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  1. #11
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa
    "Abbiamo"? Mah, mi chiedo come si faccia a smettere se non si è mai cominciato.

  2. #12
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    "Abbiamo"? Mah, mi chiedo come si faccia a smettere se non si è mai cominciato.
    Beh, questo non è vero. Fino a Maastricht si è svolto un percorso verso l' integrazione. Poi, la miopia dei governanti degli Stati membri della UE li ha spinti a preferire di farsi i propri piccoli interessi nazionali, timorosi di scontentare il proprio elettorato e quindi di non essere rieletti. Questa meschinità ha arrestato il processo e sembra essersi diffusa anche tra i cittadini. In particolare la si nota in molti in questo forum.

  3. #13
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Marcelobranko Visualizza Messaggio
    Beh, questo non è vero. Fino a Maastricht si è svolto un percorso verso l' integrazione. Poi, la miopia dei governanti degli Stati membri della UE li ha spinti a preferire di farsi i propri piccoli interessi nazionali, timorosi di scontentare il proprio elettorato e quindi di non essere rieletti. Questa meschinità ha arrestato il processo e sembra essersi diffusa anche tra i cittadini. In particolare la si nota in molti in questo forum.
    Mah, concetti corretti ma in ordine sbagliato, diciamo.
    Prima di tutto i politici e i partiti che hanno per anni portato verso l'integrazione sono gli stessi che ora fanno l'inverso. Pensare che la loro vista sia peggiorata solo ora è alquanto curioso, e in gran parte dipende dal fatto che la loro meschinità e i loro piccoli interessi nazionali prima li portavano avanti cercando di "dominare" il processo di integrazione.
    Secondariamente, dire che hanno scelto l'interesse nazionale per far contenti gli elettori e poi dire che l'atteggiamento si sta diffondendo dai politici ai cittadini è una contraddizione. Perché nel primo caso è il politico che segue gli elettori, nel secondo l'elettore che segue i politici. Mettere questi due concetti uno di fianco all'altro è come avere un'automobile con quattro ruote motrici, però due in un senso e due nell'altro.

  4. #14
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Razionalista Visualizza Messaggio
    ah beh non siamo simili. Lol.
    Col gioco delle similitudini possiamo fare la Federazione unica mondiale...

    28 popoli diversi - in realtà sono anche di più, considerando le nazioni al'interno di alcuni Stati - quasi altrettante lingue diverse, diversità religiose, culturali, sociali, storiche, politiche, ideologiche, economiche....ma di che cavolo stiamo parlando?

  5. #15
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da POL Visualizza Messaggio

    Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa
    La retorica del neo-populismo odierno è nutrita sempre da più da un rifiuto della globalizzazione finanziaria e dei sui effetti distributivi e riporta in voga termini come protezionismo, isolazionismo, piccole patrie ed altri, che sembravano definitivamente archiviati con il debutto del nuovo millennio della “fine della storia”. In Europa l’obiettivo è duplice: UE ed Euro. Su queste due istituzioni, certo collegate ma da non sovrapporre, si combatte la scontro tra difese strenue ed agguerrite invettive. Qui ci si vuole concentrare sul tema ricorrente della “taglia”. Si ricorda sempre come in un mondo costantemente interconnesso e compiutamente globalizzato sia impossibile “contare qualcosa” a livello internazionale se non si è parte di un sistema federale di paesi o al limite di un “Impero” (Russia, Cina, USA?). I problemi delle nostre società sono sempre più complessi e di portata transnazionale, tanto che è impossibile pensare di poterli affrontare in solitaria.
    Il discorso fila. In linea teorica è del tutto condivisibile. Ma val la pena tentare di calarlo nella realtà dell’Europa di oggi.

    Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Lontana dall’essere quel Super-stato federale che molti auspicano, l’Unione difficilmente è riuscita nella sua breve storia ad esprimere una posizione unitaria in politica estera: dai rapporti con l’Est, ai trattati di libero scambio (CETA, TTIP), passando dalle migrazioni e dalle guerre (Balcani, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, etc. …). Gli attuali squilibri interni, inoltre, sembrano polarizzare ancor di più le posizioni dei paesi membri, tanto che da ultimi gli stessi Valls e Juncker hanno ammesso l’impossibilità di raggiungere il famoso sogno degli “Stati Uniti d’Europa”.
    Così come si fa della flessibilità un fattore tanto importante quando si parla dell’adattabilità di una società al cambiamento, allo stesso modo semplificare e rendere più flessibile l’Unione potrebbe farla un’istituzione più efficiente. A tal proposito si fa spesso l’esempio della Corea del Sud. Seul infatti si trova tra il Giappone dell’innovazione tecnologica, la gigantesca potenza Cinese e gli odiati fratelli “comunisti” al confine Nord, ed è uno dei paesi che ha le migliori prospettive di crescita a livello mondiale secondo le previsioni del FMI.
    I paesi che decidono di legarsi insieme in un qualche tipo di partenariato stabile, dovrebbero farlo per allargare ed accrescere il loro mercato interno in modo da essere meno fragili nei confronti di shock esterni. Ma stando alla stretta logica economica questo non sembra essere il caso dell’Unione Monetaria Europea, caratterizzata da economie profondamente diverse che unite sotto un’unica moneta competono tra di loro a colpi di deflazione e surplus commerciali come ci ricorda il caso tedesco. Niente di più lontano dalla cooperazione per lo sviluppo di un mercato intero all’altezza delle sfide di un mondo in cui la circolazione dei capitali ha perso ogni tipo di regolamentazione.
    Il contesto che scaturisce dal Brexit, dai “salvataggi” della Grecia, dai toni nazionalisti dei leader di polacchi e ungheresi ci fornisce un quadro ancor più disilluso e ci obbliga a pensare ad un “passo indietro” non per forza con accezione negativa. Al perseguimento impossibile di un’unità europea bloccata dagli interessi divergenti dei vari paesi, andrebbe sostituito lo sviluppo di relazioni diplomatiche solide, aperte e senza restrizioni di sorta, accordi e intese politiche e commerciali volti a calmare le acque nel Medio Oriente e nelle zone d’influenza della Federazione Russa.
    Il rilancio europeo deve quindi ripartire dal “come” stare nel mondo. Dalla dimensione storica e culturale (data dalla posizione geografica), che naturalmente favorisce i rapporti con il Mediterraneo Arabo e con l’Europa ortodossa a cui per ragioni diverse abbiamo voltato le spalle (comunismo, decolonizzazione) e verso cui oggi stiamo accumulando troppe tensioni. Dalla prassi politica, da un protagonismo umile ma autorevole può svilupparsi una qualche forma reale di “unità nella differenza”, non dalla carta di direttive incomprensibili e parametri anacronistici.
    L’alternativa ad una maggiore unità europea non deve necessariamente essere un isolazionismo, che anche se propagandato è nei fatti difficilmente realizzabile. Sarà forse con un Unione più snella e più autonoma, che si avranno maggiori opportunità di contare ancora qualcosa nella grande concorrenza mondializzata?
    Una risposta affermativa richiede una gran dose di fiducia nella politica europea proprio nel momento in cui dimostra tutta la sua inadeguatezza e incapacità di leadership. La storia insegna che le più longeve federazioni e confederazioni d’Europa (Belgio e Svizzera in primis) si sviluppano per la necessità di difendersi da un nemico comune. Per questo, volendo ancora peccare di realismo, il montare della paura nei confronti della Russia può essere senz’altro visto come l’individuazione di quel nemico esterno adatto a cementificare l’Unione ancor più della minaccia troppo “volatile” del terrorismo islamico.
    La strada più semplice porta quindi a fomentare la contrapposizione est-ovest come traspare dalle ennesime goffe dichiarazioni del presidente Hollande sulla (im)possibile messa in stato di accusa di Putin davanti alla Corte Penale Internazionale e dalla militarizzazione delle repubbliche baltiche. A questo proposito va ricordato un dettaglio non irrilevante: l’esercito europeo esiste già ed è ancora soltanto quello della NATO.
    Luca Scaglione

    Scritto da: Redazione
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    Hanno fatto l'Euro. Questo ha ingessato l'economia di molti paesi. Ha colpito il portafogli, la vita e le possibilità di molta gente che aveva vissuto i decenni precedenti in un crescendo di benessere. Ha scatenato le invidie e i risentimenti dei popoli e delle nazioni europee.

    Fino a che l'Europa è diventata il feticcio per una minoranza borghese e l'incubo (a volte anche scaricabarile, le analisi sul fenomeno raramente sono esaustive) per tutti gli altri.
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  6. #16
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Mah, concetti corretti ma in ordine sbagliato, diciamo.
    Prima di tutto i politici e i partiti che hanno per anni portato verso l'integrazione sono gli stessi che ora fanno l'inverso. Pensare che la loro vista sia peggiorata solo ora è alquanto curioso, e in gran parte dipende dal fatto che la loro meschinità e i loro piccoli interessi nazionali prima li portavano avanti cercando di "dominare" il processo di integrazione.
    Secondariamente, dire che hanno scelto l'interesse nazionale per far contenti gli elettori e poi dire che l'atteggiamento si sta diffondendo dai politici ai cittadini è una contraddizione. Perché nel primo caso è il politico che segue gli elettori, nel secondo l'elettore che segue i politici. Mettere questi due concetti uno di fianco all'altro è come avere un'automobile con quattro ruote motrici, però due in un senso e due nell'altro.
    L' ordine non è sbagliato perchè:
    • i leaders dei partiti si chiamavano De Gasperi, Schumann, Adenauer, portatori di un ideale di pace e di integrazione europea. Il processo di integrazione si è fermato con Merkel, Sarkozy e Berlusconi, troppo attenti alla ricerca del consenso
    • Quando dicevo che l' atteggiamento della meschina ricerca dell' interesse proprio o (nel migliore dei casi) della propria nazione è passato ai cittadini, mi riferivo ai cittadini che sostengono i partiti populisti anti-euro (lepenisti, leghisti, grillini, l’Ukip di Nigel Farage etc)

  7. #17
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Marcelobranko Visualizza Messaggio
    L' ordine non è sbagliato perchè:
    • i leaders dei partiti si chiamavano De Gasperi, Schumann, Adenauer, portatori di un ideale di pace e di integrazione europea. Il processo di integrazione si è fermato con Merkel, Sarkozy e Berlusconi, troppo attenti alla ricerca del consenso
    • Quando dicevo che l' atteggiamento della meschina ricerca dell' interesse proprio o (nel migliore dei casi) della propria nazione è passato ai cittadini, mi riferivo ai cittadini che sostengono i partiti populisti anti-euro (lepenisti, leghisti, grillini, l’Ukip di Nigel Farage etc)
    - Tre personaggi favorevoli all'integrazione europea. Alle loro condizioni, come coloro che li hanno preceduti. I tre che hai citato inizialmente hanno già all'epoca ceduto il passo a Monnet e company, che ancora oggi sono dominanti
    - Dovresti decidere se sono i cittadini che spingono i politici verso un certo atteggiamento, o i politici che spingono i cittadini.

  8. #18
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Marcelobranko Visualizza Messaggio
    L' ordine non è sbagliato perchè:
    • i leaders dei partiti si chiamavano De Gasperi, Schumann, Adenauer, portatori di un ideale di pace e di integrazione europea. Il processo di integrazione si è fermato con Merkel, Sarkozy e Berlusconi, troppo attenti alla ricerca del consenso
    • Quando dicevo che l' atteggiamento della meschina ricerca dell' interesse proprio o (nel migliore dei casi) della propria nazione è passato ai cittadini, mi riferivo ai cittadini che sostengono i partiti populisti anti-euro (lepenisti, leghisti, grillini, l’Ukip di Nigel Farage etc)
    Il problema di tutto il circo europeo secondo me è solo uno : è un utopia. I SUE sono impensabili, proprio di base, non è questione di Schumann o Merkel. E' una visione fondamentalmente irrealizzabile e secondo me sbagliata proprio nei presupposti.

    Sul continente è possibile solo una comunione di intenti nella risoluzione delle controversie, tornare al vecchio "concerto europeo", ovviamente su base più democratica e coinvolgendo tutti gli attori in campo. Ma niente di più di questo.

  9. #19
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Armonica Visualizza Messaggio
    Col gioco delle similitudini possiamo fare la Federazione unica mondiale...

    28 popoli diversi - in realtà sono anche di più, considerando le nazioni al'interno di alcuni Stati - quasi altrettante lingue diverse, diversità religiose, culturali, sociali, storiche, politiche, ideologiche, economiche....ma di che cavolo stiamo parlando?
    chiedi a Murru

  10. #20
    La mia stima di etnia ↓
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    Predefinito Re: Come abbiamo smesso di sognare gli Stati Uniti d’Europa

    Citazione Originariamente Scritto da Candido Visualizza Messaggio
    Murru non ha ancora smesso
    Ci puoi contare, non solo sogno gli Stati Uniti d' Europa ma anche un governo unico mondiale, le frontiere politiche DEVONO sparire.

 

 
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