un'attività alquanto bizzarra per un pesce; ma non volli esprimere giudizi. Ero piuttosto critico nei riguardi della mia specie, in quel momento, e non ero propenso ad alzare il sopracciglio all'indirizzo di altre creature. Se dei pesci volevano giocare attorno agli alberi, che facessero pure, se questo dava loro piacere. Purchè non provassero a giustificarsi o a raccontarsi l'un l'altro che era un Dio maligno il responsabile del loro gioco...

I pesci continuavano a balzare innocentemente su e giù dall'albero, erano lunghi meno di dieci centimetri, marroni e neri, e avevano piccoli occhi a palla vicini tra loro in cima alla testa. Avanzavano a piccoli passi puntellandosi sulle pinne.
<<Perioftalmi>> disse Mark, e si accovacciò per guardarli meglio.



link: https://www.youtube.com/watch?v=ORNl2tdC20w

<<Potremmo dire che stanno facendo un eserimento>> rispose.
<<Se scoprono che se la cavano meglio sulla terra anzichè nell'acqua, allora, nel corso del tempo e in base alle regole dell'evoluzione potrebbero decidere di trasferirsi. Al momento sono già in grado di assorbire una certa quantità di ossigeno attraverso la pelle, ma di tanto in tanto devono correre a prendere una boccata d'acqua che fanno passare attraverso le branchie. Però può darsi che si adattino a vivere sulla terraferma, è già successo.>>

[Klauss Von Grebur Paiton]

Cosa vuoi dire?
<< Che è probabile che la vita sulla Terra sia iniziata negli oceani, e che le creature del mare siano emigrate sulla terraferma. Trecento cinquanta milioni di anni fa esisteva un pesce molto simile al perioftalmo. Si spinse sulla terra aiutandosi con le pinne. Può darsi che sia stato il progenitore di tutti i vertebrati che adesso vivono sulla terraferma.>>
Davvero? E come si chiamava?
<<Non penso avesse un nome, a quel tempo>>
Perciò questo pesce è come eravamo noi 350 000 000 di anni fa?
<<PROBABILE>>
All'improvviso mi sentii tremendamente vecchio. Guardavo un perioftalmo che saltellava con quello che a me, ora, sembrava un ottimismo splendido, ma allo stesso tempo ingenuo, improvvido, senza speranza. Sperai che se davero, tra trecento cinquanta milioni di anni un suo discendente si fosse ritrovato lì, con una macchina fotografica intorno al collo, avrebbe avuto la sensazione che il viaggio era valso la pena. Sperai che avrebbe avuto una più netta percezione di se stesso in relazione al mondo in cui viveva. Sperai che non si sarebbe ridotto a far recitare altre creature in qualche circo dell'orrore.

[Klauss Von Grebur Paiton]

"Quando qualcuno parla di <<Africa nera>>, in generale ha in mente lo Zaire. E' una terra di giungle, montagne, enormi fiumi, vulcani e si vive una vita più selvaggia ed esotica di quanto sia prudente condurre; E' l'Africa in cui Stanley suppose d'incontrare il Dr LivingStone. Fino al XIX secolo questa vasta regione era un buco nero al centro delle mappe europee del continente. Dopo l'esplorazione di Livingstone, tuttavia, il buco nero cominciò ad esercitare un effetto gravitazionale sul mondo circostante.





I primi a precipitarsi qui furono i missionari: cattolici che vennero a insegnare alla popolazione indigena che i protestanti avevano torto e protestanti che vennero a insegnare il contrario. L'unica cosa sulla quale entrambi si trovavano in accordo fu che gli indigeni avevano avuto torto per 2000 anni.

Una pesante nebbia umida gravava tutt'intorno a quasi impediva di vedere le cime distanti dei vulcani. La notte era più fredda del previsto; accendemmo le sibilanti lampade a gas Tilley, mangiammo pere in scatola e parlammo in un francese approssimativo con le nostre due guide i cui nomi erano Murara e Serundori."

[Klauss Von Grebur Paiton]

I GORILLA DI MONTAGNA

"Erano personaggi di stupenda gentilezza, vestiti in tuta mimetica e berretto nero; stavano stravaccati e accarezzavano teneramente i fucili. Spiegarono che adesso si trovavano lì ma prima facevano parte dei Commandos.



Ci spiegarono che tutte le guide dovevano portare fucili, in parte per protteggersi dagli animali selvatici ma soprattutto per difendersi da eventuali bracconieri. Murara raccontò che ne aveva fatti secchi cinque. Con un alzata di spalle aggiunse che <<n'è pas probleme>>. Nessuno apriva inchieste, un colpo e via. Si mise comodo sulla sedia e con un dito accarezzò il grilletto del fucile mentre noi giocavamo nervosi con le nostre mezze pere.
Il bracconaggio è naturalmente la minaccia principale per la sopravivenza dei Gorilla di Montagna, ma è difficile non chiedersi se dichiarare aperta la stagione della caccia agli esseri umani sia la forma migliore per risolvere il problema. Noi non siamo una specie in pericolo , ma non perchè nessuno abbia mai tentato di renderci tale"