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    Predefinito Elezioni Croazia: vincono i nazionalconservatori, ma dovranno fare governo di coalizi

    http://www.repubblica.it/esteri/2016/09/11/news/croazia_elezioni-147585415/?ref=HREC1-37





    La destra di Plenkovic avrebbe 62 seggi sui 151 del Parlamento di Zagabria. I socialdemocratici solo 52


    - I nazionalconservatori appaiono vincitori e sperano di restare al governo, in chiarissimo e forte vantaggio sui socialdemocratici all'opposizione, negli exit poll di tarda serata relativi alle elezioni politiche anticipate svoltesi questa domenica in Croazia. A metà dello spoglio delle schede, La HDZ (destra, governo uscente) di Andrei Plenkovic avrebbe 62 sui 151 seggi nel Sabor, il Parlamento croato, i socialdemocratici postcomunisti guidati da Zoran Milanovic solo 52. La terza forza indispensabile a una coalizione, i liberalpopulisti di Most ("il ponte") 13 seggi. Solo tra poche ore questo lunedì saranno resi noti i risultati definitivi. Tuttavia già si profilano i significati del voto. Primo, la destra nazionalconservatrice convince gli elettori ben più dell'opposizione. La sinistra sembra la perdente annunciata. Secondo, facendo le somme, i nazionalconservatori e Most (appunto la terza forza che si è sempre dichiarata disponibile a formare coalizioni con l'uno o l'altro possibile vincitore) potrebbero arrivare per un soffio a una maggioranza ristrettissima nel Sabor, formare un patto di coalizione e governare. Terzo, Plenkovic (secondo i dati di stanotte) ha vinto come voce moderata della destra, prendendo le distanze da ogni tentazione ultrà o nostalgica, mentre Milanovic, sempre se i risutlati provvisori saranno confermati, ha perso dopo aver cercato di rincorrere umori di destra anti-Serbia. Quarto, in caso di difficoltà negoziali per la coalizione o di qualche seggio o punto percentuale in meno, la Croazia membro più giovane della Ue rischierebbe l'ingovernabilità. E questo sarebbe lo scenario peggiore, se appunto la conferma dei nazionalconservatori non sarà risultato definitivo. Una mancanza di numeri per una maggioranza aumenterebbe indirettamente a Zagabria e oltre le già gravi, crescenti tensioni nei Balcani da un lato. E dall'altro renderebbe difficilissimo realizzare in Croazia le richieste di Bruxelles. Cioè dure, dolorose riforme per uno Stato più efficiente e non corrotto e per rilanciare privatizzando e liberalizzando un'economia che ha una crescita tra le più deboli della Ue,

    Le elezioni si sono svolte su uno sfondo di tensioni crescenti e allarmanti tra Serbia e Croazia e in tutta l'area ex jugoslava. A Zagabria, capitale della Croazia dove umori d'ultradestra sono molto forti tra le tifoserie, una ventina di persone mascherate hanno aggredito venerdì sera sei giovani pallanuotisti serbi del Partizan di Belgrado, causando loro traumi, contusioni e fratture. Dura protesta del governo serbo. A Belgrado il commissario europeo per l'allargamento della Ue, l'austriaco Johannes Hahn, a fianco del premier liberalriformista ed europeista Aleksandar Vucic ha appena elogiato, citato dall'Ansa e da altre agenzie, il comportamento responsabile dell'ospitante (il premier serbo appunto) a fronte "delle ripetute dichiarazioni provocatorie provenienti da Zagabria". Su questo sfondo di tensioni crescenti e allarmanti tra i due paesi politicamente, economicamente, militarmente più importanti nell'ex Jugoslavia e tensioni nei Balcani in generale, in Croazia si tengono domani elezioni politiche anticipate.

    Il risultato finale del voto - coalizione ben probabile tra nazionalconservatori e Most, altre soluzioni, o ingovernabilità in mancanza di maggioranze - sarà importante per il futuro dei rapporti Zagabria-Belgrado e Zagabria-Ue. Sia la Hdz, sia i socialdemocratici promettono lotta alla corruzione e riforme per rilanciare la crescita economica, tra le più deboli della Ue. E le stesse elezioni anticipate - convocate dopo la crisi di governo di pochi mesi fa causata da rivalità e scontri interne e polemiche su buon governo e corruzione) indica la fragile stabilità del giovane paese. Plenkovic conservatore ma giovane e moderato potrebbe aprire speranze. Per ogni scelta dolorosa promessa ci vuole una maggioranza. Ma è il contesto regionale di tensioni crescenti, appunto, a pesare sul voto. Vediamole, una per una.

    La Croazia, che è il più giovane membro della Ue, è accusata da Belgrado di boicottare con ogni mezzo i negoziati Serbia-Ue per l'adesione serba all'Unione, obiettivo prioritario di Vucic perché darebbe grande slancio all'economia (attualmente il partner più importante è l'Italia, FCA che monta in Serbia le 500L è l'azienda più grande del paese, magistratura e polizia italiane danno ai serbi aiuto prezioso nella lotta a crimine e corruzione). Zagabria sostiene che potrebbe contestare i negoziati Serbia-Ue finché Belgrado resterà dell'intenzione di processare presunti criminali di guerra croati nelle guerre che distrussero la Jugoslavia, accese dall'allora uomo forte serbo Slobodan Milosevic, a casa sua (come fanno coi criminali di guerra molti altri paesi), anziché consegnarli come i croati chiedono alla Corte internazionale dell'Aja che processò i criminali di guerra serbi come Milosevic e Karadzic.

    Il commento del commissario Ue: "C'è differenza tra un politico e uno statista che non perde mai di vista l'interesse del suo popolo, e il vostro premier per fortuna è uno statista". Vucic chiede normali buoni rapporti con la Croazia, "vogliamo essere loro concorrenti tra europei sul piano dei risultati economici, non delle offese e degli scontri, con Zagabria voglio confronto e concorrenza positivi, non attacchi ostili e frasi offensive". In una recente lettera alla Commissione europea il premier serbo aveva ammonito che le crescenti tensioni nei Balcani minacciano la stabilità dell'intera Europa.

    La spy story. Pochi giorni fa una superspia della Vsoa, l'intelligence militare croato, è stata arrestata dagli agenti speciali della Bezbednosno-Investigativna Agencja (servizi) serbi. Zagabria ha minimizzato fino all'ultimo, ma il suo 007 per anni aveva passato (anche alla Nsa americana) segreti vitali per la sicurezza nazionale serba. Ha patteggiato e ottenuto una riduzione della pena da 10 a 3 anni, probabilmente vuotando il sacco sulla sua rete di spie in Serbia. Situazione non ideale per costruire fiducia reciproca, ovviamente.

    I fantasmi del passato. La presidente croata Kolinda Grabar-Kitarovic assicura che "l'antifascimo è nostro valore costitutivo". Ma poi dichiara ammirazione per un cantante nazirock locale che in ogni motivo loda gli "eroi e martiri patrioti Ustascia". Cioè la milizia fascista del dittatore collaborazionista con l'Asse Ante Pavelic, il 'Poglavnik' (Duce) croato complice attivo della Shoah, responsabile di brutali atrocità nella seconda guerra mondiale. E andando a votare la presidente si è esposta a critiche, secondo le agenzie di stampa internazionali, per aver fotografato la sua scheda elettorale compilata con lo smartphone. Accade persino che il saluto ustascia sia d'uso nei ranghi delle forze armate croate. Ciò suscita cupi ricordi e timori in Serbia, ma soprattutto nella comunità ebraica internazionale e in alcuni autorevoli media del mondo libero: The Economist, il Jerusalem Post, i maggiori media tedeschi e Usa, il Centro Simon Wiesenthal per la caccia ai crimini nazisti, hanno sottolineato la pericolosità di tali revivals a Zagabria.

    La mostra dello scandalo. La Croazia recentemente ha organizzato negli edifici Ue a Bruxelles una mostra celebrativa del cardinale Stepinac. Capo della chiesa cattolica croata nella seconda guerra mondiale, egli lanciò i preti a partecipare a pogrom a maltrattamenti contro serbi rom ed ebrei, anche bambini nelle scuole. Fu condannato nella Jugoslavia comunista di Tito per crimini di guerra, beatificato dalla Santa Sede che dopo il '45 aiutò (secondo i media anglosassoni e israeliani) anche molti criminali di guerra croati a fuggire. Su questo sfondo, i cittadini croati vanno a votare. Con la presenza nell'arena politica di personaggi - rilevava DeutschlandRadio Kultur, l'emittente pubblica di qualità tedesca - come il ministro uscente della Cultura Zlatko Hasanbegovic, accusato di esternazioni pubbliche a favore di Pavelic e degli Ustascia. Umori nostalgici del genere in Croazia possono solo aiutare, in Serbia, i nemici russofili e ultrà del giovane riformista europeista premier Aleksandar Vucic. Cioè i nazionalisti serbi, nostalgici di Milosevic e di un'egemonia etnica e generale di una Serbia anti-Ue e filorussa sui territori ex jugoslavi e balcanici. Come Vojslav Seselj, ex seguace di Milosevic entrato alla Skupcina (Parlamento serbo) alle ultime elezioni,
    e che progetta di andare in Croazia per provocare sia Zagabria sia i rapporti tra Vucic e Zagabria. Il ventre molle e barile di polvere da sparo d'Europa, come si diceva a Londra prima del 1914, non è ancora divenuto parte stabile della casa comune europea.


  2. #2
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    Predefinito Re: Elezioni Croazia: vincono i nazionalconservatori, ma dovranno fare governo di coa

    In sostanza i padroni della guerra e della pulizia etnica

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  3. #3
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    Predefinito Re: Elezioni Croazia: vincono i nazionalconservatori, ma dovranno fare governo di coa

    dopo pavelic quale altro pseudo fascista annunceranno come eroe della patria?

  4. #4
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    Predefinito Re: Elezioni Croazia: vincono i nazionalconservatori, ma dovranno fare governo di coa

    Speriamo scoppi un'altra guerra tra staterelli, i nazionalisti lo pretendono.

  5. #5
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    Predefinito Re: Elezioni Croazia: vincono i nazionalconservatori, ma dovranno fare governo di coa

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    Speriamo scoppi un'altra guerra tra staterelli, i nazionalisti lo pretendono.
    speri in una guerra come ogni buon capital democratico?

 

 

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