RIPARTE LA CACCIA, QUASI MEZZO MILIARDO DI ANIMALI RISCHIANO L'ABBATTIMENTO
LIVORNO, CONDANNATO CACCIATORE PER L'UCCISIONE DI UN IBIS EREMITA
Mercoledì, 14 Settembre 2016
Ritirata all'imputato la licenza venatoria
Si è conclusa oggi presso il Tribunale di Livorno, l’ultima udienza del processo intentato per l’uccisione di una coppia di rarissimi Ibis Eremita. Unico imputato un cacciatore che è stato riconosciuto colpevole e condannato per il reato di uccisione di specie particolarmente protetta (art. 30, 1 comma lett. B Legge 157), con revoca della sua licenza di caccia.
“Una condanna auspicata e particolarmente importante sia per la gravità del reato commesso sia perché gli Ibis Eremita sono uccelli molto rari, di cui esistono solamente 300 esemplari in tutto il mondo e corrono il gravissimo rischio di estinzione.Questa sentenza dunque rappresenta un caso esemplare – commenta Massimo Vitturi responsabile dell’area animali selvatici della LAV– perché lo Stato ha così riaffermato la piena titolarità della protezione degli animali selvatici, e anche perché è stato finalmente chiarito che molto spesso non c’è alcuna differenza fra bracconieri e cacciatori, due categorie perfettamente sovrapponibili che hanno come unico interesse quello di sterminare quanti più animali possibile”.
Si pensi che nel 2013 l’intera popolazione selvatica migratrice planetaria era composta da un solo Ibis presente in Medio Oriente. Allo scopo di reintrodurre una popolazione vitale in Europa, è stato predisposto uno specifico progetto finanziato dall’Unione Europea che coinvolge la Germania, l’Austria e l’Italia.
Il progetto Waldrappteam prevede di far nascere in cattività gli uccelli e successivamente di “accompagnarli” durante la loro fase di migrazione dalla Germania all’Italia, mediante l’uso di rilevatori GPS e alla presenza dei ricercatori che ne predispongono la rotta a bordo di velivoli ultraleggeri che gli Ibis riconoscono come genitori adottivi.
Un progetto ambizioso che nel 2012 ha portato due uccelli a percorrere senza problemi più di mille chilometri attraverso le Alpi, sopra tre Paesi diversi, fino a in prossimità di San Lorenzo (LI) dove si sono imbattuti nell’arroganza del cacciatore oggi condannato, colpiti dai micidiali pallini di piombo delle cartucce utilizzate per la caccia ai colombacci. Un evidente caso di bracconaggio che non ha giustificazione alcuna. Gli Ibis sono uccelli così particolari che chiunque li potrebbe distinguere, ancor di più un cacciatore abilitato alla caccia al colombaccio, quest’ultimo è infatti grande la metà di un Ibis, sia in lunghezza, sia per apertura alare, e del tutto diverso per forma e colori. Non è quindi possibile che si sia verificato un errore di valutazione, chi ha sparato agli Ibis lo ha fatto deliberatamente, nella consapevolezza di violare la legge che li tutela. Ed i giudici del Tribunale di Livorno con l’odierna sentenza hanno confermato l’intenzionalità del vile atto di bracconaggio.
Nel processo conclusosi oggi presso il Tribunale di Livorno la LAV si è fin da subito costituita parte civile allo scopo di tutelare il diritto di ogni uccello di poter volare senza correre il rischio di essere ucciso dai fucili da caccia.
Nel nostro Paese i cacciatori provocano ogni anno la morte di milioni di animali e quanto accaduto a Livorno dimostra che neppure le specie particolarmente protette a livello mondiale sono sicure. Questa sentenza fissa un chiaro limite all’arroganza di cacciatori e bracconieri che in quanto armati di fucili micidiali, si credono unici padroni del territorio e degli animali che lo popolano, causando anche decine di morti e feriti fra gli umani.
P.S.
spero con tutto il cuore che ne muoiano parecchi di questi bastardi psicopatici....
ogni merda in meno sono decine e decine di vite salvate