Nel 2011 i milanesi (il 50% degli aventi diritto) votarono in un sondaggio sulla riapertura dei vecchi navigli, in buona parte interrati/asfaltati dal 1930 fino agli anni '60 per svariati motivi, dall'igienico-sanitario alla speculazione edilizia/urbana in espansione (cent'anni fa la città si presentava similmente ad Amsterdam), in cui prevalse il Sì con il 94,32%, cifra non trascurabile.
Il sindaco Beppe Sala ha annunciato, tra varie proposte (settimana del cinema, periferie, sede della RAI e più piste ciclabili) anche di proporre un nuovo referendum sulla riapertura della cerchia dei Navigli nel 2017. Argomento che gli sta molto a cuore e che, come abbiamo visto, sta a cuore a molti milanesi desiderosi di ripristinare un'antica particolarità meneghina. La questione è molto delicata, perché comporterebbe lavori e un ribaltamento degli assetti di viabilità (per questo è rivoluzionario), ecco perché il sindaco vuole consultare nuovamente i cittadini sul tema, per essere sicuri e informare meglio la cittadinanza sulla progettualità.
Già nel giugno 2015 è stato presentato un progetto di studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli, affidato dall'Amministrazione comunale a un gruppo di lavoro interdisciplinare che ha visto coinvolte due università, la Statale di Milano e quella di Pavia, professionisti ed esperti con il coordinamento del Politecnico di Milano. Il risultato fu positivo, fattibile e avrebbe portato addirittura guadagni per il Comune e per il commercio, rivitalizzando anche quartieri altrimenti depressi o scarsamente interessanti. Naturalmente per avviare il progetto ci vogliono parecchi soldi, ancora dunque la necessità di un referendum popolare. Io credo vincerà il Sì e Milano si riaffermerà definitivamente come bella città italiana lungamente abbruttita e depotenziata da una vocazione turistica (e per le devastazioni architettoniche del centro). Tanto per farsi un'idea ecco come diventerebbero molte zone della città e com'erano un secolo fa: