Risultati da 1 a 9 di 9
  1. #1
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    Ελευσίνα
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    Predefinito Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    La prima grande novità del 2017 sarà l’estensione della 14esima per pensionati e pensionandi: un tesoretto di sei miliardi. Intanto i giovani stanno a guardare, mentre aspettano lo Statuto delle partite Iva, gli asili nido e borse di studio

    di Lidia Baratta

    (Getty Images/Franco Origlia/Stringer)

    29 Settembre 2016 - 15:48
    649








    Al netto di annunci e promesse, il primo vero impegno che Matteo Renzi ha preso per il 2017 è con pensionati e pensionandi, aumentando ed estendendo laquattordicesima e la no tax area, e prevedendo un’uscita flessibile (Ape). Un tesoretto di sei miliardi in tre anni. Il Paese anziano applaude. I sindacati, con le pance piene delle tessere dei pensionati, pure (anche se, a dire il vero, avrebbero voluto di più). I giovani, che la pensione non la vedranno, tantomeno la 14esima, restano a guardare i titoli di apertura dei giornali. È il patto della pensione. L’ennesimo bonus distribuito in maniera indiscriminata. Neanche se la ricordano più, i giovani, l’ultima iniziativa politica strutturale pensata per loro dal governo del “giovane” Renzi.
    Prendiamo il Jobs Act. Senza la decontribuzione prevista nella legge di stabilità del 2015, l’ondata di nuove assunzioni (che si è già interrotta con la riduzione degli sgravi) non ci sarebbe stata. Ondata che non ha riguardato certo i ragazzi all’ingresso del mondo del lavoro. Perché, come in tanti avevano previsto, a parità di sconto, con le tutele crescenti un imprenditore avrebbe preferito assumere un lavoratore esperto e più produttivo di un giovane alle prime armi. E infatti così è stato. Il tasso di disoccupazione giovanile, anche se ad agosto è sceso dello 0,4%, resta al 38,8 per cento. Non c’è niente da festeggiare.
    Anche perché gli occupati continuano a calare soprattutto nella fascia 25-34 anni, quella di ingresso nel mondo del lavoro (-1,8% in un anno). E aumentano, al contrario, tra gli over 50 (+5,4%). Il mercato del lavoro spinge i giovani al di fuori del suo perimetro: tra i 25 e i 34 anni aumenta sia il tasso di disoccupazione sia il tasso di inattività, cioè la percentuale di coloro che un lavoro ormai non lo cercano più. Intanto, il contratto su cui il Josb Act aveva puntato, quello a tempo indeterminato (o a tutele crescenti), senza incentivi perde colpi: meno 280mila unità nei primi cinque mesi del 2016. Non è stata una soluzione, come previsto, nemmeno l’eliminazione dei cocopro: stralciato il contratto a progetto, non si è passati alle assunzioni. Le soluzioni possibili sono state: non lavorare più, aprirsi una (finta) partita Iva, o lavorare con i voucher. Che nel frattempo sono diventati 1,4 milioni.


    Il Paese anziano applaude. I sindacati, con le pance piene delle tessere dei pensionati, pure. I giovani, che la pensione non la vedranno, tantomeno la 14esima, restano a guardare i titoli di apertura dei giornali. Gli anziani, dalla loro parte, hanno il peso demografico (sono di più). Ed elettorale, ovviamente

    Né si sa più nulla dello Statuto delle Partite Iva, che aveva fatto tirare finalmente un sospiro di sollievo a tutti quelli che stanno con calcolatrice e righello per capire quanto cavolo – al netto delle tasse – guadagnano davvero. Soprattutto giovani sotto i 35 anni, che costituiscono quasi la metà dei nuovi avviamenti. Bloccati dalla paura di guadagnare qualcosina in più, se oltrepassano le colonne d’Ercole dei regimi clamierati. Fatto il passo indietro sull’errorone dell’aumento delle aliquote dei minimi nella legge di stabilità del 2015, si aspettano ora grandi novità dal ddl sugli autonomi. Ma dopo gli annunci è calato il silenzio.
    Partite Iva e freelance possono aspettare. Meglio occuparsi dei pensionati. La spesa in previdenza nel 2014 era quattro volte quella per il sostegno al reddito degli occupati, occupando i due terzi della spesa pubblica. D’altronde i pensionati hanno dalla loro parte il peso demografico (gli anziani numericamente sono più dei giovani). Ed elettorale, si intende. Non che siano tutti ricchi o privilegiati. Ma se c’è una fascia d’età in cui il rischio di entrare in uno stato di povertà è in diminuzione, è quella degli over 65. Mentre giovani e famiglie con più di un figlio di anno in anno vedono assottigliarsi il portafoglio.
    Anche perché se sei partita Iva quei famosi 80 euro venduti come il top delle politiche sociali mica li prendi. Né, nella maggior parte dei casi, se sei giovane e partita Iva ti interessa l’abolizione dell’Imu. Perché molto probabilmente una casa non ce l’hai, visto che una grandissima parte dei ragazzi oggi non arriva a mille euro al mese. Ce l’hanno i pensionati o i pensionandi, la casa.
    E però, dirà qualcuno, c’è il bonus bebè. Ottanta euro al mese che dovrebbero incentivare a dare la spinta demografica al Paese dei pensionati. La spesa mensile che si sborsa per i pannolini dovrebbe dunque convincere a fare figli. In confronto, la disastrosa campagna del Fertility Day del ministro Beatrice Lorenzin sembra più convincente. E intanto della promessa dei mille asili nido in mille giorni ci siamo dimenticati. L’annuncio risale al settembre 2014. Il termine scade a maggio 2017. Di tagli di nastro non ce ne sono stati. Anzi, quello che si sa è che per mancanza di bambini alcuni asili stanno chiudendo. Le tariffe sono troppo alte, i genitori non se le possono permettere e li tengono a casa. E magari, le donne soprattutto, rinunciano pure a lavorare. È un cane che si morde la coda. Ma noi puntiamo sui pensionati.


    La differenza tra chi investe sul futuro o sul passato è tutta qui: scegliere se investire nell’istruzione universitaria (l’Italia è l’ultima in Europa per numero di laureati) o nelle pensioni (l’Italia è prima per la spesa pensionistica rispetto al Pil). E noi abbiamo messo la croce sull’opzione numero due

    Non basteranno certo a dare benzina ai giovani italiani né il bonus di 500 euro per i 18enni da spendere in cultura, né il programma Garanzia giovani, che poi è un programma europeo. E finora è servito – come abbiamo raccontato – soprattutto a rinfoltire la platea degli stagisti non pagati. Il risultato è che da noi oltre un terzo dei giovani non studia e non lavora (i famosi Neet). E questo numero è aumentato tra il 2005 e 2015 di oltre il 10%, più di tutti gli altri Paesi Ocse. Se negli altri Paesi i giovani senza lavoro sono tornati a studiare, da noi non l’hanno fatto. Perché l’80% degli studenti iscritti negli atenei italiani non ha un aiuto finanziario per le tasse né una borsa di studio.
    La differenza tra chi investe sul futuro o sul passato è tutta qui: scegliere se investire nell’istruzione universitaria (l’Italia è l’ultima in Europa per numero di laureati) o nelle pensioni (l’Italia è prima per la spesa pensionistica rispetto al Pil). E noi abbiamo messo la croce sull’opzione numero due. Ancora una volta.

    Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro - Linkiesta.it






  2. #2
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    I giovani devono capire che é inutile stare ad aspettare. Qualsiasi colore di governo in un paese con una demografia vecchia come l'Italia sarà sicuramente a vantaggio di questo gruppo demografico (almeno in apparenza). Mettere quei pochi spiccioli che si hanno da parte, studiare le lingue (con internet non hai più bisogno di capitali per impararle) e partire (non in posti affollati come Londra ovviamente). Altrimenti addio a qualsivoglia prospettiva futura.

  3. #3
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    e poi si lamentano se gli italiani vanno via ..

  4. #4
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Purtroppo il welfare italiano è ad uso e consumo dei vecchi. Per i giovani solo promesse e basta. Mi chiedo cosa succederà quando i pensionati saranno più dei lavoratori, visto che il sistema pensionistico italiano è si diventato contributivo ma resta a ripartizione, ovvero i contributi versati nel periodo sono utilizzati per pagare le pensioni del periodo.
    When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes

  5. #5
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Il welfare così come ora è solo appannaggio di arabi, negri e vecchi. Bisogna eliminarlo, non si scappa

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    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  6. #6
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Citazione Originariamente Scritto da Frankie D. Visualizza Messaggio
    I giovani devono capire che é inutile stare ad aspettare. Qualsiasi colore di governo in un paese con una demografia vecchia come l'Italia sarà sicuramente a vantaggio di questo gruppo demografico (almeno in apparenza). Mettere quei pochi spiccioli che si hanno da parte, studiare le lingue (con internet non hai più bisogno di capitali per impararle) e partire (non in posti affollati come Londra ovviamente). Altrimenti addio a qualsivoglia prospettiva futura.
    bravo, condivido.
    Ormai questa generazione è bruciata, andando all'estero possono realizzarsi e se arrivano tempi migliori in Italia possono sempre tornare, ma di questo passo i tempi migliori li avranno quando saranno alla pensione

    Tra l'altro a volte per trovare un lavoro all'estero basta una botta di sedere: un curriculum fatto bene, una preparazione perfetta del discorso da tenere al datore di lavoro e poi il resto viene dopo

  7. #7
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Citazione Originariamente Scritto da luca18 Visualizza Messaggio
    e poi si lamentano se gli italiani vanno via ..
    ovvio, il governo fa gli interessi dell'elettorato di riferimento...
    Bologna: la crisi del PD nel voto delle periferie | Contropiano


    Pd, M5S, Forza Italia: tracciamo i profili dell'elettore
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  8. #8
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Il welfare così come ora è solo appannaggio di arabi, negri e vecchi. Bisogna eliminarlo, non si scappa

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    “Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
    — Paul Krugman

  9. #9
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    Predefinito Re: Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro

    La prima grande novità del 2017 sarà l’estensione della 14esima per pensionati e pensionandi: un tesoretto di sei miliardi. Intanto i giovani stanno a guardare, mentre aspettano lo Statuto delle partite Iva, gli asili nido e borse di studio

    di Lidia Baratta

    (Getty Images/Franco Origlia/Stringer)


    29 Settembre 2016 - 15:48
    649







    Al netto di annunci e promesse, il primo vero impegno che Matteo Renzi ha preso per il 2017 è con pensionati e pensionandi, aumentando ed estendendo laquattordicesima e la no tax area, e prevedendo un’uscita flessibile (Ape). Un tesoretto di sei miliardi in tre anni. Il Paese anziano applaude. I sindacati, con le pance piene delle tessere dei pensionati, pure (anche se, a dire il vero, avrebbero voluto di più). I giovani, che la pensione non la vedranno, tantomeno la 14esima, restano a guardare i titoli di apertura dei giornali. È il patto della pensione. L’ennesimo bonus distribuito in maniera indiscriminata. Neanche se la ricordano più, i giovani, l’ultima iniziativa politica strutturale pensata per loro dal governo del “giovane” Renzi.
    Prendiamo il Jobs Act. Senza la decontribuzione prevista nella legge di stabilità del 2015, l’ondata di nuove assunzioni (che si è già interrotta con la riduzione degli sgravi) non ci sarebbe stata. Ondata che non ha riguardato certo i ragazzi all’ingresso del mondo del lavoro. Perché, come in tanti avevano previsto, a parità di sconto, con le tutele crescenti un imprenditore avrebbe preferito assumere un lavoratore esperto e più produttivo di un giovane alle prime armi. E infatti così è stato. Il tasso di disoccupazione giovanile, anche se ad agosto è sceso dello 0,4%, resta al 38,8 per cento. Non c’è niente da festeggiare.
    Anche perché gli occupati continuano a calare soprattutto nella fascia 25-34 anni, quella di ingresso nel mondo del lavoro (-1,8% in un anno). E aumentano, al contrario, tra gli over 50 (+5,4%). Il mercato del lavoro spinge i giovani al di fuori del suo perimetro: tra i 25 e i 34 anni aumenta sia il tasso di disoccupazione sia il tasso di inattività, cioè la percentuale di coloro che un lavoro ormai non lo cercano più. Intanto, il contratto su cui il Josb Act aveva puntato, quello a tempo indeterminato (o a tutele crescenti), senza incentivi perde colpi: meno 280mila unità nei primi cinque mesi del 2016. Non è stata una soluzione, come previsto, nemmeno l’eliminazione dei cocopro: stralciato il contratto a progetto, non si è passati alle assunzioni. Le soluzioni possibili sono state: non lavorare più, aprirsi una (finta) partita Iva, o lavorare con i voucher. Che nel frattempo sono diventati 1,4 milioni.

    Il Paese anziano applaude. I sindacati, con le pance piene delle tessere dei pensionati, pure. I giovani, che la pensione non la vedranno, tantomeno la 14esima, restano a guardare i titoli di apertura dei giornali. Gli anziani, dalla loro parte, hanno il peso demografico (sono di più). Ed elettorale, ovviamente

    Né si sa più nulla dello Statuto delle Partite Iva, che aveva fatto tirare finalmente un sospiro di sollievo a tutti quelli che stanno con calcolatrice e righello per capire quanto cavolo – al netto delle tasse – guadagnano davvero. Soprattutto giovani sotto i 35 anni, che costituiscono quasi la metà dei nuovi avviamenti. Bloccati dalla paura di guadagnare qualcosina in più, se oltrepassano le colonne d’Ercole dei regimi clamierati. Fatto il passo indietro sull’errorone dell’aumento delle aliquote dei minimi nella legge di stabilità del 2015, si aspettano ora grandi novità dal ddl sugli autonomi. Ma dopo gli annunci è calato il silenzio.
    Partite Iva e freelance possono aspettare. Meglio occuparsi dei pensionati. La spesa in previdenza nel 2014 era quattro volte quella per il sostegno al reddito degli occupati, occupando i due terzi della spesa pubblica. D’altronde i pensionati hanno dalla loro parte il peso demografico (gli anziani numericamente sono più dei giovani). Ed elettorale, si intende. Non che siano tutti ricchi o privilegiati. Ma se c’è una fascia d’età in cui il rischio di entrare in uno stato di povertà è in diminuzione, è quella degli over 65. Mentre giovani e famiglie con più di un figlio di anno in anno vedono assottigliarsi il portafoglio.
    Anche perché se sei partita Iva quei famosi 80 euro venduti come il top delle politiche sociali mica li prendi. Né, nella maggior parte dei casi, se sei giovane e partita Iva ti interessa l’abolizione dell’Imu. Perché molto probabilmente una casa non ce l’hai, visto che una grandissima parte dei ragazzi oggi non arriva a mille euro al mese. Ce l’hanno i pensionati o i pensionandi, la casa.
    E però, dirà qualcuno, c’è il bonus bebè. Ottanta euro al mese che dovrebbero incentivare a dare la spinta demografica al Paese dei pensionati. La spesa mensile che si sborsa per i pannolini dovrebbe dunque convincere a fare figli. In confronto, la disastrosa campagna del Fertility Day del ministro Beatrice Lorenzin sembra più convincente. E intanto della promessa dei mille asili nido in mille giorni ci siamo dimenticati. L’annuncio risale al settembre 2014. Il termine scade a maggio 2017. Di tagli di nastro non ce ne sono stati. Anzi, quello che si sa è che per mancanza di bambini alcuni asili stanno chiudendo. Le tariffe sono troppo alte, i genitori non se le possono permettere e li tengono a casa. E magari, le donne soprattutto, rinunciano pure a lavorare. È un cane che si morde la coda. Ma noi puntiamo sui pensionati.

    La differenza tra chi investe sul futuro o sul passato è tutta qui: scegliere se investire nell’istruzione universitaria (l’Italia è l’ultima in Europa per numero di laureati) o nelle pensioni (l’Italia è prima per la spesa pensionistica rispetto al Pil). E noi abbiamo messo la croce sull’opzione numero due

    Non basteranno certo a dare benzina ai giovani italiani né il bonus di 500 euro per i 18enni da spendere in cultura, né il programma Garanzia giovani, che poi è un programma europeo. E finora è servito – come abbiamo raccontato – soprattutto a rinfoltire la platea degli stagisti non pagati. Il risultato è che da noi oltre un terzo dei giovani non studia e non lavora (i famosi Neet). E questo numero è aumentato tra il 2005 e 2015 di oltre il 10%, più di tutti gli altri Paesi Ocse. Se negli altri Paesi i giovani senza lavoro sono tornati a studiare, da noi non l’hanno fatto. Perché l’80% degli studenti iscritti negli atenei italiani non ha un aiuto finanziario per le tasse né una borsa di studio.
    La differenza tra chi investe sul futuro o sul passato è tutta qui: scegliere se investire nell’istruzione universitaria (l’Italia è l’ultima in Europa per numero di laureati) o nelle pensioni (l’Italia è prima per la spesa pensionistica rispetto al Pil). E noi abbiamo messo la croce sull’opzione numero due. Ancora una volta.

    Agli anziani la quattordicesima, ai giovani nessun futuro - Linkiesta.it





    un paese che sa solo sottrarre risorse a chi produce per darle chi sa solo parassitare è condannato al declino inevitabile

    io capisco i complici e le clientele servili, che vivono alle spalle degli altri, e difendono il sistema, ma come fa gente che tira la carretta e viene solo bastonata a supportarlo?
    “Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
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