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Lawrence d'Arabia
Trump, l'ombra della "Blackwater" sui contatti con i russi - Repubblica.it
NEW YORK - Lo spettro della Blackwater torna a perseguitare dagli Stati Uniti: a dieci anni dal giorno in cui gli impiegati del gruppo privato di sicurezza a cui George W. Bush e il suo vicepresidente Dick Cheney avevano appaltato tanta parte della guerra in Iraq, uccisero 17 persone in una piazza di Bagdad, il fondatore del gruppo Erik Prince finisce al centro di uno scandalo che rischia di indebolire ulteriormente la presidenza Trump.
A tirare fuori dal relativo anonimato in cui era caduto dopo aver venduto la sua creatura Prince, è un'inchiesta del Washington Post, il giornale che più di ogni altro sta indagando negli aspetti poco chiari di questa Amministrazione. Secondo il quotidiano. Prince, presentandosi come un de facto intermediario di Trump, avrebbe partecipato a un incontro nelle Seychelles con rappresentanti del governo russo: l'appuntamento sarebbe stato organizzato dal governo degli Emirati Arabi Uniti, allo scopo di creare un canale di comunicazione alternativo fra Mosca e la Casa Bianca per discutere di questioni come la crescente influenza russa in Siria e la possibile mediazione di Mosca con Damasco e Teheran.
La rivelazione è attribuita dal Washington Post a diverse fonti: e benché non sia stata confermata né dalla Casa Bianca né dal governo degli Emirati, mette Trump e i suoi in una posizione delicata. Se è vero infatti che Prince non ha mai avuto un incarico ufficiale né nella campagna di Trump, né nel suo team di transizione, né tantomeno nel governo, i suoi legami con il nuovo presidente sono innegabili. Prince ha donato più di 250mila dollari a Trump in campagna elettorale, è da tempo molto vicino a Stephen Bannon, uomo-ombra del presidente, e fratello di Betsy DeVos, controversa responsabile dell'Istruzione per il governo Trump.
Con il risultato che, mentre la tensione intorno all'inchiesta sulle ingerenze in campagna elettorale (che ha già portato alle dimissioni del Consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn) continua a salire, le rivelazioni del Washington Post assestano un altro colpo alla Casa Bianca di Donald Trump.
Intanto, come aveva promesso, il presidente americano ha firmato la legge approvata dal Congresso a maggioranza repubblicana che cancella un'altra eredità di Barack Obama: la privacy su internet. Lo rende noto la Casa Bianca. Si tratta delle norme che da fine anno avrebbero impedito ai fornitori di connessione a banda larga di raccogliere e vendere i dati dei clienti senza il loro consenso.
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il WP si candiderà alle prossime elezioni.
certo è che se avessero avuto sempre questo piglio investigativo magari durante l'amministrazione Obama forse Libia, Siria e Ucraina ci sarebbe una storia diversa da raccontare, che so il "fuck the Ue" andava approfondito, come le visite di McCain in medio oriente o le telefonate fra Saud e Casa Bianca.