Benvenuti nella sezione tematica dedicata al composito mondo dell'anarchismo.
Dopo numerose sollecitazioni e richieste da parte di alcuni utenti, ho deciso finalmente di ricoprire il ruolo di moderatore di questa nuova area del forum.
In calce a questo articolo del sito filosofico.net, troverete una parziale bibliografia:
http://www.filosofico.net/filosofiaanarchica.htm
Data la vastità del soggetto, l'indicazione non ha pretese di esaustività, tuttavia potrebbe dimostrarsi utile per chi volesse accostarsi alle teorie anarchiche.
Con tutti i limiti e la superficialità che sovente contraddistinguono le enciclopedie virtuali, Anarcopedia (ita.anarcopedia.org) offre al lettore un consistente numero di voci sull'argomento.
A puro titolo di esempio, ho scelto questa:
http://ita.anarchopedia.org/Correnti_anarchiche
Sempre in merito alle correnti anarchiche, ecco una sintetica e personale analisi tratta da un mio intervento, qui lievemente rimaneggiato, pubblicato su TP:
propongo di immaginare la complessa galassia anarchica come una scala cromatica dal bianco al nero, il cui progressivo inscurirsi parte dalla sinistra di un ideale foglio per poi culminare alla destra dello stesso (nessun riferimento alle tradizionali categorie politiche, semplicemente un'idea grafica).
All'estremità sinistra della scala, il bianco puro, potremmo collocare i più sensibili alle istanze organizzatrici, i "piattaformisti" eredi del pensiero di Archinov, i quali danno vita a organizzazioni basate su una "piattaforma" politica (rappresentati in Italia dalla piccolissima Federazione dei Comunisti Anarchici).
Al secondo grado di bianco assegniamo le organizzazioni cosiddette "di sintesi", la maggior parte delle quali fa capo alla I.F.A.(Internazionale delle Federazioni Anarchiche).
Esse rappresentano la componente più ancorata alle radici storiche dell'anarchismo sociale (Bakunin, Malatesta etc.) e, almeno a livello teorico, chiunque può aderirvi purché condivida i principi basilari e le finalità dell'anarchismo; da qui, appunto, l'idea di"sintesi".
In realtà, le organizzazioni "di sintesi" sono solidamente strutturate, dividono il lavoro politico interno in commissioni incaricate di svolgere determinati compiti (corrispondenza,particolari lavori di ricerca etc.) e sono profondamente legate alla concezione ottocentesca di anarchia come sinonimo di comunismo libertario (prima della presa del potere in Russia da parte di Lenin,i termini anarchismo sociale e comunismo libertario erano indistintamente utilizzati dagli organi cartacei della corrente in questione).
In alcuni paesi, ad esempio l'area sudamericana, godono ancora di un discreto stato di salute, ma per lo più la loro attività si riduce alla mera propaganda.
La storica realtà "di sintesi" italiana è la Federazione Anarchica Italiana, fedele al programma comunista anarchico di Malatesta -vero nume tutelare- e alle elaborazioni teoriche di Fabbri e Berneri.
Tenuta in vita da sparuti gruppi sparsi sul territorio nazionale, quasi completamente composti di ultracinquantenni, è dedita soprattutto alla diffusione dell'antico giornale "Umanità Nova" e ad altre opere di divulgazione.
A causa dello scarso ricambio generazionale e della quasi totale inattività sul piano pratico, la F.A. Italiana è probabilmente destinata a sparire, dopo aver attraversato momenti burrascosi, come il ventennio fascista o gli anni sessanta-settanta, periodo in cui l'anarchismo più o meno organizzato diede vita a tre gruppi distinti, la F.A. I., i G.I.A. e i G.A.F., più la già menzionata F.d C.A., ossia il gruppo degli scissionisti "archinovisti".
Laterza gradazione di bianco, un po' più tendente al grigio, è rappresentata dalla corrente anti-organizzatrice, anch'essa di matrice prevalentemente sociale, ma contraria alla costituzione di federazioni e aperta alle contaminazioni individualistiche, sempre però "militanti", e nelle cui fila si potevano trovare personaggi come Galleani o anche simpatizzanti perennemente sul limine tra agire individuale e tensione collettiva come Ciancabilla.
L'anarco-sindacalismo potrebbe essere collocato tra le forze "di sintesi" e quelle anti-organizzatrici, giacché mantenne rapporti con entrambi,sebbene vi fossero maggiori affinità con le prime.
In Italia, infatti, i gruppi organizzati, si chiamassero già F.A.Italiana o no (prima del ventennio la "madre" della F.A.Italiana era la U.A.I., poi messa al bando), collaboravano di fatto con l'Unione Sindacale Italiana (U.S.I), grande protagonista del "biennio rosso"; inoltre Armando Borghi, figura chiave dell'U.S.I., era molto amico di Malatesta.
Ancora oggi, la striminzita U.S.I. e la piccola F.A.I procedono mano nella mano.
A questo punto potremmo passare all'estremità opposta, assegnando al nero più nero l'individualismo esistenziale, filosofico e"meta-politico", sia esso di discendenza stirneriana, abbia la sua scaturigine da suggestioni di Nietzsche (è il caso di Pallante), dall'antica scuola cinica o da qualsivoglia altro stimolo.
A un nero meno intenso appartengono gli individualisti più "militanti"o coinvolti, loro malgrado o no, in movimenti più ampi; tra essi mi viene in mente Armand (quasi un...moralista).
Trai due poli sommariamente descritti si trovano tutte le varie gradazioni e sfumature, gli intrecci, le sovrapposizioni.
Oggi,a meno di non volgere lo sguardo verso i gruppi più marcatamente tradizionalisti, è assai arduo trovare una corrente precisamente identificabile, dal momento che il sincretismo era, ed è diventato sempre di più, uno degli aspetti peculiari del movimento anarchico.
Alla naturale propensione per la contaminazione si sono aggiunti fattori determinanti quali l'influenza dei movimenti radicali del ventennio sessanta/settanta, un vero terremoto per l'anarchismo classico, a cui si aggiunge l'irruzione sulla scena di nuovi fermenti culturali (in epoche e situazioni diverse: il situazionismo, la critica ai meccanismi dello spettacolo e della società di massa, l'ecologismo radicale, il nichilismo degli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta, l'anti-specismo, le istanze "queer", il primitivismo è la lotta alla civiltà etc.); il consolidamento di pratiche individuali o di autogestione come l'occupazione a scopo abitativo o l'occupazione sociale; la nascita di nuove visioni della prassi anarchica come le teorie "insurrezionaliste" di Bonanno e molto altro.
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