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  1. #11
    Canaglia
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    Questa smania di voler sempre chiarificare e distinguere toglie linfa vitale al succo della teoria libertaria, almeno a mio modo di vedere. se ogni libertario debba giustificare sempre il proprio punto di vista, fa prima a scrivere un'opera per ogni concetto che esprime.
    (comunque, ho teso a distinguere tra anarchici individualisti ed individualisti con tendenze anarcoidi, nel precedente intervento)
    Quando parli di teoria libertaria ti riferisci all'anarchismo? te lo domando perchè anche Pannella si definiva libertario (per non parlare dei libertarian americani), ma di certo anarchico non era...

    L'anarchismo, come ho già detto, è definito da principi inequivocabili, quindi chi non sta entro quest'ambito ben definito dovrebbe avere l'onestà intellettuale di non definirsi anarchico. L'anarchia è già stata vilipesa abbastanza nel corso della storia dell'umanità e non merita continue diffamazioni....non mi riferisco in particolare ate, ma bisogna affermare ancora una volta che anarchia non è fare il cavolo che ci pare, piaccia o no così è.

    Cos'è l'anarco-individualismo: Vivere per vivere, Emile Armand.


  2. #12
    Canaglia
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Che bugiardo! Lo sanno anche i sassi che la maggior parte degli individualisti anarchici non ne vuole proprio sapere di comunismo (libertario o di stato)!

    Stirner ne "L'Unico" se la prende con i comunisti , usando toni non molto dissimili da quelli che verranno adoperati da Nietzsche.

    Novatore, invece, ha scritto parole inequivocabili in tal senso: "„L'individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine né il Socialismo, né il Comunismo, né l'Umanità. L'individualismo ha per fine sé stesso. (da Il mio individualismo iconoclasta)“

    Vogliamo, poi, parlare della scuola anarco-indivdualista americana? Benjamin Tucker era tutto fuorché un collettivista o un nemico della proprietà privata.

    A leggere i tuoi deliri sembra che si possa creare un fronte comune che parte dagli stirneriani e finisce ai marxisti-leninisti
    Infatti ho scritto che si differenziano certamente, tuttavia non si può dire che si contrappongono dal momento che entrambi sono comunque anarchici. L'anticomunismo anarchico poi è ben differente dall'anticomunismo fascista o liberale, quantunque tu cerchi di metterli sullo stesso piano.

    Le differenze poi non sono certo così rimarcate come tu dall'alto della tua ignoranza pensi, tanto è vero che gente come Kropotkin o Luigi Galleani erano sostanzialmente antiorganizzatori individualisti ma si ponevano il fine della collettivizzazione dei mezzi di produzione. Stirner poi fa continui riferimenti all'associazione degli egoisti...e cosa sarebbe poi quest'associazione in cui volontariamente ognuno perde in parte un pò della sua libertà per godere però di altri vantaggi e privilegi se non una sorta di teoria comunista?

  3. #13
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da Josef Scveik Visualizza Messaggio
    Infatti ho scritto che si differenziano certamente, tuttavia non si può dire che si contrappongono dal momento che entrambi sono comunque anarchici. L'anticomunismo anarchico poi è ben differente dall'anticomunismo fascista o liberale, quantunque tu cerchi di metterli sullo stesso piano.

    Le differenze poi non sono certo così rimarcate come tu dall'alto della tua ignoranza pensi, tanto è vero che gente come Kropotkin o Luigi Galleani erano sostanzialmente antiorganizzatori individualisti ma si ponevano il fine della collettivizzazione dei mezzi di produzione. Stirner poi fa continui riferimenti all'associazione degli egoisti...e cosa sarebbe poi quest'associazione in cui volontariamente ognuno perde in parte un pò della sua libertà per godere però di altri vantaggi e privilegi se non una sorta di teoria comunista?
    Se vabbè, dopo lo Stirner comunista ci manca solo l'Hobbes libertario.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  4. #14
    Canaglia
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Se vabbè, dopo lo Stirner comunista ci manca solo l'Hobbes libertario.
    Non ho detto che è comunista, ma che le differenze tra anarchici comunisti e individualisti non sono così nette come tu dall'alto della tua ignoranza vorresti farci credere. Grazie per il tuo intervento, ma per favore astenersi perditempo.

  5. #15
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Il confronto è interessante, quindi, affinché passo dopo passo non scivoli verso la rissa verbale (sarebbe davvero un peccato), vi chiedo di evitare di condire i vostri interventi con giudizi coloriti o ironia beffarda.
    "Una salus victis, nullam sperare salutem"

  6. #16
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Quanto ai rapporti tra individualisti e collettivisti, in alcuni casi tutt'altro che rosei, bisognerebbe prendere in considerazione contesti storico-geografici precisi e comunque difficilmente si ravviserebbe un'uniformità negli atteggiamenti.
    Non sempre, inoltre, le idee degli anti-organizzatori erano e sono ascrivibili all'individualismo (anarchico) puro; piuttosto è vero il contrario, infatti le tensioni sociali hanno avuto maggior peso nello sviluppo di questa tendenza e a tutt'oggi è possibile soppesarne l'influenza.
    Tra gli individualisti menzionati, Armand era senz'altro il più accomodante, laddove Novatore (come il non citato Filippi) non lesinava in durezza, soprattutto nelle ultime fasi della sua vita.
    E' altresì noto che quando si diede alla macchia, il poeta bandito poté contare sul sostegno di anarchici di varie tendenze, malgrado avesse ingaggiato un aspro scontro con un rappresentante di spicco della corrente collettivista sulle colonne di un periodico libertario.
    Se la vicinanza dimostrata, non per forza collimante con l'attiguità teorica, da sola non può valere come prova di una comunanza d'intenti, manifesta però l'appartenenza a un comune universo umano di riferimento.
    Infine, per molti -me compreso- Stirner non può essere etichettato come anarco-individualista, perché lo spettro della sua filosofia è decisamente più ampio (si veda l'introduzione della discussione a lui dedicata).
    "Una salus victis, nullam sperare salutem"

  7. #17
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da Josef Scveik Visualizza Messaggio
    Quando parli di teoria libertaria ti riferisci all'anarchismo? te lo domando perchè anche Pannella si definiva libertario (per non parlare dei libertarian americani), ma di certo anarchico non era...

    L'anarchismo, come ho già detto, è definito da principi inequivocabili, quindi chi non sta entro quest'ambito ben definito dovrebbe avere l'onestà intellettuale di non definirsi anarchico. L'anarchia è già stata vilipesa abbastanza nel corso della storia dell'umanità e non merita continue diffamazioni....non mi riferisco in particolare ate, ma bisogna affermare ancora una volta che anarchia non è fare il cavolo che ci pare, piaccia o no così è.

    Cos'è l'anarco-individualismo: Vivere per vivere, Emile Armand.

    infatti io mi sento libertario e individualista e non anarchico (non alla maniera di Pannella, comunque)
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
    (L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)

  8. #18
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da Egomet Visualizza Messaggio
    Quanto ai rapporti tra individualisti e collettivisti, in alcuni casi tutt'altro che rosei, bisognerebbe prendere in considerazione contesti storico-geografici precisi e comunque difficilmente si ravviserebbe un'uniformità negli atteggiamenti.
    Quoto. La scuola americana (Tucker, Spooner ecc...) aveva poco in comune con l'individualismo del godereccio Armand o con quello dell'avventuriero Novatore.


    Tra gli individualisti menzionati, Armand era senz'altro il più accomodante, laddove Novatore (come il non citato Filippi) non lesinava in durezza, soprattutto nelle ultime fasi della sua vita.
    E' altresì noto che quando si diede alla macchia, il poeta bandito poté contare sul sostegno di anarchici di varie tendenze, malgrado avesse ingaggiato un aspro scontro con un rappresentante di spicco della corrente collettivista sulle colonne di un periodico libertario.
    Se la vicinanza dimostrata, non per forza collimante con l'attiguità teorica, da sola non può valere come prova di una comunanza d'intenti, manifesta però l'appartenenza a un comune universo umano di riferimento.
    Novatore, nonostante il suo spirito anticapitalista e antiborghese, ha sempre rifiutato la linea malatestiana e berneriana. La solidarietà "anarchica" che s'è creata attorno al bandito e poeta era motivata , principalmente, da conoscenze personali e dal suo anti-fascismo.

    Infine, per molti -me compreso- Stirner non può essere etichettato come anarco-individualista, perché lo spettro della sua filosofia è decisamente più ampio (si veda l'introduzione della discussione a lui dedicata).
    Infatti Stirner non ha mai parlato di anarchia né s'è mai dichiarato anarchico. L'autore de "L'Unico" era, fondamentalmente, un avversario dell'hegelismo. Certo è che le sue osservazioni hanno ispirato molti anarchici (soprattutto individualisti).
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  9. #19
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Concludo: l'unica esponente della corrente individualista anarchica che s'è sempre dimostrata "possibilista" e pronta al dialogo con altri movimenti (compresi i socialisti e i sindacalisti rivoluzionari) era Leda Rafanelli. Di altri esempi, sinceramente, ne vedo pochi.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  10. #20
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    Predefinito Re: Anarco-individualismo e individualismo

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Novatore, nonostante il suo spirito anticapitalista e antiborghese, ha sempre rifiutato la linea malatestiana e berneriana. La solidarietà "anarchica" che s'è creata attorno al bandito e poeta era motivata , principalmente, da conoscenze personali e dal suo anti-fascismo.
    Anche, ma non solo: i suoi scritti godevano di un certo prestigio in tutti gli ambienti anarchici e, nel corso del suo tormentato percorso umano e intellettuale, talvolta manifesta un desiderio di vicinanza agli altri anarchici.

    “Il temperamento anarchico nel vortice della storia”
    (apparso su Il Libertario, La Spezia, a.XVIII, n.793, 8 dicembre 1920)




    Nell’anarchismo – in fatto di vita praticamente e materialmente vissuta – vi sono, al di
    sopra dei due diversi concetti filosofici, comunistico e individualistico, che lo dividono nel
    campo teorico, due istinti spirituali e fisici i quali servono a distinguere due temperamenti
    di proprietà comune a tutte e due le tendenze teoriche e filosofiche. Pur figli entrambi
    della stessa sofferenza sociale, abbiamo due istinti diversi che ci danno due diverse
    sofferenze di origine edonistica.
    Vi sono quelli che soffrono – direbbe Nietzsche – per esuberanza di vita (comunisti e
    individualisti) e vi sono quelli che soffrono d’
    impoverimento della vita. A questi ultimi
    appartengono quei comunisti e quegli individualisti amanti della quiete e della pace, del
    silenzio e della solitudine. Ai primi appartengono quei comunisti e quegli individualisti che
    sentono l’io interiore come un possente fremito dionisiaco traboccante di potenza, e la vita
    come una manifestazione eroica di forza e di volontà. Sono coloro che hanno il bisogno
    istintivo ed irresistibile di gettare la fiamma del loro “io” contro le muraglie del mondo
    esteriore per scardinare e vivere la tragedia. Noi siamo di questi!
    Nell’anarchismo ci siamo – prima di tutto – per istinto di origine e per passionalità
    sentimentale. Le nostre idee altro non sono che ardimentose e luminose creature nate dal
    monistico amplesso primitivo con la teorica ragione negatrice.
    Oggi la storia dell’umanità è giunta a uno – forse il più grandioso – di quei suoi tanti vortici
    ove l’anima dell’uomo è chiamata a rinnovarsi radicalmente sulle rovine magnificamente
    orrende del fuoco e del sangue, della catastrofe e della distruzione, o cristallizzarsi
    vigliaccamente nel decrepito e cadaverico concetto di vita che ci ha dettato e imposto
    l’anacronistica società borghese.
    Se un forte pugno di ribelli, di superiori e di eroi, saprà balzare fuori dalle due correnti
    dell’anarchismo sofferente di esuberanza vitale per stringersi intorno al nero labaro della
    rivolta, appiccando il fuoco a tutte le nazioni d’Europa, il vecchio mondo cadrà perché
    intorno all’Eroe tutto deve fatalmente tramutarsi in tragedia; e solo nella tragedia nascono
    gli spiriti rinnovatori che sanno sentire, più nobilmente e più altamente, la canzone
    festante della loro libera vita.
    Se questo pugno di audaci non balzerà fuori dall’ombra per gettare sulla laida faccia della
    società borghese il nero guanto di sfida e di rivolta, i rettili della demagogia politicantesca
    e tutti i saltimbanchi speculatori ed ipocriti dell’umano dolore rimarranno essi i padroni del
    campo e sul tragico sole rosso che cerca illuminare l’oscuro vortice della cupa storia che
    passa, getteranno l’oscena maschera di biacca portata sul libero orizzonte dell’umano
    pensiero da quel debosciato arlecchino che nomasi “Marx” e tutto finirà in una commedia
    turpe e grottesca innanzi alla quale ogni anarchico dovrebbe suicidarsi per dignità e per
    vergogna.
    Per quella parte di anarchici italiani che soffrono di esuberanza vitale; per quella parte di
    anarchici italiani – individualisti e comunisti – per i quali la lotta, il pericolo e la tragedia è
    un loro bisogno di spirito e di materia, è giunta l’ora!
    L’ora d’imporsi e di dominare. La vera libertà e il vero diritto dell’uomo stanno soltanto
    nella sua capacità di VOLERE!
    Il diritto e la libertà sono la Forza!
    Ciò che per gli altri è doloroso sacrificio per noi deve essere dono e gioioso olocausto.
    Bisogna gettarsi sull’onda del tempo passato, calcare la groppa dei secoli, risalire
    virilmente la Storia per ribere alle vergini sorgenti dalle quali sgorga ancora, caldo e
    fumante, il sangue dei primi e liberi sacrifici umani.
    Bisogna rientrare, nudi e scalzi, fra le vive pietre della mitica selva leggendaria e nutrirsi,
    come i nostri padri lontani, di midolle leonine e di selvaggia natura.
    Solo così – al pari di Maria Vesta – potremmo dire al primo Eroe che seppe stoicamente e
    serenamente offrire le sua carni alle fiamme rosse d’un lugubre e crepitante rogo nemico:
    Ora anche noi, come te, possiamo cantare nei supplizi.
    La Vita che la società ci offre non è una vita piena, libera e festante. È una vita stroncata,
    mutilata e umiliante.
    Noi dobbiamo rifiutarla.
    Se non abbiamo la forza e la capacità di strappare violentemente dalle sue mani questa
    vita alta e rigogliosa da noi possentemente sentita, gettiamo questa larva sul tragico altare
    del sacrificio e della rinunzia finale.
    Almeno potremo mettere una corona eroica di bellezza sul volto sanguinante dell’arte che
    illumina e crea.
    Meglio salire sulle fiamme di un rogo e cadere con il cranio spezzato sotto la raffica di un
    incosciente picchetto di esecuzione che accettare questa larva d’ironica vita, che della vita
    non è altro che bieca parodia.
    Basta o amici con la viltà. Basta o compagni con la ingenua illusione dell’ “atto generoso
    del folle”. Basta.
    La folla è strame che il socialismo ha messo a marcire nella stalla della borghesia.
    Errico Malatesta, Pasquale Binazzi, Dante Carnesecchi e le altre migliaia di oscuri che
    marciscono in quelle bolgie miasmatiche e micidiali che sono le carceri della monarchia dei
    Savoia e che i medagliettati del P.S.I. (Partito Socialista Italiano) hanno domandato al
    porcile di Montecitorio il mezzo per costruirne ancora delle più vaste, dovrebbero essere
    per noi tanti spettrali rimorsi, camminanti sotto forme paurose, fra i meandri incerti della
    dubbiosa anima nostra; dovrebbero essere tante calde vampate di sangue che ci fugge dal
    cuore per salirci vertiginosamente sopra le linee del volto e coprircelo di fosca vergogna.
    Io so, noi sappiamo, che cento UOMINI – degni di questo nome – potrebbero fare quello
    che cinquecentomila “organizzati” incoscienti non sono e non saranno mai capaci di fare.
    Non vedete voi, o amici, l’ombra di Bruno Filippi che sogghigna e ci guarda?
    Che non ci siano più dunque CENTO ANARCHICI in Italia degni di questo nome? Non ci
    sono più di cento “IO” capaci di camminare con piedi di fiamma sul culmine vorticoso delle
    nostre idee? Errico Malatesta e tutte le altre migliaia di caduti fra le mani del nemico nei
    primi preludi di questa tempesta sociale, attendono con nobile e febbrile ansia la folgore
    che schianta il crollante edificio, che rischiara la storia, che rialza i valori della vita, che
    illumina il cammino dell’uomo…
    Ma la folgore luminosa e fatale non può irrompere dal cuore delle masse.
    Le masse che sembravano le adoratrici di Malatesta sono vili e impotenti.
    Il governo e la borghesia lo sanno…Lo sanno e sogghignano.
    Pensano: “Il P.S.I. è con noi. È la pedina indispensabile per la bieca riuscita del nostro
    giuoco malvagio. È l’
    Abracadabra che trova forma nella voce Abracas ed Abra della nostra
    magica e millenaria stregoneria. Le masse imbelli sono le sue schiave ed Errico Malatesta è
    vecchio ed ammalato. Lo faremo morire nel segreto buio di una umida cella e poscia ne
    getteremo il cadavere sulla faccia dei suoi compagni anarchici…”.
    Sì, così pensano governo e borghesia nel segreto della loro anima idiota e malvagia.
    Vorremmo noi sopportare con indifferenza questa ignobile sfida? Vorremmo noi sopportare
    in silenzio questo insulto sanguinoso e brutale? Saremo noi tanto vili?
    Io mi auguro che questi miei tre giganteschi punti interrogativi, così solenni e terribili,
    trovino nelle file dell’anarchismo una virile risposta che dica: NO! con un terribile
    rimbombo più terribile ancora…
    È dalle cime in fiamme del luminoso vertice che devono scaturire le folgori liberatrici.
    Il forte VEGLIARDO attende. Eroici compagni: A NOI!
    Il cadavere d’un vecchio agitatore costa sempre più della vita di mille malvagi imbecilli.
    Fratelli ricordatelo.
    Facciamo che non cada su di noi la più profonda di tutte le umane vergogne.


    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Concludo: l'unica esponente della corrente individualista anarchica che s'è sempre dimostrata "possibilista" e pronta al dialogo con altri movimenti (compresi i socialisti e i sindacalisti rivoluzionari) era Leda Rafanelli. Di altri esempi, sinceramente, ne vedo pochi.
    in realtà Armand (nonché lo stesso Novatore) e molti altri collaborarono con le correnti anarco-socialiste.
    Più tesi e complessi i rapporti con i socialisti (in fondo il PSI era l'ala più morbida e riformista del movimento operaio).
    "Una salus victis, nullam sperare salutem"

 

 
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