Originariamente Scritto da
Next
Referendum: Renzi “compra” l’Svp facendo pulizia etnica della lingua italiana
10shares
Aggiunto da
Nicola Mattei il 21 settembre 2016.
image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2016/09/cartello-bilingue-svp-referendum-300x223.jpg
Bolzano, 21 – Si può
svendere una tradizione, come quella della lingua italia che affonda le sue radici indietro nei secoli alle opere di Dante, Petrarca, Boccaccio e, fino a giorni nostri, con Alfieri, Bacchelli, D’Annunzio, per un “Sì” ad un referendum il cui esito era dato per scontato ma sul quale il governo ora trema come non mai? Nell’era dell’esecutivo Renzi la risposta è la stessa che il premier auspica uscire vittoriosa dalle urne. Poco male se per raggiungere l’obiettivo – sul quale, nonostante il voltafaccia successivo, il governo fonda parte della sua stessa permanenza a Palazzo Chigi – si deve fare
strame di ogni buon senso, educazione e perfino dell’idioma nazionale: a Renzi servono voti, serve manovalanza alla campagna per il “Sì” e non esita a guardarsi intorno da qualsiasi parte per portare acqua al suo mulino. Dopo la mancata intesa con l’Anpi il premier tenta allora la strada, sempre interna alla sinistra, della Südtiroler Volkspartei, storico partito dell’Alto Adige che rappresenta gli interessi del gruppo linguistico tedesco nella provincia più settentrionale d’Italia. A rivelare l’ipotesi di accordo con il movimento altoatesino è, oggi, Antonio Rapisarda sulle pagine de Il Tempo, il quale, riprendendo una notizia che da pochi giorni ha cominciato a circolare a Bolzano e dintorni, denuncia la
svendita dell’italiano in cambio dell’impegno della Svp in favore della consultazione.
Come contropartita l’Svp otterrebbe una profonda revisione della toponomastica locale, con molte località, vie e luoghi, montagne e valli che andrebbero a perdere la doppia denominazione in favore della sola tedesca. Addirittura esisterebbe già una lista: Malga di Silandro/Schlanderser Alm diventerebbe, con un’acrobazia linguistica, Malga Schlanderser Alm, altri invece come Punta Cervina e Castel Sarentino verrebbero trasformate tout court in Hirzer e Schloss Rafenstein. In totale, quasi il 60% delle denominazioni è a rischio. Ma il numero potrebbe perfino salire, perché esisterebbe anche una seconda lista comprendente un gruppo di nomi “sospesi”, fra i quali ad esempio la Vetta d’Italia/Glockenkarkopf nel comune di Predoia
, fra le montagne più a nord della penisola.
“Non è stata presa ancora nessuna decisione sull’effettivo utilizzo dei toponimi italiani. Si tratta infatti di una legge procedimentale e sarà un’apposita commissione ad occuparsi dei criteri”, si difende Arno Kompatscher, presidente della provincia autonoma di Bolzano. Il quale però si tradisce con una battuta: “
La Svp da sempre sostiene che bilinguismo non significa binomismo“. Un piede in due scarpe, quello mostrato dal partito, che è conscio del suo essere serbatoio di voti (sia pur in decisa diminuzione rispetto ad un tempo) e
può dunque vendersi al miglior offerente. Era già successo nel 2011, quando votarono per salvare la poltrona del ministro Bondi, ottenendo in cambio la promessa del “depotenziamento” del monumento alla vittoria del capoluogo, quello costruito in onore delle decine di migliaia di caduti italiani nella Grande Guerra. Allora era la storia a venire spazzata via per decreto, ora è l’italiano.
Nicola Mattei
Read more at
Referendum: Renzi "compra" l'Svp facendo pulizia etnica della lingua italiana