Nasce «Verso Nord»

Pronto il manifesto anti-Lega

Da Cacciari a Miracco, fondatori trasversali. «Pdl e Pd in crisi». Il Carroccio: siete delle mummie

VENEZIA — In pochi mesi sono riusciti là dove i delusi del Pdl e i perplessi del Pd avevano fallito: mettere insieme il diavolo e l’acqua santa. Il manifesto di quest’alleanza inedita vede in calce nomi che fino a qualche anno fa erano l’uno il contrario dell’altro: Massimo Cacciari e Franco Miracco, lo storico portavoce di Giancarlo Galan, Achille Variati (sindaco di Vicenza del Pd) e Mario Bertolissi, costituzionalista di fiducia di Galan e del Pdl, Maurizio Fistarol e Diego Bottacin, ex rutelliani della Margherita. Tutti "padri costituenti" di «Verso nord. Un’Italia più vicina all’Europa». Non un partito, né un movimento. Non ancora, almeno. Piuttosto un modo per uscire allo scoperto di un gruppo che sogna un nord e un Veneto diversi e che alle ultime elezioni aveva sperato fino all’ultimo di fare fronte comune contro la Lega dando una nuova veste al «soldato Galan».

Allora non andò in porto, ma dopo il trionfo del Carroccio le truppe non smisero di parlarsi, mettendo insieme un’offensiva di idee che venerdì pomeriggio a Villa Braida, a Mogliano, sarà presentata ufficialmente. In queste ore il lavoro non s i ferma: l’obiettivo è portare a casa le firme di nomi "pesanti" dell’una e dell’altra parte, intellighenzia e mondo imprenditoriale, politici e amministratori, nomi grossi del Pdl in grado di far capire definitivamente che non si ragiona più in termini di destra e sinistra, né solo di centro ma di qualcosa che va oltre. Verso nord, appunto. Anticipa linee e temi del manifesto Alessio Vianello, avvocato mestrino ex assessore della seconda giunta Cacciari: «Il nord è la sfida di abbinare l’elemento territoriale alla prospettiva nazionale. Per noi il nord è il nord delle città sostenibili, del sistema sociale effettivo tipo Danimarca. Nella parola nord, però, c’è anche il nostro territorio ». L’obiettivo è lasciarsi dietro tutte le scorie della politica di questi anni. Poco importa che Vianello sia coordinatore provinciale veneziano dell’Api, l’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli. Non è da lì che si parte. Piuttosto dalla constatazione di uno sgretolamento totale della politica italiana, tra la crisi del Pdl, appiattito sulla Lega, e la virata socialdemocratica del Pd di Bersani.

«Il berlusconismo è un ciclo finito—spiega ancora Vianello —. Quanto alla Lega, la nostra proposta è il contrario della Lega, che liscia il pelo agli elettori: lisciando il pelo non si governa. Se la Lega è quella che fa pagare ai contribuenti le multe degli splafonatori, è una Lega che ci fa fare la fine della Grecia. Invece noi vogliamo fare come la Germania. Gli elettori che hanno dato fiducia al Pdl erano convinti che la spinta liberalista a v r e b b e portato a u n o S t a t o più leggero. E invece si ritrovano costretti a seguire la Lega sul terreno del localismo ». Il manifesto parla chiaro: in dieci punti c’è la fotografia dell’Italia che vorrebbero, da uno Stato leggero a un nuovo patto fiscale, dall’essere «amici di chi fa impresa», alla scommessa sulla concorrenza e sul merito al grande tema dei giovani, «per abbattere i muri del privilegio e della precarietà». E naturalmente «federalisti per valorizzare le differenze»: «Vogliamo fare una cosa per il Nord — spiega Vianello — dopo di noi partirà anche la Lombardia». L’obiettivo è parlarne, discuterne in circoli distribuiti sul territorio, creare la base di ideali per un soggetto in grado di contendere all’attuale maggioranza il governo del Veneto e del Paese. Come sempre esplicito Massimo Cacciari: «Siamo in una fase in cui alla crisi evidente del Pdl non si contrappone un’iniziativa forte del Pd. La crisi di entrambi i partiti su cui avrebbe dovuto reggersi lo schema bipartitico ci costringe a pensare a qualcosa di diverso. Nel Pdl e nel Pd si affronti questa situazione, poi vedremo». La Lega punta già il dito: «Devono darsi un’identità precisa — li avverte il sindaco di Verona Flavio Tosi — o chiariscono che sono in scissione da Pd e Pdl, o sembra una presa in giro o il tentativo di carpire la fiducia dei cittadini. Ben venga chi difende gli interessi del Nord, ma devono avere anche qualcuno a Roma, come la Lega, in grado di portarli avanti».

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